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    Dieci anni e tre anime per Giannitessari tra Lessini, Soave e Colli Berici

    L’azienda Giannitessari festeggia nel 2023 i dieci anni di attività. La realtà vitivinicola di Roncà (Verona), fin dalle origini, ha costruito e limato la propria identità operando su tre territori: Monti Lessini, Soave e Colli Berici, secondo una visione per cui il vignaiolo è come uno scultore il cui compito è liberare l’opera d’arte già […] LEGGI TUTTO

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    Graziano Prà presenta Colle Sant’Antonio 2018

    Continua la visione avanguardista di Graziano Prà tra le colline del Soave e nella sua azienda vitinicola di Monteforte d’Alpone (Verona) presenta Colle Sant’Antonio 2018. Disponibile in un’edizione limitata di circa 3000 bottiglie, Colle Sant’Antonio è un Soave prodotto da uve provenienti da tre diversi cru dell’azienda. In seguito alla selezione delle singole vigne da […] LEGGI TUTTO

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    Ad Attilio Scienza il Premio Khail 2023 di Civiltà del bere

    Giugno 2023, Forte dei Marmi – “Per l’infaticabile impegno nella promozione del vino italiano di pregio nel mondo” Attilio Scienza, professore e agronomo, ha ricevuto il Premio Pino Khail 2023, assegnato da Civiltà del bere durante VinoVip al Forte, biennale organizzata dalla prestigiosa rivista del vino che in questi giorni ha riunito a Forte dei […] LEGGI TUTTO

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    Bererosa 2023: pochi giorni alla 12esima edizione per raccontare la crescita del ’’Drink Pink’’

    Bererosa, la grande manifestazione dedicata ai vini rosati d’Italia che Cucina & Vini organizza del 2012, torna puntuale a luglio nei suggestivi spazi aperti di Villa Appia Antica, tra alberi secolari e rovine dell’Antica Roma. Protagonisti della manifestazione come ogni anno saranno i vini rosa, declinati fermi e con le bollicine, una categoria di cui […] LEGGI TUTTO

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    Il valore delle vecchie vigne maritate

    Quante sono le vecchie vigne (old vines) nel mondo? Di preciso ancora non si sa, ma esiste un registro per contarle, ed è in continuo aggiornamento. Oggi, alle 18.30 ora italiana, in collegamento via Zoom sarà possibile, a chi è interessato all’argomento, seguire il lancio ufficiale di questo progetto di caratura internazionale, ascoltando gli interventi di alcuni dei maggiori esperti mondiali di vigne antiche. Valore storico a parte, cosa posso darci e dirci, oggi, vigne ultracentenarie? E se sono, addirittura, maritate, e ancora in attività? A Montefalco sono numerosi i produttori che ancora vantano di possedere alcune di queste piante, e tutti ne parlano con una sorta di religioso rispetto. Chi le ha, le cura e le protegge come farebbe come un tesoro di famiglia, e da quelle piante ricava il vino più importante, o qualche selezione particolare; chi non le ha si guarda intorno, nella speranza di individuarne ancora qualcuna orfana di un proprietario, come se alla sua produzione mancasse irrimediabilmente ancora qualcosa. In un’epoca come l’attuale, in cui si parla di viticoltura di precisione, affidata ai rilevamenti di sensori in campo, droni e satelliti, che contributo possono dare questi retaggi di un passato agricolo sempre più lontano? Detta in altre parole, quali possono essere i principali motivi che oggi portano tanti produttori di Montefalco a cercare di fare ancora vini  da queste viti, che appaiono agli antipodi delle attuali tecniche agronomiche?“Credo che ci sia ancora molto da studiare e da capire, molto più di quello che si pensa”. Devis Romanelli, dell’omonima azienda di Montefalco, è uno dei produttori che può vantare qualche vigna maritata. La sua è una realtà a conduzione famigliare nata nel 1978, che tra vigneti e oliveti conduce in regime biologico 30 ettari di proprietà, cercando con ogni mezzo di essere per l’ambiente un motivo di benessere, e non di pericolo o di disturbo. Un vigneto bio è un ambiente molto ricco di insetti, ma le potature non permettono di costruirvi nidi: per questo tra le sue vigne Devis ha collocato una serie di casette (di varie dimensioni e caratteristiche), così che uccelli grandi e piccoli siano incoraggiati ad abitarle. Un esperimento che finora sta dando ottimi risultati (e che aiuta a tenere sotto controllo le eventuali infestazioni di insetti dannosi). La sua vigna maritata è di una varietà a bacca bianca, il Trebbiano Spoletino, da cui ricava il suo “Le Tese”: uno dei migliori bianchi che si possano trovare in questa terra famosa (finora) per i rossi. L’annata che abbiamo assaggiato, la 2021, di un giallo dorato, ha profumi fruttati- floreali di mela Golden matura, melone, ananas, albicocca, gelsomino, il tutto sfumato di erbe dell’orto (rosmarino in primis). In bocca è coerente: ricco, lungo e molto fresco. Un vino che, a detta dello stesso Devis, deve molto alla sua vigna.Spiega Romanelli: “La risposta produttiva delle viti maritate con l’ acero campestre (parlo di queste perché sono quelle che ho io) è sorprendente sia in termini di produzione (100-150 kg di uva ciascuna), che di maturazione delle uve, soprattutto considerando il grande carico di uve per producono. La consociazione tra diverse specie vegetali non è certo una novità, ma negli ultimi anni sta tornando in voga, soprattutto negli orti domestici. Qui la consociazione tra diversi ortaggi da’ dei risultati straordinari in termini di produttività e difesa dai parassiti. Per questo, oltre al loro valore storico, possiamo pensare di avere dalle viti maritate anche benefici in termini di produzione e qualità delle uve. Possiamo perfino prenderle ad esempio in alcune situazioni estreme”. A cosa ti riferisci? “Tanto per fare un esempio, penso alle criticità legate ai colpi di calore, che nelle annate più calde e siccitose affliggono i vigneti messi a spalliera. In questi vigneti le uve più esposte al sole possono essere letteralmente “cotte” dalle radiazioni solari. In questo caso, il naturale ombreggiamento dei grappoli è favorito dall’ acero campestre, che crea una sorta di cappello sopra alla vite. Inoltre, sotto la chioma dell’albero le viti sono meno soggette alle gelate. Recentemente ho trovato un articolo in cui si spiegava come soprattutto l’ acero campestre fosse in grado di ospitare sulla sua chioma una grandissima quantità di fitoseidi (acari molto utili alla difesa della vita), che poi scendevano fino alla chioma della vite, colonizzandola. Inoltre – prosegue Romanelli – è interessante notare come le radici di vite e acero riescano a convivere nel medesimo spazio senza mai darsi fastidio. Anche nelle annate più secche, una più superficiale (acero) e l’ altra più profonda (la vite), riescono ad avere una simbiosi perfetta. Insomma – conclude – c’è ancora tanto da scoprire, ma credo che lo studio di questi sistemi di consociazione possa essere utile. E chissà, potrebbe addirittura essere di ispirazione per nuovi modelli di viticoltura, che nei prossimi decenni dovremo per forza sviluppare per adattarci ai cambiamenti climatici”. LEGGI TUTTO

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    Trentino, 75 vini per il Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau

    Si è svolto stamane il panel di degustazione del XX Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau. In valutazione 75 vini, di cui poco meno del 30% stranieri. Nello specifico, tra gli italiani, 41 i vini trentini, 6 gli altoatesini, 2 lombardi, un siciliano, mentre tra gli stranieri 18 i tedeschi, 4 gli svizzeri e un ceco. […] LEGGI TUTTO

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    Moser presenta il suo primo Sauvignon Blanc

    Moser prosegue nel racconto e nella valorizzazione del terroir trentino attraverso la sua linea di vini fermi Warth: alla selezione si aggiunge il Sauvignon Blanc. Prodotto in purezza da un vitigno inedito per la cantina, il nuovo vino racchiude e valorizza, secondo lo stile fresco ed elegante di Moser, le uve provenienti dalle Colline di […] LEGGI TUTTO

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    Mè Frel Monferrato Bianco DOC 2022

    Hic et Nunc, l’avanguardistica cantina di Vignale Monferrato, rinnova il suo progetto di valorizzazione del Cortese del Basso Monferrato con il lancio di una nuova etichetta: Mè Frel, Monferrato Bianco DOC. Un vino che nasce per mettere in luce i caratteri e le peculiarità di questa varietà autoctona che dona bianchi vibranti e dalle affascinanti […] LEGGI TUTTO