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    Il  vino rosa secondo Matilde Poggi

    di Patrizia Vigolo

    Matilde Poggi sperimenta, studia e testa per dar voce al suo territorio. In ogni vino mette la sua filosofia, il suo amore e la sua visione di “fare vino”.

    Il suo studio si focalizza sui vini rosa, vini spesso sottovalutati ma che in realtà portano con sé una personalità esplosiva, soprattutto quelli della cantina Le Fraghe.

    Una degustazione verticale di Chiaretto di Bardolino è una grande gioia e quando la degustazione diventa una doppia verticale, allora le cose si fanno serie, ve lo assicuro.

    Il vino “rosa” spesso visto come vino estivo, molto “instagrammabile” in questi ultimi anni, ma mai considerato come vino alla pari di un bianco o di un rosso. Anche in questo aspetto Matilde Poggi è una pioniera: parlare da sempre di un vino così discusso, sottovalutato ma considerarlo così importante da crearci un’azienda e farne anche una doppia degustazione verticale. Chapeau Matilde Poggi!

    Due vini, Ròdon Chiaretto di Bardolino, il vino più fresco, con vinificazione in acciaio e Traccia di Rosa, con affinamento in cemento.

    Matilde Poggi con Federico Giotto

    Chi è Malde Poggi?

    Nata e cresciuta sentendo parlare di vino, vedendo il padre produrlo e poi lei stessa inizia lo stesso percorso. Il 1994 è l’anno di inizio della sua carriera di vignaiola che oggi segna la sua 40esima vendemmia.

    La cantina si trova nel cuore della DOC Bardolino, a Cavaion Veronese, un territorio abbracciato dal lago di Garda, dal Monte Baldo e dalla Valdadige.

    Il nome dell’azienda, “Le Fraghe”, ha una dubbia origine ma sembra derivi dal vigneto di fronte alla cantina. Proprio in quel vigneto crescono moltissime fragole selvagge e proprio da questo arriva probabilmente il nome.

    Le Fraghe

    Matilde fin da subito si sente libera di esplorare e di valorizzare il proprio territorio. Converte tutta l’azienda a biologico nel 2009, non segue le mode ma si concentra sull’esaltare al massimo le peculiarità dei vitigni della Bardolino DOC.

    Matilde e tutta l’azienda parlano di “vini rosa” e ne parla con il cuore in mano.

    Cosa ci è particolarmente piaciuto? La coerenza dell’azienda: dalla narrazione legata al territorio, alla sostenibilità, fino ad arrivare alla bottiglia (borgognotta leggera da 400 grammi) rigorosamente con tappo a vite. Matilde racconta poco di sé, non c’è nessuna autocelebrazione e tutta l’attenzione è sui suoi vini, essi parlano per lei.

    Ròdon Chiaretto di Bardolino Dop

    Ròdon è prodotto con Corvina (80%) e Rondinella (20%) vinificate separatamente. La macerazione del mosto viene effettuata a bassa temperatura ed ha una durata di circa 6-8 ore, affinché il colore estratto sia il più possibile vivace e giustamente intenso. Il mosto ottenuto viene fatto fermentare in bianco e a fine fermentazione il vino viene posto in serbatoi di acciaio da 50 HL mantenendolo sulle fecce fini fino a primavera, quando viene messo in bottiglia.

    Vigna Montalto

    La scelta dell’acciaio è dettata dalla volontà di far evolvere il vino e lasciarlo fare un percorso evolutivo che più si adatta.

    Per tipologia, la zona dove questo vino viene prodotto è di vini molto delicati, quindi il must di questo vino è quello di rispettare il vino nella sua essenza. Ecco perché si è preferito usare l’acciaio e successivamente la terracotta. La parola d’ordine in questo vino è “rispetto”

    Imbottigliato in bottiglia di vetro bianco.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2023 – Le Fraghe

    Vino estremamente espressivo. Sentori fruttati che spaziano dalla frutta tropicale, alla pesca e all’albicocca. Un tocco di floreale che richiama la ginestra, la rosa canina e il mughetto. In bocca è estremamente fresco e sapido con un’ottima persistenza. E’ un vino che darà grandi soddisfazioni e che, secondo me, saprà evolvere meravigliosamente. Nel suo essere giovane gli si addice la definizione di “croccante e brioso”.

    Vigna Fraghe

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2022 – Le Fraghe

    Annata molto calda, con temperature massime sopra la media sin dal mese di giugno. Nonostante tutto i sentori sono ancora freschi ma tendono maggiormente verso le spezie. Un vino che sta iniziando adesso la sua fase di terziarizzazione. Inizialmente, appena messo nel bicchiere, si è presentato un po’ chiuso, come ci aspetta in questa fase evolutiva. Grande freschezza e profondità.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2020 – Le Fraghe

    Questo vino è stato lo “spartiacque” della batteria. Qui inizia l’evoluzione del Chiaretto. Vino caratterizzato dalla freschezza e dalla salinità, tutto in equilibrio, un elegantissimo equilibrio. A differenza di altri vini in evoluzione, qui la nota di terziarizzazione non si sostituisce agli aromi della gioventù ma si aggiunge ad essi, donando maggior complessità e profondità.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2016 – Le Fraghe

    Si è abituati a riconoscere nel Chiaretto Bardolino il colore rosa. In questo calice invece il rosa tende all’aranciato, brillante e affascinante. Note di erbe aromatiche ma una freschezza ancora da giovincello. Un vino che sa stupire. Meraviglioso.

    Chiaretto Bardolino Ròdon 2016 – Le Fraghe

    Sapete quei vini dei quali si dice “tienilo in cantina che sarà un grande vino?”. Questo è il vino che merita di stare nelle migliori cantine. Fiori di campo secchi, buccia di arancia amara, albicocca secca. Al primo impatto un po’ timido, poi si è esteso al massimo. Questo è il potenziale del Chiaretto Bardolino: 9 anni di evoluzione e dimostrare ancora questo carattere fresco, brioso e profondo.

    Traccia di Rosa

    Il vino si ottiene con uve Corvina (90%) e Rondinella (10%), selezionate e raccolte a mano. All’arrivo in cantina l’uva viene raffreddata a 6°/7° e il giorno successivo diraspata e messa in pressa per circa 20 ore.

    Il mosto rosa fermenta in serbatoio di cemento. La scelta di Matilde a questo materiale è condivisa e pienamente sostenuta da Federico Giotto, della Giotto Consulting. A fermentazione ultimata il vino rimane in serbatoi di cemento sulle proprie fecce fini per dodici mesi e non viene filtrato.

    Imbottigliato in bottiglia di vetro verde scuro.

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2022 – Le Fraghe

    Non ancora in commercio, quindi dovrete credermi sulla parola. Ancora in affinamento e uscirà sul mercato la prossima primavera.

    La rosa è il sentore che descrive questo vino. Una bellissima rosa che si mescola a sentori fruttati di pesca che ritornano al palato con una coerenza pazzesca. Un vino da tenere d’occhio, prenderne qualche bottiglia e vederne l’evoluzione. Ci farà sognare..

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2021 – Le Fraghe

    Il fratello maggiore del 2022. Un’esplosione di eleganza e una complessità infinita: inutile parlare dei vari sentori quando ci si trova di fronte ad un vino così. La sua evoluzione è piena, armoniosa la sua freschezza che riesce a sorreggere una complessità e una profondità al palato da far invidia.

    E’ ancora un giovanotto, potrà evolversi ancora bene. Sarà sotto osservazione.

    Insignita con i “Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso” (prima volta che un Chiaretto di Bardolino si aggiudica questo premio).

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2020 – Le Fraghe

    Nel calice una grande evoluzione caratterizzata da sentori di arancia amara, albicocca candita con un tocco di vegetale che richiama la macchia mediterranea. Ottima beva.

    Chiaretto Bardolino Traccia di Rosa 2019 – Le Fraghe

    Proprio nel 2019 Matilde Poggi iniziò il suo progetto di “Traccia di rosa”.

    Dopo pochi mesi dalla vendemmia sarebbe scoppiato il Covid e in quell’anno, come dice Matilde Poggi, “si imbottigliava con autocertificazione, senza gli enti di verifica. E’ venuto fuori così, e a noi piace, piace molto.” Il suo colore ricorda più un vino bianco che un vino rosa ma il carattere c’è tutto. Un vino minerale, di grande personalità, con una grande longevità.

    Matilde Poggi

    Riflessioni finali

    Al termine di questa degustazione mi sono domandata il motivo di questa mancanza di dignità dei vini rosa. Non mi so dare una risposta univoca, credo che molto sia da ricondurre alla mancanza di conoscenza di questo prodotto “rosa” che spesso viene identificato come un prodotto “mordi e fuggi”, facile, leggero e immediato.

    Questi vini hanno poco o nulla da spartire con questo immaginario: sono vini profondi, di grande carattere e parlano di aria, cielo e brezza del Garda Veronese. Un connubio che si sente in ogni vino, con sfumature diverse ma allo stesso tempo tutti legati da un fil rouge: la leggerezza, la briosità e la vivacità della profondità.

    “I vini rosa nel mondo stanno calando” dice Federico Giotto “rimangono i vini rosa di territorio”. E Matilde Poggi sa far parlare di territorio. LEGGI TUTTO

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    Tesori caseari del Friuli Venezia Giulia: il Montasio DOP

    di Patrizia Vigolo

    Se sei un appassionato di viaggi enogastronomici, il Friuli Venezia Giulia e il suo formaggio Montasio DOP è assolutamente una destinazione da non perdere. Questo tesoro caseario nasce nelle verdi vallate del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, due regioni che, se ancora non hai visitato, meritano sicuramente un posto nella tua lista dei desideri.

    Storia e Origini

    Il Montasio deve il suo nome alla catena montuosa delle Alpi Giulie, un’area che ti incanterà con i suoi panorami mozzafiato. La storia di questo formaggio affonda le sue radici nel XIII secolo, quando i monaci del monastero di Moggio Udinese iniziarono a produrlo seguendo antiche ricette. Pensaci: ogni volta che assaggi un pezzetto di Montasio, stai gustando secoli di tradizione!

    Nel 1996, il Montasio ha ottenuto il prestigioso riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP), a testimonianza della sua autenticità e qualità. Questo significa che ogni forma di Montasio che trovi sul mercato è stata prodotta secondo rigidi standard, garantendo un sapore unico e inconfondibile.

    Area di Produzione

    Il Montasio DOP viene prodotto in specifiche zone montane e pedemontane del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Immagina di passeggiare tra le colline friulane, magari dopo aver visitato la splendida città di Udine. Con il suo centro storico affascinante, i caffè all’aperto e le piazze pittoresche, Udine è il punto di partenza ideale per esplorare le regioni circostanti e immergersi nella cultura locale.

    Caratteristiche del Montasio DOP

    Parliamo un po’ del Montasio stesso. Questo formaggio si presenta con una crosta liscia e sottile, di colore paglierino. La pasta è compatta e varia dal bianco al giallo paglierino a seconda della stagionatura. E a proposito di stagionatura, il Montasio offre una gamma di sapori per ogni palato:

    Fresco: delicato e morbido, perfetto per chi ama i sapori più leggeri. La stagionatura va da 60 a 120 giorni.

    Mezzano: più corposo e saporito, ideale per chi cerca un gusto equilibrato. La stagionatura va da 5 a 10 mesi

    Stagionato: deciso e complesso, con una leggera nota piccante che fa venire l’acquolina in bocca. La stagionatura va oltre i 10 mesi.

    Stravecchio: un’esperienza intensa e ricca, perfetta per i veri intenditori. La stagionatura supera i 18 mesi.

    Produzione e Lavorazione

    Per essere definito Montasio Dop, il formaggio deve rispettare queste caratteristiche:

    prodotto solo nelle province del Friuli Venezia Giulia e nelle province confinanti del Veneto Orientale

    latte viene lavorato crudo o termizzato, mai pastorizzato.

    Il Montasio viene prodotto attraverso un processo che preserva la flora microbica originale. Questa tecnologia delicata favorisce una lenta maturazione del formaggio, contribuendo a definirne le caratteristiche nutrizionali.

    La caratteristica scritta “Montasio” impressa sulle forme

    La produzione del Montasio è un’arte che si tramanda di generazione in generazione. Tutto inizia con il latte delle mucche allevate nelle regioni montane, che conferisce al formaggio una qualità unica. Il latte viene poi lavorato seguendo metodi tradizionali, con grande attenzione alla cura e alla precisione. La stagionatura avviene in ambienti controllati, dove le forme di formaggio riposano e maturano, sviluppando quei sapori che parlano di territorio e qualità.

    Uso in Cucina

    Il Montasio è un formaggio estremamente versatile in cucina. Puoi usarlo per preparare piatti tradizionali come il frico, una specialità friulana a base di patate e Montasio fuso, o la polenta con Montasio, un comfort food che scalda il cuore. E se ami il vino, non perdere l’occasione di abbinarlo ai vini bianchi del Friuli Venezia Giulia.

    Vuoi la ricetta del Frico? Eccola qui:

    Ricetta frico

    Rosolare in una padella la pancetta tagliataa dadini con la cipolla affettata sottile. Aggiungere le patate pelate e tagliate a pezzi, un pizzico di sale e un po’ di pepe nero macinato. Quando le patate sono tenere, aggiungere il formaggio Montasio tagliato o grattugiato grosso e mescolare.

    Schiacciare con una forchetta.Rosolare il frico da entrambi i lati,fino alla formazione di una crosticina dorata

    Il Montasio non è solo un formaggio: è un simbolo della cultura e dell’economia locale. Ogni anno, sagre ed eventi celebrano questo prodotto d’eccellenza, come la famosa Sagra del Montasio a Enemonzo, dove puoi assaggiare il formaggio in tutte le sue varianti e vivere un’autentica festa popolare.

    Il Consorzio

    Una curiosità: vi siete mai domandati quanti litri di latte servono per produrre una forma di formaggio? Nel caso del Montasio, una forma che pesa circa 6/7 kg, necessita di approssimativamente 60 litri di latte. LEGGI TUTTO