Le spedizioni di Champagne sono calate dell’8% nel 2023 a 299 milioni di bottiglie, ma il valore delle spedizione cresce comunque leggermente, del 2% a 6.4 miliardi di euro. La “correzione” era prevista e forse “dovuta” dopo due anni eccezionali, anche se a spanne siamo un po’ sotto un livello normale di spedizioni che potrebbe attestarsi intorno a 310 milioni di bottiglie. A guidare il calo sono soprattutto le cooperative (-16%) e poi le grandi maison (-8%), mentre i vigneron, che non avevano beneficiato dell’incremento, sono in calo soltanto del 3%. In totale i coltivatori sono circa 16200 nella regione, su una superficie di 34200 ettari, con 125 cooperative e 390 maison. I cru censiti di Champagne sono 319. Il settore impiega direttamente circa 30mila persone oltre a 100mila vendemmiatori. Secondo le stime del consorzio lo Champagne rappresenta il 9% del consumo mondiale di vini spumanti in volume e il 35% in valore. La Francia ormai rappresenta soltanto il 43% del consumo in volume di Champagne e il 34% in valore. Tra le tendenze che il consorzio sottolinea c’è quella delle cuvee prestigiose (+12% rispetto al 2019, quando i volumi spediti erano stati comparabili) e dei vini a basso o nessun dosaggio (più che raddoppiati nello stesso periodo di tempo). Nel resto del post tutte le tabelle e ulteriori grafici e commenti.
- Le spedizioni di Champagne calano dell’8% a 299 milioni di bottiglie nel 2023. Di queste 127 milioni vanno in Francia, -8%, 57 milioni nel resto d’Europa, -7% e 114 milioni nel resto del mondo per un calo del 9%.
- Osservando i dati relativi alle spedizioni per paese, salta all’occhio l’andamento negativo in tutti i maggiori paesi, a partire dagli USA, -21% a 27 milioni di bottiglie, ma anche Canada, Belgio, Australia e Svezia sono sotto il -10%. Uniche eccezioni tra i principali mercati è la Spagna, salita dell’1% a 5 milioni di bottiglie e gli Emirati Arabi, +50% a 2.8 milioni di bottiglie. L’Italia ha importato 10 milioni di bottiglie, in calo del 7%.
- L’andamento dei valori riflette in meglio quello dei volumi. Gli USA restano però giù del 15% sul 2022, dopo anni di crescita eccezionale, mentre sono stabili le vendite nel Regno Unito a 550 milioni di euro e, non presenti nella tabella, quelle francesi a circa 2.2 miliardi di euro. Dopo questi tre mercati viene il Giappone dove il valore importato cresce del 4% a 448 milioni e poi Germania e Italia intorno a 270 milioni di euro e una crescita del 9% e 7% rispettivamente.
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