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    Svizzera – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    Anche le importazioni di vino della Svizzera ritornano su un binario di normalità nel 2021, dopo un 2020 che non aveva comunque visto un calo del mercato nel suo complesso, ma che aveva subito l’impatto del Covid soprattutto sulla fascia di vini spumanti di fascia alta (leggi: Francia). Nel complesso nel 2021 secondo UN Comtrade la Svizzera ha importato 1.25 miliardi di euro di vini, per una crescita del 15% circa sia sul 2019 che sul 2020. In volume, stiamo parlando di circa 1.9 milioni di ettolitri, +4% sul 2020 e +7% sul 2019.Dunque, se dobbiamo trarre una conclusione a livello di categorie, non notiamo andamenti molto difformi. Strutturalmente i vini fermi e quelli spumanti crescono su un arco di 5 anni a velocità simile, 5-6% all’anno in euro (e anche in valuta locale). Nel caso specifico del 2021, la Svizzera ha importato 940 milioni di euro di vino fermo, +14% sul 2020 e +17% sul 2019. In questo segmento l’Italia è davanti alla Francia (336 milioni contro 302 milioni, ma dopo diversi anni di leadership assoluta le posizioni si stanno riavvicinando). Nei vini spumanti le importazioni sono invece state 216 milioni di euro, +23% sul 2020 e +16% sul 2019. In questo segmento la Francia detiene strutturalmente il 60% del mercato, salvo imprevisti come nel 2019. E nel 2021 torna al 60% del mercato. L’Italia ha il 30-35% del mercato, quindi poco più della metà della Francia in termini assoluti (69 milioni contro 131 milioni). Ne emerge un quadro globale con la Francia che riprende la leadership dei vini importati in Svizzera con 468 milioni e il 37% del mercato. L’Italia torna al secondo posto con 441 milioni e il 35% del mercato. Come in altri mercati, la crisi ha rafforzato i leader, se ma in Svizzera ce ne fosse stato bisogno, vista l’assenza quasi totale dalla lista dei vini del nuovo mondo.Vi ricordo che trovate le tabelle complete dei dati 2021 (e storici degli ultimi anni) nella sezione Solonumeri (Svizzera – valore / volume). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Treasury Wine Estates – risultati primo semestre 2021/22

    TWE ha subito un colpo durissimo dalla chiusura del mercato cinese, che ha colpito in particolare il segmento dei vini di pregio. Nel primo semestre 2021-22 (quindi luglio-dicembre 2021) le vendite sono calate del 10% (-28% per l’area asiatica) e l’utile operativo è sceso dell’8%, rispettivamente a 1.27 miliardi e 262 milioni di dollari australiani di utile netto.Questa “discontinuità” nelle operazioni è anche stata l’occasione di cambiare il modo in cui il business viene rappresentato con una nuova segmentazione, dopo diversi anni. Questo ovviamente crea il problema delle serie storiche (che sono basate su altre suddivisioni) e quindi in questo post trovate meno grafici semplicemente perchè non ci sono i numeri del passato. La scelta è stata quella di passare dalle aree geografiche a un mix prodotto geografia: da un lato Penfolds, poi le attività americane e la terza divisione sono tutto il resto (che chiamano Treasury Premium brands (mah…). Se analizzate un po’ i dati (e vi metto una tavola presa dalla loro presentazione), vi accorgerete di quanto sono diverse queste tre divisioni. Penfolds vende a 343 dollari per cassa (da 12), i vini americani a 116 e i premium brands a 51. Penfolds ha una margine operativo del 43%, il portafoglio americano del 18% e i premium brands del 9%. Mi pare che, a parte il fastidio di dover rifare mezzo modello, la scelta sia corretta.Dunque, tornando alla strategia, TWE sta poi anche vendendo attività in America per reinvestirle nel medesimo mercato in marchi più prestigiosi e alzare il profilo. A novembre ha annunciato l’acquisizione di Frank Family Vineyards, che ha un profilo di margini quasi come Penfolds (siamo al 35-40%), per un prezzo di 315 milioni di dollari americani (432 australiani) a un multiplo EV/EBITDA di 13.2x. Aveva annunciato in precedenza la vendita di attività per 300 milioni di dollari australiani in USA che avevano un margine del 10%. L’impatto di questo “riposizionamento” si vedrà sicuramente nel secondo semestre 2021.Dal punto di vista finanziario TWE resta molto solida, con un debito di 1.2 miliardi di dollari dopo l’acquisizione, la metà del quale rappresentato da IFRS16 leases, quindi farlocco. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Italia – esportazioni di spumante – aggiornamento 2021

    Le esportazioni di spumante per l’Italia hanno raggiunto 1.8 miliardi di euro nel 2021, il 23% in più del 2020 e il 15% in più del 2019. È un dato “trascina” il resto delle esportazioni italiane, cresciute del 12.6% sul 2019. Il principale driver di crescita resta il Prosecco, che di questi 1.8 miliardi ne rappresenta 1.3, e che si ritrova a +30% sul 2020 e +25% sul 2019.Il 2022 non sarà un anno facile. L’esposizione alla Russia e all’Ucraina del nostro spumante è ampiamente sopra la media del mercato (ossia Francia e Spagna). Secondo i dati di UN Comtrade del 2019, le importazioni di spumanti italiani nel 2019 in questi due mercati sono state 143 milioni di dollari, contro i 66 milioni di dollari della Francia e i 21 milioni della Spagna. Nei dati che commentiamo oggi, questi due mercati hanno importato per 90 milioni di euro, il 5% del totale, suddiviso tra il 4% del Prosecco e ben il 18% dell’Asti (senza considerare possibili ricadute sulla Lettonia per esempio, che aggiungerebbe un altro 7% al conto totale).Tornando ai nostri numeri e alle tabelle che poi trovate riassunte nella sezione Solonumeri, c’è un solo neo, quello del mercato inglese, che è ancora circa il 10% sotto il livello di fine 2019. Altrimenti tutti gli altri mercati sono in crescita a doppia cifra, con una speciale menzione per il +73% dal 2019 in Belgio e il +32/33% di alcuni mercati maturi come l’Austria e la Svezia.Vi lascio alle tabelle e ai grafici Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Italia – esportazioni di vino – aggiornamento 2021

    I dati preliminari ISTAT sono stati pubblicati qualche giorno fa. L’export di vino italiano, con un andamento positivo anche in Dicembre (+9.5% sul 2020 e +14% sul 2019) chiude l’anno a 7113 milioni di euro per una crescita del 12.6% sul dato (rettificato) del 2020 di 6316 milioni di euro e del 10.5% sul dato di fine 2019. Dunque… è andata bene ma se guardiamo al nostro punto di riferimento, la Francia, poteva andare meglio. I francesi hanno perso di più nel 2020 ma hanno più che recuperato nel 2021, tanto da chiudere l’anno a 11065 milioni di euro per una crescita del 12.6% sull’anno “normale” 2019. Fatta questa prima analisi, dobbiamo subito ributtarci nella anormalità di questi ultimi anni e nel 2021 ci stiamo buttando in un problema forse anche peggiore di quello del Covid, con il senno di poi. Le esportazioni di vino in Russia e Ucraina sono 206 milioni di euro, il 2.9% del totale. E su questo punto la nostra esposizione è decisamente superiore a quella della Francia (1.9% delle esportazioni nel 2019).Tornando ai nostri numeri, che trovate anche dettagliati nella sezione Solonumeri, l’andamento del 2021 è stato estremamente positivo per i vini spumanti, +23% sul 2020 e +15% sul 2019, mentre i vini fermi in bottiglia che erano rimasti stabili nel 2020 sul 2019 sono cresciuti del 10.6%. Sono negativi (circa -3% i dati degli altri prodotti, principalmente vini sfusi). Dal punto di vista dei mercati, il Nord America è ovviamente il nostro principale traino. Sia USA che Canada (primo e quinto mercato per noi con 1720 e 384 milioni) sono su del 12% rispetto al 2019 e probabilmente resteranno un importante supporto nel 2022 anche in considerazione del rafforzamento del dollaro. La Germania, secondo mercato con 1134 milioni è il 7% sopra il 2019. Tra i grandi mercati soltanto il Regno Unito (-3%) e il Giappone (-15%) non hanno raggiunto il livello di due anni fa.Degli spumanti parleremo nei prossimi giorni, ma qui appare più preoccupante l’esposizione a Russia e Ucraina (5% del valore delle esportazioni).Vi lascio ai grafici e alle tabelle.Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Il commercio mondiale di vini sfusi – aggiornamento 2020

    In attesa di elaboare I dati sul commercio estero 2021 ho raccolto oggi i numeri fino al 2020 del commercio mondiale di vini sfusi (e completato quelli del 2019). Con un po’ di aggiustamenti qua e là per coprire i buchi il quadro che si presenta è piuttosto omogeneo. Il mercato mondiale dei vini sfusi ha registrato nel 2020 per il terzo anno consecutivo un calo dei volumi scambiati che però è stato compensato da un incremento del prezzo medio di esportazione. Andando ai numeri, stimiamo un commercio mondiale 2020 di 38 milioni di ettolitri circa, contro 41 del 2019 e il picco di 45 del 2017 a fronte di un prezzo medio di esportazione di 86 euro per ettolitro nel 2020, quando invece erano 70-71 nel 2017.Nel complesso dunque il mercato si è mantenuto nell’intorno di 3.2-3.3 miliardi di euro di scambi all’anno, con dei tassi di crescita molto contenuti. Il primo operatore in questo segmento è la Spagna, che con 526 milioni di euro e quasi 11 milioni di ettolitri controlla rispettivamente il 16% e il 28% del commercio mondiale per valore e volume rispettivamente. L’Italia è il secondo operatore con poco meno di 400 milioni di euro di esportazioni per 4.4 milioni di ettolitri e un prezzo medio molto vicino alla media mondiale. Sia l’Italia che la Francia, come potrete apprezzare dai grafici sono in fase “calante” in termini di quota di mercato, a favore di alcuni esportatori come l’Australia, la Francia e la Nuova Zelanda che pur essendo fuori dal grafico è l’esportatore con l’andamento più positivo di tutti già da diversi anni.Vi lascio alla consultazione delle tabelle e dei grafici. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Canada – importazioni di vino – aggiornamento 2021

    Fonte: UN ComtradeDati disponibili nella sezione Solonumeri.Le importazioni canadesi di vino raggiungono nel 2021 il massimo storico in valore, 1.9 miliardi di euro, con una crescita del 9% circa (sia contro il 2020 che contro il 2019) parzialmente aiutata dalla rivalutazione del cambio, +3% nel 2020, e nonostante i dati di UN Comtrade certifichino un calo dei volumi a 4.2 milioni di ettolitri (gli stessi del 2019, contro i 4.4 del 2020).A vincere in questo mercato è la Francia, che sfiora i 500 milioni di euro di esportazioni contro i 400 ciascuno di Italia e USA. Se poi confrontassimo i dati 2021 con quelli del 2019, ci accorgeremmo che l’Italia ha perso terreno: è cresciuta soltantodell’8%, contro il 15% degli USA e il 23% dei francesi. Al nostro vino resta il primato dei volumi spediti, che si avvicinano a 800mila ettolitri, un livello comparabile con quello degli anni passati.E non possiamo nemmeno dire che sia stato un problema di “prodotto”, visto che a supportare le importazioni di vino in Canada sono proprio stati i vini spumanti, il vero traino dell’export italiano. Nel 2021 il Canada ha importato 195 miloni di euro di spumanti, il 27% in più del 2019, con però un incremento del 40% per i vini francesi, che sono la metà della categoria, e un incremento solo del 27% (sempre contro 2019) di quelli italiani, 62 milioni di euro. Come per la categoria generale, anche negli spumanti l’Italia mantiene la leadership assoluta dei volumi, circa 100mila ettolitri, il doppio della Francia.Scorrendo gli altri dati si evince chiaramente come i canadesi siano dei “tradizionalisti” quando si parla di vino. Dopo Francia, USA e Italia si apre un baratro che si sta allargando, forse con l’eccezione del vino spagnolo. Autraliani, Neozelandesi, ma anche cileni e argentini sono ben sotto le esportazioni del 2019…Vi lascio ai grafici e alle tabelle. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Mezzacorona – risultati e bilancio 2020/21

    I dati di Mezzacorona sono un po’ meglio di quelli analizzati la settimana scorsa della controllata Nosio. Ovviamente i parametri di confronto sono differenti, essendo Mezzacorona una cooperativa, e quindi vi metto come “focus” il grafico qui sopra che vi dice quanto ha pagato ai soci conferenti vino, uva e frutta. Come vedete nell’esercizio chiuso a luglio 2021 la cooperativa ha registrato un incremento del 6% a 67 milioni, guidato soprattutto dall’incremento registrato dalla frutta. Sotto questo aspetto difficilmente il 2021-22 potrà replicare tale risultato, essendo la produzione sia di uva/vino (-11%) che quella di mele (-25%) largamente inferiore a quella dell’anno precedente a causa delle avverse condizioni climatiche.Passando all’andamento commerciale e finanziario, le vendite sono poco più che stabili (+1.5%), con un incremento del 3% in Italia (che pesa il 43% del fatturato), un calo del 9% in Europa e un incremento del 3% nel resto del mondo. Dal punto di vista delle vendite per prodotto sono stabili le vendite di vino a 173 milioni di euro, mentre crescono del 18% le vendite degli altri prodotti (frutta soprattutto), al livello massimo storico di 23 milioni, portando il fatturato totale a 196 milioni di euro. I costi sono ovviamente funzione dei conferimenti e delle ripartizioni dei soci. Vale la pena menzionare che il costo del personale è stabile, che gli oneri finanziari e le tasse sono calate rispetto al 2020. Nella parte finanziaria, la cooperativa ha ridotto il debito finanziario da 113 a 109 milioni di euro, su un livello di tutta sicurezza e che ormai è stabile da qualche anno a questa parte (a differenza delle curiose frecce calanti che continuano a essere disegnate nel bilancio).Come per Nosio, nulla si dice sull’evoluzione della gestione salvo discutere del bilancio (negativo) del raccolto che darà corpo al bilancio 2021-22, ma che potrebbe essere compensato dal rilevante aumento delle scorte rilevato nel bilancio (magazzino salito in valore da 84 a 92 milioni di euro). Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO

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    Laurent Perrier – risultati primo semestre 2021

    I dati semestrali di Laurent Perrier (aprile-settembre 2021) sono stati eccezionali e sono il frutto del lavoro fatto sul miglioramento del posizionamento del prodotto (il 47% è “high-end” rispetto al 38% di 10 anni fa e al 42% del 2019) e sulla qualità della distribuzione. Nonostante l’azienda sia “piccola” rispetto al colosso LVMH, nei sei mesi ha messo a segno un margine operativo del 28%, vendendo 5.5 milioni di bottiglie a un prezzo medio di 23 euro. Uguale a LVMH che nel semestre ha registrato un margine sui vini e Champagne (metà e metà in volume) del 28% (uguale), vendendo 50 milioni di bottiglie (10 volte tanto) a un prezzo medio di 22 euro circa (quasi uguale).Il recupero è quindi completo e restituisce agli azionisti un’azienda focalizzata su un solo marchio, con una rete di fornitori solida e una strategia chiara di continuare sulla strada della “premiumizzazione”. Nelle tabelle sotto trovate soltanto il 2019 e il 2021 perchè il 2020 è un anno da dimenticare e da non usare come base di confronto. Rispetto al 2019, nel semestre le vendite crescono del 30%, di cui il 10% è prezzo-mix e il 20% sono volumi, 5.5 milioni di bottiglie contro 4.6. Le vendite sono a +9% in Francia, +47% in Europa e +23% nel resto del mondo.I margini sono sopra il livello pre-crisi, ma non tanto a livello industriale (54%), quanto per il fatto che è calata (io penso temporeamente) l’incidenza dei costi commerciali, addirittura in valore assoluto rispetto al 2019 a fronte di un incremento del 30% delle vendite. Questo porta il margine operativo dal 20% al 28% o da 19 a 36 milioni in quello che è il periodo stagionalmente meno favorevole per le aziende del settore.Le cose vanno bene anche a livello finanziario, con il debito che cala a 273 milioni a settembre 2021 (era 280 milioni a marzo e 316 milioni a settembre 2019, prima della crisi). Se confrontato al magazzino di 600 milioni di euro siamo su rapporti molto più contenuti che per le altre aziende della Champagne quotate. Se siete arrivati fin qui……ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco LEGGI TUTTO