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    Nasce Icarus, il primo rosso targato “La Cricca”

    Viene lanciato oggi sul mercato Icarus, il primo rosso firmato “La Cricca”, la giovane realtà friulana che negli ultimi anni è salita alla ribalta dell’alta ristorazione e del grande pubblico anche internazionale grazie all’eccellenza dei suoi vini bianchi. “La scelta di proporre solo vini bianchi era dettata dalla nostra volontà di assecondare i tempi lenti […] LEGGI TUTTO

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    Alessandro Nicodemi nuovo presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo

    Classe 1972, una laurea in Economia e Commercio, un trascorso da Ufficiale di Complemento nella Guardia di Finanza, nel 1997, a seguito della prematura scomparsa del papà, Alessandro, coadiuvato dalla sorella Elena, entra a pieno titolo nella Fattoria Bruno Nicodemi, azienda di famiglia e fra le più storiche del panorama enologico abruzzese, presente con il proprio marchio sin dal 1977, anni pioneristici per il vino regionale in bottiglia. Già presidente per 15 anni del Consorzio Tutela vini Colline Teramane, Nicodemi ha ricoperto negli ultimi 6 anni il ruolo di vicepresidente del Consorzio Vini d’Abruzzo e nel 2011 insignito “Benemerito della vitivinicoltura italiana”, per aver arrecato un determinante contributo allo sviluppo della viticoltura ed alla valorizzazione della enologia italiana, ricevendo la prestigiosa Medaglia del Cangrande. Oggi ricopre anche l’incarico di rappresentante regionale in seno alla Federazione Nazionale Prodotto Vitivinicoltura di Confagricoltura.

    Per la prima volta sarà dunque un produttore privato e non un esponente della cooperazione regionale a guidare il Consorzio, un cambio epocale che ha l’obiettivo di portare avanti i tanti progetti iniziati negli ultimi anni che sono riusciti ad accendere i riflettori sulla viticoltura abruzzese e ad affermare l’intero territorio come protagonista della viticoltura nazionale oltre che come tassello imprescindibile dell’economia agroalimentare abruzzese.

    Alessandro Nicodemi

    Si procederà in ogni caso nel solco della continuità continuando a cogliere tutte le opportunità offerte dai bandi europei e dal Pnrr, portando a compimento il Modello Abruzzo con la riorganizzazione dei disciplinari di produzione e l’introduzione delle misure proposte per la regolamentazione del mercato; tutte azioni, insomma, finalizzate a tutelare e dare sempre più valore alle nostre denominazioni.

    Affiancheranno il presidente Nicodemi (Nicodemi), con la carica di vicepresidente, Pino Candeloro (Sincarpa) e Franco D’Eusanio (Chiusa Grande) e gli altri membri del CDA che sono Giulia Cataldi Madonna (Cataldi Madonna), Rocco Cipollone (Masciarelli), Franco D’Eusanio (Chiusa Grande), Dino D’Ercole (San Nicola), Carlo Di Campli Finore (Vin.co), Nicola Dragani (Madonna dei Miracoli) Paolo Ulpiani (Zaccagnini), Luciano Di Labio (Villamagna), Pino Canderolo (Sincarpa), Chiara Ciavolich (Chiara Ciavolich), Fausto Cimini (Paglieta), Vincenzo Bucci (Olearia Vinicola Villese), Miki Antonucci (Progresso Agricolo) e Gennaro Matarazzo (Roxan).

    Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo è stato istituito nel 2002 con Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF) per svolgere funzioni di tutela, valorizzazione delle denominazioni delle doc Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Abruzzo e Villamagna e delle igt Colline Pescaresi, Colline Teatine, Colline Frentane, Colli del Sangro, Del Vastese o Histonium, Terre di Chieti, Terre Aquilane o Terre de L’Aquila, raccoglie attualmente oltre 210 cantine socie. LEGGI TUTTO

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    Grauner Burgunder Klauser 2009

    Di Luciano Pavesio

    Conosco Armin Kobler da parecchi anni, dapprima come enologo presso il Centro di Sperimentazione di Laimburg (BZ), quindi come produttore, dal momento che nel 2006 ha deciso con la moglie Monika di mettersi in proprio e vinificare le uve degli appezzamenti acquistati anno dopo anno dal papà Erich attorno alla sua abitazione di Magrè, uno dei primi comuni della Bassa Atesina, dove inizia la famosa Strada del vino dell’Alto Adige.

    Persona estremamente precisa e meticolosa, che non disdegna però di sperimentare nuove tecniche di coltivazione, di produzione o di affinamento, caratteristiche che si ritrovano nell’innovativa piccola sala di degustazione ma soprattutto nei suoi vini.

    Questo Pinot Grigio “datato” ha mantenuto la fragranza e la freschezza della nascita fino ai giorni nostri, acquisendo mineralità e sapidità a dispetto degli iniziali sentori e aromi di frutta fresca, la tipica pera matura per intenderci.

    Parte del merito è senz’altro da attribuirsi alla chiusura della bottiglia con il tappo a vite Stelvin al posto del tradizionale tappo di sughero, chiusura tecnica adottata fin dall’inizio proprio per preservare nel tempo l’operato in vigna e cantina.

    Il Grauner Burgunder Klauser nasce dall’appezzamento più grande dell’azienda, circa un ettaro in pianura con suolo prettamente sabbioso, con le viti impiantate nel 1972.

    Fermentazione e maturazione sulle fecce fini in acciaio, senza fermentazione malolattica e stabilizzazione tartarica, di queste bottiglie Armin ne produce circa 4.000 bottiglie. LEGGI TUTTO

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    Jancis Robinson premia I Feudi di Romans

    L’inglese Jancis Robinson, una delle più preparate e argute penne del mondo del vino, critica e giornalista di vini per il Financial Times, ha valutato con il punteggio di 17 punti su 20 Sontium 2018, etichetta di punta del brand I Feudi di Romans dell’Azienda Agricola Lorenzon di San Canzian d’Isonzo (GO). «Il nostro blend […] LEGGI TUTTO

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    Pace e Bere: ecco le t-shirt di cantina Arnaldo Caprai

    Federico II, San Francesco, Benozzo Gozzoli e Santa Chiara: quattro personaggi che hanno segnato la storia di Montefalco e che oggi diventano testimonial del loro territorio in una linea di T-Shirt che l’Azienda agricola Arnaldo Caprai ha voluto dedicare a tutti gli appassionati di vino, rinnovando così il suo rapporto con l’arte e la cultura […] LEGGI TUTTO

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    Moser medaglia d’oro al The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2022

    51,151 Brut, il Trentodoc prodotto dalla famiglia Moser da sole uve Chardonnay, conquista la medaglia d’oro a The Champagne & Sparkling Wine World Championships 2022, la competizione di spumanti più importante al mondo. Un importante riconoscimento per il Metodo Classico della cantina trentina prodotto per la prima volta nel 1984 e che nel nome celebra […] LEGGI TUTTO

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    Vino, nuovo proibizionismo alle porte

    L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – Regione Europa ha adottato integralmente la propria risoluzione che di fatto mette in crisi un comparto, quello del vino europeo, che solo nel nostro Paese conta 1,2 milioni di addetti e un surplus commerciale con l’estero di circa 7 miliardi di euro annui. Secondo Unione italiana vini (Uiv), quanto disposto ieri a Tel Aviv nel documento Oms “European framework for action on alcohol 2022-2025” si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa OMS e dalla votazione al Cancer plan da parte del Parlamento europeo che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol. Il risultato emerso dal voto è una scure per il mondo del vino e l’inizio di una nuova ondata proibizionista per il settore. Le linee guida, accolte integralmente senza alcuna opposizione da parte delle delegazioni – anche quella italiana -, prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità di azione, con un obiettivo di riduzione del 10% pro-capite entro il 2025. Tra le politiche che l’organizzazione proporrà ora ai Paesi interessati, l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di health warning in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito.

    Il testo si basa sul concetto di consumo “no safe level”, solo qualche mese fa fortemente contestato in sede di voto al Cancer plan dell’Europarlamento. Secondo Uiv, l’obiettivo di taglio lineare ai consumi anche di vino – senza distinzione tra quelli compulsivi e moderati, oltre che tra le tipologie di bevande – risulta essere decisamente lontano dall’approccio alle politiche di prevenzione e formazione promosse dal nostro comparto, oltre che dai modelli di consumo moderato prevalenti in Italia di cui l’Europa non tiene conto. La storia – ha aggiunto Uiv – ci ha insegnato come il proibizionismo non sia la soluzione per sconfiggere la piaga dell’alcolismo, ma soprattutto come il vino sia un simbolo del bere responsabile, della Dieta mediterranea e non certo protagonista del binge. Per questo l’associazione si appella alla politica, che in questo caso si è dimostrata sorda e distratta, per cercare di tutelare uno dei capisaldi del made in Italy, ma anche di un tessuto sociale di migliaia di viticoltori, custodi dei territori e di una cultura millenaria parte integrante del nostro Paese. LEGGI TUTTO