I risultati dell’anno fiscale chiuso a giugno 2021 di TWE non possono dirsi positivi, per la ben nota problematica doganale dei vini australiani in Cina. È però molto evidente la reazione del management che è riuscito a compensare parzialmente un impatto negativo quantificabile in circa 80-90 milioni di dollari australiani di utile operativo su un totale di 576 dell’anno precedente. Nel 2020/21 i dati che mostriamo oggi allegati nel post sono i seguenti: vendite in calo del 3% a 2.57 miliardi di dollari australiani, di cui volumi in calo del 5% a 30.7 milioni di casse, e impatto negativo di acquisizioni e cambi per circa il 7%. Utile operativo riportato in incremento del 5% (-2% prima delle componenti non ricorrenti). Gli utili dell’area asiatica calano per il secondo anno consecutivo e sono oggi circa 200 milioni di dollari sui 563 totali, con un forte spostamento dalla Cina agli altri paesi dell’area asiatica. Migliorano invece i dati sul nord America e, in modo meno marcato, sul mercato domestico. Va sottollineato che il secondo semestre 2020/21 si confrontava con il periodo più funesto del COVID e quindi in parte questi risultati erano attesi. Resta comunque l’impressione di una forte flessibilità di questa azienda, che si sta focalizzando come molte altre sui segmenti alti del vino, qui chiamati “di lusso”. Per loro significa prima di tutto Penfolds. Vi lascio ai grafici e alle tabelle.
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