È la prima volta che mi capita di leggere nel retro-etichetta di una bottiglia di vino “Aerare dopo la stura”. Si poteva dire la stessa cosa in maniera molto più prosaica ma per questa cantina storica dell’Ogliastra, c’è un “filo – logico” che annoda il pensiero della terza generazione dei vignaioli Mereu riferito a questa bottiglia. Dall’etichetta, che richiama il disegno stilizzato di un antico tessuto sardo di proprietà della loro famiglia, al fatto che i vigneti di cannonau siano su piede franco. Perda Rubia, così si chiamava l’azienda agli albori, ha iniziato l’attività nel 1949 su impulso di Mario Mereu, nonno degli attuali proprietari, che fu tra i primi in Sardegna a intuire le potenzialità del cannonau. Mario Soldati racconterà di lui e del suo cannonau nel Terzo viaggio di Vino al vino. Com’è quindi questo cannonau Naniha 2018? Fermentazione e maturazione avvengono in tini di acciaio, con successivo affinamento in bottiglia. Il naso è pungente: muschio, sottobosco, frutti rossi, e spezie. In bocca entra morbido e rotondo, con un finale caldo e avvolgente. Qualcuno, con una definizione che non amo, parla di vino “moderno”, ovvero che incontra facilmente il gusto del consumatore; preferisco di gran lunga definirlo come vino di una bevibilità disarmante, nonostante i suoi 14% vol.
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