More stories

  • in

    Masi – risultati 2021

    Nel 2021 Masi ha ampiamente superato i risultati 2019, riavvicinandosi ai livelli di margini degli anni precedenti. In realtà negli ultimi 18 mesi l’attenzione si è spostata dai risultati economici agli assetti proprietari. È notizia delle ultime settimane l’ingresso nel capitale dell’azienda di Empaia (l’ente di previdenza dei lavoratori agricoli) con una quota del 5% acquistata direttamente in borsa (e gli effetti si sono visti sul prezzo del titolo Masi, letteralmente esploso) e quello del raddoppio della quota in mano a Red Circle Investments, dal 5% al 10% del capitale. Se sommiamo queste due quote a quelle in mano alla famiglia (73.5%), la quota del capitale flottante è ormai nell’intorno del 10%, per una capitalizzazione di mercato del 100% di 150 milioni di euro circa. Non ci sarebbe da sorprendersi se il titolo venisse ritirato dal mercato un giorno o l’altro.Tornando ai numeri, cosa dirvi… Masi è un’azienda con una strategia molto prudente. Una sola acquisizione in diversi anni, molti investimenti organici per cercare di fare meglio possibile con quello che c’è a disposizione, piuttosto che espandersi in modo aggressivo. Se guardiamo ai dati nel corso degli anni (i grafici aiutano) noterete i buoni risultati del riposizionamento sul mercato italiano, che è del 17% sopra il 2019 contro un calo del 6% in Europa e del 2% in America. Troverete poi il graduale spostamento verso i top wines, a discapito del “classic wines”, quindi più DOCG e meno DOC, con una quota di IGT sempre intorno al 50% del fatturato: leggi, “premiumisation”. La struttura dei costi sta cambiando gradualmente per accogliere i maggiori costi dell’attività di ristorazione e mescita diretta (nuovo punto vendita a Monaco di Baviera), mentre possiamo in generale dire che il livello di vendite del 2021 ancora sconta il forte calo dell’attività “travel retail” negli aeroporti, particolarmente importante per Masi. Il bilancio 2021 chiude con un margine industriale del 63%, ancora un paio di punti sotto il 65-66% del 2016-19, mentre il margine operativo lordo di 13 milioni torna al 19% del fatturato (2016-18 19-20%).La struttura finanziaria migliora ulteriormente grazie al capitale circolante (maggiori debiti verso fornitori) che cala di 1 milione (dopo i 5 milioni visti nel 2019-20) e insieme alla generazione di cassa (9 milioni nel 2021 in linea con gli 8-10 degli anni passati), che compensano l’accelerazione degli investimenti (8 milioni, contro i 4-6 milioni degli ultimi anni). Masi non ha pagato dividendi nel 2021, ma tornarà a pagare 2.6 milioni di euro nel 2022 (0.08 per azione pari alla metà dell’utile), quindi offrendo un rendimento pari a poco meno del 2% del valore di borsa. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Danimarca – importazioni di vino, dati 2021

    Con un balzo del 21% sul 2020 (26% sul 2019) la Danimarca si dimostra uno dei mercati più dinamici del mondo per il vino. Non avendo una produzione propria possiamo prendere i 2.2 milioni di ettolitri di importazioni come “consumo apparente” dei danesi. Per questo volume, spendono 826 milioni di euro nel 2021, dimostrandosi un mercato con un prezzo medio piuttosto elevato (3.76 euro al litro). Dopo qualche anno difficile, la Francia domina. Nel 2021 la crescita del vino francese ha superato il 40%, 247 milioni di euro, per una quota sul mercato del 30%, contro il 26% del 2020 e il 25% del 2019. Per il vino italiano è stato un anno con il segno più, 13% a 168 milioni di euro, ma i nostri prodotti calano in termini relativi dal 22% al 20% del mercato. Dopo Italia e Francia, francamente c’è poco da commentare: sono molto buoni i dati dei vini americani, ma più o meno ogni paese esportatore ha raggiunto nel 2021 il suo massimo storico.Entrando nelle categorie, le gerarchie sono le medesime. La Francia ha il 29% del mercato del vino fermo in bottiglia contro il 23% dell’Italia, mentre controlla il 60% del mercato degli spumanti, con una crescita fortissima nel 2021 (+52%, rispetto al +12% dello spumante italiano).Vi lascio ai grafici, ricordandovi che le tabelle complete sono disponibili nella sezione Solonumeri (Danimarca – valore / volume). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Vendite di vino per denominazione nella GDO Italiana – aggiornamento 2021

    Con il ritorno del Vinitaly torna anche i dati e le statistiche relative alla GDO e speriamo qualche spunto di riflessione e analisi nuovo. Oggi vi propongo i dati pubblicati in collaborazione con IRI da Vinitaly che mettono in fila le denominazioni di vino per vendite. La classifica continua (a mio modo inspiegabilmente) a essere fatta in ordine di volume e non di valore, ma lasciamo stare. I dati pubblicati non sono completi come quelli del 2020 (che mi aveva fornito direttamente IRI) ma comunque mettono in luce i principali movimenti, in un mercato che ricordiamo è calato in valore del 2% per i vini non spumanti ma è comunque stato del 4% sopra al 2019 (+2% e +8% se includiamo i vini spumanti).Quattro cose sottolineerei. Primo, il Chianti continua a crescere in modo piuttosto costante, +5% anche nel 2021 sul difficile 2020, ed è con 83 milioni di euro la principale denominazione per vendite. Spicca la fortissima crescita del Vermentino (per IRI è la somma di Sardegna, Toscana e Liguria) che diventa il secondo vino per vendite in Italia con 58 milioni di euro. Terza considerazione: tutta una serie di denominazioni che erano andate bene o molto bene solo nel 2020 hanno dati negativi, come nel caso del Lambrusco, Gutturnio, Barbera e Bonarda. Ultima considerazione: il Primitivo si sta sviluppando in modo poderoso, con anche un posizionamento di prezzo molto interessante (4.8 euro per bottiglia, non distante dal Vermentino, come vedete dalla matrice qui sotto allegata). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Spagna – esportazioni di vino, aggiornamento 2021

    Le esportazioni di vino spagnole tornano nel 2021 sopra il livello pre crisi. Con 2.94 miliardi di euro e 23.9 milioni di ettolitri i dati sono del 7% superiori al 2019 e di oltre il 10% sopra il 2020. Diciamo che se confrontati ai dati che stiamo commentando relativamente a Italia e Francia, la Spagna ha avuto una ripresa meno importante. L’Italia e la Francia sono oltre il 10% sopra il livello del 2019. A pesare sulla Spagna c’è sicuramente la più forte esposizione ai vini sfusi, che rappresentano una parte importante delle esportazioni (circa il 20% del totale) e che fanno della Spagna l’esportatore mondiale di vino con il prezzo medio più basso (1.23 euro al litro, stabile rispetto al 2019).Dal punto di vista dei mercati, va sottolineato l’ottimo andamento nel Regno Unito, a differenza di quanto è capitato all’export dell’Italia. Il vino spagnolo è cresciuto del 19% rispetto al 2019 nel 2021 a 347 milioni di euro e si avvicina a diventare la principale destinazione, preceduto per il momento dalla Germania (357 milioni), dove comunque le esportazioni sono cresciute anche nel 2021 dopo un 2020 eccezionalmente positivo viste le premesse. Tra i mercati meno importanti ma degni di nota per l’andamento, va segnalato il forte incremento di esportazioni di vino spagnolo in Italia, che ha raggiunto 98 milioni di euro, un livello tra i più elevati di sempre (per 2.3 milioni di ettolitri).Se escludiamo i vini sfusi e quindi ci concentriamo sulle categorie degli imbottigliati e degli spumanti il quadro cambia leggermente. Nel vino fermo in bottiglia (1863 milioni, +9% sul 2019) la Spagna vede Regno Unito e USA come principali mercati, con di nuovo il Regno Unito in ottima salute (+21% sul 2019 a 287 milioni di euro). Va poi notato l’ottimo andamento in alcuni mercati come la Svizzera e il Belgio (quest’ultimo storicamente più rilevante per i vini spumanti). Proprio nei vini spumanti (473 milioni, +4% sul 2019) la performance del vino spagnolo è un po’ meno convincente. Diversi mercati importanti come Belgio e Germania sono ancora sotto il 2019 nel 2021, anche se la categoria viene “salvata” dall’andamento eccezionalmente positivo nel mercato americano (+13% sul 2019 a 78 milioni).Vi lascio alla consulazione delle tabelle e dei grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Italian Wine Brands – risultati 2021

    Italian Wine Brands ha riportato I primi risultati dopo la combinazione con Enoitalia qualche giorno fa. I dati 2021 sono stati presentati sia a livello consolidato (12 mesi IWB + 6 mesi Enoitalia) che a livello pro-forma (cioè tutte e due le aziende per 12 mesi) in modo da fornire una base di confronto per orientarsi di qui in avanti. Noi abbiamo fatto un ulteriore passo rivelatore, ossia abbiamo confrontato il dato “come se fossero sempre state insieme” del 2021 con lo stesso del 2020, fornito dalla medesima IWB (ma non riportato nel comunicato dei risultati 2021).Bene, l’azienda combinata chiude con ricavi di 409 milioni di euro, esattamente il doppio del 2020, ma esattamente in linea con il pro-forma 2020. Quindi possiamo dire che nel 2021 IWB non è cresciuta, per quanto la base di confronto fosse particolarmente difficile. Lo si vede bene anche dall’unica divisione rimasta uguale, quella “B2C” dove potete notare che nemmeno le vendite online sono cresciute dopo un eccezionale 2020.Le stesse considerazioni sono valide per gli altri indicatori. EBITDA e EBIT di 42 e 31 milioni sono esattamente allineati a quelli pro-forma 2020, mentre l’utile netto riportato (non quello rettificato) è 18 milioni, contro 23 milioni del 2020, a causa degli oneri non ricorrenti relativi all’operazione.Dal punto di vista finanziario, l’indebitamento sale a 108 milioni (ex IFRS16) rispetto a 0 nel 2020, influenzato ovviamente dall’acquisizione (107 milioni di euro, al netto dell’apporto di capitale) e da un forte assorbimento di capitale circolante netto (14 milioni). Il dividendo è stato limitato a 0.10 per azione per lasciare spazio all’acquisizione di Enovation brands, l’importatore americano che sarà acquistato ad aprile (circa 24 milioni di euro il prezzo, per un EBITDA aggiuntivo di 3 milioni).Ma veniamo al punto più importante: cosa succede nel 2022. Ovviamente essendo IWB quotata la questione non si risolve in qualche lapidaria frase nella relazione degli amministratori (un giorno si potrebbe anche fare un post con i peggiori bilanci delle aziende vinicole italiane…). Tornando a noi, IWB prevede forti pressioni sui costi, tra cui: un incremento di 3 centesimi per bottiglia per via del costo del vetro, un incremento di circa 2 milioni per i costi di energia elettrica (immaginiamo un ulteriore 1-2 centesimi per bottiglia) e 3-3.5 milioni per i costi aggiuntivi degli imballi e dei trasporti, per un totale di 6-7 centesimi per bottiglia soltanto nel periodo aprile-dicembre 2022. Se moltiplichiamo… 10 milioni di euro di costi in più rispetto a 400 milioni di vendite e a un margine operativo lordo di 42 milioni.La reazione è ovviamente di aumentare i prezzi. Nel segmento wholesale e HoReCA (55% delle vendite) gli aumenti di prezzo sono stati implementati in toto. Nel segmento B2C (20%) ci sarà un aumento del 6% dei prezzi di vendita. Nel segmento wholesale-private label (25%) le cose sono un po’ più complicate nel senso che per ottenere degli aumenti di prezzo è necessario allungare i contratti o cambiarne la struttura. Conclusione: la strategia di “difesa” è stata messa in campo, ma l’azienda non fornisce indicazioni reddituali sul 2022, per quanto sia il contributo di Enovation brands che le sinergie dell’operazione IWB-Enoitalia dovrebbero supportare i risultati. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Francia – esportazioni di vino – aggiornamento 2021

    A guardare I dati pubblicati da Disar qualche settimana fa sembrerebbe proprio che sia la Francia a uscire meglio dalla crisi del Covid. Le sue esportazioni 2021 sono state il 13% sopra il 2019 toccando quota 11.06 miliardi di euro, un dato migliore del +10% circa registrato dalle esportazioni italiane (che nell’anno intermedio 2020 erano però calate di meno) e del 7% degli spagnoli. A guidare la crescita è come sempre il prezzo medio di esportazione, che in questo +13% conta per ben il 10% con un prezzo medio di export di 7.6 euro al litro, quindi oltre il doppio dell’Italia (3.2 euro).A guidare fuori dalla crisi in modo così poderoso le esportazioni francesi sono chiaramente i vini di Borgogna, che già non erano calati nel 2020 restando a filo del miliardo di euro di esportazioni, ma che nel 2021 hanno messo a segno un balzo del 27% toccando quota 1.27 miliardi, in questo caso grazie a un deciso incremento dei volumi esportati a fronte di un prezzo medio di esportazione stellare di 17.8 euro al litro.Sono molto incoraggianti anche i dati dello Champagne, che nei prossimi mesi analizzeremo in maggior dettaglio. Dopo il calo del 20% nel 2020 sono cresciuti del 40%, per chiudere a 3.5 miliardi di euro, quindi il 13% sopra il 2019, in questo caso grazie ai volumi (1.3 milioni di ettolitri), mentre il prezzo medio di esportazione è rimasto stabile (rispetto al 2019) a 27.5 euro al litro.Come già succede da diversi anni i dati di Bordeaux sono un po’ meno positivi, anche se in questo caso parliamo di dettagli (+12% sul 2019).Come invece ci è spesso capitato di commentare, il “resto della Francia” è come se fosse Italia. Esportazioni 2021 di 4 miliardi di euro, il 10% sopra il 2019, con un prezzo medio di esportazione di 3.7 euro al litro, in questo caso cresciuto del 10% e quindi interamente responsabile del progresso. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Hong Kong – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    A differenza di quanto visto per il mercato cinese, in calo ulteriore nel 2021, Hong Kong ha importato più vino nel 2021 che nei due anni precedenti. Secondo i dati pubblicati da UN Comtrade, le importazioni sono rimbalzate nel 2021 a 1.15 miliardi di euro, +35% sul 2020 e, per dirla breve, a metà tra il 2018 e il 2019 come livello, per un volume importato di 390mila ettolitri. Il prezzo di importazione è clamorosamente elevato: 30 euro al litro, il livello più elevato mai toccato nella statistica (circa 24-25 euro nei 3-4 anni passati).Ora, come vedrete dai canali di importazione è difficile distinguere la nazionalità dei vini in quanto ci sono esportatori rilevanti da Singapore e dal Regno Unito. Detto questo, le importazioni dirette dalla Francia sono al massimo storico di quasi 500 milioni di euro, il che significa il 43% del totale. Non è tanto come il 46% del 2020, ma siamo di fronte a un dato in crescita del 25%, su un livello precedente che non era quasi mai calato nonostante le importazioni totali di Hong Kong siano del 18% sotto il picco precedente.L’Italia come abbiamo avuto modo di dire spesso quasi non c’è nella classifica con 30 milioni di valore importato da Hong Kong. Difficile dire quanto dei 159 milioni che arrivano dal Regno Unito o dei 105 milioni che arrivano da Singapore siano vino italiano, ma certamente siamo lontanissimi. Come noterete, invece Hong Kong è diventato un canale di sfogo per il vino australiano che ha forti dazi all’importazione imposti dalla Cina.Vi lascio alle tabelle, ricordandovi che i dati sono anche disponibili in formato scaricabile nella sezione Solonumeri dedicata ai dati del commercio estero. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    Il Giappone è uno dei grandi mercati del vino che non si è pienamente ripreso dall’emergenza Covid. Da diversi anni è caratterizzato da un andamento strutturalmente calante dei volumi importati (scesi a 2.44 milioni di ettolitri nel 2021, il livello più basso da 10 anni a questa parte), nonostante un prezzo medio di importazione estramente elevato. Nel 2021 le importazioni sono ovviamente cresciute a 1.44 miliardi di euro, ma soltanto del 5% sul 2020 e dunque, se tradotte in Euro, siamo circa l’11% sotto il livello pre-crisi, anche a causa della svalutazione dello Yen (-5% in valuta locale).+Si tratta di un mercato dominato dai francesi e nel 2021 lo è diventato ancora di più, visto l’incremento della quota di mercato dal 55-56% pre crisi al 58% del 2021. L’Italia tiene la sua quota di mercato del 12% circa. I trend del mercato sono molto simili a quelli visti per gli USA ma anche per altri grandi piazze: i vini del vecchio mondo fanno meglio di quelli del nuovo mondo. Se la Francia è soltanto del 7% sotto il 2019 con i suoi 848 milioni e l’Italia è dell’11% sotto (170 milioni), ben peggio fanno i cileni (-29%), americani (-22%) e australiani (-17%). Soltanto la Nuova Zelanda (sempre lei) subisce un calo limitato al 6%. Il domino francese è poi ancora più evidente nel segmento degli spumanti, dove rappresenta l’83% delle importazioni, una quota quasi mai raggiunta. Qui va notato che l’Italia è veramente in una posizione di rincalzo, essendo addirittura preceduta dalla Spagna, che ha spedito 44 milioni di euro di spumanti nel 2021 contro i 35 dell’Italia.Vi ricordo che trovate le tabelle complete dei dati 2021 (e storici degli ultimi anni) nella sezione Solonumeri (Giappone – valore / volume). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO