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    AIS Veneto: Enrico Panizzuti è il Miglior Sommelier del Veneto 2024

    Il vincitore del Concorso Miglior Sommelier del Veneto 2024 di AIS Veneto è Enrico Panizzuti della delegazione di Venezia. 38 anni di Mestre (Venezia) e di professione deejay e Sommelier, il primo classificato ha saputo conquistare la Giuria grazie alle importanti conoscenze teoriche e alle grandi abilità pratiche dimostrate durante le prove, aggiudicandosi un viaggio […] LEGGI TUTTO

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    Nuove soluzioni per l’affinamento nella cantina di Joško Gravner

    Joško Gravner, figura cardine nella storia del vino italiano continua a dimostrare il suo spirito innovativo. Da sempre alla ricerca del contenitore ideale per affinare i suoi vini, Gravner, insieme al nipote Gregor Pietro, sta esplorando nuove frontiere per migliorare la qualità del processo di produzione. Di recente, la sua attenzione si è concentrata sull’uso del vetro, apprezzato per le sue proprietà di inerzia, resistenza e facilità di pulizia.

    Enokube Gravner

    Tra il 2024 e il 2025, due nuove realtà, EnoKube e Pfaudler, introdurranno contenitori innovativi che si affiancheranno alle tradizionali anfore interrate nella cantina di Oslavia. EnoKube, un progetto italiano nato dall’idea di Gravner, realizzato da Enrico Cusinato e dal mastro vetraio Vittorio Benvenuto, ha creato una vasca in vetro da 10 ettolitri, già utilizzata nella cantina per sperimentare l’affinamento di piccole quantità di vino. Grazie alla precisione del vetro, questo contenitore si è rivelato ideale per piccoli lotti, garantendo una maturazione qualitativa superiore.

    Per gestire volumi più grandi, Gravner ha poi collaborato con Pfaudler Italia, specializzata in apparecchiature vetrificate per l’industria chimica e farmaceutica. Insieme, hanno sviluppato serbatoi in acciaio vetrificato da 70 ettolitri, combinando la robustezza dell’acciaio con le qualità del vetro. Il processo di vetrificazione, eseguito a circa 900°C, conferisce ai serbatoi una superficie liscia, priva di porosità e altamente igienica, ideale per la conservazione del vino. Questi serbatoi, oltre a garantire una lunga durata, sono completamente riciclabili, migliorando così la sostenibilità ambientale.

    Mateja Gravner e Joško Gravner

    Mateja Gravner, commentando le innovazioni, ha sottolineato come entrambe le soluzioni, EnoKube per le piccole produzioni e Pfaudler per i volumi maggiori, rappresentino un passo fondamentale nella continua ricerca della perfezione nel vino. Ogni contenitore ha un ruolo specifico e complementare, permettendo alla cantina di continuare a produrre vini di altissima qualità senza compromessi.

    Joško Gravner

    Anche Mauro Bona di Pfaudler ha evidenziato l’importanza della collaborazione, definendola un incontro tra ricerca industriale e natura, che apre nuove opportunità per entrambi i brand e porta tecnologie all’avanguardia nel settore vinicolo di Oslavia. LEGGI TUTTO

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    Non in sole anfore vive il vino: Gravner sceglie nuove soluzioni per l’affinamento

    Protagonista assoluto del vino italiano e della sua storia recente, considerato da molti il padre degli orange wine, Joško Gravner è da sempre un innovatore indomito in continuo movimento, alla ricerca del contenitore giusto dove far nascere i suoi vini. Supportato dal nipote Gregor Pietro, nell’ultimo periodo Gravner ha esplorato nuove frontiere per l’affinamento, approfondendo […] LEGGI TUTTO

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    Per il “Gesualdo da Venosa” la conferma dei 5 Grappoli

    Bis di prestigio per il “Gesualdo da Venosa” di Cantina di Venosa (PZ) che per il secondo anno consecutivo si aggiudica gli ambìti 5 Grappoli della Guida Bibenda. Sull’edizione 2025 della rinomata Guida edita dalla Fondazione Italiana Sommelier, giunta alla 27esima edizione, spicca quindi il massimo riconoscimento per l’Aglianico del Vulture DOP “Gesualdo da Venosa” […] LEGGI TUTTO

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    Sentire la vendemmia. Con le mani nella terra, con i piedi nell’uva!

    Vendemmia e capucanale con i bambini ciechi, ipovedenti e vedenti. Forbici, cestino e stivali, pronti a correre tra i filari per raccogliere l’uva? E poi via le scarpe e tutti nei tini per schiacciare a piedi nudi gli acini, mentre sale inebriante il profumo del mosto. Vendemmiare con i bambini è un’esperienza preziosa, perché ci riporta alle cose […] LEGGI TUTTO

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    Novità dalla Doc Colli Maceratesi, due nuove versioni per la Ribona

    Il gioiello della denominazione della DOC Colli Maceratesi, ma forse dell’intero Vigneto Marche, è sicuramente la tipologia Ribona noto anche come vitigno maceratino di cui compaiono tracce su alcuni bollettini ampelografici già a partire dal 1800.

    Grazie a un tessuto costituito prevalentemente da piccole aziende agricole a conduzione famigliare, è stato possibile fare un lavoro improntato sulla qualità e oggi la ribona è sicuramente uno dei vini bianchi italiani che merita la scoperta e, grazie anche a una caratteristica di particolare longevità, potrebbe divenire una delle vere e proprie eccellenze del Belpaese a carattere bianchista, al pari di altri areali altamente vocati, in primis Collio e Alto Adige. Il tempo consente infatti alla Ribona di sviluppare aromi sempre più complessi e avvolgenti e di raggiungere un’elegante espressività aromatica. Proprio in questi giorni è stato dato il via libera per la “Riserva” a 2 nuove tipologie della Doc Colli Maceratesi.

    i produttori

    È stata infatti pubblicata in Gazzetta ufficiale – dopo un iter di 3 anni proposto dall’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e dal Comitato Colli Maceratesi – l’introduzione di 2 nuove versioni: la Colli Maceratesi Ribona Riserva e la Colli Maceratesi Ribona Spumante Riserva. Un upgrade verso prodotti premium a maggior longevità, in linea con gli obiettivi di sviluppo di Imt e dei 74 produttori e viticoltori dell’area.

    vigneto Ribona

    “La modifica del disciplinare della Doc Colli Maceratesi con l’introduzione dei due nuovi bianchi Riserva della Ribona nelle tipologie vino e spumante metodo classico, – ha detto il presidente Imt, Michele Bernetti – è coerente con il processo di aggiornamento di alcuni disciplinari delle nostre 16 denominazioni, nati circa 50 anni fa, che necessitano di essere attualizzati. Un’azione in linea con il percorso intrapreso dal Consorzio che punta a innalzare qualità e valore aggiunto delle produzioni. La notizia della pubblicazione in Gazzetta – ha concluso Bernetti – è il modo migliore per festeggiare i primi 25 anni di Imt”.

    Michele Bernetti

    Produzione massima contingentata (91 ettolitri per ettaro), procedimento di elaborazione di almeno 36 mesi per la Ribona Spumante Riserva con rifermentazione esclusivamente in bottiglia, immissione al consumo consentita solo dopo un affinamento di 12 mesi per la Ribona Riserva, costituiscono le principali norme per la vinificazione delle 2 nuove tipologie che saranno coltivate in provincia di Macerata e nel Comune di Loreto, in provincia di Ancona.

    Per il presidente del Comitato della Doc Colli Maceratesi, Filippo degli Azzoni: “Le due nuove Riserve introdotte grazie al lavoro fatto da Imt valorizzano il Colli Maceratesi Ribona, un prodotto con ottime potenzialità di crescita sul mercato, e sono in grado di rispondere a una domanda qualificata, capace di apprezzare le doti di longevità e di complessa eleganza che sono nel Dna del vitigno. Dopo anni di ricerca che hanno portato a questa scelta, si aprono ora delle opportunità per attivare nuovi canali di vendita, sia sul mercato interno sia estero; questo è molto positivo”.

    vigneto di Ribona

    Tra le altre disposizioni pubblicate in Gazzetta: l’eliminazione della tipologia novello per la versione rosso; sul fronte etichettatura e presentazione dei vini della Doc è prevista la possibilità per i produttori di riportare il nome geografico “Marche” (secondo indicazioni specifiche stabilite nel disciplinare).

    La Doc Colli Maceratesi ha un’estensione di 250 ettari per una produzione certificata equivalente a un potenziale di circa 600 mila bottiglie (0,75 litri). Quarantasei i viticoltori e 28 i produttori.

    Per un maggiore approfondimento sulla Ribona è possibile consultare il sito  https://ribona.it/ . LEGGI TUTTO

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    Serprino, il brand autonomo dei Colli Euganei

    Il Serprino è l’unico vino veneto specializzato nella tipologia frizzante e rappresenta un’esclusività dei Colli Euganei, stante che il Decreto 13 agosto 2012 del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali stabilisce che il nome Serprino può essere utilizzato “ai soli fini della designazione dei vini Dop Colli Euganei”. Questo significa che, al di fuori dei Colli Euganei, non può esistere alcun vino che possa utilizzare il nome Serprino.

    Di conseguenza, il piano strategico recentemente adottato dal Consorzio Tutela Vini Colli Euganei prevede che il nome Serprino venga considerato un vero e proprio brand autonomo e che, in quanto tale, sia protagonista di uno specifico progetto di valorizzazione, così come lo saranno, in maniera distinta, i rossi dei Colli Euganei e i vini aromatici locali a base delle varietà di Moscato. Insomma: Serprino, vini rossi e vini aromatici non saranno più promossi assieme, ma sempre in maniera separata, in modo da attrarre l’interesse di specifici segmenti di mercato.

    La specializzazione nella tipologia frizzante offre al Serprino una considerevole opportunità di posizionamento commerciale, alla luce dell’andamento favorevole dei vini “con le bollicine” e del fatto che, stanti recenti indagini di mercato, in Italia circa otto consumatori su dieci di tali tipologie di vini si definisce acquirente di vini “frizzanti”, a prescindere dal fatto che il vino sia davvero frizzante o sia spumante.

    Vigneti lungo il sentiero M.Fasolo_Gallato ALberto

    Le parole chiave su cui si baserà la promozione del Serprino sono quelle che ne rappresentano la specificità: sarà dunque presentato come un vino frizzante, vulcanico, dinamico, unico, informale, trasversale a tutte le fasce di età e dotato di una forte identità. Dal lato dell’immagine grafica, invece, il Serprino disporrà di un proprio marchio specifico, il cui utilizzo sarà normato in maniera molto rigorosa per garantirne la costante riconoscibilità.

    Frizzarin_Pan_Carraro_

    Dal lato della produzione, il Serprino dispone di un potenziale considerevole: attualmente, se ne imbottigliano poco meno di un milione di bottiglie, ma i vigneti già esistenti possono consentire, teoricamente, di arrivare a 8,5 milioni di bottiglie. Per sviluppare il mercato occorrerà lavorare sulla crescita della percezione identitaria del Serprino da parte sia della filiera produttiva, sia dei consumatori. In questo sono d’aiuto la forte conoscenza del vitigno da parte dei viticoltori locali e la rapidità potenziale di collocamento sul mercato post vendemmia, stante che i tempi di rifermentazione del Serprino sono relativamente brevi: di fatto, prima di Natale possono essere già sul mercato le prime bottiglie di Serprino della nuova annata.

    Filari e Oche_ ph. M.Danesis

    Sotto il profilo geografico, il focus iniziale dell’azione consortile sarà concentrato sulla provincia di Padova e sulle provincie contermini (esclusa Treviso, fortemente radicata nel Prosecco), per puntare successivamente a un ampliamento graduale verso l’Italia Settentrionale e i mercati continentali. In particolare, per quanto riguarda Padova e provincia, il Consorzio intende fare del Serprino il vino di riferimento per i brindisi augurali e per tutti i momenti di festeggiamento, e per questo è disponibile ad affiancare attivamente gli organizzatori di eventi e iniziative locali.

    Il piano strategico prevede anche che la promozione del brand Serprino venga agevolata da alcuni interventi di adeguamento del disciplinare di produzione, da realizzarsi secondo modalità che rendano maggiormente coerente e compatibile la percezione dell’identità del vino già a partire dalle etichette delle bottiglie. A tal fine, si pensa di sottoporre all’Assemblea dei Soci del Consorzio la modifica dell’attuale modalità di etichettatura, passando dalla menzione Colli Euganei Serprino alla nuova definizione di Serprino dei Colli Euganei, e dunque ponendo in primo piano il nome Serprino. Inoltre, si vorrebbe introdurre la tipologia di Serprino frizzante “sui lieviti”, in coerenza con le attuali dinamiche della domanda di vini frizzanti e con la tradizione veneta dei vini “col fondo”. Si ipotizza infine di liberalizzare i sistemi di chiusura del Serprino, con l’autorizzazione all’uso del tappo a vite, ampiamente richiesto dagli importatori esteri.

    La foto di copertina è Alessandra Lazzarotto. LEGGI TUTTO