Prosegue l’impegno di VinNatur per produrre vini liberi dai pesticidi, con risultati soddisfacenti e conformi al protocollo di produzione associativo. È questo l’esito delle analisi a campione svolte su 70 vini delle aziende partecipanti all’ultimo Tasting, tenutosi allo show-room Margraf di Gambellara (Vicenza) dal 13 al 15 aprile scorsi.
Da 15 anni l’Associazione Viticoltori Naturali compie infatti approfondite valutazioni sull’operato di ciascun socio, allo scopo di monitorarne la conformità. Un progetto attento e responsabile che rappresenta la più importante autoanalisi finora intrapresa da un gruppo di vignaioli e che ha condotto nel tempo a un positivo confronto tra gli stessi.
“Questa ricerca è una concreta declinazione della nostra volontà di fare vini secondo natura ma sempre supportati dalla scienza, nel rispetto del territorio, della vite e dei cicli naturali – spiega Angiolino Maule, Presidente di VinNatur –. Come è previsto dal nostro protocollo di produzione anche quest’anno abbiamo attuato uno specifico piano di controlli, con l’obbiettivo di garantire la caratteristica fondamentale del vino dei nostri soci: equilibrato, realizzato secondo metodi naturali e con la minor quantità di anidride solforosa possibile”.
Tali verifiche fanno parte del percorso che accetta di affrontare ciascun vignaiolo per entrare nell’Associazione VinNatur.
“In occasione della 19esima edizione di VinNatur Tasting abbiamo preso in esame in maniera casuale i campioni di un terzo delle aziende vitivinicole partecipanti alla manifestazione – prosegue Maule –. Possiamo dichiararci soddisfatti dell’esito delle analisi, che hanno rivelato come i nostri viticoltori credano nell’importanza di operare con chiarezza in vigna e in cantina, nel massimo rispetto dei consumatori finali”.
Le analisi residuali, effettuate dal laboratorio Vassanelli Lab di Bussolengo (Verona), hanno previsto la ricerca di 388 principi attivi di pesticidi, ossia tutti quelli autorizzati per il settore vitivinicolo e quelli vietati a partire dal 2000 ad oggi. Tra i 70 vini analizzati solamente uno ha alcune tracce al suo interno. Pur trattandosi di livelli non rilevanti, verranno effettuate ulteriori indagini presso l’azienda. Metà dei campioni esaminati hanno quantità di anidride solforosa totale inferiori ai 10 mg/litro, mentre i restanti si attestano al di sotto dei valori previsti nel protocollo VinNatur (30 mg/litro per i vini rossi, 50 mg/litro per i bianchi, spumanti e rosati).
Al raggiungimento di questi importanti risultati ha contribuito anche il confronto con FoodMicroTeam, spin-off accademico dell’Università degli Studi di Firenze che dal 2013 supporta in cantina alcune aziende socie di VinNatur. Con loro prenderà il via nei prossimi mesi un nuovo progetto che si articolerà in analisi microbiologiche su vini in fermentazione e conservazione, con l’obiettivo di evitare l’insorgenza di difetti e alterazioni in queste fasi produttive.