di Luciana Dias
Il territorio di Gambellara sta percorrendo una significativa evoluzione grazie allo spirito di condivisione e impegno del Consorzio di Tutela Vini Gambellara, che insieme ai suoi 180 viticoltori ha puntato su un importante percorso di valorizzazione del territorio.
Il Consorzio Gambellara è stato fondato in 1972 al fine di garantire tutela del territorio con l’obiettivo dichiarato di innalazre sempre di più la qualità dei vini e di dare all’areale la riconoscibilità che merita. A conferma di ciò, anche per salvaguardare le diverse sfaccettature dell’uva garganega, nel 2004 è stato avviato un importante progetto di zonazione che portato all’ individuazione di sei cru: Faldeo, Taibane, Monti di Mezzo, San Marco, Creari e Selva.
La Doc Gambellara vanta anche la presenza di un Vin Santo, unico nel Veneto, mentre la DOCG Recioto di Gambellare è stata istituita nel 2008.
La nuova generazione di produttori è sicuramente molto attenta alla tradizione, ma sta cercando di dare alla garganega una nuova veste, puntando soprattutto alla bevibilità.
La storicità di Gambellara
Gambellara è conosciuto per il suo suolo vulcanico formatosi 45 milioni di anni fa nel periodo eocenico. Infatti il Basalto è la roccia più presente nel territorio, interessante in questo senso è la cava geologica di basalti colonari con le sue forme esagonali davvero sorprendenti, formatasi dalla rapida solidificazione dal magma.
La vocazione vitivinicola del territorio è storicamente comprovata dal momento che sono stati ritrovati a Montebello Vicentino i resti di una Villa Romana del I secolo d.c. con vinaia e abbondanti tracce di vinaccioli.
Nel 1800, a Vicenza e dintorni, l’uva era già classificata secondo altitudine e esposizioni diverse dei vigneti, con una categorizzazione che oggi che può sembrare semplice, ma che evidenziava inequivocabilmente un approccio alla qualità del vino: “Vino ordinario di campagna” oppure “vino da collina fino”.
L’Area di Gambellara è localizzata nella parte sudorientale della Lessinia, comprende 230 ettari di terreno vitato tra Doc e Docg, mentre sui terreni più collinari troviamo la zona con denominazione Classica.
La Garganega: l’impronta territoriale di Gambellara
La Garganega è una delle uve più diffuse in Veneto, che a differenza di altre espressioni territoriali, sembrerebbe trovare a Gambellara il suo terroir d’elezione. Grazie a un suolo predominantemente vulcanico, presenta una sapidità e struttura quasi tannica, che rende riconoscibile il suo profilo aromatico: frutta a polpa bianca matura, pesca, albicocca, fiori bianchi e biancospino.
La ricerca ha portato notevoli successi per la produzione del vino Gambellara, portando all’adozione di uno specifico metodo di allevamento, ovvero la pergola, introdotto già dagli Etruschi e che porta a innalzare i valori qualitativi dell’uva grazie a una minor resa, al controllo della vigoria e alla protezione dai raggi solari consentendo una maggiore ventilazione.
Il disciplinare prevede minimo 80 % di utilizzo delle uve Garganega, anche se la maggior parte dei produttori vinifica in purezza.
La Doc oggi conta su una produzione di 600.000 bottiglie annue, tra cui 50.000 di Vin santo, 45.000 di Recioto spumante e 10.000 di Recioto fermo e 20.000 bottiglie di Gambellara spumante.
Un nuovo sguardo verso Gambellara – le cantine e i vini
Tenuta Maule
Situata a Selva di Montebello, la storica cantina reinterpreta il territorio grazie alla sua quinta generazione e intraprende un ambizioso progetto di rivitalizzazione delle vite, investendo in nuove tecnologie per la produzione applicando ricerche per vitigni più resistenti.
La cantina è stata recentemente ristrutturata con un approccio ecosostenibile e con particolare attenzione all’ospitalità. Oltre alla garganega si coltivano Pinot Bianco e Durella con una impronta votata alla bevibilità
Gambellara Classico DOC 2021
100% Garganega
Da vecchie vigne di 40 – 5. La raccolta è normalmente fatta ad ottobre, matura 5 mesi in vasche di acciaio con battonage. Al naso ci sono sentori di pompelmo, pera e pesca bianca, al palato un buon bilancio tra acidità e polpa, carattere persistente.
Veneto Bianco Igt Passito di Garganega “Tarcisio” 2019
Un bellissimo esempio di evoluzione della garganega. Il vino prende il nome dal fondatore dell’azienda Tarcisio Maule.
Al naso presenta note di miele, caramello e una bellissima acidità che racchiude il sorso in un lungo equilibrio e retrogusto fine.
Azienda Agricola Cavazza
L’intraprendenza della famiglia Cavazza è sempre stata un marchio nel suo ammirevole percorso, fin dal 1928, quando Giovanni Cavazza ha investito le sue risorse in un piccolo appezzamento a Selva, e ha creato un forte legame con Gambellara e successivamente negli anni 80 anche sui Colli Berici.
L’impegno verso il territorio oggi è raccontato dalla quarta generazione, 5 nipoti, per un’azienda a totale gestione famigliare e l’impegno verso la produzione sostenibile. Senza, naturalmente, trascurare i saperi e le tradizioni contadine.
L’azienda continua ad evolversi verso una produzione sempre più ecosostenibile ed è infatti certificata SNPQ, grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici.
L’azienda sempre ha stretto un intimo legame con il territorio dedicandosi alla ricerca dei diversi cru presenti sul territorio.
Bocara Gambellara Classico Doc 2022
Garganega 100%
Giallo paglierino scarico
Naso: frutta polpa bianca
Palato: Coerente con il naso, pera e ananas, tipica sapidità con equilibrata acidità, riassumendo in un sorso equilibrato e di pronta beva. Perfetto finale asciutto.
Creari Gambellara Classico Doc 2020
Garganega 100%
Creari è il nome storico dell’area, proveniente della zona di Gambellara, la Conca di Montebello con altitudine circa 240 m s.l.m
2 giorni di contatto sulle bucce e fermentazione in vasche di acciaio inox.
Aspetto: Giallo paglierino
Naso: frutta tropicale ananas e frutta di polpa bianca matura
Palato: Una percezione di frutta pesca bianca, biancospino, sambuco con lungo sorso finale alla mandorla.
Capitel Recioto di Gambellara Classico 2008
Il vino Recioto in Gambellara è un vino ottenuto dall’appassimento col sistema dei “picai” – I grappoli vengono attorcigliati con uno spago e “appiccati” al soffitto: – da qui il nome di questo curioso sistema di appassimento, chiamato dai produttori “picà” in dialetto veneto.
La Torchiatura manuale avviene la prima settimana di febbraio, utilizzando un torchio antico di fine ‘800. Il mosto viene messo a fermentare e maturato per un anno in piccole botti da rovere da 225lt. Imbottigliamento dopo 2 anni e successivo affinamento in bottiglia.
Aspetto: Color Ambrato
Naso: Miele, confettura di albicocca, caramello.
Palato: piacevole viscosità al palato, dimostra coerente con le note espresse al naso con note equilibrate acidità e lungo sorso. Persistente e suadente, chiude il sorso con richiamo ad un secondo.
Azienda Agricola Dal Maso
Il legame dei Dal Maso con la terra di Gambellara è radicato, oggi in azienda lavora la quarta generazione. I resultati ottenuti sono il riflesso del lavoro di ricerca, passione e rispetto delle tecniche vitivinicole antiche custodite gelosamente.
Siamo a Montebello Vicentino, la cantina è inserita in un contesto rispettoso del paesaggio solcato da dolci colline nelle quali si insediano nella zona del Gambellara Classico, sin dall’ 1800, 8 ettari di vigneto.
Questa storicità e la continua ricerca hanno consentito alla quarta generazione di Dal maso – Nicola, Anna e Silvia di ritrovarsi un patrimonio viticolo con vigne di 50 anni di media, andando a recuperare anche vigneti storici che rappresentano l’eccellenza territoriale.
Dal Maso è presente anche nei Colli Berici con altri 17 ettari con la produzione delle uve autoctone Tai Rosso, insieme a Cabernet e Merlot, e dopo un recente acquisto di vigneti anche sul Monte Calvarina e sui Monti Lessini per la produzione dell’uva Durella.
Gambellara “Ca’ Fischele” 2022
Vino ottenuto da vecchie vigne di media 50 anni, provenienti da Selva, uno dei loro cru della zona di Gambellara Classica.
Aspetto: Giallo Paglierino con riflessi dorati
Naso: Frutti polpa bianca matura, accenni di sambuco, ananas e frutta esotica
Palato: Rappresenta un lungo sorso, con note accentuate di pera e mela matura, con le note presentate al naso floreali. L’acidità bilanciata, lunga persistenza.
Gambellara “Riva del Molino” 2020
Vino ottenuto da differenti appezzamenti in diverse esposizioni dei cru della cantina. accompagna una lieve surmaturazione per accentuare la complessità dell’uva garganega, seguito da maturazione in vasche di acciaio e grandi botti di rovere.
Aspetto: Giallo paglierino riflessi dorati
Naso: Frutti tropicali, pesca matura e mandorla con una piacevole sapidità controbilanciano i sentori dell’acidità spiccata di questo vino gastronomico.
Lunga persistenza e fine, grande capacità di invecchiamento.
Gambellara Vin Santo 2007
Una antica tecnica di affinamento del Vin Santo fatta mediante le botti originali, una lenta fermentazione naturale e successiva maturazione in caratelli da 50 litri di rovere e acacia per almeno 10 anni.
Aspetto: Colore ambrato scuro
Aromi: Frutta esotica candita, un delizioso, suadente invadere di profumi di datteri e caramello
Palato: L’acidità rende interessante ogni sorso, accompagnato dai profumi sentiti al naso coerente, accompagnato dal gusto di caramello salato, grazie alla grande mineralità preservata dall’uva garganega. Suadente, invita a sorseggiare accompagnato da un sorso fine e longilineo e dimostra la longevità della garganega.
Tenuta Natalina Grandi
Tra tante altre cantine presenti a Gambellara, Natalina Grandi ha sempre creduto nella cura della terra e in una produzione vitivinicola che rispettasse a pieno il territorio. Una visione chiara che dagli anni ’80 del secolo scorso ha portato all’acquisto di vari piccoli appezzamenti fino ad arrivare all’ apertura della cantina nel 1991.
La proprietà crede fermamente nella coltivazione e produzione artigianale e questo si nota in tutti i processi aziendali, dalla cura dei vigneti fino all’imbottigliamento. Tutta la produzione è certificata biologica.
La tenuta è situata a Monte di Mezzo, sono 10 gli ettari vitati con una decisa ’impronta territoriale, oggi condotti da Giovanni Framarin e dai suoi figli Luca, Lisa e Valentina.
Luca Framarin, è anche il giovanissimo presidente del Consorzio di Tutela dei Vini di Gambellara, che ha come principale obiettivo l’idea di rafforzare l’identità della denominazione e promuovere la garganega vulcanica in Italia e all’estero, attraverso una produzione più sostenibile e consapevole.
Gambellara Classico “Col di Mezzo” 2019
Il vino che porta in etichetta il luogo di appartenenza, le uve sono raccolte nell’omonimo Cru di Gambellara, è caratterizzato da una vinificazione in vasche di acciaio seguita da una sosta di affinamento in botti di rovere francese per 7 mesi.
Aspetto: colore giallo paglierino
Naso: Note di biancospino e pesca bianca
Palato: Mineralità spiccata, quasi sapido. Accompagna le note di pesca, mela e alcune erbe officinali, con un sorso piacevole che si racchiude con accenni di mandorla.
Vitevis e l’impegno verso la Sostenibilità
La cooperativa Vitevis nata nel 2015 dall’unione di tre Cantine vicentine – Cantina Colli Vicentini di Montecchio Maggiore, Cantina di Gambellara e Cantina Valleogra di Malo è impegnata in garantire il minor impatto ambientale possibile.
Il Progetto di Sostenibilità “100% Carbon Neutral” coinvolge tutti i suoi 1350 soci su un territorio di 2800 ettari totali di vigneti e su ben 5 Doc del territorio Veneto.
Coinvolgere i soci e incrementare il numero dai soci aderenti, ora più della metà certificati (Equalitas, SQNPI )permette di strutturare linee guida comuni e mettere in rete tutte le realtà, adottando metodi all’ avanguardia come ad esempio l’agricoltura di precisione: i soci tramite una app analizzando i dati di rilevazioni meteo basate sul posizionamento dei loro vigneti potranno inserire le pratiche di irrigazioni e trattamenti necessari e potranno verificare anche la vigoria e lo stress idrico delle piante.
Gambellara per il futuro
Il Consorzio Gambellara, grazie alla gestione attenta del Direttore Giovanni Ponchia, è un esempio di come si possa fare rete unendo pratiche tradizionali e all’avanguardia.
Le dolci colline di Gambellara vivono una fase di grande evoluzione: oggi sono sempre più i giovani produttori che ripristinano le pratiche di vitivinicole tramandate dai loro nonni che lasciano come segno distintivo al vino l’autenticità. Essi pur interpretando questi antichi saperi donano alla garganega una nuova veste, puntando sulla bevibilità e freschezza, uno stile che è sempre più apprezzato dai consumatori, senza dimenticare, anzi tutelando e garantendo, quell’impronta territoriale propria dei vini vulcanici.