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LVMH divisione vino – risultati 2019

La divisione Wine/Spirits di LVMH continua ad andare a gonfie vele, combinando una sana crescita organica (circa 6% per la divisione, 4% per la divisione vino e Champagne) a una strategia di acquisizioni mirate. L’obiettivo delle due operazioni realizzate nel 2019 (Château du Galoupet and Château d’Esclans) è stato di incrementare l’esposizione al segmento dei vini fermi e degli Champagne rosati di alto livello, dove il gruppo sta lanciando diversi prodotti ma non aveva una massa critica sufficiente. Ovviamente, il Gruppo va ben oltre la divisione vini: basti ricordare la mega acquisizione di Tiffany. Tornando alle cose di nostro interesse LVMH ha realizzato 2.5 miliardi di vendite nel segmento vino e Champagne, +11%, con un ritmo molto sostenuto anche nella seconda metà dell’anno, cresciuta del 10% circa. La strategia resta fortemente incentrata sull’incremento del mix di prodotto lanciando nuove cuveé di alto livello e alzando in generale i prezzi, che giustificano (insieme a un aiutino dei cambi) tutta la crescita: i volumi sono infatti stabili per lo Champagne e in crescita soltanto del 2% per i vini fermi. Passiamo a una breve analisi dei dati.

  • La divisione chiude il 2019 a 5.6 miliardi di euro di vendite, con un incremento dell’8%, di cui il 2.5% circa derivante dai cambi e il 6% dalla crescita quasi-organica (un piccolo aiutino dalle acquisizioni ci dovrebbe essere stato). Il fatturato cala in Francia, ormai solo il 5% del totale, e cresce visibilmente in USA e Asia (entrambi ben sopra il 10%), nell’ultimo caso grazie alla Cina (che peraltro non ha dato grandi soddisfazioni al vino francese in generale).
  • La divisione Champagne e vini è cresciuta un po’ di meno, +6% totale e +4% in termini organici, a 2.5 miliardi di euro. I volumi sono stabili a 64.7 milioni di bottiglie per lo Champagne e crescono del 2% a 39.3 milioni di bottiglie per i vini fermi. Il prezzo medio (delle due categorie insieme) cresce del 5% a 24.1 euro per bottiglia.
  • I margini di profitto sono invece in leggero calo, su livelli di assoluta eccellenza. La divisione nel suo complesso ha realizzato un utile operativo di 1.7 miliardi di euro, 31% del fatturato contro 31.7% dello scorso anno. Si tratta di un calo legato al cognac e agli spirits (dal 35.3% al 33.9% del loro fatturato), mentre per la divisione Champagne/vino l’utile operativo cresce da 649 a 690 milioni di euro, per un margine del 27.5% (27.4% lo scorso anno).
  • I dati relativi al secondo semestre sono quasi sovrapponibili, in termini di andamento delle vendite (un filo meno positivo, ma i numeri sono molto più elevati per la stagionalità) e anche di margini stabili. Trovate tutti i dati nella tabella.
  • Il capitale investito del gruppo nella divisione cresce da 14.4 a 16.4 miliardi di euro, considerando l’incremento dei prodotti in fase di maturazione (5 miliardi di euro, +240 milioni circa), degli investimenti (325 milioni contro 298 del 2018), le due acquisizioni (prezzi non comunicati) e l’implementazione dei nuovi principi contabili IFRS16 (non dettagliato per la divisione). Ne risulta un ritorno sul capitale del 10.6%, in leggero calo sull’11.3% del 2018.
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