Concha y Toro sta decisamente accelerando, grazie anche ai risultati del piano di rilancio, che abbiamo ampiamente discusso sul blog e che si focalizza su un mix di azioni che vanno dall’incremento della produzione propria di uve, alla riorganizzazione della distribuzione americana fino a un ambito strettamente commerciale con una concentrazione degli sforzi sui prodotti di fascia alta e su Casillero del Diablo in particolare. Le vendite del gruppo nel primo semestre 2019 si riavvicinano a 300 miliardi di peso, +7%, ma soprattutto si comincia a vedere il beneficio del piano sui margini, a tutti i livelli e nonostante l’azienda sia stata colpita da un incremento dei dazi doganali di esportazione dall’Argentina. Nel semestre l’utile operativo cresce dunque del 20%, mentre l’utile netto è rimasto stabile a causa dell’incremento degli oneri finanziari (perdite su cambi). Nonostante un leggero incremento del debito, è stato un buon semestre per l’azienda cilena, che ha un valore di mercato di circa 1.5 miliardi di dollari. Passiamo ai dati.
- Le vendite nel semestre crescono 7.4% a 296 miliardi di peso (che corrispondono a circa 380 milioni di euro), supportate dal cambio di distribuzione in USA che ha raddoppiato il fatturato di Fetzer. Sulla crescita del fatturato ha impattato in maniera importante la svalutazione del peso (non c’è dettaglio) ma anche un miglioramento del mix. I volumi di vendita di 146 milioni di litri sono stati dell’1.5% più bassi dello scorso anno. Le esportazioni di vino cileno raggiungono quota 185 miliardi di peso (+4%, ma +12% se si ricalcola nella nuova classificazione l’anno scorso), mentre il mercato locale cileno cresce del 5%. Sono molto forti i dati di vendita USA su USA, quindi USA mercato domestico, in crescita del 23%. Il tutto, per arrivare al +8% è compensato dal forte calo dell’attività argentina (-23% nel mercato locale) e delle attività non strategiche.
- I margini migliorano come dicevamo sopra e sono destinati a crescere anche nel secondo semestre. Infatti, se nel primo semestre il margine industriale cresce dal 32% al 35% grazie al miglior mix di prodotto, ai cambi e alle azioni del piano, nel secondo semestre sarà anche aiutato dal calo del costo delle materie prime (vino). Nonostante maggiori costi commerciali (incremento del marketing, nuova distribuzione diretta in USA e tassa sulle esportazioni argentine), il margine operativo lordo passa da 35 a 42 miliardi di peso, dal 12.9% al 14.3% delle vendite e l’utile operativo da 24 a 29 miliardi, dal 9% al 10% praticamente, nonostante gli investimenti abbiano fatto crescere gli ammortamenti. L’utile netto è stabile a fronte di un forte incremento dei costi di copertura cambi, a poco meno di 20 miliardi di peso.
- La struttura finanziaria si appesantisce un po’, con un debito di 291 miliardi di peso, corrispondente a 3.1 volte l’EBITDA degli ultimi 12 mesi. A fine anno era a 3.0x, a giugno 2018 a 2.8x. Ma per un’azienda con una tale dotazione di attività tangibili si tratta di poca cosa.
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