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    Graziano Prà: un’edizione speciale di Otto Soave Classico per celebrare i 40 anni dalla vendemmia

    Quarant’anni di passione per il vino, di scelte coraggiose e visioni avanguardiste, guidate sempre dalla stessa coerenza e caparbietà: Graziano Prà presenta il frutto della quarantesima vendemmia della sua azienda vitivinicola di Monteforte d’Alpone (Verona), nel cuore del Soave. Era il 1984 quando veniva imbottigliata la prima annata di Otto, Soave Classico DOC, che ha […] LEGGI TUTTO

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    Tenuta Mazzolino: debutta il super cru Henry, una limited edition di Pinot Nero

    Nel 2024 la famiglia enoica di #TenutaMazzolino si amplia: debutta #Henry 2017, una limited edition di #PinotNero che incarna l’anima la passione della cantina stessa. Henry è il risultato di un progetto nato alla fine degli anni Novanta. “Nasce da un’idea audace e dall’approccio visionario di mio nonno e del nostro enologo greco-francese Kyriakos Kynigopoulos”, […] LEGGI TUTTO

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    Cavazza racconta la sua nuova identità al Taste di Firenze

    “La nostra nuova identità visiva racconta una realtà proiettata verso il futuro, frutto di un lungo percorso che non dimentica quanto fatto in passato”, spiega Stefano Cavazza, uno dei quattro titolari dell’azienda di Montebello Vicentino, fondata nel lontano 1928. “Ora il nostro obiettivo è quello di far conoscere questo rinnovamento”. Proprio con questo intento l’azienda […] LEGGI TUTTO

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    Carpineto apre un archivio enoico con oltre 100 mila bottiglie vintage

    Un compendio storico della viticultura toscana di qualità in bottiglia. Un archivio enoico che non è solo una summa del passato, per quanto preziosa ed emozionante, non è solo un “magazzino”, ma un’opportunità, per chi vuole godere di proposte esclusive, bottiglie da collezionare, regali unici, vini maturi pronti da bere al massimo della loro espressività. […] LEGGI TUTTO

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    Al via il nuovo progetto “Wine Performance” dedicato all’aggiornamento continuo delle imprese

    Da lunedì 5 febbraio a mercoledì 7 febbraio 2024, nelle sale della bellissima e identitaria Villa Reale di Monza Viale Brianza, 1, (Monza-Milano), buyers provenienti da tutto il mondo porteranno le trattative commerciali con una selezione di aziende vitivinicole italiane con la distintiva formula dei one-to-one meeting. Nel corso della tre giorni, riservata esclusivamente agli operatori di settore, si svolgeranno incontri tra produttori e buyer creati su misura, tasting, masterclass e una serata di gala, declinandoli ulteriormente nell’innovativo approccio “human to human per consolidare i rapporti e creare partnership durature tra stakeholders.

    L’evento internazionale, completamente improntato sulla promozione e sull’export del Made in Italy vitivinicolo, torna con suoi incontri in formula one-to-one che hanno visto nelle precedenti edizioni la partecipazione di 80 aziende vitivinicole da tutta Italia, 80 buyer esteri e circa 40 giornalisti italiani e stranieri, e lancia un nuovo progetto “Wine Performance” dedicato all’aggiornamento continuo delle imprese costruendolo in collaborazione con l’Accademia della Vite e del Vino.

    Questi i punti di forza del format Italian Taste Summit – fondato e guidato da Joanna Miro, economista, marketer, broker, titolare dell’omonimo brand e CEO del gruppo Wine Global Aspect-WGA – che l’hanno reso il punto di riferimento per l’internazionalizzazione tailored made del vino italiano.

    Proprio il costante rapporto operativo sui mercati internazionali ha consentito e consente a Joanna Miro di rilevare e portare alla luce ogni dinamica ed evoluzione nelle logiche di marketing e vendita che prendono sopravvento e diventano dominanti sui mercati.

    “Sull’esperienza delle scorse edizioni dell’ITS cui ogni conferenza-seminario ha suscitato grande interesse da parte delle cantine partecipanti e a seguito del successo dei quattro seminari formativi proposti alla precedente edizione del 2023, e dai successivi ragionamenti in tema con l’Accademia Italiana della Vite e del Vino-AIVV – illustra Joanna Miro – è scaturita l’idea di unire le identità, quella innovativa di approccio human2human dell’Italian Taste Summit con il prestigio e la storicità della AIVV per una collaborazione che si concretizzerà nel format “Wine Performance” e dunque nell’organizzazione di seminari di aggiornamento permanente per le imprese del settore vitivinicolo sui temi di grande attualità e importanza per il comparto. Ho per questo avviato un percorso finalizzato a un accordo tra Wine Performance, di proprietà dell’ITS nonché fucina di formazione tecnica e consulenza per le aziende, e l’Accademia”.

    Joanna Mirò_ ITS

    “L’Accademia della Vite e del Vino – sottolinea Rosario Di Lorenzo dell’Università di Palermo che ne è presidente – per sua stessa natura è vicina al mondo della produzione, avendo tra i soci oltre che ricercatori anche imprenditori e altre componenti del mondo vitivinicolo. La domanda di formazione viene da più parti e interessa tutti i segmenti della filiera in considerazione del diverso livello di aggiornamento. Una risposta potrà venire dalla collaborazione tra l’Accademia della Vite e del Vino e WinePerformance/Italian Taste Summit”.

    I seminari saranno aperti a tutti gli attori della filiera – dall’azienda di produzione alle diverse figure della commercializzazione, fino ai comunicatori e ai giornalisti – con possibilità di frequenza anche da remoto. Verteranno sulle innovazioni in viticoltura ed enologia, sulla gestione aziendale, la legislazione e la fiscalità di settore e sul neuroselling.

    È evidente che in un contesto fortemente competitivo in cui la relazione commerciale è un elemento critico, sapere quali soluzioni e comportamenti sono più funzionali per il successo della vendita diventa strategico. “La dimensione del rapporto  human-to-human, che in neuroscienze si traduce in ‘brain to brain’, è fondamentale – illustra a questo proposito Vincenzo Russo, professore di neuromarketing alla IULM. Con le conoscenze di neuromarketing e le tecniche di neuroselling, disciplina che considera centrali le funzioni del cervello e il rapporto della mente umana con le emozioni e le scelte nei processi di vendita, coloro che si trovano in una condizione di concertazione e negoziazione potranno diventare più efficaci ed efficienti, aumentando le vendite e mandando in soffitta conoscenze obsolete che non servono più a nulla”.

    “I seminari – spiega Davide Gaeta, professore all’Università di Verona, consigliere e tesoriere dell’AIVV- saranno incentrati sulle principali acquisizioni della ricerca a partire dal vigneto fino ai mercati. L’approccio sarà applicativo per dare alle aziende e ai territori strumenti concreti per affrontare le criticità incontrate dal settore vitivinicolo”.

    Contatto per la stampa: Clementina Palese, giornalista professionista

    Mail: ItalanTasteSummit2024

    INFO E RIFERIMENTI

    IL FORMAT ITALIAN TASTE SUMMIT – Ispirato dai più grandi summit stranieri e forte dell’esperienza consolidata negli anni, Italian Taste Summit connette una selezione di aziende vitivinicole italiane con decine di buyers e operatori del settore provenienti da tutto il mondo, realmente interessati all’import delle produzioni italiane. Italian Taste Summit ha generato negli anni circa 4 mln di fatturato, oltre 220  trattative in sede e oltre 600 trattative di export dopo ciascuna edizione, posizionandosi tra i più importanti eventi di internazionalizzazione in Italia per importanza nel settore Wine&Beverage e unico format improntato all’export con ingresso riservato ai soli operatori del settore. La distintiva formula dei one-to-one meeting – declinata secondo l’innovativo approccio “human to human” – finalizzata a consolidare i rapporti e creare partnership durature tra stakeholder ha reso Italian Taste Summit il punto di riferimento per l’internazionalizzazione tailored made del vino italiano.

    JOANNA MIRO IDEATRICE E ANIMA DI ITALIAN TASTE SUMMIT

    Italian Taste Summit è il punto di riferimento per l’internazionalizzazione tailored made del vino italiano ed è nato nel 2019 da un’idea di Joanna Miro. Economista, marketer, broker e titolare dell’omonimo brand e AD del gruppo Wine Global Aspect, da oltre 15 anni Joanna è dedita al mondo del vino e all’approfondimento costante della conoscenza specifica del mondo enogastronomico italiano. La passione e la curiosità dedicata alla scoperta di piccole realtà vitivinicole, di vitigni rari e autoctoni e di tecnologie di produzione rare ed antiche hanno fatto di Joanna l’Ambassador dei vini Made in Italy nel mondo, distinguendosi per la profonda conoscenza dei processi gestionali delle realtà vitivinicole e la competenza nel posizionamento del brand nei mercati esteri e collaborando con i brand italiani più importanti e prestigiosi.

    Italian Taste Summit

    Via G. Marconi, 53 Residence Sorgente Milano 3 – Basiglio (MI)

    italian.taste.summit@joannamiro.com

    www.italiantastesummit.com

    Social:

    Instagram: https://www.instagram.com/italian.taste.summit/ LEGGI TUTTO

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    È nata l’associazione Piwi Italia

    PIWI Italia diventa ufficialmente un’associazione. Dopo la firma dello statuto durante l’evento nazionale Vini PIWI a Venezia all’Hotel Carlton on the Gran Canal di Venezia, l’associazione PIWI Italia, nata con lo scopo di promuovere vitigni resistenti alle malattie fungine e produrre vini sempre meno impattanti, è stata formalmente costituita e terrà la sua prima assemblea in primavera. L’atto costitutivo è stato registrato all’Agenzia delle Entrate venerdì 12 gennaio. Decisa anche la sede di PIWI Italia che sarà presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN).

    Le viti Piwi (“pilzwiderstandsfähig” in tedesco) sono incroci naturali tra vinifere europee e altre vitis di origini americane e/o asiatiche portatrici dei geni della resistenza e quindi sono piante in grado di difendersi da sole dalle principali malattie della vite. Questo significa maggior eco-compatibilità con l’ambiente circostante, maggior tutela della salute del consumatore, miglioramento della qualità di vita di chi lavora in vigna e di chi abita intorno al vigneto e riduzione delle emissioni di CO2 per un vino sano per chi lo acquista e lo beve.

    Il neo presidente di PIWI Italia Marco Stefanini firma lo statuto

    Il neo presidente di PIWI Italia è Marco Stefanini, responsabile dell’Unità di Genetica e Miglioramento Genetico della Vite presso il Centro di Ricerca ed Innovazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN). Il vice presidente è Riccardo Velasco, direttore del Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia (CREA-VE) di Conegliano. Le due nomine rappresentano il trait d’union tra due tra i più importanti istituti di ricerca presenti nel nostro Paese e questo binomio rafforza la mission di PIWI Italia in quanto la ricerca per il miglioramento genetico, inserendo i geni della resistenza nelle varietà di vite da vino, apre nuovi e importanti scenari per la viticoltura italiana. I soci fondatori sono i presidenti delle associazioni Piwi regionali oggi esistenti: Daniele Piccinin dell’Azienda Agricola Le Carline di Pramaggiore (Ve) per il Veneto, Thomas Niedermayr della tenuta Hof Gandberg di Appiano sulla Strada del Vino per l’Alto Adige, Antonio Gottardi della Cantina La-Vis e Valle di Cembra per il Trentino, Stefano Gri della Cantina Trezero di Valvasone (Pn) per il Friuli Venezia Giulia, Alessandro Sala di Nove Lune di Cenate Sopra (Bg) per la Lombardia e PierGuido Ceste dell’omonima azienda di Govone (Cn) per il Piemonte.

    «Gli obiettivi della nuova associazione – spiega il neo presidente di PIWI Italia Marco Stefanini – sono di far conoscere ed ampliare la conoscenza delle varietà resistenti e far pressione, anche a livello politico, affinché altre regioni le autorizzino nel rispetto delle peculiarità regionali. Sicuramente l’impiego di varietà resistenti rende la pratica agronomica più sostenibile dato che le resistenze sono di tipo naturale. Quello che cerchiamo di sviluppare a livello scientifico è una maggiore variabilità. Sono iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite circa 600 varietà di Vitis vinifera, le 36 Varietà Resistenti attualmente presenti nel Registro Nazionale non possono sostituire 600 genotipi. La nostra attività di ricerca avrà proprio lo scopo di mettere a disposizione dei viticoltori un numero sempre maggiore di varietà resistenti per poter valorizzare al meglio il proprio territorio con quelle più adatte».

    I vini Piwi sono un fenomeno che sta crescendo in tutta Europa in dimensioni e qualità, ora anche in nel nostro Paese grazie alla nascita ufficiale dell’associazione PIWI Italia che raggruppa tutti i produttori di varietà resistenti del territorio nazionale. «E’ un momento storico per la viticoltura italiana – continua Stefanini -. Chiunque inizi a piantare varietà resistenti può iscriversi all’associazione che di fatto conta ormai più di 250 produttori italiani». Il nostro Paese ha avuto un percorso diverso dagli altri Stati europei perché l’impiego delle varietà resistenti nei vigneti non sono state autorizzate a livello nazionale. L’Italia ha delegato le regioni e alcune, come il Veneto, si sono subito adoperate per mettere a dimora questi vigneti. Hanno poi dato l’autorizzazione ai viticoltori di piantare le varietà PIWI: il Trentino, l’Alto Adige, la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia, il Piemonte (le regioni fondatrici insieme al Veneto), l’Emilia Romagna, le Marche, l’Abruzzo, il Lazio e la Campania. In termini di numeri il Veneto è la regione che la fa da padrone seguita dal Friuli-Venezia Giulia, ma con la metà delle varietà autorizzate rispetto al Veneto.

    La viticoltura, sebbene rappresenti solamente il 3% della superficie agricola europea, utilizza il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura, ovvero 68 mila tonnellate/anno (fonte Assoenologi/Vini e Viti Resistenti). La diffusione massiccia di agenti patogeni, arginati da pesanti interventi chimici per non compromettere i raccolti, cozza oggi sempre di più con la nuova concezione socio-economica di transizione ecologica, di salubrità e di salvaguardia degli ambienti e quindi in questo contesto fare viticoltura convenzionale diventa sempre più complicato. Da qui la mission di PIWI Italia: la ricerca di varietà nuove, diverse e resistenti per garantire un futuro sostenibile e sano alle attività agricole come    chiave di volta per il rispetto del vigneto, di coloro che vi operano e del vino che verrà.

    Bisogna poi considerare che i cambiamenti climatici attualmente in corso porteranno alla necessità di individuare nuove varietà che meglio si adattino alle mutate condizioni. LEGGI TUTTO

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    La DOC Colli di Parma protagonista ad ALMA

    Mercoledì 17 gennaio, nel prestigioso contesto della Scuola Internazionale di Cucina Italiana ALMA, la DOC Colli di Parma si è aperta in un dialogo ricco di conoscenza e tradizione. In una lezione dedicata agli studenti del Corso di Sala, Bar e Sommellerie, il Consorzio dei Vini dei Colli di Parma ha offerto uno sguardo approfondito […] LEGGI TUTTO