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    “Franciacorta, ieri, oggi e domani” arriva in libreria

    Il libro, redatto da Elio Ghisalberti e pubblicato da Giunti Editore, ripercorre la storia dell’omonimo territorio lombardo e dei vini che ne portano il nome.

    Franciacorta, ieri, oggi e domani. Storie di vigne, cantine e uomini, il nuovo volume di Giunti Editore curato dal giornalista Elio Ghisalberti, uscirà nelle librerie il prossimo 20 aprile. Il libro riprende l’eredità di quanto pubblicato nel 1997 dal giornalista Francesco Arrigoni, scomparso prematuramente nel 2011.

     A venticinque anni di distanza, Elio Ghisalberti scatta una nuova istantanea di questo magico territorio italiano in continua evoluzione, ripercorrendo le storie di un tempo che, ora, si intrecciano con le persone e i vini di oggi. Il libro, strutturato come una guida, accompagna il lettore, esperto o meno, nella conoscenza di un vino che, dal riconoscimento della DOCG nel 1995, si destreggia tra presente e passato rivolgendosi al futuro. I testi di Ghisalberti e le immagini correlate vanno a integrare ed evidenziare i cambiamenti avvenuti negli anni, mantenendo comunque un dialogo costante con quelli redatti da Arrigoni: gli scritti di ieri presentano uno sfondo colorato e un carattere tipografico differente rispetto a quelli di oggi e di domani; si crea così una sequenzialità che mette in luce le trasformazioni avvenute nel tempo. Il volume analizza il territorio e la produzione trattando nel dettaglio la storia, la geologia, il clima, la viticoltura, i vitigni, la zonazione, la DOCG, il disciplinare e la conservazione fino alle caratteristiche dei Franciacorta DOCG, dei Curtefranca DOC e dei Sebino IGT, con un focus sulle bottiglie più prestigiose. Seguono quindi le schede delle aziende che aderiscono al Consorzio, con i dati che consentono di tracciarne il profilo: vigneti, cantina, organigramma, quantitativi di produzione e così via.

    «Nel 1997 Francesco Arrigoni – racconta Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta – scattava una fotografia della Franciacorta attraverso il libro Storie di vigne, di vini e di uomini e proprio contemporaneamente uscivano le prime bottiglie della DOCG. Con la sua capacità giornalistica e un’analisi da reportage, descriveva nel dettaglio tutte le realtà presenti a quel tempo, si legge infatti l’entusiasmo e la voglia di fare grande questo territorio. Francesco, profondo conoscitore del vino e della Franciacorta, grande amico di tanti produttori, ci ha lasciati purtroppo nel 2011. Oggi, Elio Ghisalberti, anche lui bergamasco e come Francesco cresciuto nel seminario Veronelli, riaggiorna lo scatto, evidenziando i tanti cambiamenti, le novità di un territorio che in questi venticinque anni ha saputo diventare una denominazione importante e di riferimento nel mondo del vino italiano».

    Il Consorzio Franciacorta, ente che tutela e controlla il rispetto del disciplinare di produzione dell’omonimo vino, si è affidato alla penna del giornalista Elio Ghisalberti e a Giunti Editore, casa editrice leader nel settore enogastronomico, per la pubblicazione del nuovo volume.

    «È trascorso un quarto di secolo ma il ricordo è indelebile – afferma Elio Ghisalberti –. Accompagnai Francesco Arrigoni durante la visita ad alcune delle cantine che sarebbero diventate protagoniste del libro-guida che firmò nel 1997, il più completo e dettagliato percorso tra le vigne, i vini e gli uomini di Franciacorta. È stato per me un grande onore e al tempo stesso una pesante responsabilità aggiornare lo straordinario lavoro realizzato da Arrigoni, autore com’era nel suo stile di un’analisi approfondita e scrupolosa, empatica ma non enfatica, in una parola reale. Questa riedizione ne attesta il valore riprendendo tal quale sia l’impostazione generale che i testi, mai modificati ma solo aggiornati dei dati e dei significativi cambiamenti avvenuti da allora ad oggi. Un fil rouge ideale, una storia che continua per condurre il lettore attraverso la straordinaria evoluzione di un territorio che si identifica nel vino che lo rappresenta. Due libri-guida in uno, un gioco di confronto diretto tra il passato e il presente del Franciacorta».

    In occasione di Vinitaly, nell’area Franciacorta, sono previsti due momenti di incontro, lunedì 11 aprile alle 11.00 e alle 15.00, alla presenza dell’autore e del presidente del Consorzio Franciacorta. LEGGI TUTTO

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    Tenute Perdarubia Cannonau di Sardegna Naniha 2018

    È la prima volta che mi capita di leggere nel retro-etichetta di una bottiglia di vino “Aerare dopo la stura”. Si poteva dire la stessa cosa in maniera molto più prosaica ma per questa cantina storica dell’Ogliastra, c’è un “filo – logico” che annoda il pensiero della terza generazione dei vignaioli Mereu riferito a questa bottiglia. Dall’etichetta, che richiama il disegno stilizzato di un antico tessuto sardo di proprietà della loro famiglia, al fatto che i vigneti di cannonau siano su piede franco. Perda Rubia, così si chiamava l’azienda agli albori, ha iniziato l’attività nel 1949 su impulso di Mario Mereu, nonno degli attuali proprietari, che fu tra i primi in Sardegna a intuire le potenzialità del cannonau. Mario Soldati racconterà di lui e del suo cannonau nel Terzo viaggio di Vino al vino. Com’è quindi questo cannonau Naniha 2018? Fermentazione e maturazione avvengono in tini di acciaio, con successivo affinamento in bottiglia. Il naso è pungente: muschio, sottobosco, frutti rossi, e spezie. In bocca entra morbido e rotondo, con un finale caldo e avvolgente. Qualcuno, con una definizione che non amo, parla di vino “moderno”, ovvero che incontra facilmente il gusto del consumatore; preferisco di gran lunga definirlo come vino di una bevibilità disarmante, nonostante i suoi 14% vol. LEGGI TUTTO

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    Al Vinitaly un racconto affascinante sui vini di Romagna

    Il Consorzio Vini di Romagna sarà uno dei protagonisti presenti alla 54esima edizione del Vinitaly di Verona (dal 10 al 13 aprile – Pad 1 stand C7-C8-D13), l’evento internazionale più importante dedicato al mondo dell’enologia, che ritorna in scena dopo due anni di stop causati dalla pandemia. All’interno del Padiglione 1, curato da Enoteca Regionale […] LEGGI TUTTO

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    Vinitaly: Federvini e UIV insieme con due eventi

    Ai blocchi di partenza la nuova edizione di Vinitaly, dopo due anni di pandemia, con un poderoso programma di attività. Federvini ed Unione italiana Vini presentano insieme due eventi presso il padiglione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali dedicati rispettivamente al tema sul rapporto tra vino e salute e alla presentazione della piattaforma […] LEGGI TUTTO

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    Albarossa Bricco dei Guazzi, il cuore nascosto del Monferrato

    Nel piccolo borgo medievale di Olivola, adagiato su morbide colline nel cuore del Monferrato, Bricco dei Guazzi affonda le sue radici in cinquecento anni di storia di produzione viticola, frutto dei trentatré ettari vitati di proprietà, circondati da splendide vedute. Il panorama è ciò che rimane dell’antico mare che oltre venti milioni di anni fa […] LEGGI TUTTO

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    Divinea: presentato il report su enoturismo e vendite diretta al consumatore

    Il 73% delle cantine italiane non associa i dati di vendita all’anagrafica del cliente e il 53,5% non presenta una sezione dedicata all’enoturismo nel proprio sito web. Obiettivo del report: diffondere una cultura del dato per aumentare le vendite dirette.

    Nonostante la cantina sia il luogo migliore per raccogliere i dati dei propri clienti, solo il 22,4% delle cantine utilizzano un CRM professionale e solo il 26,7% riesce a tracciare uno storico del cliente rispetto ai suoi acquisti, benché nel 2020 – complice la pandemia – gli investimenti digitali siano aumentati del 55,8%. Numeri che mettono in luce ampi margini di crescita delle cantine italiane attraverso una nuova cultura del dato e del digitale, che permetterebbero di aumentare il proprio business, valorizzando le esperienze in cantina e le vendite direct-to-consumer, senza tralasciare che nel 2021 l’Italia si è confermata ancora una volta il primo produttore di vino al mondo con un volume di 44,5 Mio hl.

    Raccogliere dati, organizzarli e saperli utilizzare è la chiave per aumentare le vendite nell’era digitale ed è questo l’obiettivo che l’impresa tecnologica, specializzata a digitalizzare la vendita del vino ai privati, si è data nel diffondere il suo primo report. “Oggi – spiega Andrè Luiz Silva, Direttore tecnico e Responsabile Data Privacy di Divinea – conoscere il cliente è fondamentale per vendere di più e vendere meglio. Ma come puoi farlo bene? La risposta sta nelle informazioni che raccogli dai tuoi clienti e potenziali clienti. Se non raccogli dati, l’unica azione di marketing possibile sarà generica e senza personalizzazione. La conseguenza sarà un minor tasso di conversione delle vendite.”

    Il report, stilato da Divinea, nasce dalla raccolta dei dati di alcune autorevoli indagini, a livello italiano e internazionale, e l’analisi dei dati delle vendite da divinea.com – il principale portale di enoturismo italiano con oltre 350 aziende vitivinicole e una mappatura di più di 1.200 esperienze – e i dati aggregati e anonimizzati nel pieno rispetto della privacy delle circa 200 cantine clienti che utilizzano Wine Suite, il Software CRM e marketing realizzato da Divinea che permette alle cantine di incrementare le vendite con i privati e di gestire l’enoturismo in maniera professionale.

    Il report nasce con l’intenzione di avere una fotografia chiara di come le cantine italiane si muovono nelle vendite dirette ai consumatori e nelle attività di enoturismo, raccogliendo dati anche in comparazione ad altre realtà di carattere internazionale. Tra le prime osservazioni che emergono quella che in confronto all’Italia a parità di territorio, la Nuova Zelanda, sfruttando meglio il potenziale, posizionerebbe 18 volte il numero di tour ed esperienze enoturistiche nel mercato. La Francia invece, con circa un terzo del numero di visitatori annuali in meno dell’Italia, genera un mercato enoturistico interno che vale quasi il doppio del nostro paese e la Napa Valley in California, con un numero di visitatori annui quasi 4 volte inferiore all’Italia, genera un ritorno di circa 2 miliardi di euro. Questo significa che a parità di numero di visitatori, la Napa Valley potrebbe potenzialmente incassare circa 2.8 volte il valore del mercato enoturistico italiano.

    I numeri e i dati dell’enoturismo in Italia

    Per quanto le attività in cantina si stiano sempre più diversificando, ad oggi la proposta è ancora principalmente basata sulla classica degustazione di 3 e 5 vini e comprensiva del tour della cantina che è presente in quasi tutte le aziende e corrisponde al 71% dell’offerta enoturistica complessiva. Dai dati in nostro possesso è emerso che il 4,6% delle cantine non ha una struttura predisposta ad accogliere visitatori, mentre il 68,2% svolge degustazioni ma non ha una risorsa dedicata. Poco meno di 1 cantina su 4 presenta una persona focalizzata all’ospitalità mentre solo il 3,1% dispone di un team strutturato per l’enoturismo.

    I numeri e i dati delle vendite direct to consumer in Italia

    L’arrivo dell’emergenza sanitaria ha costretto a ripensare i canali tradizionali di vendita delle aziende e a rivalutare investimenti nel canale direct-to-consumer e nell’online che storicamente avevano sempre avuto una penetrazione di mercato minima.

    Osservando i dati rilasciati da Mediobanca, in un 2020 che ha visto cadere gli investimenti dei maggiori produttori di vino del 14,3% e la loro spesa pubblicitaria ridursi del 13,4%, gli investimenti digitali siano aumentati del 55,8% a cui si somma il crescente numero di e-commerce e Wine Club nati in questi ultimi due anni e la sempre maggiore propensione dei consumatori ad acquistare online: se prima del lockdown il 71% degli italiani non aveva mai fatto un acquisto on-line dai siti di una cantina, oggi la quota è scesa di sette punti (64%) secondo Mediolanum.

    La crescita delle vendite dirette, accelerate dalla crisi pandemica, ha quindi permesso nel 2020 di superare la soglia psicologica del 10% rispetto al fatturato totale, tuttavia, l’Italia è ancora molto distante dal modello americano dove le vendite direct-to-consumer rappresentano i 2/3 del totale (66%), ovvero oltre 6 volte il market share italiano.

    E-commerce, Wine Club e canali di promozione

    E-commerce, Wine Club e altri canali di promozione (come WhatsApp o newsletter) sono degli strumenti utili a raccogliere dati utili all’ottimizzazione delle vendite.

    Ad oggi i dati confermano che la maggior parte delle cantine riceve meno di 100 ordini all’anno attraverso l’e-commerce e il 42,5% delle cantine consegna vino solo in Italia.

    Sempre più cantine si stanno avvicinando al Wine Club: il 17,3% delle cantine si è dotato di un Club mentre il 75% di chi non lo ha ancora fatto dichiara che lo realizzerà o lo sta prendendo in considerazione. I Wine Club italiani hanno tanti iscritti ma producono volumi relativamente contenuti e le cantine italiane offrono soprattutto accesso riservato agli utenti registrati e l’eShop con annate e formati speciali mentre solo una su cinque propone l’abbonamento con spedizione periodica.

    Per quanto riguarda altri canali di comunicazione l’85% delle cantine investe meno di €200 al mese per promuovere le vendite dirette e quasi la metà di queste non alloca alcun budget.Mentre le comunicazioni con messaggistica istantanea tipo WhatsApp sono ancora poco utilizzate sebbene producano conversioni ben più alte delle email mentre le televendite non sono prese in considerazione dal 94% delle aziende.

    Per maggiori informazioni sul report: LEGGI TUTTO

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    Marco Tonini Trento Doc Nature Riserva 2016

    Non so se il Trento Doc potrà mai diventare lo spumante di riferimento in Italia per il metodo classico, certo è che quando incontri bottiglie dotate di grande personalità come il Nature Riserva 2016 di Marco Tonini, è facile intuire, ancora una volta di più, quali sono le enormi potenzialità della denominazione. Marco è persona schietta e di temperamento, capace di trasmetterti già dopo appena cinque minuti che lo conosci tutta la sua passione per il vino e per la gente che del nettare di bacco sa deliziarsi. La cantina si trova a Isera in Vallagarina, più di quattro ettari situati tra i 200 e gli 800 metri di altitudine, dove Marco Tonini dà stura alle sue grandi passioni: Marzemino e Trento Doc. L’assaggio del Trento Doc Nature Riserva 2016, da uve chardonnay 60% e pinot bianco 40%, con permanenza sui lieviti per almeno 60 mesi, regala un naso di fiori bianchi e agrumi, pompelmo e cedro e delicate note burrose. In bocca arriva come una lama affilata e notevole sapidità con un finale iodato, distinguendosi comunque sempre per eleganza. Una cantina da tenere d’occhio. LEGGI TUTTO