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Dalla Piana al mondo: il nuovo racconto del Teroldego

Ci sono vini che nascono da un luogo, e altri che sono un luogo. Il Teroldego Rotaliano appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Parlare di questo vitigno significa parlare della Piana Rotaliana, di una trama di suoli e di storie che si confondono fino a diventare un’unica identità. In pochissimi altri casi nel mondo il vincolo fra vitigno, vino e territorio appare tanto indissolubile.

Photo Frizzera

Ad esempio, molti vitigni italiani – dal Nebbiolo al Sangiovese – hanno saputo adattarsi a luoghi diversi, generando una pluralità di espressioni.
Il Teroldego, invece, resta fedele alla sua terra d’origine: ogni tentativo di trapiantarlo altrove ha restituito vini privi della stessa profondità che qui, tra Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele all’Adige, trova la sua misura più autentica.

Photo Frizzera

Il Teroldego è un vino che coniuga radici profonde e leggerezza contemporanea: ha corpo e carattere, ma non appesantisce; è ricco senza essere opulento.
In un tempo in cui il gusto si orienta verso rossi più agili, gastronomici, capaci di accompagnare la tavola senza dominarla, il Teroldego si rivela moderno nel senso più vero del termine — un vino che parla al presente senza tradire la propria storia.

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La Piana dell’acqua e della luce

La Piana Rotaliana – la più ampia pianura del Trentino – si distende tra il torrente Noce, il fiume Adige e il passo della Rocchetta, porta naturale verso la Val di Non. Già nel VI secolo Paolo Diacono la citava come Campo Rotaliano, toponimo di probabile origine celtica che rimanda all’idea di “pianura dell’acqua”: un mosaico di suoli alluvionali e antiche paludi che, nei secoli, ha conservato una fertilità straordinaria.

Photo Frizzera

Su questo lembo di terra, incastonato tra pareti di roccia e percorso dai venti del Garda, il Teroldego ha trovato il suo equilibrio. Un vitigno autoctono documentato sin dal Trecento, legato in modo quasi mistico al microclima del Campo Rotaliano: giornate luminose, forti escursioni termiche, un drenaggio perfetto che costringe la vite a scavare in profondità. Ne nascono vini dal colore rubino intenso, profumati di mora, lampone e spezie, dotati di una trama minerale e una beva contemporanea, capace di conciliare struttura e freschezza.

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Un vino con radici nobili

La storia del Teroldego è intrecciata con quella del Trentino. Citato per la prima volta in un atto notarile del 1480, guadagnò fama internazionale ai tempi del Concilio di Trento, quando fu servito ai padri conciliari e subito apprezzato per la sua eleganza. Maria Teresa d’Austria lo chiamava Tiroler Gold – oro del Tirolo – un nome che ancora oggi ne accompagna le leggende etimologiche.

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La sua genealogia, ricostruita grazie agli studi genetici dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, rivela parentele illustri: il Teroldego è progenitore del Marzemino e del Lagrein e mostra legami di sangue con due varietà nobili come Pinot Noir e Syrah. Una discendenza che spiega la sua finezza aromatica e la sua naturale predisposizione all’evoluzione.

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Dopo la crisi della fillossera e la devastazione della Prima Guerra Mondiale, la rinascita del vitigno fu dovuta alla tenacia dei produttori e al lavoro pionieristico di Rebo Rigotti, figura chiave dell’enologia trentina. Nel 1948 nacque il Consorzio del Teroldego, e nel 1971 arrivò la DOC “Teroldego Rotaliano”, simbolo di una nuova consapevolezza identitaria.

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Oggi la Piana Rotaliana mostra tre anime: i vini di Mezzocorona, più morbidi e immediati; quelli di Mezzolombardo, più tesi e longevi; e i vini di Grumo, che grazie al respiro dell’Ora del Garda possono spingersi verso una maturazione più ampia e complessa. Diversità che confermano, ancora una volta, la ricchezza di un territorio in cui ogni parcella racconta una sfumatura diversa della stessa voce.

Photo Weber

Incontri Rotaliani 2025: il dialogo dei territori

Da questa consapevolezza nasce Incontri Rotaliani, la rassegna biennale che il Consorzio Turistico Piana Rotaliana Königsberg dedica al confronto tra il Teroldego e altri grandi vini del mondo. Un laboratorio di idee e di dialoghi, dove la cultura del vino diventa strumento di relazione tra territori, persone e visioni.

Photo Weber

La quarta edizione di Incontri Rotaliani si è svolta il 25 e 26 ottobre 2025 tra Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele all’Adige, confermandosi come uno degli appuntamenti più significativi del panorama enologico trentino.

Quest’anno il dialogo si è aperto con due territori che condividono con il Trentino una nobile parentela genetica: Cortona, in Toscana, e la Côte-Rôtie, nella Valle del Rodano, entrambi interpreti eccellenti del Syrah. Un incontro che ha superato i confini del calice, toccando le radici comuni della viticoltura e le infinite possibilità di dialogo tra terroir lontani.

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Attraverso wine talk, degustazioni guidate, banchi d’assaggio e momenti di confronto culturale, la manifestazione ha confermato la Piana Rotaliana come crocevia di esperienze, laboratorio di idee e di identità. Un territorio che non ha paura di misurarsi con il mondo, ma anzi trova nel confronto la chiave della sua forza.

Le edizioni precedenti – dalla Borgogna alla Rioja, fino all’Etna – avevano già tracciato il solco di un racconto in cui il vino diventa linguaggio universale. La 2025 ha aggiunto un nuovo capitolo, rafforzando la consapevolezza che il Teroldego non è soltanto un simbolo del Trentino, ma un interlocutore autorevole nel panorama del vino internazionale.

Oggi, più che mai, il Teroldego Rotaliano rappresenta l’equilibrio tra radici e modernità. È figlio di una terra irripetibile e al tempo stesso capace di parlare la lingua del presente: quella della freschezza, della versatilità, della convivialità. Un vino che può attrarre l’appassionato e il nuovo consumatore, raccontando con autenticità la Piana Rotaliana e la sua energia contemporanea.

From the Plain to the World: the New Story of Teroldego

There are wines that are born from a place, and others that are a place.
Teroldego Rotaliano undoubtedly belongs to the latter. To speak of this grape is to speak of the Piana Rotaliana — of a weave of soils and stories that merge until they become a single identity. In very few cases around the world does the bond between grape, wine, and land appear so indissoluble.

Many Italian varieties – from Nebbiolo to Sangiovese – have learned to adapt to different regions, creating a multitude of expressions.
Teroldego, on the other hand, remains faithful to its homeland: every attempt to transplant it elsewhere has produced wines lacking the depth it achieves here, between Mezzolombardo, Mezzocorona, and San Michele all’Adige, where it finds its most authentic balance.

Teroldego is a wine that combines deep roots with a contemporary lightness: it has body and character without heaviness; it is rich yet never opulent.
At a time when taste leans toward more agile, food-friendly reds — wines that accompany rather than dominate the table — Teroldego reveals itself as truly modern: a wine that speaks to the present without betraying its past.

The Plain of Water and Light

The Piana Rotaliana – the widest plain in Trentino – stretches between the Noce stream, the Adige River, and the Rocchetta Pass, a natural gateway to the Val di Non. Already in the 6th century, the historian Paul the Deacon referred to it as Campo Rotaliano, a name of probable Celtic origin evoking the “plain of water”: a mosaic of alluvial soils and ancient marshes that has preserved extraordinary fertility through the centuries.

On this strip of land, set between rocky cliffs and swept by the winds from Lake Garda, Teroldego has found its perfect harmony.
This native grape, documented since the 14th century, is almost mystically tied to the microclimate of the Campo Rotaliano: bright days, sharp temperature swings, and excellent drainage that forces the vine to dig deep.
The result is a wine of intense ruby color, with aromas of blackberry, raspberry, and spice — minerally textured, fresh, and beautifully balanced between structure and drinkability.

A Wine with Noble Roots

The history of Teroldego is intertwined with that of Trentino itself. First mentioned in a notarial document from 1480, it gained international fame during the Council of Trent, when it was served to the conciliar fathers and admired for its elegance.
Empress Maria Theresa of Austria called it Tiroler Gold – “the gold of Tyrol” – a name that still echoes through the legends of its etymology.

Its genealogy, reconstructed through genetic studies by the Edmund Mach Foundation in San Michele all’Adige, reveals illustrious kinships: Teroldego is a progenitor of Marzemino and Lagrein and shares genetic ties with two noble varieties — Pinot Noir and Syrah. A lineage that explains both its aromatic finesse and its natural aptitude for aging.

After the devastation of phylloxera and the First World War, the grape’s revival was made possible by the perseverance of local growers and the pioneering work of Rebo Rigotti, a key figure in Trentino viticulture.
In 1948, the Consorzio del Teroldego was founded, and in 1971 came the DOC “Teroldego Rotaliano”, marking a new era of identity and awareness.

Today, the Piana Rotaliana expresses three distinct souls: the wines of Mezzocorona — softer and more immediate; those of Mezzolombardo — more vibrant and long-lived; and the wines of Grumo, which, thanks to the Garda breeze, achieve broader and more complex ripeness.
Differences that confirm, once again, the richness of a territory where every parcel tells a unique nuance of the same voice.

Incontri Rotaliani 2025: a Dialogue of Territories

From this awareness was born Incontri Rotaliani, the biennial event organized by the Piana Rotaliana Königsberg Tourist Consortium to promote dialogue between Teroldego and other great wines of the world. A laboratory of ideas and encounters, where wine culture becomes a bridge between territories, people, and visions.

The fourth edition of Incontri Rotaliani took place on October 25–26, 2025, across Mezzolombardo, Mezzocorona, and San Michele all’Adige, confirming itself as one of Trentino’s most significant wine events.

This year’s dialogue opened with two regions that share a noble genetic link with Trentino: Cortona, in Tuscany, and Côte-Rôtie, in France’s Rhône Valley — both exceptional interpreters of Syrah.
An encounter that went beyond the glass, exploring the shared roots of viticulture and the endless possibilities of dialogue between distant terroirs.

Through wine talks, guided tastings, walk-around sessions, and cultural discussions, the event reaffirmed the Piana Rotaliana as a crossroads of experiences — a living laboratory of identity and innovation.
A territory unafraid to engage with the world, finding in that very openness the source of its strength.

Previous editions — from Burgundy to Rioja, and even Mount Etna — had already traced the path of a story in which wine becomes a universal language. The 2025 chapter added new depth, confirming that Teroldego is not merely a symbol of Trentino, but a confident interlocutor on the international stage.

Today, more than ever, Teroldego Rotaliano embodies the balance between roots and modernity.
It is the child of an unrepeatable land, yet speaks the language of the present — freshness, versatility, conviviality.
A wine capable of attracting both enthusiasts and newcomers, telling the story of the Piana Rotaliana with authenticity and contemporary energy.


Fonte: http://www.lastanzadelvino.it/feed/


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