La Svizzera rimane uno dei mercati di riferimento per il vino italiano e francese, con un andamento stabilmente in crescita negli ultimi anni, soprattutto a fronte di un miglioramento del mix di prodotto importato. Nel 2022, a onore del vero il cambio (da 1.08 alla parità contro l’euro) ha aiutato ad abbellire i numeri che presentiamo oggi. Infatti, a fronte di un incremento del giro d’affari in euro del 3% a 1.29 miliardi di euro, la medesima cifra espressa in valuta locale è in calo del 4%. Tale andamento è anche coerente con un calo del volume importato pari al 6%, da 1.9 a 1.8 milioni di ettolitri. In questo contesto di mercato, i vini francesi sono andati leggermente meglio di quelli italiani, con un incremento in euro del 6%, rispetto al +3% registrato dai prodotti italiani, derivante da un andamento più sostenuto (+4% rispetto a +1%) dei vini in bottiglia, mentre nel segmento degli spumanti, pur persistendo delle differenze importanti in valore assoluto, i prodotti italiani crescono leggermente di più di quelli francesi. L’anno 2022 è poi stato leggermente per i vini spagnoli e portoghesi. L’analisi prosegue nel resto del post, ricordandovi che tutti i numeri sono anche disponibili in formato agevolmente scaricabile nella sezione dedicata di Solonumeri.
- La quota di mercato del vino italiano è dunque stabile al 35.5% per un totale di 456 milioni di euro, che si combina con un dato stabile per il vino in bottiglia (341 milioni, 36% del totale) e un incremento dal 32% al 33% per i vini spumanti, che toccano quota 80 milioni.
- Dai dati potete chiaramente vedere come la Svizzera resta fortemente ancorata al prodotto francese e italiano, che rappresentano insieme il 74% delle importazioni totalie e ben il 93% dei vini spumanti.
- Il discorso sui volumi cambia leggermente. L’Italia con 744mila ettolitri è largamente davanti alla Francia (391mila) e rappresenta il 42% del vino importato totale, contro il 22% della Francia quindi e al 17% della Spagna.
- Nel 2022 sono stati in calo il valore proprio i vini spagnoli (-2% a 143 milioni) e quelli portoghesi (-9%, contro un eccellente 2021 peraltro), come dicevamo più sopra.
- Nelle seconde linee non si vedono trend particolari, forse con l’eccezione del vino americano, cresciuto del 13% in valore a 30 milioni di euro, ma ugualmente calato del 6% in volume (a significare che probabilmente si tratta più di una questione di cambio).
- Bene, vi lascio alle tabelle e ai grafici.
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