di Marco Baccaglio
Masi archivia senza ombra di dubbio il peggiore anno da quanto analizziamo i conti (2014). Sebbene le vendite abbiano tenuto, i margini sono ulteriormente calati, scendendo sotto il 4% a livello operativo, e il peso del maggiore debito (i forti investimenti continuano) ha portato il bilancio a chiudere in leggera perdita, cosa mai capitata nemmeno nello scellerato 2020. La storia degli ultimi anni è stata quella di continui investimenti, soprattutto nella brand house Monteleone21, che sembra essere pronta per l’apertura al grande pubblico nel 2025. In questo senso, e pur considerando che Masi ha un posizionamento difficoltoso se consideriamo Valpolicella-Amarone (vini rossi, grado alcolico elevato), ci sono le premesse per vedere una inversione della tendenza negativa degli ultimi anni (vedendo anche un secondo semestre migliore) e un rientro dalla situazione debitoria che ha raggiunto quota 27 milioni (36 compreso IFRS16), rispetto ai 16 dello scorso anno e ai circa 9 del 2019, anno precedente alla crisi del Covid.
Passiamo a commentare qualche numero insieme con grafici e tabelle.
- Le vendite sono stabili a 67 milioni, con un primo semestre in calo del 9% e un secondo semestre a +10%. Masi ha avuto un anno eccellente in Canada (dopo un paio di anni bui), portando il fatturato del Nord America a +11% (22 milioni), mentre ha perso terreno in Europa (-7% a 21 milioni) ed è rimasta stabile in Italia (21 milioni).
- Dal punto di vista dei prodotti, i top wines calano dell’8% a 18 milioni, i premium wines (che includono Campofiorin) sono in leggera crescita (+2%) a 31 milioni, mentre i classical wines con una crescita dell’8% (18 milioni) tornano al livello del 2022, che è anche il più elevato da quando osserviamo i dati.
- Il gross margin è stabile al 60%, per un valore di 40 milioni di euro. Con i costi operativi in crescita del 4%, di cui un +2% deriva dai costi straordinari. L’EBITDA riportato cala dunque del 16% a 6.1 milioni (-6% a 6.8 milioni senza le partite straordinarie) e l’utile operativo scende a 1.8 milioni (2.4 milioni aggiustato), con una perdita netta di 1 milione. Gli ammortamenti stabili indicano che l’ammortamento del nuovo centro visitatori non è ancora partito in pieno.
- Dal punto di vista finanziario, Masi ha un debito finanziario di 27 milioni, +11 milioni rispetto al 2023, e sta rinegoziando un allungamento delle scadenze con il sistema bancario. Ovviamente, data l’enorme dote di attivi fissi (vigneti, immobili e via dicendo) non è un dato particolarmente preoccupante, anche se chiaramente gli investimenti degli ultimi anni si sono fatti sentire (11 milioni nel 2024, probabilmente il “colpo finale” per completare il centro visitatori). I dividendi pagati agli azionisti sono scesi da 2 milioni a 1 milione di euro, mentre il capitale circolante ha determinato un assorbimento di 4 milioni, nonostante il magazzino stabile, a causa dell’aumento dei crediti verso clienti per il buon andamento delle vendite del secondo semestre.
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