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    Vino, IMT: 3 milioni di euro per la promozione 2020-2021

    Oltre 3 milioni di euro di investimenti e una campagna di promozione globale a forte impatto digital. È la ricetta 2020-2021 dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), che mette in campo un piano di rilancio basato su Ocm vino (più di 1,6 milioni di euro) e PSR Marche 2014/2020 – Misura 3.2 (quasi 1,5 milioni di euro) attraverso una strategia di promozione multicanale capace di oltrepassare le barriere e portare i vini marchigiani nel mondo. Oltre 150 le aziende del territorio coinvolte da entrambi i progetti, per un calendario che prevede la partecipazione a fiere ed eventi internazionali come Vinitaly e Prowein, azioni di marketing integrate sul web e sui canali più tradizionali, ma anche l’organizzazione di degustazioni e workshop riservati a operatori ed esperti, sia in modalità virtuale che in presenza.
    Tra i mercati target, Stati Uniti e Canada (che insieme assorbono quasi la metà del budget), poi Cina, Giappone, Svizzera e Russia, con l’esordio di Regno Unito e Corea del Sud. Per il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt), Alberto Mazzoni: “Se consideriamo la forte crescita nei ranking della stampa specializzata internazionale, i nostri vini di punta hanno ancora ampi margini di espansione sulle piazze estere. Per questo, con il sostegno della Regione, oggi più che mai serve accelerare sull’export nei mercati di sbocco e in particolare nei Paesi terzi dove le potenzialità sono notevoli sulla fascia premium. Per esempio in Cina, con l’alta gamma data in crescita nei prossimi anni, abbiamo aumentato il plafond di quasi il 30% rispetto al budget della scorsa annualità. Un’occasione di rilancio dopo un anno nero – ha concluso Mazzoni -, vista anche la morfologia delle aziende, piccole e fortemente orientate alla qualità e che quindi hanno sofferto le chiusure dell’horeca in Italia e all’estero”.
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    E tra i top buyer per i vini marchigiani ci sono ancora gli Stati Uniti, seguiti da Germania, Svezia, Giappone e Regno Unito. Ambasciatore d’eccellenza, il Verdicchio, nelle Dop Castelli di Jesi e Matelica, con una produzione che nel 2019 ha superato i 20,7 milioni di bottiglie e che si concentra soprattutto nella zona di Ancona. Una provincia in cui, secondo Istat, anche nei primi 6 mesi del 2020 l’export ha continuato ad aumentare e rispetto al pari periodo di 3 anni fa è cresciuto di quasi il 30%. Sono in tutto 16 su 20 le Dop regionali tutelate da Imt, il maxiconsorzio di Jesi (An) che mette insieme 652 aziende associate per una rappresentanza dell’89% sull’imbottigliato della zona di riferimento, che copre la maggioranza delle esportazioni di vino marchigiane. LEGGI TUTTO

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    Prosecco Rosé DOC, Cantine Riondo lo presenta in tre diverse interpretazioni

    C’era grande aspettativa per il lancio sul mercato italiano e internazionale del Prosecco Rosé Doc, il vino che aggiungerà una nota di pregio, prestigio ed eleganza agli spumanti Prosecco Doc già apprezzati in tutto il mondo e Cantine Riondo non ha mancato l’appuntamento presentando in due linee tre diverse interpretazioni: Collezione Prosecco Rosé Extra Dry, Prosecco Rosé Cuvée 16 Extra Dry a firma Riondo e Prosecco Rosé Brut Casalforte, linea premium.
    Regolamentato dal nuovo disciplinare di produzione formulato dal comitato tecnico del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Prosecco Rosé per Cantine Riondo nasce come Cuvée di uve Glera (al 90%) e Pinot Noir (al 10%) coltivate sulle colline fra le province di Vicenza e Padova che dominano la pianura padano-veneta. Qui la coltivazione della vite ha origine antiche, trovando un perfetto equilibrio fra composizione del terreno (roccia, argille rosse e terreni di origine vulcanica), altitudine che allontana la nebbia e le gelate tardive e ridotte precipitazioni annue.
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    Le uve Glera e quelle Pinot Noir vengono vinificate in parallelo seguendo protocolli studiati per individuare le masse qualitativamente più idonee all’assemblaggio. Le prime vengono pressate delicatamente ed il mosto ottenuto viene fermentato in serbatoi di acciaio alla temperatura controllata di 16°C. Per le uve Pinot Noir la vinificazione con le bucce è seguita con particolare attenzione per arrivare ad estrarre solamente il colore ed i profumi più eleganti che il vitigno sa esprimere, grazie anche ad una delicata macerazione a 22°C.
    L’equipe di enologi assembla poi in diversi blend i vini base spumante Glera e Pinot Noir, fino ad individuare il mix ideale capace di esprimere i sentori di frutta rossa e quel bouquet floreale che definiscono il profilo identitario dei nuovi nati in Cantine Riondo.
    Le cuvée vengono quindi trasferite in autoclave per una seconda lenta fermentazione seguita da un affinamento sui propri lieviti per almeno due mesi, fino a raggiungere quell’inconfondibile colore rosato e un perlage fine e resistente.
    Prosecco Rosé Casalforte, Collezione Prosecco Rosé di Riondo e Prosecco Rosé Cuvée 16 sono spumanti freschi e cremosi che al naso regalano meravigliosi profumi di rosa e viola, insieme a sentori fruttati di lamponi e fragoline di bosco tipici del Pinot Nero; il finale è un’esplosione di note succose di pesca e mela Golden, espressione dell’inconfondibile vitigno Glera. Perfetti come aperitivo e per accompagnare con stile ogni momento di festa.
    Nell’area di produzione del Prosecco la variante rosé generico era già presente, tanto che nel 2019 ne sono state prodotte 37 milioni di bottiglie. Con il nuovo disciplinare si è quindi voluto uniformare e regolamentare una produzione già presente per garantire al consumatore un prodotto di qualità e origine certificata, valorizzando al tempo stesso la qualità della Denominazione. Il Prosecco Rosé è la giusta risposta per un consumatore internazionale che esprime apprezzamento per un vino che raggiungerà nel 2022 25 milioni di ettolitri e 28/30 milioni nel 2035, secondo le previsioni formulate dal Consorzio di Tutela del Prosecco Doc.
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    Cantine Riondo SPA
    Controllata al 100% dalla cooperativa Collis Veneto Wine Group, Cantine Riondo nasce nel 2008 come società dedicata alla commercializzazione dei vini prodotti da Collis, con le uve conferite da Cantine dei Colli Berici e Cantina di Colognola ai Colli, cooperative di primo livello. Il modello organizzativo si rivela da subito vincente e porta l’azienda a raggiungere in pochi anni importanti traguardi. Distribuisce nei canali ho.re.ca e GDO in Italia e nel mondo con sei marchi che identificano diverse linee varietali della migliore produzione Doc e IGT veneta. LEGGI TUTTO

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    Cantina Bolzano: il vino che nasce ai piedi dei pendii innevati

    Nei vini di Cantina Bolzano c’è tutta la storia di persone sia di vigna sia di cantina che da decenni inseguono lo stesso obiettivo: esprimere al meglio un territorio vitivinicolo che unisce un carattere spiccatamente alpino ad influenze mediterranee. È il carattere di un vino che sembra scendere dalle montagne, quello di Cantina Bolzano, perché ancora in piena vendemmia i pendii sopra il capoluogo altoatesino iniziano ad essere spolverati dalla prima neve che pian piano trasforma il paesaggio dell’intera regione.  Con i suoi vitigni di fondovalle fino a quelli che arrivano a sfiorare i 1000 m s.l.m., dal oltre cento anni Cantina Bolzano è testimone di un territorio dove la viticultura eroica siede alla tavola dei suoi abitanti.
    Storia vitivinicola che “invecchia” come il buon vino
    Quella di Cantina Bolzano è una storia che per essere raccontata deve partire da radici che affondano in una terra, l’Alto Adige, con la più alta superficie (98%) soggetta al disciplinare della DOC. Un patrimonio preso in mano da Stefan Filippi, enologo di Cantina Bolzano ed allievo dello storico enologo Luis von Delleman con il quale già dal 1984 Filippi ha iniziato a sperimentare nuove tecniche vitivinicole pratiche sui pendii scoscesi delle colline attorno a Bolzano, confluite nella sua filosofia focalizzata sulla qualità dell’uvaggio a disposizione e sul motto “poco ma buono”. È al confine con le Alpi, in una delle città più calde d’Italia nei giorni d’estate, cullati dalle correnti fresche dei ghiacciai a pochi metri dalle cime innevate che nascono i vini di Cantina Bolzano.
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    Una cantina delle famiglie, come quelle di Hubert Mayr e Friedrich Röll i quali producono le loro uve a 1.000 metri d’altezza, dove il clima rigido è ammorbidito dai quasi 300 giorni di sole all’anno, mentre tra notte e giorno i vigneti beneficiano di un fondamentale sbalzo termico. Caratteristiche climatiche e geomorfologiche sulle quali Filippi ha costruito la sua filosofia del “Poco ma buono”, in una zona vitivinicola dove oltre alla composizione del terreno, alla densità degli impianti e alla forma di allevamento, sono le differenti altitudini rispetto al livello del mare a giocare un ruolo essenziale. “Limitiamo gli interventi sull’uva, sul mosto e sul vino allo stretto necessario, perché siamo consci che ogni operazione in più da al vino qualcosa di meno e anche perché ogni famiglia conferitrice di Cantina Bolzano così come ogni suo singolo collaboratore è il prodotto di una comunità che ha profondo rispetto per il suo prezioso territorio patrimonio UNESCO”, spiega Klaus Sparer, direttore di Cantina Bolzano.
    Produrre vino a due passi dai pendii innevati
    Con vitigni distribuiti per l’86% in zona collinare e che arrivano a superare anche il 70% di pendenza, Cantina Bolzano presta particolare attenzione nel supportare i suoi oltre duecento conferitori in ognuna delle fasi della lavorazione in vigna. “La lavorazione nei vigneti più ripidi comporta molte più ore di lavoro durante tutto l’anno, visto che le macchine speciali impiegate sui pendii operano con più lentezza, quindi, per raggiungere ogni anno una perfetta maturità dell’uva e la massima qualità nei vigneti ad altezze anche notevoli, cantina Bolzano punta a rese più basse”, spiega Filippi. Infatti, continua l’enologo di Cantina Bolzano “La condizioni di forte pendenza di molti nostri vigneti limita fortemente la meccanizzazione. Fino al 35% di pendenza si può meccanizzare molto, mentre dopo il 35% si deve passare a macchinari speciali più lenti di quelli usati in pianura e specialmente negli impianti nuovi si prova ad inerbire il vigneto (oppure effettuare la pacciamatura), per non avere degli smottamenti del terreno durante l’estate, quando i temporali – specialmente negli ultimi anni – riversano sulle colline acquazzoni importanti”, aggiunge Filippi.
    La distribuzione in altezza delle varietà di uva nei vigneti di Cantina Bolzano aiuta a spiegare l’entità dello sforzo messo in campo al fine di massimizzare non certo la resa, quanto la qualità del raccolto. Nella forbice 200-350 m. s.l.m. 84 conferitori crescono la quasi totalità delle varietà a bacca rossa vinificate da Cantina Bolzano. Tra 350 e 600 m. s.l.m. circa 90 conferitori crescono varietà come Schiava, Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Pinot Grigio, Pinot Nero, Pinot Bianco, Kerner, Moscato Giallo, Moscato Rosa, mentre nella fascia di altezza posta tra 600 a 1000 m. s.l.m., una sessantina di conferitori si prendono cura dei vigneti coltivati a Pinot Bianco, Gewürztraminer, Müller Thurgau, Silvnaer, Riesling e Pinot Grigio.
    Il vino al tempo della neve
    E in caso di neve? In caso di nevicate sui vigneti a spalliera non succede nulla, mentre sui vigneti a pergola potrebbe succedere che la neve si depositi sul legno della vigna e con il suo peso la struttura non regga più. Per questo motivo, appena vengono completate le varie fasi della vendemmia, circa verso inizio novembre – quando già i venti freddi scendono giù dalle montagne le quali iniziano a ricoprirsi di neve – i contadini iniziano le operazioni per la riduzione dei tralci, oltre alla potatura delle vigne, molto spesso accompagnate dall’estirpo delle vigne vecchie e la preparazione del terreno per il reimpianto nell’anno a venire. In questo modo, la neve non trova più tanta superficie dove depositarsi, i vigneti possono andare in letargo e i viticoltori trovare un momento di pausa, in compagnia delle proprie famiglie e delle proprie tradizioni. LEGGI TUTTO

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    Nasce la Friuli Colli Orientali e Ramandolo Academy

    Il 2020 è sicuramente un anno che verrà ricordato per molti motivi, molti dei quali non esattamente legati al mondo del vino e decisamente non piacevoli. Il 2020 coincide anche con il 50° anniversario della Doc Friuli Colli Orientali e del Consorzio ed avrebbe previsto diverse attività ed eventi in grado di festeggiare tale ricorrenza tracciando un segno per il futuro della denominazione.
    Allo stesso tempo, a partire dalla fine del 2019 una serie di iniziative dedicate a professionisti del mondo della ristorazione stavano cominciando a prendere piede trovando crescente riscontro. Lo stop imposto dalla pandemia non ha comunque frenato le attività tecniche e di promozione che si sono adattate alle esigenze.
    Per riuscire a dare un segno concreto di continuità e di speranza e festeggiare allo stesso tempo la ricorrenza del 50° anniversario il Consorzio inaugurerà la Friuli Colli Orientali e Ramandolo Academy.
    Un luogo, dedicato alla formazione di alto livello dei professionisti, aperto tutti i giorni su prenotazione, con 35 postazioni dispencer per poter in autonomia degustare vini provenienti da tutta la denominazione con focus dedicati periodicamente e la possibilità di conoscere le differenze e le particolarità di ogni singola zona dei Colli Orientali. Con l’aiuto del grande lavoro dei tecnici del Consorzio che da oltre 13 anni raccolgono i dati stagionali nella relazione tecnica “Le Stagioni e le Uve” si potrà essere introdotti, degustando alla comprensione dei sentori specifici di ogni angolo della denominazione. Il desiderio è quello di trasformare l’Academy in una vera e propria “fabbrica” di emissari dei Colli Orientali del Friuli, permettendo a ristoratori, enotecari, sommelier, giornalisti e Winelovers di potersi specializzare profondamente divenendo poi i veri e propri promotori della denominazione una volta formati.
    L’Academy sarà dotata di una postazione multimediale con un grande schermo in grado di proiettare non solo dati e presentazioni, ma anche di potersi collegare on Line ed organizzare degustazioni a distanza per poter far conoscere i Colli Orientali in tutto il mondo, unendo quindi quello che la pandemia ha reso ormai di continuo utilizzo.
    Un luogo unico in Regione e non solo, capace di trasformare la promozione in risorsa per tutti e condividendo le conoscenze e le professionalità accumulate dalla struttura del Consorzio.
    Nel momento in cui il mondo chiude, il Consorzio Friuli Colli Orientali e Ramandolo apre una porta per il futuro della denominazione.
    Per saperne di più:

    Tags: colli orientali, colli orientali academy, ramandolo LEGGI TUTTO

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    Filippo Marini: l’importanza dello sviluppo della marca nel mondo del vino.

    Come aumentare la visibilità a scaffale nella GDO, come comunicare in modo coerente ed efficace la marca e come gestire la complessità della distribuzione sono solo alcune delle questioni da affrontare nella gestione della marca nel settore del vino.
    Filippo Marini, Brand Director in Frescobaldi, ci parla brevemente dell’argomento della sua lezione al MIV, il corso in marketing internazionale del vino di WineJob, e di come sia necessario costruire la dimensione esperienziale e dello storytelling intorno ai propri vini, per poter creare un ricordo forte e memorabile che abbia risonanza sui potenziali consumatori.
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    Il Nizza DOCG Cipressi di Michele Chiarlo nella Top 100 di Wine Enthusiast

    Dopo aver conquistato il primo posto degli Enthusiast 100 nel 2018, il Nizza Cipressi di Michele Chiarlo torna nell’Olimpo dei migliori vini degustati dai critici dell’autorevole rivista americana Wine Enthusiast. Un traguardo importante sia per l’azienda, oggi sinonimo di vini piemontesi di qualità, sia per la giovane DOCG, che in pochi anni è già entrata nel gotha dei grandi vini d’Italia.
    Il Nizza DOCG Cipressi si è aggiudicato la posizione numero 35 nella classifica dei Top 100 Enthusiast distinguendosi tra gli oltre 25.000 vini degustati e recensiti dagli editors del magazine che per il 2020 hanno inserito nella classifica 16 etichette italiane, di cui il Cipressi è unico rappresentante della sua denominazione e dei vini a base barbera.
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    “Questo traguardo ci riempie di soddisfazione e gratitudine. – dichiara Stefano Chiarlo, alla guida della Michele Chiarlo insieme al fratello Alberto e al padre Michele – Gratitudine per le persone che collaborano con noi, condividendo la nostra visione, anche in anni difficili come questo, e non in ultimo verso mio padre, Michele Chiarlo, che con le sue intuizioni ha reso possibili traguardi che potevano sembrare irraggiungibili. Proprio il suo sogno di valorizzare il vitigno barbera, ci ha portato oggi a diventare orgogliosi rappresentanti di questa varietà e di una giovane denominazione d’eccellenza, il Nizza DOCG. Un grazie speciale inoltre va a Kerin 0’Keefe, l’Italian editor della prestigiosa rivista, per aver compreso i nostri vini e la nostra filosofia produttiva”.
    Michele Chiarlo si appresta così a chiudere il 2020 orgoglioso di essere stato incluso per ben 7 volte all’interno delle prestigiose Top 100 di Wine Enthusiast e Wine Spectator e di far parte delle 200 migliori cantine d’Italia per Opera Wine 2021, evento-degustazione nato nel 2012 dalla collaborazione tra Veronafiere, Vinitaly e Wine Spectator, sempre con il Nizza Cipressi 2017.
    Nizza DOCG Cipressi 2017
    Un vino 100% barbera prodotto a partire dai vigneti meglio esposti del podere La Court, nel comune di Castelnuovo Calcea, caratterizzati dalla presenza delle sabbie astiane, suoli costituiti da marne argilloso-calcaree di origine sedimentaria marina, con buona presenza di limo e sabbia ricco di microelementi in particolare magnesio.
    Figlio di una delle annate più calde e siccitose negli ultimi anni, la precoce vendemmia 2017, ha richiesto attente operazioni agronomiche in vigna per preservare l’eleganza del frutto, l’acidità e le note di freschezza tipiche della Barbera. Il risultato è un vino molto equilibrato che impressiona per la sua fresca morbidezza e rotondità che, date le caratteristiche dell’annata, non era facile avere e che lascia intravvedere appieno il notevole potenziale dei vigneti Cipressi della Tenuta La Court. LEGGI TUTTO

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    Villa Rosa Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2016

    Il Chianti Classico Gran Selezione DOCG è l’etichetta più rappresentativa della realtà di Villa Rosa, una delle ultime proprietà acquisite dalla famiglia Cecchi nel suo viaggio all’interno delle denominazioni vinicole più prestigiose del centro Italia. Il valore di questa tenuta, situata nel comune di Castellina in Chianti, non si limita solo a un patrimonio vitato di 36 ettari un una delle aree più vocate della denominazione, ma alla storia che questi vigneti tramandano in termini di età delle viti e ricchezza di cloni di Sangiovese.
    Un retaggio importantissimo che Cecchi, forte della sua esperienza secolare nel Chianti Classico ha deciso di preservare e valorizzare sia attraverso una particolare gestione dei vigneti che attraverso la vinificazione di etichette come Villa Rosa Chianti Classico Gran Selezione, capaci di esaltare al contempo le sfumature del Sangiovese e del territorio di Castellina. Oggi infatti la morfologia della Tenuta Villa Rosa contempla tre diverse aree vitivinicole, all’interno delle quali viene coltivato principalmente il Sangiovese destinato alla Gran Selezione: Casetto, Palagione e Villa, Ribaldoni.
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    Casetto è caratterizzato da un’altitudine di 425 m slm e da suoli ricchi di galestro toscano. Palagione e Villa hanno invece altitudini inferiori con esposizione a pieno sud e terreni caratterizzati da una presenza abbondante di alberese e ciottoli. Ribaldoni invece si trova ad un’altitudine compresa tra i 255 e i 290 mt sul livello del mare, è formato da terreni di medio impasto argilloso – limoso esposti a nord ovest. La vera unicità dei vigneti di Villa Rosa però sta nella loro gestione. Al fine di preservare le antiche varietà clonali del Sangiovese è in atto un continuo recupero delle viti più vecchie dalle quali vengono prelevate e reinnestate le gemme. Un processo di rinnovamento continuo che porta ad avere un insieme di viti che, differenti per età e per genetica, permetteranno al Sangiovese di esprimere al meglio delle proprie possibilità il territorio di appartenenza.
    La vinificazione del Chianti Classico Gran Selezione DOCG, è effettuata in serbatoi di acciaio a temperature dai 25-28 °C, con un periodo di macerazione sulle bucce di 22 giorni. La fermentazione malolattica avviene in acciaio, ed è precedente al periodo di affinamento in legno che per questo grande vino si protrae per 15 mesi in tonneaux, seguiti da 3 mesi in cemento e un successivo periodo in bottiglia di almeno 1 anno.
    La Gran Selezione Villa Rosa 2016 incarna ed interpreta perfettamente i connotati della sua eccezionale vendemmia, regalando una maturità, una tessitura tannica e una progressione tipica delle grandi annate. Prodotto in sole 13.000 bottiglie, è un vino elegante e profondamente legato al territorio d’origine: i suoli calcarei, sia a matrice argillosa che ricchi di galestro, gli conferiscono note floreali, fruttate, speziate al naso. In bocca, si presenta sapido ed equilibrato con un finale vibrante e persistente.
    www.villarosa.wine LEGGI TUTTO

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    I vini toscani grandi protagonisti della Guida AIS Vitae 2021

    Sono 129 le etichette toscane premiate con le Quattro Viti, il massimo riconoscimento, nella Guida AIS Vitae 2021. Ben il 18,6% di tutti e 694 i vini premiati a livello nazionale, che confermano come la Toscana sia una delle regioni più importanti per l’enologia di alto livello.
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