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    Champagne: boom del giro d’affari globale, crescerà del 64% entro il 2032

    Dopo il difficile periodo pandemico il mercato dello Champagne ha ripreso a crescere più forte di prima, con previsioni per il periodo 2022-2032 estremamente ottimistiche, soprattutto per quel che riguarda la crescita in nuovi mercati, come Cina e India. Secondo il report del Comité Champagne, il 2021 è stato chiuso con esportazioni record: 320 milioni di bottiglie, il volume più elevato degli ultimi 10 anni (+31% vs 2020, +8 % vs 2019) per un giro d’affari di 5.7 miliardi di euro (+36% vs 2020, +14% vs 2019). A guidare il mercato è la Francia, patria dello Champagne, che sul mercato interno è tornata ad un consumo sui livelli del 2019 (140 milioni di bottiglie), mentre sull’export ha raggiunto quota 180 milioni di spedizioni, 37% in più del 2020 e 15% in più del 2019. La direzione che hanno preso queste bottiglie segue prevalentemente la strada anglofona, con Stati Uniti e Regno Unito che rappresentano rispettivamente il primo e il secondo mercato per volume (oltre 34 milioni di bottiglie gli USA e quasi 30 milioni UK) e giro d’affari (oltre 793 milioni di euro per gli statunitensi e quasi 504 milioni per gli anglosassoni). Sorprendente il dato dell’Australia, che aumenta il valore del suo mercato del 40%, passando dai 113.5 milioni di euro del 2019 ai 160 milioni del 2021. L’Italia è sempre in top 10, raggiungendo il secondo miglior risultato per volume di consumi dal 2008 (9,4 milioni di euro del 2008 contro i 9,2 milioni del 2021), per un giro di affari di 200 milioni, cifra più alta degli ultimi 14 anni. A livello globale il Bel Paese è il quinto sbocco per giro d’affari il settimo per volume.

    “Questa rinascita è una gradita sorpresa per il popolo dello Champagne dopo un 2020 travagliato, che ha risentito della chiusura dei principali punti di consumo e della scarsità di eventi celebrativi in tutto il mondo – commenta Luigi Sangermano, amministratore delegato di Laurent-Perrier Italia, relativamente ai dati del 2021 – Altro segnale d’interesse arriva dal mercato asiatico: dopo qualche anno poco convincente, la Cina sembra aver avviato il suo percorso verso il mondo delle bollicine. Nel 2021 sono arrivate nel Paese del Dragone ben 4.8 milioni di bottiglie per un totale di 150 milioni di euro. Grazie all’aumento delle esportazioni e alla fedeltà dei clienti per le grandi cuvée sono convinto che lo Champagne raggiungerà fatturati record, intercettando nuovi mercati e nuovi tipi di consumatore”, aggiunge Luigi Sangermano.

    Proprio dal mercato asiatico parte la ricerca effettuata da Future Market Insights sulle prospettive globali dello Champagne per il periodo 2022 – 2032. I trend futuri individuati sono principalmente l’aumento della capacità della spesa globale, la crescita delle economie in via di sviluppo e l’introduzione al consumo delle nuove generazioni di giovani asiatici. Si prevede che i giovani di paesi come l’India e la Cina siano più propensi a provare nuove cucine e bevande, tra cui lo Champagne, bevanda che ha anche una forte valenza sociale. Secondo Future Market Insights il mercato asiatico dello Champagne dovrebbe arrivare a valere 630 milioni di dollari entro quest’anno, pari a circa il 18% del mercato globale. Luigi Sangermano fissa l’obiettivo: “Far conoscere e apprezzare la cultura dello Champagne a paesi che non hanno una grande tradizione enologica sarà l’obiettivo che guiderà tutti gli addetti ai lavori da qui a 10 anni”. Complessivamente, la ricerca stima il raggiungimento di un giro d’affari del valore di 11.5 miliardi di dollari entro il 2032 (+64% in 10 anni), con l’Europa che continua ad avere un ruolo importante: per il Vecchio Continente è previsto un tasso di crescita annuale medio (CAGR) del 4.6% fino al 2032, preceduto da quello stimato per gli USA (5.1%). La ricerca dedica anche uno spazio alle nuove modalità di acquisto del prodotto: dal 2022 al 2023 si prevede che il canale di distribuzione online crescerà ad un tasso del 5.2% e rappresenterà il 60% delle vendite. I principali operatori rafforzeranno la collaborazione con diversi marketplace online e affineranno i loro siti web per offrire ai clienti un’esperienza di acquisto sempre più personalizzata. LEGGI TUTTO

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    Benvenuto Brunello torna a novembre con edizione cosmopolita

    Da Montalcino a Los Angeles, passando per Londra, New York e Toronto. Assume un carattere sempre più internazionale la 31^ edizione di Benvenuto Brunello, l’anteprima di presentazione delle nuove annate a cura del Consorzio del vino Brunello di Montalcino in programma a partire dall’11 novembre. Confermato dunque anche per quest’anno il format autunnale, con il […] LEGGI TUTTO

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    A Podere Casanova di Montepulciano la certificazione Equalitas

    A Podere Casanova di Montepulciano è stata assegnata la certificazione Equalitas, il marchio di sostenibilità del vino italiano. È tra le prime cantine della penisola a ricevere questo importante riconoscimento dall’omonima società italiana controllata da Federdoc, ed è quindi con orgoglio un’azienda sostenibile. Equalitas raccoglie le migliori iniziative di best practice consolidate ed innovative del […] LEGGI TUTTO

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    Benvenuto Brunello 2022: un’edizione cosmopolita

    Da Montalcino a Los Angeles, passando per Londra, New York e Toronto. Assume un carattere sempre più internazionale la 31^ edizione di Benvenuto Brunello, l’anteprima di presentazione delle nuove annate a cura del Consorzio del vino Brunello di Montalcino in programma a partire dall’11 novembre. Confermato dunque anche per quest’anno il format autunnale, con il Brunello 2018 e la Riserva 2017 pronti a debuttare in Italia e per la prima volta in 4 città tra vecchio e nuovo continente con un’edizione in contemporanea di Benvenuto Brunello giovedì 17 novembre a Londra, New York, Toronto e Los Angeles.

    Per Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino: “Abbiamo deciso di rendere ancora più cosmopolita la nostra manifestazione di riferimento partendo dai principali mercati strategici per la nostra denominazione. Non a caso Stati Uniti, Canada e Regno Unito rappresentano circa la metà dell’export a valore della nostra produzione. L’obiettivo – ha proseguito Bindocci – è di rafforzare ulteriormente il posizionamento del nostro fine wine all’estero attraverso degli eventi che mantengono saldo il legame con Montalcino”.

    Ad aprire la manifestazione del Benvenuto Brunello italiano sarà come di consueto la stampa nazionale e internazionale (11 novembre). Nelle giornate successive spazio a influencer, blogger, sommelier, operatori del settore e winelover.

    Le foto sono tratte dalla pagina Facebook del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. LEGGI TUTTO

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    Assovini Sicilia: vincente il binomio turismo esperienziale e vino

    Wine trekking, yoga, concerti e pic-nic tra i filari, corsi di cucina, vendemmia notturna. L’enoturismo di Assovini Sicilia promuove una visione olistica basata su nuovi stili e valori, l’approccio al vino attraverso il turismo esperienziale unendo arte, ambiente, cultura, paesaggio, identità territoriale, strutture ricettive nei pressi delle cantine, qualità e varietà gastronomica, tutela del paesaggio rurale.

    Secondo un sondaggio 2021/2022 rivolto ai soci di Assovini Sicilia, nel 98% delle cantine degli associati ci sono spazi per la degustazione, il 50% ha un’attività di ristorazione all’interno della struttura mentre i soci di Assovini Sicilia con ricettività alberghiera rappresentano il 33%.

    Più della metà è in grado di offrire un’esperienza a 360 gradi agli enoturisti: dalla degustazione ai corsi di cucina, i bike tour, all’aperitivo in vigna. “Il vino – simbolo di eccellenza del Made in Sicily – è un complesso fattore culturale – commenta Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – “La nostra associazione- continua il presidente – vuole valorizzare l’enoturismo siciliano declinato in una molteplicità di dimensioni che affiancano la produzione delle cantine associate. Il turismo enologico diventa un’esperienza a 360 gradi, veicolo per promuovere il territorio, il vino di qualità, le bellezze paesaggistiche, l’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia”.

    Saline di Marsala

    Consapevoli della crescita dell’enoturismo siciliano, i soci di Assovini Sicilia hanno scommesso sul binomio turismo e vino, sull’esperienza multifattoriale, e contribuiscono con successo a trainare il brand Sicilia valorizzando il legame con il territorio. Secondo il sondaggio che ha coinvolto 71 associati su 90, negli ultimi 5 anni, le aziende di Assovini Sicilia hanno registrato un incremento di presenze di oltre il 30%, con il 58% dei turisti stranieri a guidare l’incoming delle visite in cantina. La distribuzione geografica vede in testa gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito, la Svezia e la Francia, tra i paesi di provenienza dell’enoturista che sceglie le aziende di Assovini Sicilia. LEGGI TUTTO

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    Consorzio Vini Venezia: blocco triennale per nuovi impianti di Pinot grigio

    Il Consorzio Vini Venezia, d’intesa con altri consorzi veneti, ha predisposto un blocco triennale dei nuovi impianti per la produzione di Pinot grigio Venezia Doc e la Regione Veneto ha ratificato questa decisione. “È necessario impedire che si crei un eccesso di offerta che possa farci correre il rischio di ricadere nella crisi di qualche anno fa” dichiara Stefano Quaggio, direttore del Consorzio Vini Venezia. Per questa ragione il prossimo 13 luglio, l’assemblea dei soci del Consorzio Vini Venezia deciderà per lo stoccaggio di una parte della nuova produzione di Pinot grigio (eccetto quella biologica): 20q./ettaro di tutte le produzioni idonee alla rivendicazione della Pinot grigio Doc Venezia saranno vincolate. Questa decisione dovrà poi essere approvata dalla Regione Veneto prima della vendemmia precoce che inizierà il 22-23 agosto. Il Consorzio Vini Venezia non è la prima realtà in Europa che ha scelto di imboccare questa strada: infatti gli oltre 150 viticoltori della Gironda – il dipartimento francese dove si trova Bordeaux, stanno addirittura valutando di estirpare 20.000 ettari di vigna allo scopo di ridurre la produzione.

    Stefano Quaggio

    Il Pinot grigio è uno dei vini maggiormente consumati al mondo, l’Italia ne esporta ben il 95% e l’86% della produzione di questo vino, a livello nazionale, proviene dal Triveneto. “Sul litorale veneziano la domanda è vivace e nell’hotellerie si lavora bene.”, sottolinea Stefano Quaggio, “inoltre, con la pandemia abbiamo consolidato la nostra quota anche nella GDO”. Ma, nonostante il periodo favorevole e i dati positivi dei primi 5 mesi del 2022, che segnano un aumento del 5% sugli imbottigliamenti della Doc Venezia rispetto al 2021, il Consorzio preferisce procedere per gradi. “Il Pinot grigio è prodotto da una ventina di consorzi del triveneto e da due anni ci muoviamo secondo una programmazione produttiva”, spiega Quaggio, “All’inizio del 2023, in base all’andamento delle vendite decideremo eventuali interventi su impianti, rese e stoccaggi”, conclude. In generale, anche la situazione dei prezzi dello sfuso promette bene: oltre a un generale rialzo nell’ultimo anno (circa il 20%), il pinot grigio, secondo la CdC di Treviso ha registrato un aumento del 40% attestandosi intorno a 1,15/1.20 al litro, “quando si sta sopra l’euro si sta bene”, commenta Quaggio. Unico neo di questo periodo è sicuramente la siccità, che intacca anche le previsioni per la prossima vendemmia: “ci aspettiamo una vendemmia positiva ma non elevata”. Spiega il direttore del Consorzio, “speriamo che arrivino piogge in grado di accelerare la maturazione fenolica. La siccità si sente e in molti casi stiamo intervenendo con l’irrigazione di soccorso”, osserva.

    La denominazione Venezia Doc è sicuramente quella trainante tra le cinque tutelate dal Consorzio Vini Venezia (Venezia, Lison Pramaggiore, Piave, Lison Docg e Malanotte), e la sua punta di diamante è proprio il Pinot grigio, destinato per il 90% all’export, soprattutto verso UK e Germania. Il Consorzio conta più di duemila produttori localizzati tra le province di Venezia e Treviso. Nel 2021, Venezia Doc, ha totalizzato una produzione pari a 10 milioni di bottiglie (dati ValorItalia), la Doc Piave 752mila e la Lison Pramaggiore 690mila. Da tenere in considerazione che, a parte la Doc Venezia, le altre quattro denominazioni sono di nicchia e sono diffuse all’interno del circuito Horeca italiano. LEGGI TUTTO

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    Pratello, Tuchì Ottocento 2020

    L’ex Tocai Friulano è un vitigno straordinario di cui non si parla mai abbastanza, dalla storia davvero affascinante e controversa. Infatti, contrariamente alla legenda che lo vorrebbe di origine friulana, parrebbe essere proprio della provincia di Venezia e che lì vi sia arrivato dalla Francia, come Sauvignonasse, nella seconda metà dell’800, trovando nella piccola frazione di Lison il suo ambiente naturale. La denominazione Tocai friulano sarebbe quindi dovuta ad una errata interpretazione di chi registrò il vitigno, considerando quel lembo di terra del Veneto Orientale ormai Friuli. Successivamente, oltre al Friuli, del quale divenne uno dei vitigni simbolo, si diffuse in alcune zone del Veneto e Lombardia, precisamente nell’enclave di San Martino della Battaglia, in provincia di Brescia. Dopo la famosa sentenza della Corte di Giustizia europea del giugno 2008, che chiuse l’annosa vertenza con l’Ungheria e che ci obbligo ad abbandonare il nome Tocai, i produttori italiani si sono mossi in ordine sparso chiamando il vitigno in modi diversi: Friulano in Friuli, Tai bianco e Lison Classico in Veneto, Tuchì a San Martino della Battaglia. Se per il Friulano, per il Tai e per il Lison ho avuto modo di degustare in maniera approfondita i vini di molti produttori, non avevo nessuna conoscenza del Tuchì. Il battesimo del fuoco è avvenuto con l’Ottocento 2020, notevole bottiglia della Cantina Pratello di Padenghe sul Garda. Naso di grande impatto, frutta a polpa bianca, fiori di campo. Al palato entra morbido, delicatamente fresco, sapido, verticale, chiudendo delicatamente con il tipico sentore di mandorla amara. Ennesima conferma della grandezza del vitigno ex Tocai Friulano, da bere, da (ri)scoprire. LEGGI TUTTO