in

Vranken Pommery – risultati primo semestre 2022

Dopo aver visto la progressione nei risultati di Lanson, i numeri di Vranken Pommery potrebbero sembrare molto deludenti. Lo sono soltanto in parte. La progressione del fatturato è importante +20% ma come vedrete dai numeri in dettaglio nel post gli utili sono calati del 13% a livello operativo e il primo semestre (stagionalmente poco rilevante) è rimasto in perdita. C’è una spiegazione che rende i dati più confrontabili ed è che ci sono stati dei componenti positivi non ripetibili nel 2021 di 1.2 milioni e l’azienda ha speso nel 2022 0.5 milioni nel rilancio di un marchio. Se “riaggiustiamo” i nostri numeri con quel dato in effetti tutto tornerebbe ad allinearsi con un utile operativo che invece di scendere da 6.7 a 5.9 miloni di euro sarebbe salito da 5.5 a 6.4 e via discorrendo. Detto questo, resta molto deludente il fatto che i margini (aggiustati) non siano comunque in progressione (dal 5.9% al 5.7% aggiustato) per un’azienda che nel passato (remoto) ci aveva abituato a livelli di margini ben più consistenti. Vranken resta l’azienda della Champagne più indebitata tra quelle che guardiamo nel blog, con un valore del debito che nonostante il calo resta a 703 milioni a fine giugno ed eccede il valore del magazzino. Passiamo a una breve analisi dei dati.

  • Le vendite crescono del 20% a 113 milioni di euro, grazie al recupero della Francia (+22% a 41 milioni di euro), e dei mercati extraeuropei che tornano a 25 milioni di euro (+38%) dopo essersi sostanzialmente annullati nel periodo del Covid.
  • Come sapete, Vranken fa anche vini fermi (circa il 5% del fatturato), che in questo momento non stanno crescendo. L’andamento del primo semestre è completamente appannaggio dello Champagne che cresce del 23% a 104 milioni di euro. Per Vranken si tratta del livello più elevato da quando guardiamo all’azienda per un primo semestre dell’anno.
  • I margini come divevamo sopra sono molto influenzati da questioni contabili e di lancio di nuovi prodotti. Diciamo che il margine del 5.3% sarebbe al 5.7%% se “normalizzato” mentre il 7% dell’anno prima dovrebbe leggersi 6%. Diciamo che i costi stanno tornando alla normalità dopo il periodo del Covid.
  • La struttura finanziaria continua ad essere caratterizzata da un debito molto elevato, pari a 700 miloni di euro, superiore al magazzino. Negli ultimi 12 mesi il debito è sceso di 13 milioni di euro, nonostante non siano stati pagati dividendi, mentre il magazzino è calato di 22 milioni di euro. Non un buon segno.
  • Chiudiamo con una ulteriore nota di prudenza: gli amministratori dicono che il fatturato crescerà del 5% nel 2022. Facendo i calcoli significa che nel secondo semestre il fatturato non crescerà più (anzi, matematicamente dovrebbe calare dell’1%, ma sono arrotondamenti…).

Se siete arrivati fin qui…
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco


Fonte: http://feeds.feedburner.com/INumeriDelVino

Alla scoperta di sua maestà il Nero d’Avola

I bordolesi del Veneto