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    Chiaretto di Bardolino, la Rosè Revolution si è compiuta

    Con la vendemmia 2014, i produttori di Chiaretto mettevano in atto la Rosè Revolution con l’obbiettivo di valorizzare il colore delicato e i profumi fruttati agrumati della Corvina Veronese, ma non solo, l’idea diffusa era anche quella di realizzare un vino destinato a durare nel tempo e che se la giocasse, quantomeno alla pari, con i terroir internazionali più blasonati per la produzione di vino rosa. A completare il quadro, nella primavera del 2021, con la modifica del disciplinare di produzione, la denominazione adottava ufficialmente il nome Chiaretto di Bardolino, con l’intento di marcare in maniera netta l’identità territoriale del vino rosa veronese.

    Edizione dopo edizione, le Anteprime che si sono susseguite hanno dimostrato, in maniera inequivocabile, almeno tre cose: la prima, che il Chiaretto di Bardolino non è semplicemente un vino d’annata da bere d’estate in riva al lago di Garda, ma è anche un vino importante, da lungo affinamento da bere tutto l’anno. La seconda, che il livello qualitativo raggiunto è tale che il vino rosa veronese, spesso, è in grado di regge benissimo il confronto con le zone vitivinicole più importanti del mondo a vocazione rosa. La terza è che uno dei vini gastronomici per eccellenza, molto versatile nell’abbinamento.  Per i più scettici conta la dimostrazione empirica che Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela, ha voluto presentare alla stampa specializzata durante le masterclass dell’Anteprima 2023.

    Il Chiaretto è stato messo a confronto, naturalmente alla cieca, con la Mosella e Rioja per l’annata 2021 e con la Provenza per l’annata 2022. Morale della favola, ne è uscito sempre a testa alta, talune volte sinceramente superiore, ad esempio nel raffronto con la Rioja. È ovvio che non si può generalizzare come è ovvio che quando beviamo Chiaretto dobbiamo sempre ragionare nell’ottica dell’alternativa e non della contrapposizione, ma vivaddio il Chiaretto di Bardolino è in grado di regalare delle eccellenze assolute. Altra questione, altrettanto intrigante, è stata verificare come, sia il Chiaretto pensato per il lungo affinamento, come ad esempio il Chiaretto di Bardolino Classico Gaudenzia Villa Cordevigo nelle annate 2018 e 2019; così come il Chiaretto semplicemente con qualche anno sulle spalle, ovvero i Chiaretto di Bardolino Poggio alle Grazie e Tenuta la Presa nelle annate 2014, 2015 e 2016, sono stati in grado di reggere il tempo in maniera sublime.

    A sugellare il tutto la splendida notizia di qualche settimana fa, che ha visto l’associazione Rosés de Terroirs, fondata da alcuni dei nomi più prestigiosi del vino rosé francese, portare, assieme ai mostri sacri del vino transalpino, il Chiaretto di Bardolino Le Fraghe 2016 in tour in alcuni importanti ristoranti della Francia premiati con la stella dalla guida Michelin. Forse non poteva esserci miglior consacrazione, vincere nel campo più difficile. La dimostrazione che la Rosè Revolution si è definitivamente compiuta.

    Chiaretto di Bardolino, informazioni sull’annata 2022

    Nella produzione del Chiaretto di Bardolino – racconta Andrea Vantini, responsabile area tecnica del Consorzio di tutela del Chiaretto di Bardolino – la selezione corretta dei vigneti, la loro gestione agronomica e la scelta mirata dei tempi di raccolta non sono mai risultati così fondamentali come lo scorso anno, segnato da cambiamenti climatici estremi in termini di scarsità delle precipitazioni e di elevati livelli delle temperature. La vendemmia è stata anticipata di circa otto giorni rispetto alla media degli ultimi anni. La gradazione zuccherina delle uve è stata superiore rispetto all’annata 2021, mentre l’acidità totale, pur inferiore nei confronti dell’anno precedente, è stata fortunatamente supportata dalle provvidenziali piogge di agosto. Ne è derivata, per il Chiaretto di Bardolino, un’annata equilibrata, dotata, insieme, di ottima struttura e di una equilibrata freschezza e sapidità”. LEGGI TUTTO

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    Edoardo Freddi International: analisi export vini italiani 2021-2023

    Nonostante il perdurare della guerra ed i rincari stellari delle materie prime (specie il vetro), dei trasporti (specie intercontinentali) e delle bollette energetiche, l’export di vini italiani tiene. Scendono i volumi specie in GdO, ma salgono sensibilmente i valori dell’export trainato dai fine-wine specie nella ristorazione. Amarone, Barolo e Chianti Classico sono i “re di […] LEGGI TUTTO

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    Frescobaldi presenta Ripe al Convento 2017

    Ripe al Convento 2017, il Brunello di Montalcino Riserva prodotto nella Tenuta di CastelGiocondo dalla Marchesi Frescobaldi, è ora disponibile sui mercati internazionali per essere degustato. Potenza e ricchezza straordinarie caratterizzano il nuovo millesimo, risultato di un’estate che sarà ricordata per le elevate temperature, positivamente mitigate dalla posizione elevata del vigneto che ha così permesso […] LEGGI TUTTO

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    Il Trentino brinda alla sua DiVin Nosiola

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    Lo spumante subacqueo Akènta Sub official wine di Vinitaly and the City

    Dalle profondità del mare sardo alle piazze-museo a cielo aperto del centro storico di Verona. Akènta Sub della cantina Santa Maria La Palma di Alghero è l’official wine di Vinitaly and the City, il fuori salone per gli appassionati in programma dal 31 marzo al 3 aprile tra Piazza dei Signori, Cortile Mercato Vecchio e […] LEGGI TUTTO

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    Antonio Rallo riconfermatoalla guida del Consorzio di tutela vini DOC Sicilia

    A pochi giorni dall’Assemblea dei soci il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia elegge il Presidente e i Vicepresidenti.

    Alla guida del Consorzio di tutela vini DOC Sicilia viene riconfermato Antonio Rallo. La decisione è stata presa oggi, giovedì 9 marzo, durante la prima seduta del nuovo CdA che riconferma per il triennio, anche i due i Vicepresidenti Giuseppe Bursi e Filippo Paladino.

    “Le azioni del Consorzio dovranno essere adeguate alle sfide che il mercato richiede e sempre più incisive rispetto alla necessità di valorizzare sempre di più la vitivinicoltura siciliana”, sottolinea il Vicepresidente Giuseppe Bursi.

    Giuseppe Bursi

    Si completa dunque il nuovo corso del CdA, che ha visto l’ingresso di Roberto Magnisi, direttore di Duca di Salaparuta e Florio e Giuseppe Figlioli, enologo della cantina sociale Birgi, al posto rispettivamente di Laurent Bernard de La Gatinais della cantina Rapitalà e Nicolò Vinci della cantina Europa.

    Confermati i restanti dieci, ovvero il presidente finora in carica Antonio Rallo (amministratore delegato Donnafugata), i vicepresidenti finora in carica Giuseppe Bursi (presidente Settesoli) e Filippo Paladino (vice presidente Colomba Bianca) oltre i consiglieri Vincenzo Ampola (presidente cantine Petrosino), Gaspare Baiata (presidente cantine Paolini), Salvatore Chiantia (presidente cantina La Vite), Rosario Di Maria (presidente cantina Ermes), Alessio Planeta (amministratore delegato Planeta), Letizia Russo (direttrice Feudo Arancio) e Alberto Tasca (amministratore delegato Tasca d’Almerita).

    Filippo Paladino

    Consorzio di tutela vini DOC Sicilia

    Il Consorzio di tutela vini DOC Sicilia (siciliadoc.wine) prende vita nel 2012, con l’obiettivo di rappresentare il vino del territorio siciliano e promuovere la denominazione DOC Sicilia, con azioni mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy e alla tutela e vigilanza a difesa del consumatore e dei produttori.

    Quasi 8.000 viticoltori e circa 500 imbottigliatori sono promotori della Denominazione di Origine Controllata “Sicilia”, un riconoscimento utile a rappresentarli ma anche a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola. La Sicilia è la più grande area vinicola biologica in Italia: rappresenta il 30% della superficie nazionale e con i suoi oltre 42mila ettari ha anche il primato tra le regioni che praticano una viticoltura sostenibile, assoggettata al disciplinare bio o a quello di produzione integrata. LEGGI TUTTO

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    La cultura del vino e dei distillati protagonista a Best Wine Stars 2023

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