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    Tre Master of Wine, un territorio da riscoprire: la sfida di “Salt West”

    È stato presentato a Bologna il progetto “Salt West”, iniziativa dedicata alla valorizzazione dello Stagnone, la laguna più estesa del Sud Italia. Nell’occasione, debutta in anteprima nazionale una selezione di tre Grillo provenienti da questo territorio unico, contraddistinti dal bollino “Radici nel mare”.

    Da ambasciatori del vino a promotori del territorio. Pietro Russo, Gabriele Gorelli e Andrea Lonardi, gli unici tre Master of Wine italiani, hanno lanciato ufficialmente il loro progetto-manifesto durante il Portfolio Tasting di “Vino & Design” a Bologna. L’obiettivo è il recupero e la valorizzazione dello Stagnone, un ecosistema straordinario, recentemente inserito dal New York Times tra le destinazioni iconiche del 2025. Qui, tra mulini a vento, saline e vigneti nutriti dall’acqua salmastra, il potenziale enologico e turistico è immenso ma ancora poco valorizzato.

    “Salt West” nasce come progetto territoriale in divenire, con il coinvolgimento attivo dei produttori locali. Alla conferenza stampa-masterclass erano presenti anche Marco Fina di Cantine Fina e Francesco Li Mandri di Francesco Intorcia Heritage, che hanno già aderito all’iniziativa. L’evento ha registrato il tutto esaurito, con due sessioni per accogliere giornalisti, buyer, distributori e ristoratori.

    Il momento più atteso è stato il debutto del Grillo Sicilia DOC 2023 prodotto dai tre MW con la loro Officina del Vento, una vigna di poco più di un ettaro affacciata sull’isolotto di Mozia. Ogni fase della produzione, dalla potatura alla vinificazione, è seguita personalmente dai tre esperti. Le 4.170 bottiglie prodotte si distinguono per un’etichetta ispirata agli acquerelli di Houel, con rilievi tattili che richiamano i cumuli di sale e un carattere che esprime la forza del territorio e del vento di scirocco.

    “La nostra missione – afferma Pietro Russo, originario di Marsala – è riportare l’attenzione su una zona dal potenziale enologico straordinario, con una storia unica e un contesto naturale eccezionale. Abbiamo deciso di investire qui per dimostrare concretamente quanto questa terra possa attrarre enoturisti e appassionati di alto profilo, proprio come già avveniva ai tempi degli inglesi, che ne intuirono il valore”.

    Andrea Lonardi sottolinea: “Esperienze vinicole di successo in altre regioni del mondo, come la Valle del Douro in Portogallo o il Maule in Cile, ci mostrano che lo Stagnone può seguire modelli virtuosi di sviluppo. Questo progetto è nato dalla nostra voglia di esplorare e valorizzare un territorio che, a chiunque lo visiti, trasmette un’energia straordinaria”.

    Per Gabriele Gorelli, “Marsala e la Riserva Naturale dello Stagnone sono un vero e proprio patrimonio. Le viti qui crescono a pochi metri dal mare, nutrite dalle falde di acqua dolce che filtrano attraverso il plateau calcareo. Il paesaggio, con la laguna, le isole e i mulini, ha tutte le caratteristiche per rendere quest’area una zona di produzione di vini iconici. ‘Salt West’ è un progetto di restituzione e tutela di un luogo che per noi è diventato casa”.

    I pilastri di “Salt West” sono la tutela dei vigneti storici e del perimetro della Riserva, la sostenibilità ambientale, la promozione coordinata del territorio e uno stile enologico distintivo. Oltre al Grillo di Officina del Vento, sono stati presentati due nuovi Sicilia DOC Grillo: Vignarara 2024 di Francesco Intorcia Heritage e Firma del Tempo, Riserva 2023 di Cantine Fina. Un primo passo concreto per dare nuova linfa a un territorio straordinario e ancora tutto da raccontare. More

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    White Wine Identity: Cantine Settesoli è capofila del contratto di filiera

    Sempre più sostenibile, sempre più innovativa: Cantine Settesoli è capofila del contratto di filiera White Wine Identity, progetto quadriennale che coinvolge l’Università di Palermo assieme ad altre dieci aziende vitivinicole – di cui sette siciliane – con lo scopo di promuovere in Italia e all’estero il vino bianco prodotto nelle terre sicane attraverso diverse iniziative, oltre che di riorganizzare la struttura per renderla più moderna e tecnologicamente avanzata. Il contratto di filiera è promosso dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e ha l’obiettivo di favorire la collaborazione tra i soggetti coinvolti, stimolare la creazione di migliori relazioni di mercato e garantire delle ricadute positive sulla produzione agricola.
    Cantine Settesoli investirà 10 milioni di euro in alcuni interventi volti a migliorare le performance produttive e tecnologiche dell’azienda. Saranno infatti installati due nuovi impianti fotovoltaici per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il nuovo parco solare andrà ad aggiungersi agli 11 impianti già attivi, di cui 3 di ultima generazione, producendo 2.000.000 kWh annui.
    “White Wine Identity è la prima iniziativa di questo tipo attuata in Sicilia – spiega Giuseppe Bursi, Presidente di Cantina Settesoli –, in cui la nostra realtà sarà capofila. Il concetto di sviluppo sostenibile, tema alla base del contratto, è un’introiezione culturale che desideriamo venga condivisa in ogni suo aspetto e praticata da ciascun socio. L’attenzione per il territorio, sia in senso ambientale sia sociale, contraddistingue da sempre il nostro lavoro: questo progetto ci permette di essere ancora più all’avanguardia e di valorizzare ulteriormente i nostri vini bianchi e le produzioni delle terre sicane. Si tratta di un passaggio importante per essere pronti a raccogliere le nuove sfide che ci attendono”.
    Cantine Settesoli è inoltre parte attiva nella valorizzazione del territorio anche attraverso la collaborazione con Fondazione SOStain, programma del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e Assovini Sicilia che promuove uno sviluppo etico e sostenibile del settore vitivinicolo siciliano, accompagnando e indirizzando le cantine aderenti verso la misurazione costante e la riduzione dell’impatto che le pratiche agricole hanno sull’ambiente. “A partire dalla prossima vendemmia – continua Bursi – verrà apposto il marchio SOStain su alcuni dei nostri vini. Si tratta di prodotti già in possesso della certificazione VIVA, ma il programma del protocollo prevede parametri più stringenti, un Disciplinare composto da 10 requisiti minimi che include vari aspetti, dalla misurazione della water footprint e della carbon footprint al controllo del peso della bottiglia, dalla conservazione della biodiversità floristica e faunistica alla valorizzazione del capitale umano e territoriale, dal risparmio energetico alla salute dei consumatori”.
    Cantine Settesoli è sinonimo di cooperazione sostenibile non solo nel rispetto delle pratiche green, ma anche come modello di gestione etica della cantina intesa come comunità, punto di riferimento economico e sociale di un intero territorio. Lo scorso dicembre è stato presentato ai soci il bilancio di esercizio per l’anno 2023-2024, che si è concluso con un fatturato pari a 49.723.248 euro, registrando un aumento del 6,5% rispetto ai valori dell’anno precedente. L’export è pari al 55% del vino imbottigliato. “Un bilancio positivo – conclude Bursi – che mostra la solidità finanziaria della nostra azienda nonostante le difficoltà che presenta il mercato e quelle dovute ai cambiamenti climatici e alla peronospora, elementi che hanno avuto un forte impatto sulle ultime vendemmie”. More

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    La sostenibile leggerezza del Dolcetto G.D. Vajra

    G.D. Vajra sceglie di puntare sulla leggerezza del vetro per la produzione del Dolcetto Classico. La decisione di virare verso una bottiglia più leggera si inserisce nel percorso di sostenibilità di G.D. Vajra: azienda pioniera dell’agricoltura biologica in Piemonte, certificata Equalitas e SQNPI – Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata, nel 2024 aderisce a Sustainable Wine Round Table Initiative, piattaforma globale indipendente dedicata alla promozione della sostenibilità nel settore vinicolo, ed entra a far parte di The Old Vine Conference, associazione internazionale per la valorizzazione delle vigne storiche. ​​​La nuova bottiglia, dal peso di 390 grammi, rispetto ai 575 della precedente genera un’importante riduzione dell’impronta di carbonio. Già testata con il Langhe DOC Rosso, verrà utilizzata in futuro anche per la Barbera d’Alba DOC e il Langhe DOC Nebbiolo.​​“Guidati dal desiderio di tutelare questa Terra che ci è stata affidata, abbiamo abbracciato questo cambiamento in un’annata – la 2024 – che in Langa ha richiesto numerose attenzioni – spiega Giuseppe Vaira, seconda generazione della famiglia insieme ai fratelli Francesca e Isidoro –. Il risultato di questo nostro impegno, in un territorio dove le varietà tradizionali sanno restituire le cure ricevute, incontra le richieste del momento: un vino che presenta freschezza, croccantezza e facilità di beva”. ​ ​​​Tra le varietà che raccontano al meglio il territorio e le tradizioni piemontesi, il Dolcetto di G.D. Vajra – nelle due versioni Dolcetto d’Alba DOC e Coste&Fossati – rappresenta una scelta di identità che punta a valorizzare la ricchezza e l’unicità delle Langhe. Ideale per un pubblico ampio, dai consumatori locali agli esploratori più curiosi, con un profilo accessibile ma anche profondo e ricco al palato, è un vino in linea con i tempi, capace di abbracciare lo stile di vita moderno, fatto di cotture veloci e ingredienti leggeri, spesso vegani. Eclettico negli abbinamenti, accompagna la dieta italiana quotidiana ed è un compagno perfetto per i menu di Pasqua. Con sfumature violacee e un bouquet ricco di aromi, note di petali di rosa, mora, lampone, ribes e spezie dolci, in bocca il Dolcetto d’Alba DOC di G.D. Vajra si presenta fresco e vibrante, con un bell’equilibrio di tannini leggeri e sentori fruttati di lampone, violetta, ribes rosso e nero.​​Completa la gamma il Dolcetto d’Alba DOC Coste&Fossati, edizione limitata che nasce da una collezione di antichi biotipi di dolcetto. Queste piante “a raspo rosso” sono state identificate e raccolte da Aldo Vaira tra il 1979 e il 1985, che così lo racconta: “Da sempre mi sono domandato come avrei potuto produrre un Dolcetto che evolvesse nel tempo con freschezza e intensità. Nel tempo è nato Coste&Fossati: l’essenza delle nostre viti più preziose”. Di un porpora intenso, il Dolcetto d’Alba DOC Coste&Fossati presenta al naso note floreali, di piccoli frutti rossi, di liquirizia e accenni balsamici. Al palato è molto fine, con una spiccata acidità che ricorda il lampone e un tannino rotondo ed equilibrato. Sentori di more, prugne fresche e ribes nero completano il profilo aromatico. More

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    Le Manzane, Springo Black: l’eleganza del Rive di Rua e l’impervia rinascita di un vigneto

    Intrigante, sofisticato e avvolto da un’aura di fascino misterioso. Nasce Springo Black Conegliano Prosecco Superiore Rive di Rua Docg, il nuovo brut della cantina Le Manzane (Treviso). Ernesto Balbinot insieme alla moglie Silvana Ceschin e ai figli Marco e Anna presentano in anteprima la novità al prossimo Vinitaly, dal 6 al 9 aprile.Springo, la linea più prestigiosa della tenuta di San Pietro di Feletto, si arricchisce così di un altro spumante, il quinto della collezione premium e il terzo della tipologia Rive. Le 11.930 bottiglie, accuratamente numerate, saranno vendute su prenotazione. Springo Black sarà disponibile a partire dal mese di aprile nel settore Ho.re.ca..
    Il packaging del nuovo Springo è elegante. Come ha fatto per tutti gli altri spumanti della linea, anche questa volta la famiglia Balbinot ha deciso di vestire la bottiglia con un abito raffinato: i toni e le diverse gradazioni di nero della velina gli conferiscono classe, stile e anche un tocco di mistero.
    Springo Black racchiude nel calice una storia di famiglia mai svelata fino ad oggi. Il nuovo brut della cantina Le Manzane è un tributo alla storia familiare di Silvana Ceschin, moglie di Ernesto Balbinot, e celebra le radici profonde con la comunità e la tradizione vitivinicola locale. Le uve di Springo Black provengono, infatti, da un terreno impervio che un tempo apparteneva ad Antonio Gio Maria Ceschin, il bisnonno di Silvana.
    «Antonio Gio Maria era il capostipite della nostra famiglia», racconta Silvana Ceschin. «Con il suo carisma era conosciuto da tutti come il “sindaco” del paese. Quando passo da quelle parti mi ricordo ancora le storie che mio nonno Taddeo mi raccontava sul bisnonno Antonio Gio Maria e di come quella terra avesse nutrito intere generazioni. Con il trascorrere del tempo, e dopo la morte del bisnonno, la proprietà è passata prima ai fratelli, poi ai nipoti e, infine, ai pronipoti rischiando di frammentare il fondo familiare».
    «Molti anni dopo – prosegue Silvana – io e mio fratello abbiamo deciso di non disperdere questo patrimonio e di portare avanti questa eredità fatta di fatica e di amore per la terra, rilevando dai parenti le quote del vigneto di famiglia con lo scopo di mantenere vivo il legame con il passato». Oggi, in questa “Riva”, ritroviamo l’anima autentica di quella tradizione: un vino dal carattere ricercato. Rispetto alle altre versioni, questa referenza Brut ha una struttura più intensa, una mineralità più spiccata e un profilo aromatico più deciso, oltre ad una profondità di gusto e ad una croccantezza che rappresentano due importanti caratteristiche del vino.
    L’ultimo nato in casa Le Manzane si presenta con un perlage fine e persistente. Al naso i sentori sono freschi e minerali, di fiori bianchi e leggere note di panificazione ottenute dalla lunga sosta sui lieviti. In bocca il sapore è pieno, intenso e minerale con note di salvia, oltre a sensazioni sapide e verticali dovute anche al basso residuo zuccherino. Springo Black si abbina bene ai crostacei, ai primi piatti a base di pesce e alla cucina di mare in generale. Ottimo da sorseggiare in compagnia per chi cerca un aperitivo elegante.
    Al Vinitaly la cantina sarà presente al Padiglione 5 – Stand F5 al posto del Padiglione 4 – Stand F7.
    Informazioni: LE MANZANE – SAN PIETRO DI FELETTO (TV) +39 0438 486606 – [email protected] – www.lemanzane.com.
    La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto (Treviso), a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da più di 40 anni. La cantina, tra le più dinamiche e interessanti nel panorama enologico del Conegliano Valdobbiadene, distribuisce sia in Italia che all’estero raggiungendo oltre 30 Paesi. More

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    Rosato Rohesia Cantele: nuovo tappo a vite!

    Cantele Winery festeggia l’ingresso nella seconda decade di Negroamaro Rosato Rohesia, uno dei vini più rappresentativi e amati dell’azienda salentina, e regala a questo prodotto ormai iconico una nuova immagine e un nuovo stile introducendo una piccola rivoluzione: la chiusura a vite.
    Per realizzare questo progetto Cantele porta a compimento un percorso iniziato già nel 2020, quando durante la ristrutturazione dell’impianto di imbottigliamento aziendale era stata prevista l’adozione di un sistema di chiusura alternativo, che si è ora concretizzato con l’introduzione del tappo VinTop, sviluppato da Vinventions (leader globale nella fornitura di soluzioni complete per la chiusura di vini) in collaborazione con  Alplast (leader nella produzione di chiusure di alta qualità per vino e alimenti).
    “E’ una scelta che guarda al futuro, nonostante la tradizionale diffidenza del consumatore italiano verso questa tecnologia” spiega Gianni Cantele. “Siamo convinti che innovazione e qualità vadano di pari passo e con il Rohesia 2024 vogliamo dimostrare che tradizione e innovazione possono convivere; con l’introduzione della nuova chiusura proteggiamo al meglio la qualità e l’eleganza del nostro rosato e al contempo perseguiamo una sempre maggiore sostenibilità delle pratiche produttive”.
    I vantaggi garantiti da questa nuova soluzione sono indubbi e ormai noti:

    Qualità. La chiusura a vite è una consapevole scelta a favore dell’integrità del vino: la bassa permeabilità all’ossigeno – che supera di oltre dieci volte le performance della precedente chiusura – garantisce al prodotto una protezione costante nel tempo mantenendo il vino più stabile, consentendo ai vini giovani di esprimere al massimo la loro freschezza e fragranza, e a quelli con un potenziale di invecchiamento di mantenere una perfetta conservazione, evitando il rischio di  “sentori di tappo” e garantendo una sorprendente costanza qualitativa fra una bottiglia e l’altra.
    Sostenibilità. Non solo il tappo in alluminio è completamente riciclabile, senza perdita di qualità nel tempo, ma l’eliminazione della tradizionale capsula in materiale pluristrato riduce ulteriormente l’impronta aziendale di carbonio.
    Praticità. La sua capacità di preservare il vino anche dopo l’apertura, rende il tappo a vite ideale per chi vuole godersi il vino senza fretta, con la certezza di ritrovarne intatta la qualità.

    Con la nuova chiusura Rohesia presenta anche un restyling dell’eti­chetta eseguito dalla designer grafica pugliese Elisa Costa. La nuova immagine reinterpreta la rosa (a cui è ispirato il nome Rohesia, dal latino medievale), simbolo di bellezza ed eleganza, attraverso un pattern geometrico che non è solo un gioco di forme, ma una rappresentazione stilizzata del fiore. Ogni triangolo rappresenta il petalo di una rosa, simbolo di grazia e armonia, mentre le sfumature di rame e rosa evocano la luce calda del tramonto sulle vigne di Negroamaro, il cuore pulsante del Rohesia. I petali si intrecciano, come se danzassero al ritmo del vento che accarezza le pianure salentine, raccontando la storia di una terra ricca di tradizioni, passione e artigianalità. Il design moderno, fatto di linee nette e precise, rappresenta un nuovo modo di interpretare la tradizione: un equilibrio tra passato e presente, tra artigianalità e innovazione. Ed è una geometria viva che riflette la complessità e la struttura del vino, le sue note.
    ***
    Cantele rappresenta una delle più importanti aziende vinicole della Puglia e si trova a Guagnano nel Salento. La storia dell’azienda ha inizio negli anni Cinquanta con una “emigrazione al contrario”, con Giovanni Battista Cantele e sua moglie Teresa Manara che da Imola si trasferiscono al Sud spostando la famiglia nel Salento. Negli anni Settanta i figli Augusto e Domenico danno una svolta decisiva all’impresa di famiglia con l’acquisto dei primi vigneti che oggi si compongono di 50 ettari di proprietà e 100 in conduzione. Nel 2001 entra in azienda la terza generazione composta dai quattro cugini Gianni e Paolo figli di Augusto, Umberto e Luisa figli di Domenico. More

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    Germania, Canada, Regno Unito e Italia: il Soave ai nastri di partenza

    Gli attuali trend di mercato richiedono vini freschi, sapidi e dal moderato contenuto alcolico? Il Soave risponde e lo fa attraverso un fitto calendario di attività promozionali che vedranno nei prossimi mesi la denominazione veronese protagonista di azioni promozionali in Canada, Germania, Regno Unito e Italia.In collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Canada per il 2025 verranno attivate una serie di attività finalizzate all’incremento delle vendite, al miglioramento della notorietà del brand, all’inserimento di nuove referenze per quanto concerne il Monopolio del Quebec – SAQ (Societé des Alchools du Québec); per quanto concerne invece l’importazione privata si andrà a lavorare per spingere ulteriormente la presenza del Soave nella ristorazione e nell’hotellerie.
    Il Consorzio del Soave è impegnato con misure promozionali sul mercato canadese dal 2020, anno in cui sono state avviate attività di formazione per il mondo della sommelierie. Nei prossimi dodici mesi, forti delle competenze diffuse tra gli operatori in oltre quattro anni di attività con più di 500 sommelier e addetti alle vendite formati, si andrà così a lavorare su azioni a respiro più commerciale, volte a favorire la presenza del Soave nei wine shop e nelle carte vini dei ristoranti.
    La Germania si conferma un mercato chiave per il Soave nel 2025, con la partecipazione al Prowein di Dusseldorf a marzo. Questa fiera rappresenta una vetrina strategica per il vino Soave, un’occasione unica per presentare le diverse interpretazioni del bianco veronese e per incontrare operatori del settore provenienti da tutto il mondo.
    Mineralità, freschezza, sapidità e longevità sono gli elementi distintivi del Soave (Hall 15 stand C67) che il mercato tedesco dimostra da sempre di apprezzare.Quest’anno poi verrà data particolare enfasi alle potenzialità evolutive del Soave con una speciale masterclass dal titolo “Soave: the evolution from freshness to longevity”, organizzata in collaborazione con ICE e rivolta a operatori di settore e sommelier. Presso lo stand del Consorzio, inoltre, è prevista la visita di una selezione di sommelier tedeschi interessati a conoscere le diverse interpretazioni del Soave. L’obiettivo è di rafforzare la conoscenza del vino Soave nel mercato tedesco, sottolineando la sua unicità e la sua capacità di evolvere nel tempo. Di freschezza e longevità si tonerà nuovamente a parlare con una serie di masterclass coordinate dalla rivista Vinum, rivolte sempre alla ristorazione e agli operatori tedeschi.
    Nel Regno Unito in collaborazione con la Master of Wine Sarah Abbott prosegue l’attività di promozione della denominazione del Soave, forte di quanto portato a termine lo scorso anno. L’azione è supportata dal crescente interesse che questo vino bianco veronese sta suscitando tra i consumatori britannici, particolarmente attratti da vini bianchi in grado di evolvere nel tempo.  A giugno, inoltre, si terrà un incoming sulle colline del Soave che vedrà la partecipazione di una selezionata rosa di giornalisti, wine educator e operatori impegnati sulla piazza di Londra.
    Accanto alle piazze estere il mercato italiano conferma la sua primaria importanza.A tale riguardo Vinitaly ad aprile, rappresenta una tappa fondamentale. Qui il Consorzio (Pad 5 G6) tornerà a parlare di paesaggio e di GIAHS (Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale) con degustazioni mirate, volte a raccontare quanto un paesaggio possa influire sulla percezione di un vino.
    Strategica sarà poi la partnership con AIS, con l’organizzazione di diverse masterclass rivolte a sommelier e aspiranti sommelier interessati ad approfondire la conoscenza del Soave, della sua naturale freschezza e della sua predisposizione all’invecchiamento.
    «Abbiamo di fronte mesi di intensa attività – commenta Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio del Soave -. Abbiamo definito una strategia promozionale mirata, con un focus sui mercati esteri di Canada, Germania e Regno Unito, e una forte attenzione al mercato domestico e all’Italia. Il nostro obiettivo è di valorizzare il Soave, un vino unico per la sua freschezza, mineralità e longevità, e di promuoverlo a livello internazionale. Siamo convinti che il Soave abbia un grande potenziale di crescita soprattutto oggi che i consumatori sembrano prediligere vini freschi, sapidi e con un moderato contenuto alcolico». More

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    Mille e Una Notte 2021 Special Edition per la serie Netflix Il Gattopardo

    Donnafugata annuncia la collaborazione con Netflix in occasione dell’uscita della serie Il Gattopardo che sarà rilasciata in tutti i paesi in cui il servizio è disponibile in 6 episodi il prossimo 5 marzo 2025. Una sinergia che dà vita all’esclusiva Mille e una Notte 2021 Special Edition.La serie Netflix Il Gattopardo è ispirata al capolavoro di Tomasi di Lampedusa, in cui Donnafugata è il nome dei possedimenti del protagonista. Non poteva quindi che essere Donnafugata il vino voluto da Netflix per rendere omaggio a questo racconto ambientato nel cuore della Sicilia occidentale, nelle “terre del Gattopardo”, proprio là dove sono i vigneti dell’azienda siciliana. Qui nascono piccole produzioni di pregio, quali Mille e una Notte, Tancredi, Angheli e Sedàra, vini che rendono omaggio ad un grande classico della letteratura italiana. Un ulteriore e importante traguardo nel dialogo tra vino e patrimonio culturale.
    Mille e Una Notte nasce dal sogno di Giacomo e Gabriella Rallo, fondatori di Donnafugata: inizia così la storia di un grande rosso che ridefinisce la percezione del vino siciliano a livello internazionale, incarnando l’approccio artigianale dell’azienda, che oggi simboleggia la sicilianità elegante che si ritrova nella serie Netflix Il Gattopardo. Come avviene nella trama della serie, ogni bottiglia racchiude un racconto che attraversa i paesaggi della Sicilia in un’atmosfera senza tempo, trasformando ogni sorso in un viaggio fra le radici più profonde dell’isola.
    “Questa sinergia è motivo di grande orgoglio per noi”, afferma José Rallo di Donnafugata. “Con Mille e Una Notte 2021 Special Edition vogliamo raccontare il cuore e l’anima della Sicilia, proprio come fa Netflix con la serie Il Gattopardo. La prova che il vino è un vero veicolo di cultura.”. Continua José Rallo: “Attraverso questa speciale partnership, Donnafugata intende rafforzare il proprio ruolo di azienda ambasciatrice del Made in Italy”.
    “L’annata 2021 di Mille e Una Notte si distingue per un’eleganza straordinaria – dichiara Antonio Rallo di Donnafugata-. Le condizioni favorevoli dell’annata, la cura che noi tutti investiamo nel lavoro in campo e nei meticolosi processi di vinificazione e affinamento, rendono Mille e una Notte Special Edition 2021 il vino perfetto per raccontare la Sicilia al mondo”.
    Fin dal principio, Donnafugata ha legato la sua identità aziendale all’arte. La Sicilia, con i colori del paesaggio mediterraneo, suggerisce una costante ricerca di bellezza in luoghi dove la storia e la letteratura si intrecciano in modo indissolubile. L’etichetta storica di Mille e una Notte si arricchisce di eleganti dettagli barocchi, per omaggiare una storia senza tempo che ha influenzato la cultura italiana e internazionale. la prova che questa partnership rafforza il dialogo tra arte e vino. Con la sua essenza unica, Mille e Una Notte 2021 Special Edition è un vino adatto al collezionista più raffinato e al giovane wine lover alla ricerca di un’autentica esperienza di gusto.
    Mille e Una Notte 2021 Special Edition non è solo un vino: è una dichiarazione d’amore per la Sicilia, capace di unire la narrazione visiva di Netflix con l’artigianalità e l’innovazione di Donnafugata. More

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    Luce, il vino icona di Tenuta Luce compie 30 anni

    Tenuta Luce presenta Luce 2022, la vendemmia che segna un importante traguardo storico: il 30° anniversario dalla prima vendemmia prodotta, la 1993. Un percorso che, fin dall’origine, ha unito tradizione e innovazione, dando vita a un vino che, vendemmia dopo vendemmia, ha saputo divenire icona nel mondo.“Luce rappresenta per me molto più di una semplice bottiglia di vino” racconta Lamberto Frescobaldi, Presidente Marchesi Frescobaldi, che continua “È un’esperienza, un viaggio personale nella vinificazione, che mi ha permesso di esplorare nuove tecniche e metodi, sia in vigna che in cantina e durante l’affinamento, valorizzando un terroir unico. Ogni vendemmia è stata un’avventura e un’opportunità per approfondire le mie conoscenze e arricchire la mia passione. Luce ha segnato profondamente il mio percorso di vita e di lavoro: è stato il mezzo attraverso cui ho scoperto il mondo, incontrando persone accomunate dalla stessa attenzione per il vino, con cui ho condiviso anche storie e culture.”
    Per celebrare i 30 anni di Luce è stata coinvolta la Casa d’Aste Christie’s per la creazione di lotti unici da mettere all’incanto nel mondo e anche per tracciarne la storia evolutiva di ogni singola vendemmia. Per tale progetto, Tim Triptree, Master of wine & International Director, Wine & Spirits di Christie’s, ha assaggiato tutt’e 30 le vendemmie con Lamberto Frescobaldi e l’enologo Alessandro Marini aiutando nella stesura di The Anthology, un testo unico che racconta, attraverso le note di degustazione di ogni singola vendemmia (1993-2022), la storia di Luce e il suo percorso dall’origine a oggi.
    “Nel settembre 2024 sono stato entusiasta di partecipare su invito alla degustazione verticale della trentesima vendemmia di Luce, il vino icona di Tenuta Luce a Montalcino, in Toscana” racconta Tim Triptree, Master of wine & International Director, Wine & Spirits di Christie’s, che continua, “La degustazione ha compreso 30 vendemmie di Luce, da quella inaugurale del 1993 all’ultima del 2022. Come compagno di questa esperienza, ho avuto l’onore di avere il Marchese Lamberto Frescobaldi. La degustazione verticale è stata un’opportunità affascinante per studiare l’evoluzione dei vini della Tenuta sia negli stili enologici sia nella complessità aggiuntiva dell’affinamento in bottiglia. L’evento ha avuto inizio con un campione di vasca dell’annata 2022, un inizio promettente: questo vino, già emozionante e armonico, preannuncia un futuro estremamente brillante. La degustazione ha messo in evidenza molte annate straordinarie, dimostrando l’alta qualità e la freschezza di tutte le annate di Luce, oltre alla loro indubbia capacità di evolvere e affinarsi in bottiglia.”
    Alla base della filosofia produttiva di Luce c’è fin dal principio, l’idea che il vino debba essere la più naturale espressione del luogo dove viene prodotto, oltre che delle caratteristiche specifiche delle uve da cui è ottenuto: il risultato di un perfetto equilibrio tra vitigno e territorio. Ogni intervento dell’uomo avviene da sempre in forma minimale e non invasiva, con il principale obiettivo di proteggere questa armonia.
    Luce fu dunque concepito fin dalla prima vendemmia come l’armonico punto d’incontro tra l’eleganza e la struttura del Sangiovese, vitigno autoctono, con la rotondità e la pienezza del Merlot.
    Ne è conferma la trentesima vendemmia, Luce 2022: un vino che, grazie alla sua struttura e complessità, è adatto per un lungo affinamento in bottiglia, evolvendo ulteriormente con il trascorrere degli anni. Rappresenta l’essenza di ciò che Tenuta Luce ha sempre voluto offrire ai propri estimatori: un vino che racconta la passione per la terra e per il vino, la voglia di innovare e il rispetto per il territorio.
    LUCE 2022
    La stagione climatica 2022 è iniziata con un inverno rigido e secco. In seguito, il ciclo della vite è stato accompagnato da una primavera con poche piogge e da un rapido innalzamento delle temperature diurne a partire dal mese di maggio. Queste condizioni hanno favorito un’ottima fioritura tra la fine di maggio e l’inizio di giugno per entrambe le varietà. Durante l’estate il clima è rimasto caldo e secco, le piante in queste condizioni sono riuscite ad autoregolarsi al meglio, arrivando in ottime condizioni vegetative alla fase di invaiatura avvenuta agli inizi di agosto. Il 28 di luglio ed il 15 agosto si sono registrate due piogge molto importanti di 30mm ciascuna che hanno portato sollievo alle piante e avviato la fase di maturazione delle uve.
    La vendemmia è iniziata il 28 agosto, con grappoli piccoli in ottimo stato sanitario. La raccolta è stata leggermente anticipata, per preservare al massimo la freschezza delle uve e conservare il potenziale aromatico. Settembre è stato perfetto, le temperature si sono abbassate a partire dalla metà del mese, permettendo di avere delle belle escursioni termiche tra giorno e notte, ottime al completamento della maturazione del sangiovese.
    Luce 2022 si presenta di un colore rosso rubino brillante. Al naso esprime fresche sensazioni di frutti rossi, come ribes e melograno circondati da aromi delicati floreali. Al palato, l’ingresso è avvolgente, continua in un sorso fresco e vibrante che, accompagnato da tannini dolci, introduce un finale sapido di grande lunghezza.
    Tenuta Luce
    Sulle alte colline toscane di Montalcino sorgono i vigneti di Luce, immersi nella natura. A est, le antiche mura di Montalcino, paese legato alla civiltà etrusca, si ergono ancora maestose. Più a sud, l’antico vulcano Monte Amiata domina il paesaggio medievale della Val d’Orcia. La macchia mediterranea, un ecosistema di querce, pini e altre piante, con cespugli di ginepro, circonda Tenuta Luce, proteggendo le viti. Le fresche brezze provenienti dal Mar Tirreno, anche nelle ore più calde dell’estate, circondano i filari favorendo il raggiungimento, al momento della vendemmia, del giusto apporto di acidità delle uve. Boschi fitti, intensa luce solare e uve fresche e sane, sono indissolubilmente legati all’uvaggio di Luce, proprio come voluto dai fondatori. I ricchi tannini e la consistenza succosa del Merlot sono mitigati dalla tensione, dalla finezza e dalla luminosità del Sangiovese. Ciliegie, violette, scorze d’arancia, cioccolato, liquirizia: tutto sboccia vividamente dalla luce calda, dall’argilla umida e dallo scisto sassoso, con sorprendente chiarezza. I vigneti di Luce, situati nella parte più alta della Tenuta, sono esposti a sud-est e sud-ovest per catturare la mite luce del sole pomeridiano, beneficiando delle notti fresche.
    La luce brillante, l’aria fresca e ventilata favorita dalla particolare esposizione, unitamente alla varietà dei suoli e delle altitudini, fanno di Tenuta Luce un luogo d’elezione, dove l’equilibrio di tutti questi elementi viene custodito con profondo rispetto. Un rispetto che continua fino in cantina, dove ogni passaggio viene svolto con la massima cura, per la valorizzazione di quella preziosa armonia raggiunta in vigna tra Sangiovese e Merlot.
    Da questa filosofia e da questo terroir irripetibile nasce Luce, che con l’annata 2022 celebra 30 vendemmie. Un vino solare di grande equilibro e di eccezionale freschezza, che esprime con eleganza tutto il suo carattere mediterraneo.
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