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Italian Wine Brands – risultati primo semestre 2019

Ristrutturazione costante e benefici dal calo del costo delle materie prime. Sono questi i due ingredienti che hanno consentito a Italian Wine Brand di migliorare i margini e i profitti nel primo semestre dell’anno. Dal punto di vista commerciale, invece, l’azienda continua a subire la pressione strutturale sul segmento di vendite dirette (la ex Giordano per intenderci, -6% nel semestre), il che vanifica i progressi messi a segno nella divisione B2B (la Provinco, +6%). Ma anche all’interno di Provinco continuano forti movimenti tra i mercati: nel semestre ai forti incrementi in Inghilterra e Germania fanno da contraltare i cali in Danimarca e nei mercati secondari, limitando in questa maniera il potenziale beneficio sugli utili. Tornando al bilancio, a fronte di 70 milioni di fatturato l’EBITDA cresce del 19% a 7.3 milioni di euro (con un piccolo aiutino dal principio contabile IFRS16) e l’utile netto cresce da 2.2 a 2.7 milioni di euro. Anche l’indebitamento finanziario (quindi esclusa la falsificazione indotta dal principio IFRS16) cala da 11.3 a 9.9 milioni di euro. Il secondo semestre sarà in qualche modo meno favorevole, dato che le riduzioni del personale sono state soprattutto realizzate nella prima metà dell’anno, ma probabilmente proseguirà l’impatto positivo della riduzione del costo delle materie prime. IWB è aperta a crescere anche per linee esterne, ora che il debito è calato a meno di 10 milioni di euro. Ma per ora passiamo all’analisi dei dati.

  • Le vendite sono stabili a 70 milioni, con un calo del 6% della divisione B2C a 32.5 milioni e una crescita del 6% della parte B2B a 37.3 milioni di euro. Tutti i mercati importanti nella divisione B2C calano, come vedete dalla tabella: Italia -8%, Germania -3%, Francia -9%, Svizzera -8%, Inghilterra -1%.
  • La parte B2B è invece in leggera crescita (3-4%) nei due mercati chiave Svizzera e Austria e registra importanti progressi in Germania e Inghilterra, +46% e +63% rispettivamente. Cala invece l’attività in Danimarca (-16%) e negli altri mercati (-16%).
  • I margini sono in crescita dato il calo dei costi di acquisto del 2% e dei costi del personale del 10%. Queste due voci garantiscono di fatto l’incremento dell’EBITDA da 6.1 a 7.3% milioni di euro, per un margine del 10.4%, contro l’8.8% dell’anno scorso nei sei mesi. Non ci sono particolari commenti per quanto riguarda le altre voci, salvo menzionare che anche nel primo semestre l’azienda ha registrato costi non ricorrenti di 0.6 milioni di euro. L’utile operativo cresce del 14% a 5 milioni di euro e l’utile netto del 23% a 2.7 milioni di euro.
  • Dal punto di vista finanziario, IWB ha pagato 2.9 milioni di euro di dividendi e acquistato azioni proprie per 0.4 milioni di euro. Queste due voci, insieme alla stagionalità negativa del primo semestre ha determinato la crescita del debito da 3.4 a fine anno a 9.9 milioni di euro nel semestre. In questa voce non abbiamo considerato i quasi 12 milioni di falsi debiti per diritti d’uso (una novità introdotta da una schiera di inetti burocrati europei che non capiscono niente di contabilità), che ovviamente debiti non sono. Semestre contro semestre il debito cala da 11.3 milioni a 9.9. Questa variazione, 1.4 milioni, sommata ai 3.3 milioni ripagati agli azionisti, fa 5 milioni di euro. Questa è la generazione di cassa per gli azionisti di Italian Wine Brands negli ultimi 12 mesi.
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