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    Donatella Cinelli Colombini vi presenta Cantine Aperte 2024

    #DonatellaCinelliColombini celebra #Cantine#Aperte il 25 e 26 maggio 2024 offrendo ai #winelover che verranno nelle sue aziende due esperienze diverse e memorabili. #Degustazioni itineranti dentro e fuori le cantine intercalate da racconti, assaggi di grandi #Brunello e #OrciaDoc in abbinamento con cibi di antichissima tradizione. Ecco che il pane toscano DOP fatto con grano della […] More

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    Famoso Intrigo, il nuovo vino bianco di Tenuta La Viola

    In occasione dell’ultimo Vinitaly, Tenuta La Viola ha presentato un nuovo vino: si chiama Famoso Intrigo, da uve Famoso in purezza. Famoso Intrigo rappresenta un viaggio affascinante nel nostro patrimonio enologico, evocando il fascino del mistero e dell’intrigo. È una testimonianza della nostra dedizione alla creazione di vini eccezionali, che ricorda un tempo in cui […] More

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    Nelle mie vigne l’eredità del Cabreo: presentata l’autobiografia di Ambrogio Folonari

    L’innovazione quale valore distintivo nella vita e nel lavoro di Ambrogio Folonari, fondatore dell’azienda Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute e decano dei viticoltori italiani. È questo il significato profondo del libro “Nelle mie vigne l’eredità del Cabreo”, autobiografia scritta insieme alla giornalista bresciana Emanuela Zanotti e con la prefazione di Luciano Ferraro, Caporedattore Centrale del […] More

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    Consorzio Asti DOCG: Stefano Ricagno nuovo presidente

    Stefano Ricagno è il nuovo presidente del #ConsorzioAstiDocg. Nominato ieri dal consiglio di amministrazione dell’ente consortile, Ricagno raccoglie il testimone da Lorenzo Barbero e resterà in carica per il prossimo triennio. Nel corso del cda sono stati eletti i vicepresidenti Bruno Fortunato, Massimo Marasso, Gianfranco Torelli e Paola Zappino mentre a Barbero è stata affidata […] More

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    A Cantina di Venosa il premio “Agricoltura etica”

    È stata Cantina di Venosa a vincere la categoria “Agricoltura etica” dell’“Agriworld Talk. Storie di Imprese. Persone. Territori”, evento che si è svolto nei giorni scorsi a Matera, che ha messo in luce la Basilicata dell’agrifood grazie alle belle e coinvolgenti storie dei 15 protagonisti che hanno partecipato al contest ideato dalla Rete di Imprese […] More

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    Negli USA stabile l’import del vino italiano

    Mercato del vino a più ombre che luci negli Usa, il primo sbocco per le vendite italiane all’estero con un valore che nel 2023 ha sfiorato i 2 miliardi di euro. Da una parte il segno leggermente positivo delle importazioni trimestrali da Oltreoceano (+1,1% i volumi), dall’altra un ulteriore calo dei consumi nei canali off […] More

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    Vini Naturali in vetrina: VinNatur 2024 a Gambellara

    Di Patrizia Vigolo

    La 19ª edizione del VinNatur Tasting, tenutasi a Gambellara (Vicenza) dal 13 al 15 aprile 2024, ha confermato il suo successo come uno degli eventi di riferimento per gli appassionati di vino naturale in Italia e all’estero. Entrare al VinNatur è come varcare una soglia verso un mondo parallelo, fatto di etichette vintage, altre più pop, e altre ancora così originali da sfidare qualsiasi classificazione.

    Oggi parlare di vino naturale non è più come in passato: ancora non esiste una definizione ufficiale ed univoca, ma il grande pubblico e soprattutto i produttori hanno le idee chiare su cosa significhi “bere naturale”. Il vino naturale deriva da metodi di lavoro che prevedono il minor numero possibile di interventi in vigna e in cantina, e l’assenza di additivi chimici e di manipolazioni da parte dell’uomo.

    Angiolino Maule, tra i pionieri di questa filosofia, oggi si mostra ancora più convinto della strada intrapresa ma con un passo in avanti. Durante una delle masterclass organizzate al VinNatur, ha sottolineato che un vino deve essere naturale ma allo stesso tempo deve rispettare i canoni della qualità: non deve presentare odori sgradevoli e, in generale, deve avere correttezza gusto-olfattiva.

    Ai banchi d’assaggio, oltre 200 produttori provenienti da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Ungheria, Slovenia e Repubblica Ceca hanno offerto un’ampia panoramica del mondo del vino naturale.

    Angiolino Maule

    In questa edizione del 2024, il VinNatur ha proposto Masterclass estremamente interessanti. Queste lezioni hanno affrontato argomenti concreti che hanno suscitato interesse sia tra gli addetti ai lavori che tra gli appassionati.

    Una delle Masterclass più interessanti è stata quella intitolata “Alterazioni microbiologiche dei vini”, tenuta da Giacomo Buscioni. Durante la degustazione, è stato possibile assaggiare vini opportunamente modificati per comprendere le principali alterazioni organolettiche di origine microbiologica e le loro caratteristiche più comuni.

    Per approfondire la conoscenza del vino naturale, l’attività migliore è stata ovviamente degustare e chiacchierare con i produttori presenti alla manifestazione. Sono stati tanti gli assaggi, i nuovi incontri e le conferme, ma sarebbe impossibile raccontare tutto. Ecco quindi il nostro podio, i migliori 3 assaggi della manifestazione VinNatur 2024:

    Reyter – Trentino Alto Adige

    Ci troviamo nella zona di Caldaro/Termeno e sicuramente ciò che caratterizza maggiormente la cantina Reyter è il vitigno Schiava. La Schiava è un solitamente un vino che amo definire “vivace”: vitigno autoctono dell’Alto Adige con una storia alle spalle che risale a prima del ‘500. La sua leggerezza è il suo punto forte. Una trama di tannini moderati ma ben presenti. Al naso emergono le tipiche note di violetta e frutti di bosco. Proprio questa sua leggerezza lo rende un vino versatile: adatto agli aperitivi ma anche come tutto pasto.

    Röck – Alto Adige

    Una cantina familiare che produce circa 30.000 bottiglie. Abbiamo parlato con Carmen, la figlia. Spirito esuberante che ben rappresenta l’amore per ciò che la famiglia produce e per il territorio dove vive. La Valle Isarco è la regione vitivinicola più a nord dell’Italia, dove il clima è decisamente più fresco rispetto al resto dell’Alto Adige. Viel Anders, annata 2020 è uno dei vini che abbiamo degustato. E’ un vino che parla davvero di Carmen. Esuberante, profondo ma che si esprime con una leggerezza che colpisce. Si è subito sentita al naso gli effetti dell’estate calda del 2020 ma che sono stati magistralmente gestiti grazie ad una vendemmia leggeremente anticipata per riuscire a mantenere la freschezza.

    Štemberger – Slovenia

    Non potevamo non degustare la Vitovska di Štemberger, vino simbolo della terra slovena. Un vino che sa impressione per l’eleganza. I sentori sono netti, ben delineati e su tutti emergono le note agrumate. Un’immagine chiara balza agli occhi quando degusti questo vino: senti la durezza del Carso e la leggerezza della brezza marina dell’Adriatico mescolata alla fredda Bora. Una visione che si trasforma in un sorso fresco, minerale e intenso. More

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    Il Vinosanto Umbro Affumicato

    Per quanto si pensi di saperne abbastanza, soprattutto su argomenti di nicchia e iper-nicchia, l’Italia del vino continua a sorprendere con le sue gemme nascoste e disseminate ovunque. Come il Vinosanto umbro affumicato.Ovviamente è un vino- panda, un prodotto così limitato per produzione e diffusione che rischia di scomparire, e quindi è soggetto a stretta protezione (leggi: è un Presidio Slow Food, uno dei 10 di questa regione). Si tratta di una specialità dell’Alta Valle del Tevere, nell’area tifernate,  e rimanda ai tempi in cui la casa contadina si componeva di pochissimi spazi, il più importante dei quali era la cucina. In cucina si viveva: qui ci si ritrovava, si mangiava, spesso anche si dormiva (tutti insieme) per sfruttare la principale fonte di calore (il camino), e ovviamente si preparava di tutto. Per fare il tradizionale Vin Santo, le uve (Malfiore, Trebbiano, Malvasia, Grechetto, San Colombano e qualche altra) selezionate e raccolte da vecchi vigneti venivano appese alle travi delle cucine in coppiole (fili di cotone legati a una estremità in cui venivano messi due grappoli), e messe ad appassire nelle stanze più calde della casa, come appunto la cucina, dove il camino era sempre acceso. Lì restavano solitamente fino alla Settimana Santa, quando veniva recuperate, spremute e messe a fermentare e affinare in caratelli di legno anche centenari, dove il più delle volte permaneva il residuo dei vini precedenti: praticamente, la madre del Vin Santo. “Fallo e dimenticatene” dicevano i contadini, perciò il vino sostava in legno dai 3 ai 10 anni e oltre. Quando finalmente si riusciva ad assaggiarlo, oltre ai tradizionali profumi del vino passito poteva vantare anche un inconfondibile sentore fumé, che tuttora lo contraddistingue. Quello che abbiamo assaggiato noi era del 2016: un vino color ambra molto scusa, con note di fichi secchi e miele al naso e un gusto di frutta secca, liquirizia, caramello con una sorprendente nota di freschezza agrumata sul finale. Solitamente viene abbinato ai dolci secchi, o a base di mandorle, ma io lo proverei con qualche salume. O da solo, come coccola serale, a prescindere dal periodo dell’anno (i vini dolci sono eccellenti anche freschi). Per quanto anche oggi si tratti di una produzione molto limitata, l’interesse per questo vino sta aumentando, al punto che si è costituito un Consorzio di tutela. Quest’ultimo ha stabilito un disciplinare di produzione che prevede tra l’altro e un affinamento di almeno 5 anni in caratelli e l’utilizzo esclusivo di uve a bacca bianca con vitigni locali di Trebbiano Malvasia e Grechetto oltre a Malfiore (detto anche Dolciame) una varietà autoctona in via d’estinzione fino a qualche anno fa.Oggi che i vini dolci non sono esattamente in cima ai pensieri di produttori, questo Vinosanto Affumicato dell’Umbria potrebbe perciò costituire una bella novità tutti quei wine lovers che sono appassionati di note dolci (ma non stucchevoli), e sempre curiosi di provare qualcosa di inaspettato. More