Ogni annata, si sa, lascia la sua impronta e non tutto dipende dalla mano sapiente del vignaiolo: eventi atmosferici e climatici rappresentano fattori imprevedibili che fanno parte del fascino di un vino e soprattutto ne esaltano l’unicità. Al vignaiolo invece è affidato il compito di interpretare al meglio ogni annata facendo sì che, vendemmia dopo vendemmia, i nuovi vini esprimano tutto il loro potenziale.
Il Consorzio Vini Alto Adige traccia un bilancio dell’annata 2019 e presenta le caratteristiche dei vini che ritroveremo nel bicchiere. “Dopo un periodo di crescita e maturazione delle viti scandito da eventi atmosferici estremi – racconta il Direttore Eduard Bernhart – a fine estate 2019 sono arrivate condizioni meteorologiche ideali, che hanno propiziato una buona vendemmia con uve di qualità promettente. L’annata 2019 ha prodotto dei vini bianchi ricchi di aromi freschi e fruttati, con una spiccata acidità, struttura elegante e un ottimo potenziale d’affinamento, soprattutto per i vini provenienti dalle quote più elevate.”
L’andamento atmosferico nel vigneto
L’inverno 2018/19 era trascorso con temperature insolitamente calde, a tratti già quasi primaverili, e se si eccettuano le nevicate copiose dei primi giorni di febbraio, si è trattato di un anno piuttosto asciutto. Dopo un marzo altrettanto avaro di precipitazioni e più caldo delle medie stagionali, in aprile e maggio era prevalso, invece, un clima piuttosto umido accompagnato, soprattutto in maggio, da temperature troppo basse per la stagione. Parallelamente, la primavera aveva visto imperversare fenomeni meteorologici estremi, tanto che già in aprile vi erano state delle prime grandinate, e vari periodi freddi avevano aumentato il rischio di gelate tardive.
Per questi motivi nel 2019 la fioritura è cominciata in ritardo e ha dovuto fare i conti con un tempo assai variabile, caratterizzato da temperature decisamente inferiori alla media, soprattutto in maggio. Questo ritardo si è ripercosso sull’inizio della maturazione, che rispetto alle medie pluriennali è arrivato con una sfasatura di 10-14 giorni.
La vendemmia è iniziata in ritardo
Dopo la vendemmia anticipata per la raccolta delle uve base per lo spumante avvenuta intorno alla fine di agosto e ai primi di settembre, la vendemmia 2019 vera e propria in Alto Adige è cominciata a metà settembre, con un ritardo di circa due settimane rispetto al 2018.
Buona qualità con alcuni vini davvero sorprendenti
Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay e Sylvaner si distinguono sia per la loro acidità, fresca e gradevole, sia per la loro struttura elegante. Il Gewürztraminer si presenta elegante e con note fruttate mature, mentre il Sauvignon dei vigneti più pregiati sfodera un’acidità accattivante, accompagnata da un ventaglio aromatico molto tipico.
Anche la Schiava del 2019 ha una tipicità molto marcata, è fruttata, sapida, ben strutturata, elegante e di piacevole beva.
Pinot nero, Lagrein, Merlot e Cabernet in quest’annata hanno avuto parecchio filo da torcere nei vigneti, sicché avranno bisogno di più tempo per affinarsi bene in cantina, sviluppando in pieno tutto il loro potenziale. Per il Lagrein, a causa delle violente grandinate abbattutesi sugli appezzamenti classici nella conca di Bolzano, purtroppo si è registrato un calo della resa che in alcuni casi ha sfiorato il 70 percento.
In Valle Isarco e in Val Venosta, i vini dell’annata 2019 fanno risaltare caratteristiche di freschezza e acidità, accompagnate da note fruttate intense e da una gradazione alcolica inferiore agli anni passati.
In tutto l’Alto Adige, il totale delle uve vendemmiate ha fatto segnare un calo del 10-15% rispetto alla media.