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    Masi – risultati 2020

    Fonte: bilanci e comunicati stampa aziendali
    Masi chiude il 2020 in sostanziale pareggio, grazie a un secondo semestre meno peggio di quello che ci si poteva immaginare. Stiamo comunque parlando di un anno orribile, con un calo del 21% del fatturato, l’utile operativo e l’utile netto poco sopra il pareggio raggiunti soltanto grazie a un contributo fiscale straordinario che praticamente è pari all’utile. Il taglio degli investimenti di quasi la metà rispetto agli anni precedenti e il rilascio di capitale circolante hanno invece consentito una riduzione del debito da 8.7 a 6.4 milioni di euro (che beneficia anche della decisione di non pagare i dividendi), il che pone Masi in una situazione particolarmente tranquilla vista la dotazione fondiaria e il magazzino di vini pregiati in maturazione. Seppur in un anno così difficile, l’azienda ha intrapreso diverse nuove iniziative, tra cui il cambio di distributore in Germania e negli Stati Uniti (due dei mercati inspiegabilmente deboli per la società), quest’ultimo accordo con Santa Margherita. Ulteriori iniziative sono poi state prese nel canale ecommerce. Masi non fornisce una previsione per l’anno 2021. Passiamo ai numeri. LEGGI TUTTO

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    Pier Giuseppe Torresani e l’export di Masi Agricola nell’area tedesca

    I mercati dell’area tedesca possono sembrare molto simili tra di loro, ma nascondono delle interessanti differenze.
    Pier Giuseppe Torresani, Worldwide Export and Travel Retail Director di Masi Agricola, ci parla dell’argomento della sua lezione all’ultimo weekend del MIV, il corso in marketing internazionale del vino di WineJob, evidenziando come conoscere il panorama in cui si opera permette di costruire una strategia di export del vino efficace e differenziata per ogni singolo mercato.
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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2020

    Due cose succedono nel nostro post annuale sulla valutazione delle aziende vinicole. Primo, non abbiamo più i multipli di Baron de Ley perchè ormai il proprietario si è comprato tutte le azioni sul mercato e quindi non ci sono più analisti che hanno interesse a elaborare delle stime. Al suo posto inseriamo Andrew Peller, il produttore di vino canadese quotato. Il post resta comunque difficile da scrivere e da interpretare per il momento particolarmente incerto. Secondo, il mitico “EV/EBITDA”, parametro di riferimento delle valutazioni aziendali in quanto un buon indicatore della generazione di cassa aziendale è defunto, causa introduzione dello scellerato principio contabile IFRS16. Resta il multiplo del valore d’impresa sull’utile operativo.
    I valori borsistici delle aziende vinicole sono calati mediamente del 7%, con cali più pronunciati per le aziende della Champagne e di quelle legate alla Cina, Treasury Wine Estates in particolare. In Italia ha perso terreno Masi, mentre è cresciuto di oltre il 60% il valore di IWB, che dalla crisi COVID ha tratto forti benefici grazie alla sua esposizione alla grande distribuzione e alla vendita diretta. Bene, nel post trovate la tabella aggiornata con i multipli degli utili (Prezzo/Utili) e (Valore d’impresa su utile operativo), oltre al multiplo sulle vendite (valore d’impresa sulle vendite). Passiamo a commentare qualche numero.

    Le tre grandi aziende vinicole storiche hanno attualmente un multiplo degli utili di 18.5 volte sul 2021, più basso del 21x del 2020 a causa della forte svalutazione di Concha y Toro, che oggi vale 1 miliardo di euro contro 1.2 miliardi dell’anno scorso ma ha degli utili molto superiori. TWE ha subito un forte calo (da 7.9 a 4.6 miliardi di euro) che però è simile al calo degli utili attesi e quindi continua a trattare intorno a 24 volte gli utili. Constellation Brands ha guadagnato qualcosa, ma ormai ha poco a che fare con il mondo del vino.
    Le aziende della Champagne hanno subito un calo di valore del 20% in media, soprattutto le due meno “qualitative” (Vranken Pommery e Lanson BCC). I multipli sono “impazziti” (28 volte gli utili contro 16 dell’anno scorso, 45 volte l’utile operativo contro 25, 3 volte le vendite contro 2.9) per via del forte calo degli utili attesi 2021 rispetto a quello che ci attendevamo (pre-COVID) nel 2020.
    Tra le piccole aziende bisogna sottolineare il forte incremento di valore di Italian Wine Brands, che combina risultati (e attese) eccellenti con una espansione dei multipli. Il suo valore di mercato è cresciuto del 64% e ora vale 140 milioni di euro, con un multiplo degli utili di 13 volte (era 9.5x nel 2020), 1 volta le vendite (0.8 nel 2020) e 10 volte l’utile operativo (8x). Sono molto buoni anche i dati di Delegat, che ormai vale 870 milioni di euro (+20%) e viaggia a 21 volte gli utili, un po’ meno dei 23 dello scorso anno. Scende il valore di Masi, ma non tanto quanto i suoi utili, il che si traduce in una espansione dei multipli: il valore di questa impresa è anche ancorato al valore delle terre e dei vini in invecchiamento che altre aziende non possono vantare.
    Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Masi – risultati primo semestre 2020

    I conti del primo semestre di Masi mostrano chiaramente l’impatto del COVID sul segmento alto del vino, più esposto al canale della ristorazione. Le vendite che erano calate solo del 2% nel primo trimestre sono invece crollate del 47% nel secondo, per chiudere con un calo del 27% nel semestre. È evidente il “peggioramento” del mix delle vendite, visto lo scivolone dei “top wines” (Amarone e poche altre referenze) a vantaggio dei “classical wines”, cioè i vini base della gamma. Ma negli ultimi tempi Masi ha compiuto diversi passi importanti. Dal punto di vista dell’attività sono cambiati i distributori in Germania e Stati Uniti (Santa Margherita). Questi sono due mercati un po’ scoperti per Masi, perlomeno considerando quanto sono importanti per il settore in Italia. Masi ha poi lanciato l’ecommerce. Dal punto di vista dell’azionariato è finalmente terminata l’esperienza del private equity che ha venduto le proprie azioni ad altri investitori (qualche investitore di borsa e una quota del 5% alla finanziaria di Renzo Rosso). Le azioni in Borsa sono scivolate intanto al minimo storico di 2 euro circa, che valutano l’azienda poco più di 64 milioni di euro. Considerando il poco debito, si può certamente dire che la valutazione è oggi inferiore al combinato del valore delle terre e del vino in fase di invecchiamento in cantina… passiamo a commentare qualche dato insieme.

    Le vendite calano del 27% nel primo semestre a 22 milioni di euro, con un -30% in Europa, -19% in Nord America e -48% nel resto del mondo (Asia principalmente).
    I margini tengono a livello industriale (dal 67% al 66.5%), ma si fanno poi sentire i costi fissi del personale e di struttura, che portano l’EBITDA a EUR1.8 milioni e l’utile operativo a poco meno del punto di pareggio.
    Con molti meno oneri finanziari del 2019, la perdita netta viene contenuta solo 0.6 milioni di euro.
    Le cose vanno decisamente meglio a livello finanziario. Con un miglioramento del capitale circolante di circa 1 milione di euro, la decisione di sospendere il dividendo e il contenimento degli investimenti (Masi sta predisponendo una nuova sede e visitor center in Valpolicella), il debito cresce solo di 0.6 milioni rispetto a fine anno euro a 9.3 milioni, ed è addirittura più basso del giugno 2019 (10 milioni). Per proteggersi dal potenziale ulteriore calo dell’attività nei prossimi mesi (anche se l’Italia a luglio è girata in positivo), Masi ha predisposto nuovi prestiti per 12 milioni di euro che hanno ulteriormente rafforzato la già sana struttura finanziaria.
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    Masi – risultati 2019

    Il 2019 è stato per Masi un altro anno negativo, in cui alle conosciute difficoltà dell’azienda nei suoi principali mercati esteri (paesi nordici e Canada) si assommano questioni regolamentari come la riduzione delle rese che determinano un minor contributo economica della propria produzione di uve. Ne risulta un bilancio con vendite stabili e utili in […] LEGGI TUTTO

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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2019

    Le politiche monetarie espansive adottate sia dagli europei che dagli americani hanno continuato a dare fiato alle valutazioni borsistiche mondiali e di conseguenza anche alla valutazione delle aziende vinicole quotate. Dopo una leggera “svalutazione” osservata lo scorso anno, quasi tutte le aziende mostrano dei multipli di valutazione applicati all’anno corrente (2020) superiore a quelle osservate […] LEGGI TUTTO

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    Masi – risultati primo semestre 2019

    Fiumi di parole (o meglio parolacce) andrebbero spesi per descrivere le ultime novità in tema di principi contabili internazionali (i famigerati IFRS). L’ultima novità da applicare dal 2019 in poi riguarda le attività che le aziende non comprano ma “affittano”, e che a partire da quest’anno vanno capitalizzate. In altre parole, le regole da oggi […] LEGGI TUTTO

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    La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2018

    Dopo un 2018 iniziato in maniera scoppiettante, la seconda parte dell’anno ha visto un deciso ribasso dei mercati azionari, legato da una parte alle attese di decelerazione di alcune economie chiave (Cina), al graduale rialzo dei tassi di interesse negli USA e, non ultimo, alla forte decelerazione delle principali economie europee, come si evince dai […] LEGGI TUTTO