Che il 2022 dovesse essere un anno eccezionale per LVMH lo si era già visto con I risultati del primo semestre. Nel secondo semestre che commentiamo oggi ci sono stati alcuni “inciampi” soprattutto relativi alla Cina che non hanno pienamente soddisfatto le aspettative degli investitori, ma tutto sommato stiamo parlando, soprattutto per la divisione vino e spiriti, di un rallentamento della crescita. Dopo un bel po’ di tempo, nel 2022 e soprattutto nella seconda metà sono i vini e gli Champagne a “tirare” la divisione, visto che la parte Cognac è… come dire… limitata dalla mancanza di prodotto e dalla strategia di aumento del valore (= tenere il prodotto più a lungo in cantina per venderlo domani a un prezzo più alto). Dunque per dare qualche numero, nel secondo semestre i volumi generali della divisione sono scesi del 5%, a causa del calo del 15% del Cognac, mentre per lo Champagne i volumi sono stabili (e in crescita del 6% nell’anno a 71 milioni di bottiglie) e per i vini crescono del 5% (+10% sull’anno a 56 milioni di bottiglie). Questo piccolo pezzo di LVMH (ma gigantesco nel nostro mondo del vino) chiude l’anno con 7.1 miliardi di euro di vendite, di cui 3.5 miliardi nel vino/Champagne (giusto per intenderci, circa 13 volte Antinori) e un utile operativo di 2.2 miliardi di euro, con 22 miliardi di euro di capitale investito. Numeri giganteschi. Una nota di cronaca: da quest’anno LVMH ha deciso di non fornire più la suddivisione dell’utile tra cognac e vini. Peccato. Come mai? Beh, probabilmente gli dispiaceva far vedere che i margini della divisione Cognac sarebbero scesi… passiamo ad analizzare qualche dato insieme.
- Il fatturato della divisione vino e Champagne cresce del 18% a 2 miliardi di euro nel secondo semestre, portando dunque il totale annua a 3.47 miliardi di euro, +24%.
- Si tratta di un balzo significativo, soprattutto guidato dall’aumento del prezzo di vendita, in crescita del 15% a 27 euro per bottiglia (+17% anche nel secondo semestre), mentre per quanto riguarda i volumi siamo su un +8% sull’anno e su un valore sostanzialmente stabile per il secondo semestre.
- I margini calano leggermente, dal 31% al 30% nell’anno e in maniera più marcata dal 28.7% al 26.5% nel secondo semestre. Come dicevamo sopra non abbiamo più lo spaccato cognac/spiriti verso vini/Champagne. Nell’ultimo bilancio (2021) erano 34% per il Cognac e 27% per i vini. Nel primo semestre erano 39% e 30%. Vista la dinamica molto negativa dei volumi di Cognac nel secondo semestre bisogna immaginare che sia questo il pezzo del business che ha subito la diluzione… ma i dati non li conosciamo più…
- Gli investimenti continuano, stiamo parlando di 440 milioni, con una % sul fatturato che se vedete la tabella è molto coerente nel tempo. Il capitale investito sale a 22.2 miliardi di euro, con 6 miliardi di euro di prodotti in fase di invecchiamento (al costo di produzione). Il ritorno sul capitale salve verso il 10%, ma resta leggermente sotto il livello pre-pandemia (11-12%).
- Come sempre… niente previsioni per il 2023, salvo qualche frase di circostanza… appuntamento ad agosto di quest’anno per i dati semestrali…
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