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    L’Associazione produttori del Nizza compie 20 anni

    Di Luciano Pavesio

    Ricorrenza in grande stile per l’Associazione Produttori del Nizza, giunta quest’anno al suo ventesimo anniversario della sua nascita, ricorrenza festeggiata con una ricca serie di eventi dedicati ovviamente alla denominazione Nizza Docg lungo tutto il 2022.

    Il sodalizio, sostenuto oggi da ben 75 produttori, è nato il 19 novembre 2002 per garantire una maggiore promozione in Italia e all’estero della “Barbera d’Asti” prodotta in questo territorio, obiettivo perseguito dai quattro presidenti-produttori che si sono via via succeduti, da Michele Chiarlo a Gianluca Morino a Gianni Bertolino, fino a Stefano Chiarlo, attualmente in carica, coadiuvato dai vicepresidenti Giovanni Bertolino e Daniele Chiappone.

    Molteplici sono gli obiettivi raggiunti dall’Associazione in questo ventennio, a cominciare dalla denominazione Nizza Docg, con le prime bottiglie uscite in commercio il 1° luglio 2016 relative alla vendemmia 2014, al culmine di un percorso partito proprio agli inizi degli anni 2000, con la prima importante tappa nella vendemmia 2008, quando la Barbera d’Asti Superiore Nizza poté cominciare a fregiarsi della Docg.

    Filari di barbera D’Asti in zona Nizza

    Una “super Barbera d’Asti” fortemente voluta “per dimostrare quello che sappiamo da tempo, ovvero che la Barbera, oltre ad essere un vitigno che dà vita a grandissimi vini per la quotidianità, è capace di dare anche grandi vini da invecchiamento” come aveva sottolineato nella presentazione ufficiale l’allora presidente Gianni Bertolino.

    Il disciplinare di questa denominazione, particolarmente rigido e selettivo, annovera tra i paesi produttori non solo l’omonimo paese di Nizza Monferrato bensì altri 17 comuni limitrofi (Agliano Terme, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Castel Boglione, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Cortiglione, Incisa Scapaccino, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra e Vinchio), con il vitigno che deve essere al 100% Barbera raccolta da vigneti che devono avere un’esposizione sud o sud-est o sud-ovest, con una resa non superiore ai 70 quintali per ettaro.

    La durata minima dell’affinamento è di 18 mesi (di cui almeno sei in botti di legno) per il Nizza Docg mentre di ben 30 mesi (di cui 12 in legno) per il Nizza Riserva Docg.

    grappoli di Barbera prossimi alla vendemmia

    Ad oggi sono circa 600 gli ettari di vigneto del Nizza Docg per una produzione di circa 800.000 bottiglie, entrambi i dati in costante crescita annua, di fronte a un potenziale territoriale di 720 ettari e oltre 4,5 milioni di bottiglie teoriche.

    L’Associazione nel frattempo ha raggiunto altri traguardi importanti come, ad esempio, la definizione di un logo unico e distintivo e l’istituzione di una degustazione annuale alla cieca effettuata dagli associati che, grazie al confronto, consente di costruire un giudizio di consapevolezza del livello dei vini, la caratterizzazione delle annate e la direzione migliorativa da intraprendere.

    Ancora più importante è stata senza dubbio la creazione nel 2018 della Mappa del territorio del Nizza Docg realizzata in collaborazione con il giornalista Alessandro Masnaghetti, editore di Enogea.

    Per realizzare questa Mappa ci sono voluti molti mesi di lavoro, durante i quali Masnaghetti ha battuto il territorio palmo a palmo, interrogando innanzitutto i “vecchi” produttori, dal momento che secondo lui la tradizione locale è l’elemento fondamentale per delimitare i confini di un “cru”, perché sono proprio coloro che hanno vissuto il territorio da generazioni che hanno la memoria storica dei toponimi e delle posizioni delle vigne.

    Alessandro Masnaghetti illustra la mappa del Nizza

    Altro elemento importante per arrivare a definire estensione e morfologia di una zona particolarmente vocata per la coltivazione del Barbera d’Asti è il paesaggio, perché proprio i cambiamenti di scenario e di vegetazione danno indicazioni importanti sulla tipologia di suolo e di conseguenza segnano dei confini naturali, con un po’ di attenzione chiaramente individuabili a occhio nudo.

    Ne è scaturito un lavoro affascinante, che fotografa in maniera precisa il territorio dei 18 comuni in cui si produce il Nizza Docg, iniziando con individuarequattro diverse zone all’interno della denominazione per complessivi oltre 130 potenziali “cru” alla francese ovvero zone particolarmente vocate per caratteristiche morfologiche, esposizione e microclimi alla coltivazione del vitigno Barbera.

    Analizzando la cartina si nota ad esempio come la viticoltura sia sviluppata soprattutto nel settore centrale, un’ampia porzione che va da Agliano Terme a ovest fino a Mombaruzzo a est, e nella parte meridionale, caratterizzata da colline più alte e ripide, con quote altimetriche che superano i cinquecento metri in prossimità del monte Dagno, il punto più alto della Docg.

    Nizza Monferrato Ph. Joe Gamberini

    Nella parte nord, che si sviluppa sulla sinistra orografica del torrente Tiglione, e in quella orientale dei paesi di Mombaruzzo, Bruno e Castiglione Belbo, la viticoltura è meno diffusa.

    In questa zona il clima più fresco e i terreni sabbiosi e calcarei permettono di creare dei vini più rotondi ed equilibrati fin da giovani, però meno corposi ed austeri rispetto a quelli prodotti a Nizza Monferrato, Agliano Terme o nel versante occidentale di Mombaruzzo.

    Il ricco calendario per festeggiare il ventennale dell’Associazione Produttori del Nizza, stilato in collaborazione con il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, tra gli altri annovera quattro eventi principali:

    Il #ForumNizzadocg,che si è svolto ad aprile a Zurigo, con ventisei produttori del Nizza Docg presenti per la prima volta in Svizzera. Il programma prevedeva la degustazione delle annate più rappresentative della denominazione attraverso banchi d’assaggio e un paio di masterclass denominate “Nizza Docg – der Top Barbera” tenuti da Othmar Kiem, caporedattore di Falstaff Italia, di approfondimento rivolte ad un pubblico di professionisti e appassionati.Il #ForumNizza, che si è svolto a maggio, con una giornata dedicata agli operatori del settore Ho.re.ca, in particolare sommelier ed enotecari, provenienti da Torino e Milano, che si è svolta alla Tenuta La Romana, con diversi momenti di approfondimento, tra cui la masterclass “Il Nizza Docg e le sue caratteristiche” tenuta dall’enologo Claudio Dacasto e da Alessandro Masnaghetti; un “walk around tasting” alla presenza dei produttori dell’Associazione e in chiusura una cena curata da Damiano Nigro, chef stellato di Palas Cerequio di La Morra.

    Presentazione dei cru del Nizza da parte del presidente Chiarlo

    #Natailprimoluglio,svoltosi a giugno per festeggiare i sei anni dall’uscita in commercio della denominazione Nizza Docg, avvenuta la prima volta nel 2016. Un evento dedicato a tutti i produttori dell’Associazione ed al folto pubblico di appassionati degustatori di questo vino, che in questo tempo è cresciuto non solo in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi, conquistando e incuriosendo sempre più estimatori non solo in Italia, ma anche all’estero.

    Infineil #ForumNizzaVentennale che si svolgerà il 21 novembre a Torino, presso la Centrale Nuvola Lavazza. Ancora una giornata dedicata agli operatori del settore della regione Piemonte, con diversi momenti di approfondimento: un seminario sul territorio e la denominazione Nizza Docg, un banco di assaggio con i produttori dell’Associazione, per concludere con la cena nel ristorante Condividere curata dallo chef stellato Federico Zanasi.

    Giro del Nizza_sosta a Calamandrana

    Il “Nizza Wine Experience”, un tour sulle colline del Nizza Docg da percorrere con le e-bike, al quale ho avuto il piacere di partecipare in anteprima in primavera, è davvero utile per verificare e ammirare di persona quanto tracciato e documentato da Magnaghetti nella sua Mappa, questo insieme di terre in apparenza simili ma in realtà molto diverse tra loro.

    Organizzato dal Teatro degli Acerbi di Fabio Fassio e Elena Romano, il “Giro del Nizza” è lungo circa 45 chilometri, suddivisi in dieci tappe, in gran parte su strade secondarie asfaltate, che culmina con una cena abbinata a quattro Nizza Docg provenienti da diversi “cru” presso l’Osteria Vineria La Signora in Rosso, rilevata da un paio d’anni proprio da Fassio e Romano, meta immancabile degli appassionati in quanto ospita nella stessa sede l’Enoteca Regionale.La particolarità di questo tour è che non solo si possono ammirare caratteristiche e paesaggi incantati di questo territorio, bensì dalla stessa voce degli organizzatori, attori teatrali di professione, aneddoti, storia e leggende di questi luoghi.

    Degustazione di Nizza Docg dopo il Giro del Nizza in ebike

    Tra le altre cose ho appreso ad esempio che il Monferrato è più antico delle vicine Langhe, dal momento che ben 140 milioni di anni fa al posto di queste spettacolari colline sormontate dal Monte Dagno con i suoi 455 metri, esisteva un mare molto profondo, chiamato Tetide. La nascita di questi declivi risale quindi a circa 50 milioni di anni fa in seguito allo schiacciamento della crosta europea da parte di quella africana.Per scoprire le origini del nome Monferrato occorre invece risalire alla leggenda di Aleramo, in particolare al “mattone ferrato”, che nella lingua piemontese dell’epoca si chiamava “Mun” con cui ferrò il cavallo (“Frrha”) con cui completò il perimetro della sua “Marca”, in seguito alla nomina a Marchese concessa dall’imperatore Ottone I come riconoscenza per aver liberato il nipote ostaggio dei nemici bresciani.

    Ottone disse così ad Aleramo che avrebbe ottenuto un territorio tra la Liguria e il Piemonte vasto quanto la distanza che sarebbe stato in grado di coprire a cavallo nell’arco di tre giorni e tre notti.

    Nel corso del giro non è fatto insolito scorgere in lontananza delle torri, utilizzate nel corso dei secoli come punti di avvistamento a guardia delle vallate contro i saraceni e i contrabbandieri, così per individuare i viandanti e fargli pagare le tasse, come ad esempio quella di Rocchetta Palafea o di Calamandrana, sull’allora confine che divideva il Monferrato con l’Astesana.

    Informazioni prima del via del Giro del Nizza

    A Nizza, in passato “città di confine e di battaglie”, l’enoturismo non è affatto cosa recente, se si pensa che già negli anni ‘50 ogni domenica una dozzina di pullman approdavano in questa cittadina per mangiare presso il blasonato Ristorante Italo e fare scorta di vino: dati alla mano, ogni domenica venivano vendute già allora oltre 2.000 bottiglie a settimana, forti del motto che “Tutto il Nizza è Barbera, ma non tutta la Barbera è Nizza!”.

    Un tour veramente ben congegnato, un insieme di nozioni storiche e aneddoti divertenti che contribuirà senz’altro a diffondere la conoscenza di questo vino-territorio in tutto il mondo (informazioni dettagliate sul sito http://www.landscapestorymovers.it/portfolio/il-nizza-experience/).

    Rivolti ancora principalmente agli enoturisti infine le manifestazioni promosse dall’Associazione Produttori del Nizza, in collaborazione con l’Enoteca Regionale di Nizza Monferrato, la Città di Nizza Monferrato e la condotta Slow Food del territorio, “Il Giro del Nizza”ad aprile, “Nizza è Barbera” a maggio ed il conclusivo “Nizza è” in programma dal 22 al 24 ottobre all’interno di Palazzo Crova e del Palazzo del Gusto con banchi d’assaggio e masterclass, per completare un anno alla scoperta del Nizza Docg.

    Stefano Chiarlo – Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza 3

    “Il programma di eventi che abbiamo creato per celebrare l’anniversario dell’Associazione è il più ricco di sempre” – affermava il presidente Stefano Chiarlo – “Siamo felici che finalmente si sono potuti svolgere in presenza così da attivare un dialogo e un confronto attivo e proattivo con i partecipanti. In tutti gli eventi, infatti, la nostra missione è stata quella di coinvolgere operatori professionisti, giornalisti italiani e internazionali, chef di eccellenza per farli innamorare del Nizza Docg.”.

    “Il principale obiettivo sul mercato italiano, per i prossimi anni, è l’implementazione del presidio del Nizza Docg nelle aree strategiche del Piemonte e della Lombardia e in parallelo sulle zone di origine. Per quanto riguarda l’estero si punterà a rafforzare la presenza in Svizzera e nei Paesi Nord Europei che in questi anni hanno dimostrato un forte interesse nella denominazione sia da parte del grande pubblico e wine lovers sia da parte di imprenditori che iniziano ad investire sul territorio. Come obiettivo a breve termine puntiamo pertanto a raggiungere il milione di bottiglie, grazie all’aumento del numero di nuove etichette di Nizza e Nizza Riserva che i produttori inseriranno nel loro listino. LEGGI TUTTO

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    Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano: nasce il progetto Poderi di Toscana

    Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano dà il via a Poderi di Toscana. Il nuovo progetto della cooperativa di Scansano (Grosseto) vede la costituzione di una società agricola, nata con il preciso obiettivo di supportare i soci che in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà a causa del ricambio generazionale o che, per motivi familiari, non sono più in grado di seguire i propri vigneti, acquistando o conducendo direttamente le proprietà. La Cantina ha già acquisito i primi tre ettari di vigneto, coltivati interamente a Sangiovese dal 2000 e situati nel comune di Magliano, nel cuore della Docg Morellino di Scansano.

    “Come azienda cooperativa – spiega Benedetto Grechi, Presidente della Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano – abbiamo sempre avuto un ruolo di salvaguardia e tutela del territorio e delle famiglie che vi abitano, rappresentate dai nostri soci. Permettere di dare continuità a questi vigneti, evitando che vengano abbandonati o che la loro gestione, passando di mano, non abbia più l’obiettivo di qualità che perseguiamo internamente, è un passo importante e necessario”.

    “La costituzione di questa nuova società, che fa capo direttamente alla Cantina – continua il Direttore Generale Sergio Bucci – è il primo passo verso la creazione di un nuovo marchio di eccellenza. È in questa direzione che convoglieremo in futuro alcuni progetti innovativi, sempre strettamente legati al territorio e ai vitigni più tipici della zona”.

    Poderi di Toscana condividerà con la Cantina gli stessi valori di tutela e sviluppo del territorio, di valorizzazione dei vitigni autoctoni e di attenzione alla sostenibilità ambientale.

    La cooperativa infatti ha aderito al Programma Nazionale per la Valutazione dell’Impronta Ambientale promosso dal Ministero dell’Ambiente, con cui si impegna a ridurre l’impronta di carbonio della coltivazione delle proprie vigne, ottenendo le certificazioni Carbon Footprint nel 2014 e VIVA Sustainable Wine nel 2015. Nel luglio del 2018 l’Unione Europea ha conferito al Morellino di Scansano Docg la certificazione PEF (Product Environmental Footprint), che misura l’impronta ambientale sull’intera filiera, dal vigneto fino allo smaltimento dell’imballaggio. Un risultato a cui hanno contribuito l’installazione dell’impianto fotovoltaico nel 2014 e l’adozione di una formula di packaging sostenibile.

    La Cantina partecipa inoltre a diversi progetti sperimentali in collaborazione con le istituzioni, tra cui SOS Wine, in partnership con l’Università della Tuscia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. LEGGI TUTTO

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    Etna Days: a settembre il primo evento dedicato alla stampa internazionale

    “Etna Days – I Vini del Vulcano” è Il primo evento in Sicilia del Consorzio Tutela Vini Etna DOC: un viaggio per la stampa internazionale – in particolare da USA e Nord Europa – per testate specializzate nel settore wine. Dal 13 al 18 settembre una trentina esperti degustatori e giornalisti si ritroveranno nelle aree di produzione dei vini dell’Etna Doc per un viaggio di scoperta, approfondimento e immersione tra i vitigni e i vini della denominazione, attraverso un ricco programma di degustazioni, masterclass e visite ai produttori.

    Il programma prevede il benvenuto degli ospiti il 13 settembre, mentre il giorno successivo è prevista la presentazione del territorio etneo da parte del Consorzio e di un vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), seguita da un banco di assaggio e da una visita archeologica ai suggestivi palmenti rupestri: gli antichi siti scavati nella roccia, destinati alla pigiatura delle uve e alla fermentazione dei mosti. La giornata si concluderà a cena con i produttori del territorio.  

    Giovedì 15 e venerdì 16 settembre i giornalisti, divisi in gruppi, visiteranno 40 aziende dell’area, ospitando anche i vini ed i produttori di altre 50 cantine dell’area Etna Doc.  Infine, sabato 17 settembre gli ospiti saranno condotti nell’escursione guidata sugli spettacolari crateri sommitali dell’Etna, dove consumeranno il pranzo al Rifugio Sapienza. La giornata terminerà a Catania a Palazzo della Cultura con un incontro insieme ai produttori e uno speciale wine party finale su invito.

    “Abbiamo voluto fortemente realizzare questo progetto, che lo scorso anno è stato rimandato a causa della pandemia” afferma Francesco Cambria, presidente del Consorzio di Tutela dei vini Etna DOC. “I vini dell’Etna rappresentano tra le vette più alte della viticoltura non solo siciliana, ma italiana. Il tour permetterà alle testate più importanti a livello internazionale di conoscere e far conoscere a tutto il mondo la varietà, le diversità e la qualità dei vini dei nostri produttori”.

    Oltre alle cantine che verranno visitate dai giornalisti nel corso del tour, al banco d’assaggio saranno presenti tutti i vini della denominazione.

    Il Consorzio di Tutela dei Vini Etna DOC rappresenta oggi il lavoro di 383 produttori e una produzione che nel 2021 ha superato 4,5 milioni di bottiglie. La presenza di antiche varietà autoctone come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e il Carricante, insieme ad una viticoltura con caratteristiche fortemente distintive – la composizione vulcanica dei terreni, la presenza di vigne centenarie, il sistema di allevamento ad alberello, i diversi versanti dell’Etna e le 133 contrade – offrono uno scenario complesso e affascinante, così come lo sono le tipologie prodotte sull’Etna, che comprendono vini rossi, bianchi, rosati e spumanti. LEGGI TUTTO

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    Antica Bottega del Vino: la sua carta vini è tra le più prestigiose al mondo

    Il leggendario ristorante nel cuore di Verona, oggi proprietà delle Famiglie Storiche, è stato inserito tra i 97 locali di riferimento mondiali per gli amanti del vino, in cui figurano solo 6 italiani.

    Antica Bottega del Vino si riconferma tra le più grandi eccellenze al mondo per la sua carta vini e conquista per il diciannovesimo anno consecutivo il Grand Award, il più alto riconoscimento assegnato da Wine Spectator. La rinomata rivista statunitense ha infatti inserito il locale tra i 97 punti di riferimento mondiali per gli amanti del vino, in cui figurano solamente 6 italiani.

    Luca Nicolis, direttore dell’Antica Bottega del Vino, commenta “Vogliamo ringraziare Wine Spectator per averci nuovamente riconosciuto questo importante premio, siamo orgogliosi di essere riusciti a mantenere questa importante eredità per quasi un ventennio. Il merito di questo traguardo è di tutto il nostro team ma anche delle Famiglie Storiche, che hanno donato solidità a questa realtà storica legandola ancora di più alla nostra città. E infine ringraziamo i veronesi, linfa vitale del nostro ristorante fin dalla sua nascita: tra le nostre sale abbiamo visto passare tante generazioni di clienti affezionati, che ci hanno permesso di continuare ad affermare l’Antica Bottega del Vino e di renderla un luogo riconosciuto in tutto il mondo.”

    Antica Bottega del Vino, dal 2010 proprietà delle Famiglie Storiche, è stata premiata non solo per la profondità delle annate e la ricerca della sua carta vini, che racchiude circa 4700 etichette e oltre 18 mila bottiglie, ma anche per l’impeccabile e riconosciuta professionalità di tutto il team dei Sommelier.

    Sabrina Tedeschi, neopresidente dell’Antica Bottega del Vino, commenta con soddisfazione “Questo premio appartiene a tutte le persone che quotidianamente lavorano per rendere il locale il tempio del vino che è oggi, a cui vanno i nostri complimenti e ringraziamenti. In un momento in cui è così difficile per il mondo della ristorazione collaborare con personale qualificato, la nostra forza è il team: 25 persone che sono con noi da anni e che hanno reso l’Antica Bottega del Vino una famiglia, che accoglie ogni giorno clienti storici e turisti con lo stesso entusiasmo e la professionalità di sempre.”

    Il premio si aggiunge alla lunga serie di riconoscimenti di Wine Spectator, che fin dal 1996 ha definito la carta vini dell’Antica Bottega del Vino una delle più complete e straordinarie del mondo, tanto da premiarla continuativamente dal 2004 con il Grand Award.

    Nata nel 1500 durante la Repubblica di Venezia, Antica Bottega del Vino prende il suo attuale nome nel 1890 con i Fratelli Sterzi, che mantengono l’affascinante stile ottocentesco, caldo e caratteristico che vediamo ancora oggi. Il locale diventa così uno dei punti di riferimento per la scena culturale di fine Ottocento e per gli amanti del vino, accogliendo ai suoi tavoli poeti, musicisti, letterati e artisti come Boccioni, ma anche giornalisti che vi si rifugiavano dopo una giornata in redazione. Nel 1957 il locale venne acquistato dalla famiglia Rizzo-Grigolo e si concentrò soprattutto sull’attività di ristorazione fino al 1987 quando arrivarono sulle scene Severino Barzan, che successivamente portò il modello della Bottega a New York con Giovanni Pascucci suo socio.

    Nel 2010 le Famiglie Storiche (Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini, Zenato) acquisiscono l’Antica Bottega del Vino, salvaguardando la tradizione enologica del luogo simbolo di Verona. 

    Oggi l’Antica Bottega del Vino continua ad essere un tempio del vino dove viene portata avanti l’eredità dei decenni precedenti e che continua ad essere un luogo da vivere, dove godere pienamente della tradizione enogastronomica veronese, veneta e internazionale. LEGGI TUTTO

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    Mongarda Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Metodo Classico 2018

    Mentre sto per finire (non da solo) la bottiglia del Prosecco Superiore DOCG Metodo Classico 2018 di Martino Tormena, giovane artigiano del vino e proprietario della cantina Mongarda in quel di Col San Martino, immagino cosa verrà facile scrivere: amore smisurato per la propria terra, in questo caso i cru San Gallo a Soligo, Belvedere a Cison di Valmarino, Mongarda, Muliana e Rive Alte a Col San Martino, San Giorgio a Farra di Soligo. Poi rispetto della materia prima, dell’ambiente, ecc. Tutto giusto, tutto vero e sacrosanto, poi però quello che prevale nella mia testa è la certezza di aver bevuto una delle bottiglie di Prosecco più buone di sempre. Non tragga in inganno il processo di produzione Metodo Classico, spesso osteggiata dai puristi del prosecco; il progetto di Martino con il dosaggio zero, affinamento sulle fecce fini per almeno 24 mesi e la produzione solo nelle annate più significative, ci restituisce uno spumante di notevole coerenza, che lascia intatta l’identità della glera. Un naso di grande impatto tra fiori bianchi, mela, delicate note agrumate; un sorso fresco, teso e dinamico completano l’opera. Applausi a scena aperta.

    Cru Vigna Mongarda – Vendemmia 2018 – Extra Brut gr/l 0 – tiraggio 11/06/2019 – sboccatura 30/04/2021. LEGGI TUTTO

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    Il Soave è MultiVerso

    Andare oltre le mura medievali di Soave per raccontare l’eccellenza di queste terre anche a coloro che il vino lo conoscono poco o nulla. Creare occasioni di dialogo e di confronto grazie ad un format rinnovato, giovane e fresco, che strizza l’occhio alla cultura senza perdere di vista la leggerezza e il piacere della convivialità.

    Questo in sintesi Soave MultiVerso, l’evento curato dal Consorzio del Soave, in programma dal 3 al 5 settembre nel cortile del Palazzo del Capitano, proprio nel cuore antico del Borgo dei borghi 2022.

    Cultura, intrattenimento e convivialità vogliono essere i tre elementi caratterizzanti di Soave MultiVerso. Nella serata di sabato, in occasione dell’apertura ufficiale, è infatti previsto un momento culturale per regalare ai presenti l’occasione di andare oltre il mondo del vino e delle sue caratteristiche più tecniche per spaziare tra attualità e cultura, in chiave decisamente pop.

    Sabato 3 settembre alle 18.00, ospite di questa prima edizione, sarà infatti Guido Marangoni, ingegnere informatico, speaker TedX, firma del Corriere della Sera per l’inserto Buone Notizie, scrittore e attore. Una figura decisamente originale e poliedrica la sua in linea con l’idea di fondo di Soave MutiVerso: partire dal vino per sondare tutti quegli “universi paralleli” fatti di storie di vita  e  di  umanità  che,  attraverso  analisi  e  pensiero  laterale,  al  vino  poi  si  riconducono.        A seguire musica e Djset fino alle 23.00, orario di chiusura, proprio perché il vino nella sua più intrinseca natura genera voglia di stare assieme, meglio ancora se con intrattenimento di qualità.

    Soave Multiverso, alla sua prima edizione, si propone quindi già nel nome di fare un passo oltre, di segnare quel cambio di paradigma necessario anche al mondo del vino e di spaziare dunque al di là dei tecnicismi per addetti ai lavori così da percorrere strade alternative per avvicinare al vino un “pubblico trasversale”, anche attraverso la cultura. Un’occasione per nutrire il corpo ma anche il cuore e la mente.

     “Soave Multiverso – evidenzia Igor Gladich, direttore del Consorzio del Soave – oltre ad essere lo scrigno al cui interno rifulgono le migliori interpretazioni di Soave, firmate da una ventina di aziende, si propone anche come evento culturale perché mai come oggi c’è bisogno di bellezza e di cultura, oltre che di qualità nel calice. Multiverso vuole indicare infatti la complessità ma anche il fascino di tanti universi paralleli che ruotano attorno al mondo del vino e che sono tutti da scoprire. Ci piace pensare che le persone che parteciperanno potranno nutrire la mente oltre che il corpo”.

    Oltre venti le aziende che prenderanno parte alla tre giorni e che metteranno in degustazione il meglio delle loro produzioni abbinate a piatti della tradizione, assaggi di prodotti tipici e cibo da strada.

    Ecco le aziende:

    BALESTRI VALDA – BOLLA – CANOSO

    CANTINA MONTEFORTE – CANTINA DI SOAVE – COFFELE

    CORTE ADAMI- CORTE MAINENTE – CORTE MOSCHINA – DAL CERO F.LLI

    EL VEGRO – FATTORI – GINI

    I CAMPI – INAMA

    LE BATTISTELLE – MONTE TONDO – SANTI – VICENTINI

    VILLA CANESTRARI – VITEVIS

    Soave Multiverso sarà quindi un format rinnovato rispetto al tradizionale Soave Versus per raccontare con chiavi di comunicazione inedite, e pensate soprattutto per i giovani, le Colline Vitate del Soave, la storicità di questo comprensorio viticolo, primo Paesaggio Rurale di interesse storico d’Italia, la forza del vulcano, il ruolo del viticoltore contemporaneo, le Unità Geografiche Aggiuntive solo per accennare ad alcune delle peculiarità che contraddistinguono oggi il Soave.

    Per prenotare il proprio calice: www.soavemultiverso.com. LEGGI TUTTO

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    I vini dell’Etna sono sempre più ricercati dal consumatore

    Sono state 3.293.388 le bottiglie prodotte a marchio Etna DOC nel primo semestre del 2022, pari a un imbottigliato di 24.700 ettolitri, con un incremento del 30% rispetto allo stesso periodo di riferimento nel 2021, quando i dati della prima parte del 2021 certificavano una produzione di 2.516.704 di bottiglie, equivalente a 18.875 ettolitri.

    Sono questi i numeri che emergono dall’analisi del Consorzio Tutela Vini Etna DOC, nel suo ormai consueto punto della situazione di metà anno, che mettono in evidenza la costante crescita di atten- zione dei consumatori verso questi vini così unici e particolari. “I dati attestano l’ottimo stato di salute della denominazione –commenta Francesco Cambria, presidente del Consorzio Tutela Vini Etna DOC- e superano quanto di buono avevamo già fatto l’anno scorso, quando avevamo raggiunte le stesse performance del 2019, lasciandoci definitivamente alle spalle le difficoltà del periodo più duro della pandemia”.

    Francesco Cambria

    Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie, spicca il balzo dell’Etna Bianco DOC(+37%) a conferma del grande favore che il Carricante, varietà autoctona che ha trovato nel versante est la sua culla di elezione, sta incontrando grazie alle sue doti di freschezza e ricchezza olfattiva. Bene anche l’Etna Rosato DOC(+50,3%), interpretato dal nerello mascalese con grande personalità, che certi- fica la costante crescita di una tipologia cha si sta ritagliando un ruolo sempre più da protagonista nelle preferenze dei consumatori. La tipologia più imbottigliata, invece, si conferma come sempre l’Etna Rosso DOC, che nei primi sei mesi del 2022 ha raggiunto quasi 1,5 milioni di bottiglie fa- cendo segnare una crescita del 27% rispetto al 2021. “Da non sottovalutare la tipologia Spumante – continua Francesco Cambria – che ora prevede la presenza del Nerello Mascalese almeno per l’80% e che, sebbene sia ancora una nicchia, ha margini di crescita davvero interessanti e dai quali ci aspettiamo molto nella seconda metà dell’anno”.

    Vendemmia 2022: ci sono tutte le premesse per un’annata di ottima qualità.

    Nonostante sia ancora presto per fare delle previsioni vendemmiali sull’annata 2022, si possono fare delle considerazioni sul fronte della sanità delle uve. Essere viticoltori sull’Etna costringe i produttori ad avere poche certezze e a fare i conti con l’imprevedibilità del meteo. “Pensiamo di poter affermare con ragionevole certezza – spiega Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Tutela Etna DOC che ci siano tutte le premesse per un’annata di ottima qualità”. L’inverno, sostanzialmente mite, ha lasciato spazio a una primavera priva di gelate tardive, come invece si verificò nel 2021. “A maggio e giugno le piogge hanno consentito di mitigare gli effetti della siccità – prosegue Maurizio Lunetta

    –. Per ora le temperature estive, sebbene con ondate di calore sempre più frequenti, hanno valori che non hanno danneggiato lo sviluppo vegetativo della vite. Naturalmente, come sempre, saranno poi gli ultimi mesi di settembre e ottobre a fare la differenza”.

    La Doc e il Consorzio

    La Denominazione di Origine Controllata dei vini Etna nasce nel 1968, come la prima fondata in Sicilia e tra le prime create in Italia. 

    Nel 1994 viene istituito il Consorzio di Tutela Etna DOC che per la sua rappresentatività, con il decreto ministeriale del 18 febbraio 2018, ottiene il riconoscimento Erga Omnes. Il Consorzio svolge le funzioni di tutela e valorizzazione del brand Etna Doc, del territorio e delle sue produzioni e vigila sul rispetto delle norme previste dal disciplinare di produzione a garanzia dei consumatori e dei produttori. Inoltre promuove la crescita di visibilità e reputazione del marchio e dei vini in Italia e all’estero attraverso la partecipazione alle principali fiere di settore e l’organizzazione di eventi autoprodotti. Il Consorzio di Tutela Etna DOC con la sua governance partecipa attivamente ai temi di interesse vitivinicolo, favorisce le relazioni tra i produttori e i mercati e lo sviluppo della cultura legata al mondo del vino tra i consumatori.  LEGGI TUTTO

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    Irina Strozzi   riconfermata alla presidenza del Consorzio Vernaccia di San Gimignano

    Il nuovo Consiglio di Amministrazione del Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano, eletto dai soci lo scorso 7 luglio, nella prima seduta del 25 luglio ha riconfermato per la carica di presidente Irina Strozzi, che porterà avanti nel prossimo triennio il suo secondo mandato.“Sono lieta e onorata per la rinnovata fiducia e lo considero un chiaro intento del Consorzio di dare continuità al lavoro svolto in questi anni dal consiglio, anch’esso in gran parte riconfermato” – commenta la presidente. “Oltre agli elementi di continuità, però, ci sono nuovi volti e ci tengo a sottolineare come è cresciuta sia la percentuale di giovani che quella delle donne – ben cinque -, dato che conferma sempre più il ruolo di rilevanza che l’elemento femminile ha assunto nel mondo vinicolo”. Il nuovo consiglio inizia i lavori in un anno importante dedicato alle celebrazioni per il 50° anniversario dalla fondazione, nel 1972, del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, prima doc italiana ed eccellenza bianca toscana, la Regina Bianca in una Terra di Re Rossi. “Lavoreremo con la consapevolezza che i soci produttori sono i custodi responsabili e attenti del paesaggio e della Vernaccia, uniti nel comune intento di promuovere e tutelare il nostro patrimonio vitivinicolo storico e il territorio nel suo complesso e che il contributo di ciascuno per lo scopo comune è e resta fondamentale”, conclude Strozzi. Di seguito i membri eletti del consiglio, che resterà in carica fino al termine del mandato, nel 2025: Irina Strozzi: presidente Manrico Biagini: vicepresidenteNadia Betti: vicepresidenteAndrea Massi: vicepresidente Consiglieri:

    Davide AncillottiLisanna BoschiniAndrea CiappiMassimo DaldinLaura Dell’AiraMarco GiannelliAlessio GragnoliAlessandro ZanetteMaria Elena Zonin LEGGI TUTTO