More stories

  • in

    Ritorno al futuro per Il Nobile di Montepulciano: la nuova tipologia Pieve

    Prologo

    Nel corso del 2024 , una nuova tipologia di Vino Nobile di Montepulciano si affaccerà sul mercato, è il progetto “Pieve”. L’idea del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve” (in aggiunta alle esistenti denominazioni Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva), è nata grazie ad uno studio organizzato che ha richiesto il consenso e la partecipazione collettiva di tutti i produttori di vino. E’ stato questo percorso di condivisione della conoscenza all’interno della denominazione che ha portato agli incontri, alle ricerche e alle analisi necessarie per portare avanti la “visione” del Vino Nobile di Montepulciano. Una visione supportata da diverse ricerche e sostenuta da esperti. Da un lato le ricerche geologiche e pedologiche, che il consorzio ha iniziato negli anni ’90, (siamo stati tra i primi in Italia a “zonizzare” le aree di produzione e successivamente a farle cartografare da Enogea); e gli studi storici fatti nelle biblioteche e nei vecchi archivi fino al Catasto Leopoldino del 1800.

    Il progetto “Pieve”

    Il “Vino Nobile di Montepulciano – Pieve” è il risultato di un complesso processo di analisi e ricerca portato avanti dal Consorzio per oltre un anno. Grazie alla volontà collettiva dei produttori, sono state definite e individuate alcune caratteristiche fondamentali di questa nuova tipologia di Vino Nobile di Montepulciano, che sarà conosciuto non solo con il suo nome (quello del territorio di produzione), ma anche attraverso caratteristiche distintive che lo legano al passato, alla tradizione enologica locale, al presente di oggi e al futuro internazionale di domani. Si tratta di un vino che sarà ricco di caratteristiche del suo specifico territorio (con sottozone e ulteriori unità geografiche). L’uvaggio sarà legato al Sangiovese e alle varietà autoctone complementari ammesse dal Consorzio, con uve prodotte esclusivamente dal produttore. Un’altra sorpresa è la realizzazione di una ulteriore e specifica commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici del vino. A questi esperti sarà delegato il compito di valutare le caratteristiche corrispondenti al disciplinare prima dei necessari passaggi legislativi.

    Con l’approvazione all’unanimità del disciplinare da parte dell’assemblea, e successiva approvazione della Regione Toscana, il testo è in attesa di approvazione finale del Ministero. Se si considera la possibilità di rendere il disciplinare retroattivo alla vendemmia 2020, e che i tempi di affinamento sono di 36 mesi, la prima annata sarà messa in commercio nel 2024.

    Alcuni prototipi presentati a Vinitaly 2022

    Le 12 zone (UGA), che saranno menzionate sull’etichetta dei vini imbottigliati insieme alla parola “Pieve”

    La ricerca intrapresa sulla geologia e la geografia del territorio intorno a Pieve ha individuato 12 zone (UGA), che saranno menzionate sull’etichetta dei vini imbottigliati insieme alla parola “Pieve”. Questo aspetto è simbolico dell’identità unica del Vino di Montepulciano e per riflettere sul suo passato. La scelta di utilizzare toponimi territoriali è un riferimento alle Pievi che esistevano quando il territorio era suddiviso dall’epoca tardo romana e longobarda, derivante dallo studio e dall’analisi storica delle zone di produzione del vino, del paesaggio e della storia. In particolare, la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di riaffermare e codificare una realtà odierna alle sue antiche radici storiche; radici che hanno caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trovano eco nei documenti del catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo che suddividevano il territorio in sottozone distinte e definite con un toponimo.

    Da un punto di vista sedimentologico il territorio di Montepulciano è diviso in quattro macro aree: quello collinare che da Montepulciano degrada verso la Val di Chiana, caratterizzato da sedimenti del Pliocene marino; quello delle aree a contatto con la Val Di Chiana, caratterizzato da sedimenti  dei terrazzi fluvio lacustri; quello pianeggiante della Val di Chiana; quello collinare di Valiano caratterizzato da sedimenti  di origine fluvio lacustre, pleistocenici.

    Ascianello: Zona Nord

    E’ un piccolo borgo con la chiesa parrocchiale dei SS. Vincenzo e Anastasio, situato a nord di Montepulciano. Questa Pieve è sparsa di case di campagna, risiede alla base del Monte Follonica fra il torrente Salarco e la strada dell’antica Cassia.In questa Unità alle sabbie più fini si sovrappongo i sedimenti  limoso argillosi spesso sovrastanti le sabbie diagenizzate. I suoli limosi sopra alle sabbie compatte sono a tessitura tra franco argillosa e franco limoso argillosa, scheletro assente, suoli calcarei. Verso il fondovalle caratterizzato dai terrazzi alluvionali del torrente Salarco, che ne influenza il microclima, i suoli sono più profondi.

    Argiano: Zona Sud-Est

    Questa Pieve ha una chiesa parrocchiale intitolata a S. Ilario ed è posta ad est di Montepulciano. Argiano è un luogo solitario rivestito di selve sino a quando (anno 1100 circa) i Conti di Chiusi, donarono alla chiesa una porzione di bosco.In questa Unità i suoli limosi spesso sopra alle sabbie compatte sono a tessitura tra franco argillosa e franco limoso argillosa, scheletro assente, sono suoli calcarei. Nelle parti più basse dell’Unità avvicinandoci alla Val di Chiana, troviamo i terrazzi fluvio-lacustri. I suoli sono caratterizzati da sabbie con ciottoli silicei di piccole dimensioni,  sono a tessitura franco argillosa/franco sabbioso argillosa, scheletro minuto di dimensioni e frequente; sono suoli da non calcarei a poco calcarei.

    Degustazione progetto Pieve – Vinitaly 2022

    Badia: Zona Nord

    L’abitato prende il nome da un’antica abbazia di monaci benedettini. Durate la fase di impaludamento della Valdichiana la zona rimase sostanzialmente spopolata, per poi acquisire importanza e demografia con il procedere della bonifica. All’inizio del XIX secolo, fu costruita una delle tredici Fattorie granducali con numerose coloniche leopoldine e, alla metà del secolo, giunse la ferrovia e la stazione.I suoli dei versanti sono caratterizzati da argille e sabbie, i suoli sono a tessitura tra franco limoso argillosa e franco argillosa, sono suoli calcarei; avvicinandoci all’area della Val di Chiana nei terrazzi fluvio lacustri in raccordo con il fondovalle, i suoli sono caratterizzati da sabbie con ciottoli silicei di piccole dimensioni,  sono a tessitura franco argillosa/franco sabbioso argillosa, scheletro minuto di dimensioni e frequente;  sono suoli da non calcarei a poco calcarei.

    Caggiole: Zona Nord

    Casale in Val di Chiana con all’interno una parrocchia, la Pieve è situata a nord di Montepulciano. Vi era un antico ospedale prima che fosse distrutto il bosco da cui ebbe il titolo, onde sostituire in quel suolo scelti vitigni, per cui Montepulciano d’ogni vino è il re.I sedimenti sono costituiti da sabbie grossolane e da livelli lenticolari di ciottoli. Nella parte alta dell’Unità i suoli sulle sabbie sono a tessitura franco sabbiosa, scheletro assente, sono suoli calcarei. Scendendo verso il basso sono presenti sedimenti sempre sabbiosi, suoli più bruni di colore a tessitura franca/franco argillosa, scheletro da scarso ad assente, sono suoli calcarei.

    Cerliana: Zona Nord-Est

    La Pieve prende il nome da un villaggio facente riferimento alla chiesa parrocchiale di S. Michele, a nord est di Montepulciano. Nel 1354 si registra che il Comune di Montepulciano incaricò i suoi sindaci di vendere per sei anni tutti i legnami, alberi, macchie e sterpeti della selva di Val di Chiana.In questa Unità  i suoli sono a tessitura argilloso limosa, con intercalazioni sabbiose la tessitura diviene franco argillosa, sono suoli calcarei. Nei terrazzi pianeggianti, i suoli sono caratterizzati da argille e sabbie con ciottoli silicei di piccole dimensioni,  sono suoli a tessitura franco sabbioso argillosa, scheletro minuto di dimensioni; sono suoli da non calcarei a poco calcarei. Verso il fondovalle caratterizzato dai terrazzi alluvionali del torrente Salcheto e Ciarliana, i suoli sono più profondi.

    Piazza Grande Montepulciano

    Cervognano: Zona Sud -Est

    Casale con parrocchia di S. Andrea a Cervognano a est di Montepulciano.In questa Unità la parte collinare presenta i suoli limosi sopra alle sabbie compatte, sono a tessitura tra franco argillosa e franco limoso argillosa, scheletro assente, sono suoli calcarei. Scendendo verso il Torrente Salcheto e Ciarliana, l’Unità è caratterizzata da suoli che si sviluppano su terrazzi pianeggianti, terrazzi in raccordo con il fondovalle alluvionale, i suoli sono caratterizzati da argille e sabbie con ciottoli silicei di piccole dimensioni,  sono suoli a tessitura franco sabbioso argillosa, scheletro minuto di dimensioni; sono suoli da non calcarei a poco calcarei.

    Gracciano: Zona Nord

    Casale con chiesa parrocchiale di S. Egidio, da cui prende il nome una delle porte ed un quartiere della città di Montepulciano.Dal 1561, tutti i territori di quelle giurisdizioni ecclesiastiche entrarono a far parte della nascente Diocesi di Montepulciano.L’Unità è caratterizzata prevalentemente da suoli che si sviluppano sui terrazzi  fluvio lacustri e sui terrazzi in raccordo con il fondovalle alluvionale.  I suoli sono caratterizzati da sabbie con ciottoli silicei di piccole dimensioni,  sono a tessitura franco argillosa/franco sabbioso argillosa, scheletro minuto di dimensioni; sono suoli da non calcarei a poco calcarei.

    Le Grazie: Zona Nord

    Una borgata esterna a nord di Montepulciano, che sorse su quella che allora era indicata come via lauretana, in realtà lungo la via che collegava all’arteria principale. La piccola chiesa preesistente prese importanza a seguito di eventi miracolosi.La parte alta dell’unità è caratterizzata da  sedimenti costituiti da sabbie e sabbie  fini, a tratti con livelli più limosi, sono a tessitura franca/franco argillosa, scheletro da scarso ad assente, sono suoli calcarei; verso il basso dell’Unità dove i versanti divengono più irregolari ed ondulati, si rilevano suoli su sedimenti argilloso limosi, sono a tessitura da franco limoso argillosa ad argilloso limosa, scheletro assente. Sono suoli calcarei. La parte bassa è caratterizzata da terrazzi alluvionali del torrente Salarco, i suoli sono a tessitura franca/franco argillosa, tendenzialmente caratterizzati da sabbie fini e limi, leggermente calcarei, suoli profondi.

    San Biagio: Zona Ovest

    Il rinascimentale tempio della Madonna di S. Biagio, costruito su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio tra il 1518 e la metà del XVI secolo, sorse inglobando i resti di quella che fu l’originaria pieve di S. Maria, primo edificio di culto di Montepulciano.Le parti alte dell’Unità presentano suoli su sedimenti prevalentemente sabbiosi, sono a tessitura franco sabbiosa, scheletro assente, sono suoli calcarei. Sui versanti più ondulati, si rilevano suoli su sedimenti argilloso limosi. Sono a tessitura da franco limoso argillosa ad argilloso limosa, scheletro assente. Sono suoli calcarei. L’area è delimitata dal Fosso dei Grilloni che si incontra con il Torrente la Ripa.

    Sant’Albino: Zona Sud

    Piccolo abitato d’origine probabilmente romana. Si trova a metà strada fra Montepulciano e Chianciano, alla base orientale del Monte dei Cappuccini, in una gola cavernosa.E’ caratterizzata da un’ ampia vallata allungata verso est, caratterizzata nella parte alta dell’Unità da suoli a tessitura sabbiosa, spesso franco argillosa, scheletro assente, sono suoli calcarei; si possono rilevare suoli su sabbie bruno rossastre che poggiano sopra a delle calcareniti bioclastiche questo soprattutto nei dintorni del centro abitato di Sant’Albino. Verso il basso dell’Unità si trovano suoli che si sviluppano su sedimenti caratterizzati da argille sabbiose, limi  e argille con intercalazioni di sabbie. I suoli sono a tessitura da franco limoso argillosa ad argilloso limosa, scheletro assente. Sono suoli calcarei.

    Valardegna: Zona Sud-Est

    Località a ridosso della città murata di Montepulciano. La vallata di Valardegna ha un toponimo risalente ai primi secoli dopo l’anno Mille, quando vi insistevano le proprietà dell’antica famiglia degli Ardengheschi.  La presenza di antiche fonti, stazioni di posta, chiese e conventi,  ne denotano la presenza umana continua.I sedimenti sono costituiti da sabbie grossolane e da livelli lenticolari di ciottoli, nella parte alta dell’Unità,  i suoli sulle sabbie sono a tessitura franco sabbiosa, scheletro assente, sono suoli calcarei.  Nella parte morfologicamente più bassa dell’Unità nei versanti convessi a debole pendenza i suoli divengono più argillosi a tessitura da franco limoso argillosa ad argilloso limosa, scheletro assente, sono suoli calcarei.

    Valiano: Zona Est

    Castello con chiesa plebana di S. Lorenzo e dogana di frontiera. Esiste ancora il Castello sopra un colle sulla destra del Canal Maestro della Chiana, da cui si entrava nello Stato Pontificio.Situata ad est della Val di Chiana,  è caratterizzata da un ambiente collinare di origine fluvio-lacustre, i sedimenti sono caratterizzati da argille sabbiose di colore nocciola con concrezioni e noduli di carbonato di calcio; sono a tessitura da franco limoso argillosa a argilloso limosa, scheletro assente, sono leggermente calcarei.

     Epilogo in attesa del 2024

    L’11 aprile 2022, al Vinitaly della rinascita si è tenuta quella che potremmo definire la prima del progetto “Pieve”, ovvero una degustazione dei 12 prototipi (annata 2020), condotta dalla giornalista Veronika Crecelius, insieme all’enologo Giovanni Capuano. Il riscontro del bicchiere è stato decisamente entusiasmante, tanto da rendere davvero spasmodica l’attesa per arrivo delle prime bottiglie ufficiali nel 2024. A risentirci.

    Le foto di Montepulciano e dei grappoli d’uva sono tratte dalla pagina Facebook del Consorzio Nobile di Montepulciano. LEGGI TUTTO

  • in

    Barbera d’Asti: arriva la Riserva

    “L’obiettivo del pacchetto di proposte approvato dall’assemblea dei soci del Consorzio è prima di tutto quello di ampliare e diversificare l’offerta ai mercati – nazionale e internazionale – con prodotti di qualità sempre più alta e identificativi della Docg” ha dichiarato il Presidente Filippo Mobrici, arrivando a spiegare la notevole importanza di alcune delle modifiche proposte e approvate dall’Assemblea.  “Il fatto stesso che la tipologia Riserva potrà essere rivendicabile dopo un invecchiamento minimo di 24 mesi di cui almeno 12 in legno, dà l’idea dei parametri particolarmente esigenti richiesti per fregiarsi di questa denominazione. Un percorso che parte necessariamente dal vigneto per arrivare in cantina e che testimonia la continua e costante ricerca di qualità che è la mission fondamentale delle oltre 400 aziende aderenti al nostro Consorzio, che tutela 13 Doc e DOCG e che con i suoi 12 Mila ettari (e 65 milioni di bottiglie)  rappresenta un terzo della superficie viticola a denominazione d’origine del Piemonte”.

    Dopo 14 anni dall’ottenimento della Docg, queste novità rappresentano una svolta nella storia della Barbera d’Asti. Come sottolineato dal Presidente Mobrici, centrale l’introduzione (art. 1) della Barbera d’Asti Riserva, il cui affinamento (2 anni minimo) partirà dal 1° novembre dell’anno in cui sono state raccolte le uve. Seguendo il faro della crescita qualitativa dei vini e del territorio, si arriva alle modifiche degli artt. 4 e 6. Sono stati infatti aumentati i parametri qualitativi: il titolo alcolometrico minimo naturale delle uve sale a 13% e 13.50% per la Barbera d’Asti Superiore ed è stata inserita l’importante clausola di salvaguardia per le annate climaticamente sfavorevoli: permetterà al Consorzio di chiedere alla Regione di stabilire un titolo di mezzo grado inferiore. L’art. 6 incide invece sul consumo: il titolo alcolometrico totale minimo va a 13% e 13,50% per la Barbera d’Asti Superiore e l’estratto non riduttore a 25 g/l e 26 per la Superiore, che arriva a 27 per le Sottozone Colli Astiani-Astiano e Tinella.

    CastelloCostigliole Sede del Consorzio

    L’art. 7 va a incidere invece sulla geografia della Barbera d’Asti. Verrà inserita un’unità geografica aggiuntiva più piccola della zona di produzione se compresa nella stessa – il singolo comune di raccolta delle uve, per esempio – a patto che il prodotto sia vinificato separatamente. Parallelamente verrà inserita l’unità geografica aggiuntiva più ampia, o per meglio dire regionale – Piemonte – al fine di  collocare ancora meglio territorialmente la produzione vinicola. Il disciplinare è stato aggiornato anche per le Sottozone Tinella e Colli Astiani e la zona di produzione è stata ampliata con l’inserimento di Calliano Monferrato e Casorzo Monferrato.

    Raggiunto questo importante obiettivo, tra i prossimi passi ci sarà il passaggio in tavolo tecnico regionale, solo dopo la proposta verrà inviata al Ministero per la valutazione giuridica e la discussione in Comitato vitivinicolo nazionale vini DOP, per poi essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Tutte le modifiche non entreranno in vigore prima della vendemmia 2023 al fine di informare i viticoltori sul percorso di elevazione qualitativa intrapreso dal Consorzio.      LEGGI TUTTO

  • in

    Come difendersi nel mondo del vino Piccolo manuale di sopravvivenza

    Francesco Nardi, con una scrittura agile ci racconta il dietro le quinte del rutilante mondo del vino ormai sempre più affollato, dove non è tutto oro quello che luccica e sono tante le insidie alle quali si può andare incontro decidendo di approfondire la materia e fare esperienze sul campo.

    Questa, almeno, è la teoria di Francesco Nardi che, nel suo libro “Come difendersi nel mondo del vino – Piccolo manuale di sopravvivenza” edito da NtsMedia, ha deciso di mettere in guardia aspiranti sommelier, appassionati o semplici curiosi dai pericoli in cui potrebbero imbattersi. In dieci capitoli l’autore propone un vero e proprio viaggio nel mondo del vino, alla scoperta in particolare delle mille creature che lo popolano.Francesco Nardi, infatti, si concentra nel tratteggiare i profili dei molti personaggi che “abitano” questo settore, elencandone pregi e difetti e componendo così una sorta di bestiario. Dai patriottici agli esterofili, dai collezionisti agli accumulatori e poi ancora dagli esperti infallibili fino ai mitomani. E poi ancora, dalle manie degli “enochic” alle bravate dei “cafobevitori” e all’eterno dibattito tra pauperisti e spendaccioni. Con buona dose di sarcasmo tutti questi finiscono esaminati e descritti al fine di mettere in guardia chi li dovesse incontrare sulla sua strada.

    “Un libro non solo per neofiti enoici – scrive la giornalista Monica Coluccia nella prefazione – ma anche per gli addetti ai lavori, e quindi utile persino a costoro. Sarà divertente per tutti – continua – cercare e trovare, nascosto tra le righe di una prosa a tratti feroce, il percorso individualmente compiuto in qualità di sommelier o appassionato. Vi sentirete giudicati anche se non c’è qui nessun giudice, ma solo un osservatore e un cronista minuzioso, distaccato quanto basta”.Leggero, ironico e con un certo gusto per la polemica, un vero e proprio  manuale di sopravvivenza per appassionati e sommelier. Consigli pratici, – non richiesti, ammette l’autore nella sinossi – per non smettere di amare il vino.

    Dati

    Titolo: Come difendersi nel mondo del vinoSottotitolo: Piccolo manuale di sopravvivenzaCopertina: in allegatoAutore: Francesco NardiEditore: NtsMEdia, 2022ISBN: 978-8894669510Pagine: 194Prezzo: 15,00

    L’autore

    Francesco Nardi (1977), sommelier per passione. Imprenditore nel settore della comunicazione, per anni si è dedicato all’informazione. Ha scritto per il Riformista, Europa Quotidiano, Il Corriere del Mezzogiorno e diverse altre testate. Ha già pubblicato: “Senza se(x) e senza Ma(rx) (2007); “S’ode a destra una squillo” (2009); “Riformatorio Costituzionale” (2009); “Tifosi. Dal calcio alla politica, gli italiani sugli spalti” (2018); “Sofia. Lettere semiserie dall’Occidente” (2021); “Apollonia. Lettere armate dagli anni di piombo” (2021).

    Per contattare l’autoremail: info@francesconardi.netweb: http://www.francesconardi.net LEGGI TUTTO

  • in

    Heva – “Heroes of Europe: Volcanic Agriculture”: è tempo di ripartenza

    È ufficiale la ripartenza di Heva – “Heroes of Europe: Volcanic Agriculture”, campagna promozionale volta a valorizzare le DOP Soave, Lessini Durello, Santorini e Monte Veronese. Finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito della misura 1144, questo progetto internazionale vede la collaborazione dei Consorzi vinicoli italiani del Soave, del Lessini Durello, del Consorzio greco Union of Santorini Cooperatives […] LEGGI TUTTO

  • in

    Italo Cescon Manzoni Bianco Madre 2017

    Qui è dove si narra di quando l’Incrocio Manzoni 6.0.13 o Manzoni Bianco che dir si voglia, è salito in cattedra.  In realtà è un po’ di tempo che girando per cantine venete, in particolare della Doc Piave, si trovano in bottiglia espressioni molto interessanti di questo vitigno, ma il Madre della famiglia Cescon è quello che, più di tutti, ha saputo regalarmi le giuste vibrazioni. Correva l’anno 1954 quando Italo Cescon, fatto assolutamente audace per l’epoca, si mise a vendere vino esclusivamente in bottiglia, legando la sua immagine all’inconfondibile tralcetto legato al collo della bottiglia. Dagli anni ’90, con al timone i figli di Italo, Gloria, Graziella e Domenico, la cantina inizia un’importante fase di rinnovo e sperimentazione che porterà alla creazione della linea di assoluto livello che è Tesirare. Il Madre è dedicato a mamma Chiara, moglie di Italo. Dopo lunga pressatura soffice da uve intere caricate a mano provenienti dalle tenute di Fagarè e San Polo di Piave, la fermentazione avviene in cemento per essere completata in legno. Affina fino a marzo sui propri lieviti completando la maturazione per almeno un anno in bottiglia. Il naso è particolarmente espressivo ed elegante: frutta matura, agrumi, camomilla, torroncino, erbe aromatiche. In bocca si conferma vino di gran classe, fresco e armonico, di notevole persistenza. La longevità è un altro grande pregio di questo vino. LEGGI TUTTO

  • in

    Ritorna Rosso Morellino

    Il Morellino di Scansano piace sempre di più, in Italia e all’Estero e i numeri degli ultimi anni parlano di un cambio di passo che vede sempre di più al centro il territorio della denominazione. Dopo l’edizione on line dello scorso anno, il 9 maggio Rosso Morellino ritornerà in presenza a Scansano, al teatro Castagnoli e nelle adiacenti ex scuole elementari.  

    I colori e le tipicità del Sangiovese di Maremma torneranno quindi finalmente al centro dell’appuntamento che vedrà il Consorzio e i suoi produttori incontrare operatori del settore, stampa specializzata e winelover per far assaggiare le ultime annate di Morellino di Scansano e raccontare i progetti e le attività future del distretto produttivo.   

      Con una storia sulle spalle di oltre quarant’anni e un percorso di valorizzazione che ha tracciato una strada tutta orientata alla qualità, oggi il rosso maremmano non è più una piacevole scoperta ma è diventato una realtà solida, sostenuta dalle indiscusse capacità di invecchiamento del Sangiovese e da quella brezza portata dal mare che, accarezzando Scansano, arricchisce il vino con profumi dalle sfumature peculiari. C’è tutta la generosità di questo lembo di Toscana incontaminata dentro questo grande vino che con Rosso Morellino è pronto a raccontarsi attraverso le differenti interpretazioni delle oltre quaranta aziende partecipanti.  

      “Finalmente ritorniamo a svolgere il nostro evento in presenza –  afferma Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio  – che ci consentirà di presentare i risultati di una strategia che, con costanza e dedizione, ci ha permesso di ottenere risultati significativi, nonostante le limitazioni degli ultimi due anni. In questa edizione di Rosso Morellino vogliamo condividere il messaggio che guardiamo al futuro con ottimismo. La nostra consapevolezza, oltre a numeri che sottolineano un forte interesse per i nostri vini, è quella di essere sempre di più una denominazione di riferimento della Toscana con una precisa identità. L’unicità e la bellezza incontaminata della Maremma – conclude Guicciardini Calamai – sono sempre di più valori aggiunti per la promozione del Morellino di Scansano e del territorio da cui è originato, come destinazione enoturistica di richiamo”.   

      Ad inaugurare la manifestazione sarà l’approfondimento “Morellino di Scansano: nuovi scenari per scoprire l’unicità del territorio” in programma alle 10 al Teatro Castagnoli. In questa circostanza, i rappresentanti della denominazione dialogheranno insieme ad alcuni ospiti, sulle opportunità derivanti dall’ulteriore crescita di notorietà del Morellino di Scansano. Il momento istituzionale sarà l’occasione per rendere note le azioni che il Consorzio intende mettere in campo nel prossimo futuro per sviluppare una proposta enoturistica competitiva, legata sempre di più all’identità produttiva, storica e naturalistica di questo territorio.  

      In questi anni, infatti, il Consorzio, nonostante le limitazioni derivanti dall’emergenza Covid-19, ha fatto da regista per costruire una sinergia tra gli operatori del posto con l’obiettivo di dare sempre maggiore centralità a tutta l’area, mettendo al centro i suoi valori distintivi, e sviluppare così un’offerta integrata a misura d’uomo per dare valore aggiunto all’esperienza sul territorio.   

      Una strategia che ha già visto la realizzazione di due importanti progetti: Morellino Green, per una mobilità sempre più sostenibile e il portale Visitmorellino, che aiuta il visitatore a costruirsi un percorso personalizzato tra le tante eccellenze gastronomiche, naturali e paesaggistiche, di cui a Rosso Morellino verrà svelata la nuova versione: rinnovata nei contenuti e nel layout.   

      Subito dopo, nelle vicine ex scuole elementari di Scansano entreranno in scena le differenti interpretazioni del Morellino di Scansano. Alle ore 11.30, al primo piano aprirà il grande banco d’assaggio, che vedrà i produttori raccontare agli appassionati le peculiarità del Morellino di Scansano. Mentre al piano terra si svolgeranno le due Masterclass condotte da Filippo Bartolotta, giornalista e designer di itinerari enoturistici, che condurrà i partecipanti in un percorso di degustazione alla scoperta dei paesaggi e della storia del Morellino di Scansano. 

      L’evento è gratuito e aperto a operatori del settore e appassionati. Per poter partecipare è necessario richiedere l’accredito sul sito del consorzio www.consorziomorellino.it    LEGGI TUTTO

  • in

    Storie di giovani vignaioli a maggio in Puglia

    Quarantuno giovani produttori provenienti dall’Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia con oltre 200 etichette si sono dati appuntamento a Francavilla Fontana (Brindisi) il 29 e il 30 maggio.

    La prima edizione enogastronomica dal titolo Storie di giovani vignaiolidedicata ai produttori under 40 del sud Italia. Sarà il Castello Imperiali a Francavilla Fontana (BR) ad ospitare i banchi d’assaggio delle 41 cantine, i laboratori monotematici sui vini autoctoni del Sud e l’interessante convegno dal titolo I giovani vignaioli e le sfide dei mercati.

    Una due giorni di questa prima edizione che trasporteranno il pubblico in un viaggio intorno alle eccellenze enologiche nate con passione dai giovani produttori provenienti dall’Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Inoltre, si potranno acquistare direttamente le etichette in degustazione.

    Spazio anche all’arte figulina con le postazioni dei vignaioli allestite con i manufatti della ceramica d’uso prodotti a Grottaglie, famosa città delle ceramiche.

    Storie di giovani vignaioli è organizzato da K2O2 Eventi con il patrocinio del Comune di Francavilla Fontana, della Comunità Slow Food per la valorizzazione della ceramica d’uso grottagliese, Aeroporti di Puglia e del Consiglio Regionale della Puglia. L’evento nasce anche con la collaborazione dell’Istituto alberghiero Mediterraneo di Pulsano e Maruggio.

    La quota per poter partecipare è di 10 euro con sacca e calice e gli ingressi saranno consentiti in base alla normativa sanitaria vigente nei giorni dell’evento.

    Per informazioni è possibile inviare una email a storiedigiovanivignaioli@gmail.com, visitare il sito http://www.giovanivignaioli.it e le pagine social di Facebook ed Instagram @storiedigiovanivignaioli.

    PROGRAMMA

    domenica 29 maggio 2022

    ore 10:00 – 11:30   Convegno “Racconti di giovani vignaioli”

    ore 12:00 – 21:00    Banchi di assaggio con la presenza dei produttori – Ultimo ingresso ore 20:00.

    ore 16:00 – 17:00    Laboratorio: I vini della rete dei “Vignaioli dell’Alta Calabria”

    ore 17:30 – 18:30     Laboratorio Aglianico. Basilicata, un grande rosso.

    lunedì 30 maggio 2022

    ore 9:30 – 14:00 Banchi di assaggio con la presenza dei produttori

    L’ingresso ai banchi d’assaggio consente la libera degustazione tra oltre 200 etichette.

    Non è permesso l’ingresso ai minori di 18 anni, anche se accompagnati.

    Il ticket d’ingresso prevede la consegna di sacca e calice con libera degustazione dei vini.

    Il laboratorio è riservato a 24 persone e deve essere acquistato con l’ingresso. Non è consentita la vendita del solo laboratorio.

    Area Food all’interno dalle 12:00 alle 21:00 con prodotti tipici del territorio e servizio coffee. LEGGI TUTTO