La famiglia Tommasi continua a scrivere nuove pagine della propria storia enologica, questa volta in Puglia. Con l’ingresso di Tenuta Eméra a Lizzano e della Cantina Moros a Guagnano, il progetto di Masseria Surani si consolida e guarda al futuro con un respiro sempre più ampio.
L’operazione segna anche un passaggio generazionale importante: Claudio Quarta, figura di rilievo del vino pugliese contemporaneo, annuncia il proprio ritiro, lasciando il testimone alla famiglia Tommasi. Ma il filo non si spezza: la figlia Alessandra Quarta continuerà a collaborare per garantire continuità e sviluppo al percorso avviato più di quindici anni fa.
Quella di Claudio Quarta è una vicenda che somiglia a un ritorno romantico. Nel 2005, dopo una carriera da ricercatore e imprenditore farmaceutico negli Stati Uniti, scelse di tornare in Salento, la terra della sua infanzia, per inseguire la passione del vino. Con lui, dal 2012, Alessandra: formazione internazionale e la volontà di trasformare la passione in progetto, unendo ricerca e innovazione a tradizione e sostenibilità.
Per la famiglia Tommasi, già presente in Puglia dal 2012 con Masseria Surani a Manduria, l’acquisizione rappresenta un tassello strategico: «È una grande opportunità – sottolinea Giancarlo Tommasi, enologo e direttore tecnico – che ci permette di rafforzare la nostra presenza e di integrare nuove cantine di vinificazione e imbottigliamento». Il gruppo raggiunge così un patrimonio di oltre 800 ettari vitati in tutta Italia, confermando la propria vocazione ad abbracciare territori diversi e identitari.
Il portafoglio pugliese di Tommasi Family Estates si articola ora su tre poli:
- Tenuta Espéra a Manduria, cuore originario del progetto, con etichette dedicate alla ristorazione e legate al Primitivo;
- Tenuta Eméra a Lizzano, dove si coltivano Primitivo Doc, Fiano e Negroamaro Rosé;
- Cantina Moros a Guagnano, custode del Salice Salentino Doc Riserva.
Per Alessandra Quarta, la scelta di affiancare la famiglia Tommasi nasce da una visione pragmatica e al tempo stesso affettiva: «Cercavo un approdo solido per crescere sui mercati globali – racconta – e sono certa che insieme potremo far fiorire il progetto avviato con papà, generando nuove opportunità per il territorio».
Con questa mossa, Tommasi completa il proprio mosaico mediterraneo: Salento in Puglia, Vulture in Basilicata con Paternoster, Etna in Sicilia con Ammura. Una geografia che racconta la ricchezza dei terroir del Sud e la loro capacità di parlare al mondo, mantenendo un legame stretto con la tradizione.
In questa visione, la Puglia non è solo un luogo di produzione, ma un territorio da ascoltare e interpretare. Un laboratorio dove il vino diventa racconto, memoria e al tempo stesso progetto, capace di restituire l’identità locale in una prospettiva internazionale.