Quest’anno cari lettori sarò breve.
Si chiude un anno in chiaroscuro per il settore del vino italiano. L’anno scorso auspicavo che qualche operazione di settore potesse occupare le prime pagine dei giornali. Non è successo, anche se alcune aziende a capitale interamente familiare hanno aperto all’investimento (con quote di minoranza) al private equity (Botter e Zonin). Ciò dovrebbe consentire una maggiore dinamicità nel futuro. Mentre tutti festeggiano l’eccezionale vendemmia 2018, pochi si stanno preoccupando della stasi del nostro vino non-spumante nei principali mercati mondiali, mentre la spina dorsale della nostra crescita, il Prosecco, comincia a dare segnali di saturazione, essendo fortemente concentrato nel mercato anglosassone.
Per quanto riguarda il blog, sempre per essere breve, più soldi inviati in Perù in beneficenza (come vedete dalla tabella), e meno visite. Come da programma dell’anno scorso.
Il lavoro continua, confido nella vostra fiducia e nella vostra generosità.
Marco Baccaglio