Una qualità delle uve in generale soddisfacente (ma non eccezionale), con complessive in leggero aumento rispetto al 2022 per i principali vitigni e areali produttivi (visto anche l’entrata in produzione di nuove superfici vitate), in un’annata caratterizzata da frequenti precipitazioni e da difficoltà di gestione dei vigneti a causa dello sviluppo di malattie fungine. Eventi grandinigeni particolarmente violenti hanno però causato in alcune zone perdite di prodotto.
Circa l’inizio della vendemmia, a oggi si registra un ritardo di circa una settimana, perciò (in Veneto, almeno) i primi grappoli di Pinot grigio ne Chardonnay per le basi spumante non verranno staccati prima della prossima settimana. L’uva Glera del Prosecco verrà raccolta a partire dal 15 settembre seguita a ruota da Merlot (17) Corvina (20) e Garganega il 25 settembre.
Queste in estrema sintesi le anticipazioni di Veneto Agricoltura, espresse durante il tradizionale focus pre-vendemmiale.
Di seguito altri dati emersi durante la giornata, di cui si può trovare il resoconto completo qui.
“Sempre di più – ha detto Nicola Dall’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, in apertura del focus – dovremo affrontare tematiche relative a eventi meteorologici estremi: si ripresenteranno annate siccitose come il 2022, o annate particolarmente piovose come quest’anno. Problema principale di questa annata sono state le malattie fungine, a cui i viticoltori hanno saputo rispondere bene, con ottimi risultati, grazie a trattamenti sempre più mirati e precisi. Per questo in Veneto si attendono rese produttive in leggero aumento, così come la produzione complessiva, anche per l’incremento delle superfici vitate.”
I dati previsionali quanti-qualitativi della vendemmia 2023 che sono stati presentati agli operatori vitivinicoli hanno riguardato tre Paesi cardine della viticoltura europea e mondiale: Italia, Francia e Spagna, con focus particolare sul Veneto e un approfondimento sulle altre principali regioni italiane.
I fattori comuni che hanno caratterizzato, praticamente ovunque, l’annata vitivinicola in corso sono stati le frequenti precipitazioni e una maggior presenza di malattie fungine, che hanno inciso certamente sulla produzione vendemmiale nel Veneto, ma anche nelle altre aree vitivinicole, per un’annata che viene definita da più voci come “difficile”.
Tuttavia, laddove queste problematiche sono state affrontate con professionalità ed efficacia, le rese produttive non dovrebbero subire particolari variazioni e, anzi, dovrebbero aumentare leggermente, mentre la qualità delle uve dovrebbe mantenersi su livelli buoni-ottimi.
“Gli elementi che hanno caratterizzato l’annata finora sono stati l’instabilità climatica e le frequenti precipitazioni, anche a carattere grandigeno, e l’alta pressione delle malattie fungine, peronospora su tutti e in particolare nei vigneti a conduzione biologica” ha sottolineato Patrick Marcuzzo del Crea VE di Conegliano nel suo intervento, per poi entrare nel dettaglio dei dati raccolti da un panel di tecnici e agronomi delle più importanti cantine e produttori del Veneto.
“Nelle aziende che applicano la difesa integrata, i danni causati dalla peronospora sono stati nell’ordine del -5/10% di perdita quantitativa, mentre nelle aziende che applicano il metodo di coltivazione biologica tali perdite sono state superiori, per lo più comprese tra il -10/20%. Superiore al 2022 anche l’incidenza di altre fitopatie come il mal dell’esca e la Botrite, mentre la Flavescenza Dorata ha avuto un incremento meno significativo. La grandine ha colpito duramente diversi areali produttivi, con perdite della produzione che hanno raggiunto anche il -20%”.
Nonostante tutto, grazie a una maggiore fertilità delle gemme e un maggiore ingrossamento degli acini (grazie alla pioggia che quest’anno non è mancata, diversamente dal 2022), ci si attende un aumento delle rese produttive per la maggior parte delle varietà in tutte le province.
Le previsioni di produzione perciò si aggirano sui 15,9 milioni di quintali di uva raccolta in Veneto, in crescita del +5/6%.
La vendemmia invece avrà un ritardo di 5-10 giorni rispetto agli anni precedenti, a seconda delle varietà.