Mah. I risultati del secondo trimestre di Constellation Brands sono stati ancora una volta molto difficili da leggere. Da una parte la birra che continua ad andare bene (volumi +12%, vendite +15%, utili +25%), dall’altra parte il vino che nonostante tutte le ridefinizioni strategiche fatte con la vendita di parte del portafoglio per rifocalizzarsi sull’alto di gamma e via dicendo, non da buoni risultati. Con il secondo trimestre Cbrands ha leggermente modificato la previsione per l’anno sul vino da -1%/-3% per le vendite e +4/+6% per l’utile operativo è passata a 0%/-2% e +3%/+5%, quindi vendite un po’ meglio, margini un po’ peggio. Esattamente il contrario di quello che vogliono, anche se continuano a prevedere margini in crescita. Approfondiamo.
Bene, per il momento questo non si vede: se guardate la tabella, nel secondo trimestre l’utile operativo scende da 100 a 99 milioni con una perdita dello 0.4% del margine e un andamento negativo delle vendite di vino, -1% questa volta tutto legato al mercato, che invece come vendite finali per il gruppo ha fatto -2%. E poi c’è la chicca Canopy, che ha generato nel trimestre 1.7 miliardi di dollari di perdite, tutte fittizie per l’amor di dio, ma comunque che ha rovinato il trimestre. Dopo aver messo in bilancio questa partecipazione per miliardi di dollari basandosi sul suo valore di borsa, bisogna anche fare il percorso inverso, visto che le azioni della canadese sono passate da 53 dollari a 4 dollari e ora tutta l’azienda vale 1.8 miliardi di dollari canadesi.
Come dicevo sopra, mah. È vero che l’azienda continua a spurare fuori dollari per gli azionisti, 1.7 miliardi su 42 miliardi di capitalizzazione nei soli primi 6 mesi dell’anno, è anche vero che quando la birra smette di crescere cominceranno i problemi. Per ora vi lascio con i dati.
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