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    Cantine Settesoli: Sicilia di vento e di comunità

    Arrivare a Menfi in una giornata di scirocco significa essere accolti da un respiro caldo che sembra arrivare da molto lontano, dal cuore del Sahara. È un vento che non si limita a sfiorare la pelle: entra nelle ossa, asciuga l’aria, rallenta i pensieri. Chi vive in Sicilia lo conosce bene: lo scirocco non è solo un fenomeno meteorologico, ma parte integrante del paesaggio, della vita quotidiana, è memoria collettiva.

    Questo vento infuocato ha anche un ruolo decisivo nel disegnare il destino delle vigne. Può accelerare la maturazione dell’uva, portare calore quando serve e, se gestito con attenzione, diventare un alleato prezioso. È in questo scenario che prende forma la storia di Cantine Settesoli, nata a Menfi più di sessant’anni fa per dare voce al lavoro di centinaia di famiglie di viticoltori.

    Come il vento che mescola le correnti, la cooperativa ha imparato a unire energie diverse, trasformando un territorio aspro e generoso in un racconto corale di vini che parlano la lingua viva della Sicilia.

    Una comunità che diventa vino

    Cantine Settesoli è molto più di una cantina: è una comunità che raccoglie 2000 soci viticoltori e coinvolge oltre 5000 famiglie nelle Terre Sicane, in provincia di Agrigento. Fondata nel 1958 dall’intuizione di 68 viticoltori, oggi rappresenta il 7% dell’intera superficie vitata della Sicilia, con 5700 ettari coltivati, di cui più di 1000 in biologico.

    La sua dimensione è imponente – circa 20 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, distribuite in oltre 45 Paesi – ma non ha mai perso il legame con la terra. È grazie a questo radicamento che Settesoli riesce a custodire 35 cultivar diverse, tra vitigni autoctoni come grillo, grecanico e nero d’Avola, e varietà internazionali come chardonnay, merlot e syrah.

    Una storia pionieristica

    Sin dalle origini Settesoli ha fatto scelte coraggiose. Dopo la prima vendemmia nel 1965, negli anni Settanta è stata tra le prime in Sicilia a investire nell’imbottigliamento e nell’export. Negli anni Ottanta ha sperimentato vitigni internazionali, aprendo la strada allo chardonnay. Negli anni Novanta ha ampliato il proprio raggio d’azione con nuove acquisizioni e due marchi destinati a mercati differenti: Mandrarossa, per il canale Horeca, e Inycon, dedicato alla grande distribuzione internazionale.

    Innovazione e sostenibilità

    La spinta all’innovazione ha sempre camminato accanto a quella per la sostenibilità. Nel 2003 Settesoli è stata la prima azienda vinicola in Italia a introdurre la tracciabilità completa della filiera. Oggi conta su 11 impianti fotovoltaici che coprono il 23% del fabbisogno energetico, progetti di riciclo e materiali a basso impatto ambientale. Ha ottenuto certificazioni importanti – Vegan, VIVA e SOStain Sicilia – che ne fanno un modello di viticoltura responsabile.

    Il legame con la comunità resta il cuore pulsante: il 70% delle famiglie del territorio partecipa in qualche forma al progetto, e il valore generato diventa motore di sviluppo, contrastando lo spopolamento e salvaguardando il paesaggio.

    Mandrarossa: nuove rotte del vino siciliano

    È in questo contesto che nasce Mandrarossa, il brand creato nel 1999 come volto più contemporaneo della cooperativa. Dedicato alla ristorazione, alle enoteche e ai wine bar, Mandrarossa è il frutto di oltre vent’anni di ricerca per mettere in dialogo varietà e terroir. Il risultato è una Sicilia che sfugge ai cliché: autentica, dinamica e capace di sorprendere.

    Dal debutto a Vinitaly nel 2000 con sette etichette alla nascita di Cartagho nel 2004, fino ai Vini di Contrada del 2019 e all’approdo sull’Etna e a Pantelleria nel 2020, Mandrarossa ha costruito un percorso di continua crescita e sperimentazione.

    Oggi i tre territori d’elezione – Menfi, Etna e Pantelleria – custodiscono anime diverse della Sicilia. Il cosiddetto Menfishire è un mosaico di colline che degradano verso il mare, ricco di microclimi e biodiversità. Le pendici dell’Etna, con i loro suoli vulcanici, regalano vini vibranti e minerali. Pantelleria, isola sospesa nel vento, offre lo zibibbo per il celebre Passito di Pantelleria DOC.

    Tra sperimentazione e identità

    Mandrarossa si distingue per il lavoro pionieristico sui suoli: cinque tipologie principali, studi sui micro-terroir e progetti di microvinificazione che hanno portato alla selezione di vigneti d’eccellenza e alla nascita di etichette uniche nel panorama siciliano. È una ricerca che non smette mai di esplorare nuove strade, mantenendo saldo il legame con il territorio.

    La cantina e l’esperienza

    Il legame con la sostenibilità trova la sua massima espressione nella Mandrarossa Winery, inaugurata nel 2021 a Menfi. Una cantina ecosostenibile incastonata nel paesaggio: struttura ipogea, tetto giardino, materiali naturali e spazi progettati per fondersi con la campagna e con il mare.

    Qui l’enoturismo diventa esperienza immersiva. I visitatori possono scegliere tra wine tour tematici, degustazioni guidate e percorsi dedicati alle diverse linee, fino alla scoperta del vigneto didattico e della bottaia. Un luogo che racconta la Sicilia contemporanea attraverso il vino, la natura e l’ospitalità.

    La gamma Mandrarossa: cinque anime di Sicilia

    Mandrarossa racconta la Sicilia con una gamma di vini articolata in cinque linee, ciascuna con un carattere distinto ma unite dallo stesso spirito di ricerca e autenticità.

    CartaghoIl Nero d’Avola che è diventato il simbolo del brand. Nasce da una selezione delle migliori uve e si presenta come un rosso intenso, avvolgente, con equilibrio e rotondità. È la bottiglia che più di tutte incarna la forza e la tradizione enologica siciliana.

    Storie RitrovateUna collezione che porta il gusto oltre Menfi, là dove la Sicilia si moltiplica in identità diverse. Ci sono i Vini di Contrada, frutto di uno studio sui suoli calcarei che ha rivelato micro-terroir unici: il Grillo Bertolino Soprano e il Nero d’Avola Terre del Sommacco ne sono l’espressione più alta. Ci sono i vini dell’Etna, Sentiero delle Gerle Bianco e Rosso, che raccontano l’energia del vulcano con i profumi del Carricante e la forza del Nerello Mascalese. E c’è Serapis, il Passito di Pantelleria, dolce e luminoso come l’isola del vento da cui proviene. Nancy Rossit firma etichette che non si limitano a vestire il vino: lo accompagnano in un viaggio poetico, fatto di colori e suggestioni.

    Gli InnovativiLa linea che guarda avanti e osa, reinterpretando vitigni locali e internazionali con spirito creativo. Dal Petit Verdot in purezza del Timperosse al Sauvignon Blanc salmastro di Urra di Mare, dal Vermentino biologico di Larcéra fino allo spumante Delquanta, ottenuto da uve Chenin Blanc: sono vini che sorprendono per freschezza, energia e capacità di mostrare la Sicilia in forme nuove.

    I VarietaliQui la semplicità incontra l’autenticità. Sono vini in purezza che esprimono al meglio i vitigni, sia autoctoni che internazionali. Dal Nero d’Avola al Frappato, dal Grillo al Grecanico, fino a Chardonnay, Viognier, Fiano e Syrah: etichette immediate, fresche, pensate per raccontare la ricchezza e la varietà del patrimonio viticolo siciliano senza filtri.

    Selinunte

    CalamossaUna linea che evoca la vitalità del mare. Bianco e Rosato frizzante, leggeri e gioiosi, che prendono il nome da un’insenatura di Menfi. Freschezza e spuma sottile li rendono il volto più spensierato e solare della collezione.

    Cinque percorsi diversi, un’unica anima: quella di una Sicilia capace di reinventarsi senza perdere il legame con le proprie radici.

    E come scriveva Salvatore Quasimodo in Vento a Tindari:

    «Salgo vertici aerei precipizi, assorto al vento dei pini, e la brigata che lieve m’accompagnas’allontana nell’aria, onda di suoni e amore, e tu mi prendi da cui male mi trassi e paure d’ombre e di silenzi, rifugi di dolcezze un tempo assidue e morte d’anima.»

    Un’immagine che restituisce tutta la forza del vento, della memoria e dell’anima di questa terra, la stessa che Cantine Settesoli continua a trasformare in racconto collettivo e in vino. LEGGI TUTTO

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    G.D. Vajra e Luigi Baudana tra i grandi del vino mondiale secondo Wine Enthusiast

    Wine Enthusiast, magazine statunitense tra i più autorevoli del panorama enologico internazionale, assegna ai vini di G.D. Vajra e Luigi Baudana valutazioni comprese tra 92 e 98 punti. Due le menzioni “Cellar Selection”, riservate alle etichette di più alto profilo e destinate a un lungo invecchiamento: il Barolo DOCG Ravera 2021 (98 punti) e il Bricco delle Viole 2021 (97 punti). Due vini che uniscono profondità, eleganza e longevità, conquistando gli esperti degustatori come esempi tra i più rappresentativi dell’annata e posizionandosi ai vertici della classifica.
    Questo riconoscimento ampio e trasversale sottolinea la qualità e la coerenza di tutta la produzione aziendale. “Essere premiati con valutazioni così alte nelle diverse tipologie è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione – commenta Aldo Vaira, alla guida dell’azienda insieme alla moglie Milena e ai figli Giuseppe, Francesca e Isidoro –. Ogni nostro vino, dal Barolo alle etichette pensate per la tavola di tutti i giorni, porta con sé lo stesso impegno e la stessa attenzione: crediamo che ciascuno debba raccontare con sincerità la terra da cui nasce, indipendentemente dal prezzo o dal prestigio. Questi riconoscimenti ci incoraggiano a proseguire lungo il cammino della qualità e del rispetto per il territorio”.
    Tra i riconoscimenti assegnati spiccano anche le menzioni “Hidden Gem” per etichette meno consuete come Langhe DOC Pinot Nero 2023, N.S. della Neve Metodo Classico Brut, Claré J.C. Langhe DOC Nebbiolo 2024, il Moscato d’Asti DOCG 2024 e Luigi Baudana Dragon Langhe DOC Bianco 2024. La selezione “Editors’ Choice” ha invece premiato Langhe DOC Nebbiolo 2024, Albe Barolo DOCG 2021 e Dolcetto d’Alba DOC 2024, vini di qualità eccellente e caratteristiche uniche che meritano un’attenzione particolare. LEGGI TUTTO

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    AIS Veneto propone l’educazione al bere consapevole nelle scuole

    Educazione al bere responsabile, consapevolezza degli effetti dell’alcol, valore culturale, storico e territoriale del vino e ruolo del professionista nella narrazione enogastronomica: sono i temi al centro del ciclo di incontri proposti dall’Associazione Italiana Sommelier del Veneto ad alcuni istituti scolastici di secondo grado della regione. Lo scopo è sensibilizzare i giovani sul corretto consumo delle bevande alcoliche, in modo da poter fornire loro gli strumenti critici e le conoscenze che li aiutino a rapportarsi con il vino in modo consapevole.
    “La nostra presenza nelle scuole come esperti del settore – dichiara Gianpaolo Breda, Presidente di AIS Veneto – vuole offrire un contributo autorevole e concreto. Non si tratta soltanto di sensibilizzare ma di assumerci la responsabilità di educare con il supporto degli istituti scolastici e delle realtà professionali del territorio. L’iniziativa ha inoltre l’obiettivo di consolidare il legame tra formazione e mondo del lavoro: i giovani a cui parleremo in aula saranno un domani ambasciatori della nostra identità culturale nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità. Con la nostra offerta didattica ​ siamo presenti anche nei percorsi post diploma di ITS Academy con il modulo Food & Wine Tourism a Treviso e Verona, e nell’attività formativa di Enaip con Marketing del turismo enogastronomico a Conegliano. Inoltre, saremo coinvolti anche nei programmi dell’Ente Bilaterale Turismo di Venezia”.
    Un impegno che non si esaurisce nelle aule: per dialogare ancora più da vicino con le nuove generazioni, AIS Veneto ha rinnovato anche il proprio linguaggio, scegliendo una comunicazione digitale più diretta, autentica e coinvolgente. L’obiettivo è rafforzare la presenza sui social e intercettare i giovani che guardano con curiosità e passione al mondo del vino e dell’ospitalità.
    Il nuovo approccio trova conferma nei numeri: nel primo semestre 2025 la quota di iscritti under 35 ai corsi per Sommelier di AIS Veneto ha raggiunto il 40% del totale, in crescita rispetto agli ultimi due anni. Un dato che evidenzia come le nuove generazioni non considerino più il vino soltanto una passione, ma anche una concreta opportunità professionale. Parallelamente, aumenta l’offerta formativa sul territorio regionale, con 27 corsi in partenza tra settembre e ottobre distribuiti in 17 sedi e di cui 12 sono di primo livello. LEGGI TUTTO

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    Tripletta di Award rosso per Cantina Valtidone al Concorso The Wine Hunter Award 2025 di Merano

    “The WineHunter è questo: ricerca, scoperta, condivisione delle eccellenze figlie del perfetto connubio fra passato e futuro. Solo il meglio, in ogni sua forma perché excellence is an attitude.”The WineHunter Award, è il premio all’ eccellenza e all’ alta qualità che viene assegnato ogni anno, da oltre trent’anni, a prodotti vitivinicoli e culinari, ai distillati ed alle birre e, anche quest’anno premia Cantina Valtidone con tre “Award rosso”.
    Il premio viene assegnato dalle otto commissioni di assaggio a vini nazionali ed internazionali che raggiungono un punteggio minimo di 90/100, garantendo così la massima qualità al consumatore.
    La competenza e l’esperienza del WineHunter Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, guidano le commissioni composte ognuna da tre membri, tra cui tecnici, sommelier, baristi, enotecari e giornalisti del settore. In ogni degustazione vengono valutati non più di quaranta vini, seguendo i criteri di UIOE (Unione Internazionale degli Enologi) e OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino).
    Per Cantina Valtidone è l’ennesima conquista di riconoscimenti così importanti ed autorevoli: i tre The WineHunter Award Rosso 2025 sono stati assegnati a 50 Vendemmie Colli Piacentini Malvasia DOC 2023, nella versione ferma, a Arvange Brut Metodo Classico VSQ e a Inedita vino bianco fermo.
    Premiate quindi tre referenze che rappresentano l’evoluzione di Cantina Valtidone nel mondo dei vini bianchi e degli spumanti:
    il 50 Vendemmie Colli Piacentini Malvasia DOC appartiene al progetto 50 Vendemmie, e nasce dalle uve di antichi vigneti di Malvasia di Candia, delle colline della Val Tidone;
    la novità, Inedita vino bianco fermo, nasce da uve di Malvasia di Candia Aromatica, Sauvignon Blanc e Pinot Grigio. Il vino INEDITA è un vino bianco aromatico dal carattere deciso: al naso presenta bouquet floreale e spiccate e persistenti note di frutta esotica. All’assaggio si rivela fresco, avvolgente, con delicata punta minerale.
    Il nuovo Metodo Classico Arvange Brut Metodo Classico VSQ, nato dall’esperienza maturata con il metodo classico Perlage e affinata con Arvange Spumante Metodo Classico Pas Dosé.
    Cantina Valtidone, attraverso le parole del Presidente Gianpaolo Fornasari, manifesta la grande soddisfazione: “Tre vini bianchi che si caratterizzano con differenti peculiarità e personalità. Le bollicine del nuovissimo spumante Arvange Brut Metodo Classico e due vini bianchi fermi che hanno conquistato per la versatilità che li contraddistingue. Un grande successo per l’intera Azienda che è sempre più motivata nel percorrere la strada intrapresa di ricerca”. LEGGI TUTTO

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    Online la Guida ai migliori Pinot Nero d’Italia 2026 di Vinodabere.it

    Ritorna la Guida ai migliori Pinot Nero italiani targata Vinodabere.it – curatori i giornalisti Maurizio Valeriani e Antonio Paolini – con importanti novità. Da quest’anno, infatti, sono state aggiunte ulteriori categorie come gli spumanti, i vini bianchi e i rosé in cui il Pinot Nero sia presente dall’80% in su. Una scelta che cambia non solo i numeri e le tipologie della Guida ma anche, com’era prevedibile, la sua geografia e i rapporti di peso tra le varie aree produttive. I numeri sono assolutamente eloquenti: 250 i vini assaggiati, 145 quelli recensiti (a rimarcare che la via di interpretazione del Pinot Nero ad alti livelli resta comunque una prova non facile) ma con ben 54 Standing Ovation (il massimo riconoscimento previsto dalla redazione).Nel dettaglio, e partendo dalla “new entry” sicuramente più attesa, gli spumanti (31, con 11 premiati): va a bersaglio alla grande il Piemonte, confermando che la parabola dell’Alta Langa (6 spumanti in Guida di cui 3 Standing Ovation) dopo il decollo continua alla grande a puntare in su. E va bene, anzi benone, la Lombardia, che cala appunto il suo asso con l’Oltrepò e piazza – tutte da lì – in Guida 15 “bolle” da Pinot Nero con 4 Standing Ovation. Conferma la sua vocazione “classica” e l’amore ricambiato per li vitigno il Trentino (4 vini e due allori massimi).
    Meno “pesante” numericamente l’impatto di bianchi e rosé (3 e 6 rispettivamente) con una Standing Ovation solo tra i primi. Ma a proposito della quale vale la pena di aprire una (ammirata) parentesi: ad aggiudicarsela è la marchigiana Fattoria Mancini, a buon diritto ascrivibile tra i pionieri assoluti nella valorizzazione “italiana” del vitigno e che, a conferma, coglie altri due allori (un trionfo, insomma) con i suoi rossi.
    E nel panorama regionale l’Alto Adige ribadisce la sua indiscussa vocazione e il suo gioco d’anticipo, e si conferma alla guida con ben 37 vini di cui 21 Standing Ovation (più una tra le bolle), e tra esse ci sono anche gli unici quattro vini “perfetti”, valutati 100/100. Perde apparentemente qualche colpo nella graduatoria interregionale la Toscana, altra illustre enclave da Pinot Nero che stavolta vede limitata la sua presenza a 6 esemplari di cui una Standing Ovation. Ma, sostanzialmente, è il segno di una concorrenza che cresce, esigendo quindi performance sempre più alte per restare in quota. Ed è l’ultimo dato di questa edizione della Guida a ribadirlo: oltre a quelle meritatamente già citate, inseriscono vini in Guida anche Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta. A dimostrazione del fatto che quella del Pinot Nero è ormai una autentica realtà nazionale che non ha più alcun bisogno di chiamarsi “Noir” per sentirsi importante.
    Curatori: Maurizio Valeriani e Antonio Paolini.
    Revisione dei testi a cura di Pino Perrone.
    Attività di redazione web a cura di Daniele Moroni.
    I testi che leggerete in Guida sono di: Salvatore Del Vasto, Paolo Frugoni, Federico Gabriele, Maurizio Gabriele, Luca Matarazzo, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Pino Perrone, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Susanna Schivardi, Gianni Travaglini, Paolo Valentini, Maurizio Valeriani.
    Link della Guida: https://vinodabere.it/guida-ai-migliori-pinot-nero-ditalia-2026-la-guida-completa/
    I 4 Vini con 100/100:
    Alto Adige Pinot Nero Riserva Lafóa 2021 – Cantina Colterenzio
    Alto Adige Pinot Nero Riserva Luma 2022 – Tenuta Romen
    Alto Adige Pinot Nero Riserva Matan Glen 2022 – Tenuta Pftscher
    Alto Adige Pinot Nero Buchholz 2023 – Azienda Vinicola Castelfeder LEGGI TUTTO

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    Attems svela la nuova vendemmia di Cicinis

    Attems annuncia la release sui mercati internazionali di Cicinis 2024, la nuova vendemmia del vino simbolo della Tenuta, 100% Sauvignon Blanc ed espressione autentica di uno dei terroir più vocati d’Italia.Nato sulle pendici dell’omonimo colle terrazzato ai piedi del Monte Calvario, Cicinis esprime la forza e la finezza del Collio Goriziano. Qui i terreni di Ponca – sabbie e limo derivati dalla disgregazione di antiche rocce arenarie di origine marina – si combinano con la vicinanza del mare e con un microclima ideale, regalando al Sauvignon Blanc una personalità inconfondibile.
    La tenuta si estende su 68 ettari di cui 44 vitati, immersi in un mosaico di boschi e biodiversità. Nei vigneti di Attems la cura della vigna è sartoriale: il sovescio con leguminose e graminacee arricchisce il suolo in modo naturale, il sistema di allevamento a Guyot e l’alta densità d’impianto garantiscono basse rese e uve di altissima qualità. Tutto concorre a un obiettivo preciso: dar vita a un Sauvignon Blanc dalle caratteristiche organolettiche distintive e dal carattere ben definito.
    LA VENDEMMIA 2024
    Il ciclo vegetativo è iniziato con un germogliamento regolare a inizio aprile, favorito da un inverno mite e piovoso. Una primavera equilibrata e un’estate scandita da alternanza di calore e piogge provvidenziali hanno permesso alle viti di maturare in modo omogeneo e senza stress idrico. La vendemmia, condotta manualmente e in più passaggi, ha permesso di valorizzare le diverse esposizioni delle terrazze di Sauvignon, cogliendo al meglio la ricchezza del vigneto.
    Cicinis 2024 si presenta al calice di colore giallo paglierino intenso e brillante e conquista subito per la sua eleganza olfattiva. Il bouquet è ampio e raffinato: si apre con vivaci sentori di bosso, bergamotto, pompelmo e salvia, che si fondono con sfumature più complesse di mandorla tostata e pietra focaia. Gli aromi dell’affinamento in legno contribuiscono ad armonizzare il profilo aromatico donandogli profondità.
    All’assaggio rivela un ingresso deciso. La struttura è verticale e avvolgente, sostenuta da una fresca acidità e da una sapidità ben integrata, che accompagnano il sorso verso un finale lungo, preciso e persistente.
    ATTEMS
    Con le radici ben salde nella storia e lo sguardo rivolto al futuro, Attems, nel comprensorio del Collio Goriziano, la parte più orientale del Friuli, interpreta il territorio con una visione autentica e contemporanea che si traduce in una gamma di vini pregiati, dalla personalità elegante e fortemente identificativa di un’area vitivinicola particolarmente vocata. Ad un’altitudine media di 130 metri s.l.m., 44 ettari di vigneti, proprietà dal 2000 della famiglia Frescobaldi, sono coltivati a Ribolla Gialla, Sauvignon Blanc, Pinot Grigio e Chardonnay. I vini: Cicinis – Collio DOC, Sauvignon Blanc, elegante e inteso; Trebes – Collio DOC, Ribolla Gialla, vibrante acidità e solida struttura Pinot Grigio Ramato – Friuli DOC, morbido e agrumato, Pinot Grigio – Friuli Doc; Sauvignon Blanc – Venezia Giulia IGT, Chardonnay – Venezia Giulia IGT, Ribolla Gialla – Venezia Giulia IGT. LEGGI TUTTO

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    Annalisa Zorzettig: una vendemmia che richiama le grandi annate del passato

    Nei Colli Orientali del Friuli, tra i vigneti di Annalisa Zorzettig, l’aria profuma di mosto: è tempo della vendemmia, che quest’anno si presenta come il risultato di un’annata segnata da forti contrasti climatici, ma in grado di imprimere un carattere distintivo e promettente ai vini.
    Dopo un maggio piovoso e un giugno tra i più caldi e asciutti mai registrati, un luglio sorprendentemente fresco infatti ha rallentato i ritmi della natura, favorendo una maturazione lenta e regolare delle uve. Le rese sono leggermente inferiori alla media, ma i dati analitici e le prime degustazioni raccontano un quadro di grande interesse: pH più bassi, acidità elevate e profili aromatici ricchi delineano vini succosi, tesi e vibranti, con richiami alle migliori annate fresche di fine anni Ottanta, inizio anni Novanta.
    Le varietà precoci hanno già espresso caratteri notevoli: il Sauvignon Blanc e il Pinot Nero colpiscono per precisione e freschezza, mentre il Friulano sorprende per l’energia, insolita per un vitigno che tende a perdere acidità.
    Se settembre manterrà giornate asciutte e ventilate, il 2025 potrà entrare nella memoria come un’annata capace di regalare vini eleganti, longevi e autenticamente legati al territorio dei Colli Orientali del Friuli.
    Accanto all’analisi tecnica, la vendemmia 2025 custodisce una dimensione poetica per Annalisa, intrisa di ricordi d’infanzia: i rientri da scuola, tra mattinate fresche, pomeriggi di sole e piogge improvvise con le corse tra i filari.“Anche se l’autunno inizia solo a fine settembre – racconta la produttrice – queste giornate hanno lo stesso sapore delle stagioni di passaggio, composte da energia, attesa e vitalità. I vini che stanno nascendo sono profondamente legati a questo ritmo naturale, capaci di restituire l’essenza del territorio e la memoria delle grandi annate del passato.” LEGGI TUTTO

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    Manuela Centinaio entra nel Club del Buttafuoco Storico

    La cantina Bosco del Sasso di Canneto Pavese fa il suo ingresso ufficiale nel Club del Buttafuoco Storico, l’associazione che dal 1996 riunisce le aziende vitivinicole impegnate a custodire e valorizzare questo potente rosso, vino simbolo dell’Oltrepò Pavese.
    A guidare la cantina è Manuela Centinaio, sorella di Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato. Con lei il Club accoglie entusiasmo rinnovato e rafforza la presenza femminile tra i soci, come ricorda il presidente Massimo Piovani, che afferma: «Diamo il benvenuto nel Club del Buttafuoco Storico a Bosco del Sasso che porta energia e convinzione al nostro percorso. Nel 2026 festeggeremo i trent’anni di attività: tre decenni in cui qualità, rigore e determinazione hanno costruito un’identità forte, capace di fare del Buttafuoco Storico il vino simbolo dell’Oltrepò Pavese. Questo ingresso rafforza ancora di più il nostro impegno e conferma che la visione che ci accompagna dal 1996 continua a parlare al futuro.»
    Bosco del Sasso porta con sé la Vigna Storica del Sasso e un progetto che mette al centro la qualità – in linea con il disciplinare rigoroso del Club, che tutela zone precise e pratiche produttive legate alla tradizione – e l’identità del territorio.
    “Io e mio fratello Gian Marco abbiamo sempre creduto fortemente nel progetto Buttafuoco Storico. Siamo orgogliosi di entrare nel Club, impegnato come noi in una missione comune: valorizzare al meglio fuori dal perimetro locale questo vino, che è espressione più autentica del territorio, un mix di varietà che arriva direttamente dalla vigna, e non creato in cantina. Un vino che appassiona molto anche il nostro enologo, Michele Zanardo – commenta Manuela Centinaio, titolare di Bosco del Sasso – Siamo in costante fermento e tra poco più di un anno vedrà la luce un altro ambizioso progetto: il wine resort di Bosco del Sasso, incastonato tra i filari sulle colline di Canneto Pavese, che ospiterà una barricaia dedicata esclusivamente al Buttafuoco Storico.”
    Con questa adesione il Club del Buttafuoco Storico segna 18 soci e 20 Vigne Storiche, rafforzando la rappresentanza di chi crede nella riconoscibilità e nella sostanza come chiavi per dare all’Oltrepò Pavese il posizionamento alto che questo territorio si è sempre meritato. Non è solo un numero in più, ma un passo che conferma come il Buttafuoco Storico sia un progetto vivo, capace di rinnovarsi e guardare avanti senza mai tradire le radici. LEGGI TUTTO