Del vignaiolo Umberto Cosmo amo il suo sparigliare le carte. In definitiva, la sua cantina Bellenda, da più di trent’anni produce ottimo vino all’interno della denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG e già questo basterebbe per vivere felici. Umberto ha però una sua idea precisa di ricerca, che lo vede da un lato importatore di vere e proprie chicche enoiche: si deve a lui la distribuzione degli Champagne di quel talento che è Roger Coulon, ma soprattutto sperimentatore nella fermentazione in bottiglia dell’uva Glera; suo è un Colfòndo tra i più originali in circolazione, il Radicale. A un Vinitaly di qualche anno fa mi colpì il suo Diol Raboso Metodo Classico Brut. Ricordo che lo definii un vino capace di smuovere le acque del mare della tranquillità, conferendo grande nobiltà al Raboso spumante che spesso, da quelle parti, sa essere bollicina di notevole banalità. Questa volta ho perso la testa, e non l’avrei mai detto, per un Metodo Classico Dry con 28 grammi di residuo zuccherino, da uve Glera. Il vino in questione è il Lei – Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Carpesica Dry 2016 Metodo Classico. La sboccatura avviene dopo diciotto mesi di sosta sui lieviti ed è seguita da un affinamento in cantina per almeno altri sei mesi. Immagino che il nome Lei voglia fare sintesi tra la tipologia Dry del vino e la dolcezza del mondo muliebre, anche se eviterei di scadere nella retorica del vino “femminile”. La sua particolarità, tra l’altro, è quella di permettere abbinamenti inusuali, una sorta di trait d’union tra i sapori dolce/acido/salato. Umberto, nel retro etichetta, lo propone con i piatti della tradizione veneta come il fegato alla veneziana, ma ci vedrei bene anche un abbinamento inaspettato, particolare e di notevole godimento, con il bollito o le crudità di pesce.
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Lei è un Prosecco Superiore Metodo Classico
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