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    Con acquisizione Castiglion del Bosco, Montalcino sempre più cosmopolita del vino

    “Con l’acquisizione di oggi Montalcino si conferma cosmopolita del vino e con un comune denominatore: quello dell’appeal del brand, della qualità del suo Brunello e del territorio”. È il commento del presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, in seguito alla notizia, annunciata dall’azienda Castiglion del Bosco, relativa all’acquisizione della stessa ad […] LEGGI TUTTO

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    Vinetia Tasting: il 14 e 15 maggio Treviso diventa capitale del vino

    Due giorni per degustare i migliori vini del Veneto nei luoghi più suggestivi della città: Vinetia Tasting – La Guida dei Vini del Veneto a Treviso è in programma sabato 14 e domenica 15 maggio nel capoluogo della Marca trevigiana. Durante l’evento dell’Associazione Italiana Sommelier Veneto sarà possibile scoprire i vini di 100 aziende selezionate […] LEGGI TUTTO

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    Esperienze di Vitae, grande evento con 70 vini top di Romagna, Emilia, Marche

    Romagna, Emilia, Marche, tutte insieme per un grande evento dedicato al vino: ‘Esperienze di Vitae’. Tre territori capaci di andare oltre ai loro confini per trovare una ‘Unione d’Eccellenza’, come specifica il sottotitolo dell’iniziativa in programma sabato 5 marzo a Riccione al Palazzo del Turismo. E che sia una giornata dedicata alle eccellenze lo testimoniano […] LEGGI TUTTO

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    Cantina di Riva lancia il Sauvignon Blanc Dòs de Nòa

    Nel solco di una produzione sostenibile e di qualità superiore, Cantina di Riva aggiunge un inedito Sauvignon Blanc BIO alla sua linea d’eccellenza. “Dòs de Nòa mostra con fierezza una nuova sfaccettatura dell’Alto Garda”, spiega Furio Battelini, enologo e direttore tecnico di Cantina di Riva. “Con la sua modernità rispecchia il nostro territorio e ci […] LEGGI TUTTO

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    Vigna del Peste, il vino del “senza”

    Il vino è una macchina del tempo. Stappare una bottiglia significa liberare il genio imprigionato lì dentro, che racconterà la storia di quell’anno, la sua storia, che sarà diversa da quella dei suoi fratelli, i vini degli anni successivi, come lo è stata di quella dei precedenti. Non è sempre facile mettersi in ascolto e lasciare che si esprima, a volte i ricordi che fa riaffiorare sono dolorosi, ma la vita è così. Il vino – quello vero – è così. Prendere o lasciare. Il Vigna del Peste dell’azienda Terre di Pietra è un vino dal genio irrequieto, ma di cui ti puoi fidare perchè è sincero. Nasce nel 2011, in un vigneto di Marcellise di poco più di un ettaro, terra bianca (calcare, marna) e uve rosse: Corvina, Corvinone, Rondinella. Dal 2018 c’è perfino la Molinara – un’uva che troppi produttori si sono affrettati a dismettere e che Cristiano Saletti di Terre di Pietra al contrario, ha deciso di re-impiantare e valorizzare.Fin da subito l’impostazione di lavoro in campo e in cantina è stata la meno interventista possibile,  primo passo verso il mondo dei vini naturali. La prima vinificazione, a fermentazione spontanea, fu in cemento: “É stata una decisione fondata sulla curiosità, perché non avevamo esperienza di alcun tipo” ammette Cristiano “Però  Laura e io volevamo usare un materiale neutro, che permettesse un’evoluzione senza che fosse intaccata la nostra idea di Valpolicella”. La fortuna dei principianti, si direbbe durante una partita a carte: quell’anno andò tutto bene, e alla  fine si ricavarono 3000 bottiglie in cui è rinchiuso un vino dal colore che ormai tende al rosso mattone, con profumi di erbe aromatiche, sapido e con grande acidità. Da quel momento in poi, un passo alla volta, è stato portato avanti un processo di ritorno alle origini del modello di Valpolicella Superiore inteso com’era una volta e come dovrebbe continuare a essere: un vino quotidiano, franco, fresco, fruttato, strutturato il giusto e diretto, senza fronzoli. Un vino che a quanto pare non esiste più nemmeno nel disciplinare. “Nel 2010 il disciplinare del Valpolicella cambiò – spiega Cristiano –  Non ci siamo più ritrovati e abbiamo lasciato la DOC”. 2018: bye bye Valpolicella Superiore DOC, hello Vigna del Peste Rosso Veronese IGT.Era solo l’inizio. Come nel gioco dello shangai, un anno dopo l’altro, Cristiano e sua moglie hanno tolto qualcosa, stando però sempre ben attenti a non far crollare la costruzione: no lieviti selezionati, poi no filtrazione, poi no solfiti aggiunti…Il VdP 2012 ha gli stessi profumi del precedente, con in più una nota fruttata rossa.In bocca é  fresco, con un ricordo di dattero. Molto secco. Lungo, pulito.Più rotondo il 2013 (primo anno senza filtrazione), un po’ più complesso e completo. Profumi balsamici e d’incenso, e in bocca  sempre viva l’acidità.Nella già bruttissima annata 2014, si decide di alzare ancora l’asticella delle difficoltà: pochissima, quasi niente la solforosa usata. Ne risulta un VdP ancora più fresco, sia pure un po’ esile, perfettamente in linea con quello che l’annata (non) ha dato.Più scuro e perfino più alcolico invece il 2015, annata con caratteristiche opposte alla precedente. Se il 2014 si era rivelato difficile da gestire per l’eccessiva piovosità, il 2015 lo è stato per il troppo caldo, soprattutto per un vino che vuol essere fresco e leggero: di qui anche un alcol un po’ più elevato (13 gradi e rotti).Dopo due annate difficili, il 2016 è per Cristiano una vendemmia a 5 stelle. Il vino regala profumi di terra e fruttini rossi, una bella spalla acida, rotondità e lunghezza. Un bel rosso: pulito, verticale, affilato. Anche la 2017 è un’annata calda: la struttura è sottile, ma gli aromi di speziato scuro sono interessanti, e il sorso in bocca è lungo e ben definito. Più sofferto il 2018: con la prematura scomparsa di Laura, Cristiano da solo deve pensare a tutto – famiglia, cantina, campi – e la concentrazione scarseggia. Il VdP però è sempre lui, penalizzato semmai da un colore un po’ più scarico rispetto ai precedenti.Gli anni corrono e quando già si pregusta un bel compleanno, arriva il guastafeste: nel 2021, una solenne grandinata battezza le uve a dovere: fare il vino come si vorrebbe non si può. Doveva essere la vendemmia del decennale. E’ stato invece lo spunto per un nuovo inizio – l’ennesimo. Perciò il VdP 2021 non c’è, non esiste: in attesa della bottiglia targata 2022, al suo posto si trova il “304” a imperituro ricordo di quel “regalo” piovuto dal cielo il 30 aprile. Ma L’avventura continua. Senza fermarsi. Soprattutto, senza paura. LEGGI TUTTO

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    Export vino italiano in Russia a rischio

    Contro-sanzioni, ma anche danni indiretti derivanti da crollo del rublo e prezzi energetici alle stelle minacciano l’export di vino italiano in Russia. Ma lo scenario che il comparto del made in Italy si prepara a pagare alla guerra – secondo Unione italiana vini (Uiv) – è già difficile in queste ore, con lunghe code di […] LEGGI TUTTO

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    Cantina Valle Isarco festeggia i 30 anni della linea Aristos

    «Aristos», letteralmente «il migliore»: trent’anni fa Cantina Valle Isarco, la più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige, sceglieva questo aggettivo ambizioso e altisonante dall’antico greco per il debutto della sua linea selezione che oggi, con l’annata 2020, festeggia il suo trentesimo compleanno. Un traguardo importante che il direttore generale Armin Gratl e il suo team hanno […] LEGGI TUTTO