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    Grifal e Slow Food lanciano le Slow Wine Box

    Grifal S.p.A. e Slow Wine presentano la loro collaborazione basata sulla sinergia tra qualità dei prodotti enogastronomici e sostenibilità degli imballi che li proteggono. Il primo passo è il lancio della Slow Wine Box: una confezione regalo con la Guida Slow Wine 2021 e 6 vini selezionati fra le cantine premiate dalla Guida. Le bottiglie di vino vengono separate e protette da cArtù®, lo speciale cartone ondulato di Grifal.
    “Grazie alle Slow Wine Box – afferma Giancarlo Gariglio, Responsabile Editoriale Slow Wine – si è creato un vero e proprio entusiasmo da parte dei tantissimi appassionati di vino che hanno apprezzato la formula di poter ricevere una scatola con una selezione di etichette premiate da Slow Wine, realizzando così una sorta di viaggio lungo l’Italia alla ricerca delle eccellenze enologiche.”
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    Il vino italiano rappresenta un mercato che nel 2019 ha fatturato oltre 13 Mld di €, secondo i dati Ismea. Nel complesso, il settore vinicolo italiano negli ultimi 10 anni ha avuto una crescita a prezzi correnti del 4,5% annuo. Un mercato sano e dalle grandi potenzialità, immense se si somma l’export, dove l’Italia compete ai vertici con Francia e Stati Uniti.
    “Oltre all’Italia, le richieste per la Slow Wine Box sono arrivate infatti da Belgio, Finlandia, Svezia, Polonia, Germania e Gran Bretagna – conferma Gariglio – Facebook e Instagram sono inondati da immagini delle box, corredate dall’hashtag #slowwinebox, e ad essere sinceri nel successo della nostra iniziativa ha giocato anche l’iconicità della scatola con il logo e con l’idea che sia stata prodotta in modo sostenibile.”
    Slow Wine è la realtà di Slow Food dedicata al mondo del vino, delle birre e dell’olio: ‘Il vino buono, pulito e giusto’ è il claim e in quest’ottica nasce la partnership con Grifal perché, afferma Slow Wine, “il rispetto dell’ambiente passa anche dalle nostre scelte quotidiane e francamente il polistirolo per spedire i vini non si può più vedere.”
    Grifal S.p.A. è l’azienda tecnologica e PMI Innovativa, quotata sul mercato AIM, attiva dal 1969 nel settore del packaging industriale. Ha ideato e produce cArtù®, il rivoluzionario cartone ondulato iper-resistente e ammortizzante, che come indica Slow Wine è l’alternativa sostenibile ai materiali plastici. Utilizzare anche solo 10 Kg di cArtù® anziché polistirolo o film a bolle significa non immettere nell’atmosfera 34 Kg di CO2, pari a quella che assorbirebbero 97 alberi.
    Il recente Osservatorio Packaging del Largo Consumo, realizzato da Nomisma, ha evidenziato come la sostenibilità sia un tema in crescita verticale nella percezione dei consumatori italiani:
    il 27% degli italiani ha aumentato nel 2020 la spesa per prodotti ecosostenibili, un valore che sale al 34% nelle previsioni 2021;
    il 39% dichiara l’intenzione di prediligere soluzioni di packaging a basso impatto ambientale;
    il 71% cambierebbe negozio se trovasse prodotti protetti da packaging ecosostenibile.
    Per ulteriori informazioni: www.grifal.it LEGGI TUTTO

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    Pianificazione e controllo: la guida consapevole dell’azienda vitivinicola

    Map lying on wooden table
    DOCENTE: Francesco Mangani, Owner at DUO Consulting1° MODULO – 14 DICEMBRE (17.00 – 19.00)
    L’Organizzazione aziendale: organigramma, responsabilità e deleghe.La Pianificazione e Controllo: argomenti introduttivi, utilità e finalità.
    • La gestione del rischio: pianificazione, consuntivazione e concetto del feedback.– Il piano strategico– Il budget– I bilanci infrannuali
    • La contabilità analitica e i centri di costo per il monitoraggio delle aree di Business.
    • Il bilancio dell’azienda vitivinicola.– Conto Economico riclassificato– Stato Patrimoniale– Cash flow
    2° MODULO – 15 DICEMBRE (17.00 – 19.00)
    Peculiarità dell’azienda vitivinicola: il controllo delle aree aziendali.
    • Il settore Agrario.– Le previsioni di Produzione– I costi della “campagna”– La valutazione della vendemmia
    • La Cantina.– I costi di affinamento/invecchiamento e quelli di imbottigliamento/confezionamento– La valutazione del magazzino e la costificazione dei prodotti– Il concetto di Costo del Venduto
    • Il Commerciale.– La reportistica commerciale– L’analisi della marginalità per prodotto/mercato
    DESTINATARI:– Imprenditori e manager di aziende vitivinicole– Professionisti del settore vitivinicolo– Giovani interessati a specializzarsi nel settore vitivinicolo
    COSTO DEL CORSO (4 ore)
    180 € (IVA compresa)130 € (IVA compresa) per chi si iscrive entro il 30 novembre
    FORMAZIONE FINANZIATA: i Corsi sono finanziabili con le risorse dei Fondi Interprofessionali. WineJob favorisce l’accesso e l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dai Fondi Interprofessionali per i dipendenti delle aziende iscritte.
    CLICCA QUI PER ISCRIVERTI E PARTECIPARE LEGGI TUTTO

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    Ad ogni creator il suo momento Freschello!

    Photo Credits: Germana Brusca
    Freschello, il vino quotidiano amato per la sua bontà, freschezza e leggerezza, è on line con una nuova campagna di content creators del mondo food, lifestyle e family per raccontare, con diversi linguaggi sempre coinvolgenti, modi ed occasioni di consumo all’interno delle mura domestiche.
    “Scopri il tuo momento Freschello” – è un invito ad individuare il proprio stile di consumo il nome della campagna di social influencer che Freschello ha scelto per raccontare la quotidianità di un vino che può diventare espressione di un’anima raffinata, spontanea o festaiola.
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    Attraverso un quiz che riprodurrà quello presente sul sito, i creators sveleranno il loro profilo di consumo e la bottiglia che più si addice alla loro personalità e al loro stile di vita. A tavola, come aperitivo o per festeggiare, in famiglia, con gli amici o il proprio partner, c’è un Freschello per ogni momento e un momento per ogni Freschello, il vino che scandisce il ritmo del nostro quotidiano portando un tocco di leggerezza nelle case, che sono diventate un rifugio sicuro in tanta incertezza.
    Sono 12 i creators che racconteranno, ognuno con il proprio stile ed il proprio linguaggio, i momenti leggeri della giornata in cui ritrovarsi intorno ad una bottiglia di Freschello per abbandonarsi al piacere di stare bene insieme anche in famiglia o in compagnia degli amici più cari. Leggerezza sì, ma anche impegno per il benessere delle persone e del pianeta. Questo il messaggio che si aggiunge alla piacevolezza del bere in compagnia, che farà di ogni creator un ambasciatore dell’impegno del Brand in tema di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
    Cielo e Terra, azienda proprietaria del marchio Freschello, vive il territorio come spazio fisico da preservare ma anche come spazio ideale da coltivare perché la sostenibilità diventi un valore per tutti e indirizzi ad un futuro sempre più responsabile. Per questo da anni ha intrapreso un percorso di sostenibilità economica, sociale e ambientale, dentro e oltre la filiera produttiva, che l’ha portata ad ottenere nel Marzo di quest’anno la certificazione BCorp, un nuovo modo di fare ed essere impresa lavorando in maniera responsabile, sostenibile e trasparente e perseguendo uno scopo più alto del solo guadagno, con l’obiettivo di ridefinire un nuovo paradigma di business adeguato ai nostri tempi, concreto e replicabile.
    Freschello firma una linea formata dai vini fermi della linea Vivo (Bianco, Rosso e Rosè) dal sapore fresco, delicato e leggermente floreale, ai Frizzanti Bianco e Rosè, che si caratterizzano per un bouquet delicato e leggermente fruttato. Per chi ricerca un perlage persistente, con sentori di frutta e note di fiori bianchi, Freschello offre la linea Spumante Extra Dry e Rosè Extra Dry, fresca e fruttata, indicata per l’aperitivo, così come per il pasto.
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    FRESCHELLO celebra la cultura del bere contemporaneo con i propri vini freschi e leggeri, a bassa gradazione alcolica, adatti a tutte le occasioni. Devono la propria leggerezza a un’attenta raccolta delle uve, in parte anticipata, e al curato lavoro in cantina, dove tecniche di vinificazione avanzate garantiscono il massimo rispetto delle caratteristiche organolettiche degli uvaggi.
    FRESCHELLO appartiene al gruppo CIELO E TERRA, azienda vinicola con una forte vocazione alla trasparenza e alla sostenibilità. Prima realtà vinicola italiana a introdurre in azienda il modello della Lean Organization, Cielo e Terra integra numerosi progetti con un piano di economia circolare, affermandosi come realtà in grado di fronteggiare le sfide dei mercati mondiali ed attestare la sua presenza in oltre 60 Paesi.
    www.freschello.it LEGGI TUTTO

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    La responsabilità sociale nel DNA di Cantine Settesoli

    La storia di Cantine Settesoli inizia nel 1958, in un momento storico e culturale non favorevole per la viticoltura siciliana. A quell’epoca il sistema tradizionale di vendita dell’uva era basato sulla presenza del mediatore: una figura commerciale ante litteram che acquisiva la quasi totalità della produzione, ma solo ad un prezzo estremamente vantaggioso… per sè. Se l’accordo sul prezzo non si fosse raggiunto, il mediatore avrebbe cercato altrove l’uva; ma il viticoltore avrebbe perso il guadagno relativo alla produzione di un intero anno di lavoro in campagna. Questo sistema di vendita si reggeva su un presupposto fondamentale: il prezzo dell’uva era stabilito a priori ed era bassissimo, adatto esclusivamente alle esigenze del mercato e non dei coltivatori.
    Le Cantine Settesoli nacquero proprio per valorizzare economicamente il lavoro degli agricoltori menfitani. Un primo piccolo gruppo di viticoltori con vigneti nell’areale di Menfi ebbe l’intuizione, incredibile per l’epoca, di fondare una cooperativa a cui conferire l’uva, una organizzazione che potesse non solo acquistare il prodotto, ma anche trasformarlo in un bene di maggior valore economico: il vino.
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    Un atto del 1958 in cui compare la firma, tra i soci fondatori, del nonno dell’attuale presidente Giuseppe Bursi, getta le basi per la crescita di quella che oggi è una delle più importanti cooperative vinicole europee, con export in oltre 40 paesi nel mondo.
    L’evoluzione: la differenziazione e il viaggio verso l’aumento del valore
    Con la nascita della cooperativa si aggiunge alla coltivazione anche la produzione vinicola, inizialmente destinata in modo quasi esclusivo alla vendita di sfuso. Per arrivare alla prima bottiglia è necessario aspettare fino al 1974 quando, con un’intuizione folgorante simile a quella che aveva portato alla fondazione della cooperativa, i soci guidati dall’allora presidente Diego Planeta scelgono di confezionare parte della produzione: Cantine Settesoli diventa così la prima cooperativa vinicola siciliana a produrre e commercializzare i propri vini in bottiglia, che incominceranno ad essere venduti anche all’estero.
    L’evoluzione successiva è datata 1999, anno di nascita del marchio Mandrarossa: oggi pluripremiato top brand di Cantine Settesoli, Mandrarossa risponde all’esigenza di aumentare la qualità e il valore di una parte della produzione, rivolgendosi esclusivamente al canale distributivo Horeca. Brand molto legato alla sperimentazione, attentissimo alla gestione del vigneto e alla qualità dell’uva, figlio delle migliori selezioni disponibili su 6000 ettari di coltivazioni, Mandrarossa è il marchio portatore di un messaggio di innovazione e qualità che molti non ritenevano possibile per una cantina cooperativa.
    Dopo più di 60 anni, valore non solo all’uva ma anche al territorio: un circolo virtuoso generato da una visione lucida e strategica
    Fin dalla loro nascita, Cantine Settesoli ha creato un indotto sul territorio menfitano che si è sviluppato negli anni, fino  a dare vita ad una vera economia parallela perfettamente integrata con il territorio e con la produzione vinicola: questo indotto ha inizialmente favorito la nascita di altre cantine private, la produzione e la vendita di macchinari e attrezzature agricole (trattori, rimorchi, fitofarmaci), fino ad arrivare allo sviluppo nelle forniture di servizi settoriali (ad esempio i trasporti).
    La vera innovazione però arriva con la stabilizzazione di un’economia circolare che coinvolge non solo l’indotto vinicolo, ma anche lo sviluppo turistico. Per questo motivo si può parlare di una sostenibilità a 360 gradi: Cantine Settesoli non  solo produce  vino di qualità dalla forte identità territoriale, sia convenzionale che biologico, ma costituisce un modello di gestione etica della cantina intesa come comunità, punto di riferimento economico e sociale di un intero territorio.
    “La differenza tra un’azienda vinicola privata e una cantina cooperativa è enorme, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità sociale”, afferma Giuseppe Bursi, Presidente di Cantine Settesoli dal dicembre 2017. “Noi ci collochiamo esattamente all’intersezione tra l’imprenditoria e il sostegno sociale; è grazie infatti alla nostra cooperativa che 5000 famiglie dislocate su nove comuni e tre provincie possono lavorare con la prospettiva di un futuro più roseo. Io sento quotidianamente il peso di questa responsabilità ed è per questo motivo che l’azienda che ho la fortuna di presiedere va gestita in maniera efficiente e trasparente, solo così potrà rappresentare  un modello per tutte le cantine cooperative, sia sotto il profilo produttivo che etico”
    Continua Giuseppe Bursi: “Cantine Settesoli deve essere l’esempio per uno sviluppo sostenibile, sia sotto il profilo territoriale che produttivo: è questo un obiettivo non solo possibile ma doveroso. Per quanto riguarda la produzione vinicola, la richiesta che cogliamo dal mercato è quella di vini biologici, prodotti in territori dove è molto alta l’attenzione ai valori della sostenibilità. Questa direzione, intrapresa da Cantine Settesoli anni fa, ci permette oggi di avere ben 870 ettari in coltivazione bio grazie ai quali i soci ricavano, oltre al prezzo convenzionale delle uve, un’integrazione della remunerazione garantita dall’UE. Il nostro lavoro incessante in questa direzione ci ha portato a creare Jummare, una linea di vini esclusivamente biologici. Questa scelta ci permetterà di riconoscere ai soci che producono in biologico, nel pieno rispetto dei parametri di coltivazione stabiliti, una remunerazione più alta rispetto alle uve gestite in modo convenzionale, rafforzando il concetto per cui  lavorare in modo pulito genera anche valore economico.
    Abbiamo inoltre l’esigenza di salvaguardare questo magnifico territorio mantenendolo integro e lontano dal degrado edilizio. Il concetto di sostenibilità è un’introiezione culturale che va accettata, condivisa in ogni suo aspetto e praticata a partire proprio dalla gestione agricola del territorio;  la razionalizzazione nei consumi di acqua e l’attenzione al ricorso ad antiparassitari, insieme alla gestione ordinata dei fondi agricoli, sono un esempio delle buone pratiche che muovono in primis dagli agricoltori e i cui presupposti arrivano fino all’organizzazione dell’indotto turistico.
    Come i nostri genitori hanno gettato le basi per lo sviluppo economico di questa rilevante porzione della Sicilia sud occidentale, così il nostro dovere è quello di non compromettere il futuro dei nostri giovani, lavorando perché le attuali pratiche  di sostenibilità siano il fondamento di  future strategie di sviluppo sostenibile, per la creazione e la salvaguardia di un ambiente naturale, economico e sociale sano. In questo modo aiutiamo i nostri ragazzi a non abbandonare la propria terra, offrendo loro uno scenario culturale e organizzativo entro il quale muoversi, creare, sopravvivere.
    Perché ciò che conta, per noi, è la terra; è il nostro valore, l’origine della nostra esperienza e la nostra ricchezza. La terra genera valore, che genera cultura, che a sua volta genera valore: un circolo virtuoso che, dopo 62 anni, porta oggi frutti maturi.
    Il passo successivo sarà quello di   mantenere le condizioni ideali per un’apertura ad investimenti esterni: la comunità nata intorno a Cantine Settesoli è viva, produttiva e aperta a nuove sfide. Questo è un territorio unico, capace di accogliere tuti coloro che hanno intenzione di creare valore e bellezza in un ambiente sano e meraviglioso dal punto di vista naturalistico, paesaggistico ed enogastronomico. È l’ambiente che abbiamo contribuito a costruire e che è nostro dovere continuare a proteggere, senza mai abbassare la guardia.” LEGGI TUTTO

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    Aumentano le vendite di vino nella grande distribuzione

    Finito il lockdown primaverile le vendite di vino nei supermercati si erano stabilizzate e i consumatori in estate avevano ripreso le loro abitudini d’acquisto. Nel 2021 con ogni probabilità l’andamento altalenante del mercato del vino nella Grande distribuzione cesserà non appena la pandemia sarà sotto controllo, ma qualcosa dei cambiamenti in atto rimarrà. Se ne è parlato oggi alla 16° edizione della tavola rotonda “Vino e Grande distribuzione di fronte al cambiamento”, organizzata da Veronafiere nell’ambito di Wine2Wine Exibition.
    E’ stata presentata la ricerca IRI per Vinitaly sui primi 10 mesi del 2020: le vendite di vino nella Grande distribuzione aumentano nel 2020 del 6,9% a valore e del 5,3% a volume rispetto all’anno precedente (dati aggiornati all’8 novembre 2020). La crescita, sospinta dalle vendite eccezionali nel trimestre primaverile del lockdown e dalle chiusure di bar, ristoranti e affini, si è tradotta in una buona performance degli spumanti, dei vini doc e una discreta progressione dei vini da tavola. Vanno sottolineati gli aumenti dei vini di categoria medio/alta con la crescita del 13,6% nella fascia di prezzo tra 7 e 10 euro e dell’8,7% nella fascia di prezzo tra 5 e 7 euro. Gli spumanti aumentano del 10,4%, nonostante il crollo nel mese di aprile. Crescono il vino comune, del 4,2% a volume, e il vino a marchio delle insegne distributive (MDD) che aumenta, a valore, dell’8,7% nel comparto vino e del 10,8% nel comparto spumante. I vini biologici, una categoria di nicchia nella Grande distribuzione, mantengono la stessa crescita del 2019: +12,5%, a volume (in allegato le tabelle dell’IRI).
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    L’analisi dell’IRI evidenzia come lo sviluppo del mercato del vino nella Gdo si realizzi in un contesto di aumento dei prezzi (+1,4%) e di calo delle promozioni (-3%). L’elemento determinante è stato l’andamento della pandemia. Dopo la stabilizzazione del periodo estivo, le vendite di vino hanno ripreso a correre in coincidenza della seconda ondata: +2,8% in ottobre e +6,7% nelle prime due settimane di novembre.
    I numeri possono aiutare a interpretare le nuove abitudini di acquisto dei consumatori. Le stelle polari sono: salutismo, qualità, gratificazione e sostenibilità, ma anchela convenienza. Aumentano i vini di qualità a denominazione d’origine, ma nel contempo anche il vino comune da tavola, dunque una forchetta che privilegia fasce alte e basse. Infine, nei primi 10 mesi del 2020 sono aumentate del 122% le vendite di vino on line e del 200% quelle dei grocery di piccole dimensioni.
    “Cosa rimarrà in futuro di questi cambiamenti? – si è chiesto Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI – In estate abbiamo registrato un ritorno dei consumatori alle consuete abitudini di acquisto. Ma il 2021 non potrà essere uguale al 2020. Certamente non potrà toccare gli stessi picchi di vendita, ma vedrà anche tanti consumatori fidelizzati agli acquisti da casa e agli acquisti on line come pure alle piccole superfici di vendita ‘di prossimità’. Bisognerà saper decodificare i diversi segnali trasmessi dagli shopper”.
    La ricerca di IRI per Vinitaly è stata commentata nel corso della tavola rotonda a Wine2Wine Exibition, condotta da Luigi Rubinelli, Direttore di RetailWatch, dai rappresentanti della Grande distribuzione e delle cantine.
    “In Conad crescono a doppia cifra vini di qualità (Igp, Doc, Docg) mentre il vino comune ha arrestato la flessione degli anni passati – ha detto Alessandra Corsi, Direttore marketing dell’offerta e MDD di Conad – Nel campo degli spumanti è interessante notare la crescita della spumantizzazione di vini tipici del territorio. Stiamo lavorando per creare, nei nostri punti vendita, enoteche di concezione innovativa, che integreranno fisico e digitale”.
    Anche la Coop è impegnata a migliorare informazione e comunicazione nelle vendite del vino. “Stiamo formando figure professionali in grado di consigliare i consumatori sui vini in offerta e sull’abbinamento cibo vino, quando possibile impieghiamo anche sommeliers – ha riferito Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche di Coop Italia – I consumatori amano le promozioni, ma va detto che una promozionalità sana guida il consumo consapevole, quella eccessiva invece fidelizza all’occasione ma non al prodotto”.
    Il canale della Grande distribuzione nel 2020 si conferma come il maggiore in Italia, con prospettive di crescita: “L’emergenza della pandemia ha incrementato l’attenzione nei confronti della Gdo da parte di quelle cantine che storicamente erano presenti solo nel canale Horeca – ha sottolineato Gianmaria Polti, Responsabile Beverage di Carrefour Italia – Puntiamo a creare forti sinergie a livello locale, con un’attenzione particolare alle realtà dei fornitori regionali italiani”.
    I rappresentanti delle insegne hanno evidenziato la crescita dei vini a marchio del distributore (MDD): “Per questi vini prevediamo una chiusura a fine anno con crescita a doppia cifra rispetto al 2019 – ha dichiarato Fabio Sordi, Direttore commerciale del Gruppo Selex – con aumenti rilevanti nella fascia di prezzo superiore ai 6 euro. Registriamo anche l’aumento delle vendite del vino on line, con 2.492 referenze in offerta”.
    In rappresentanza di Federvini è intervenuto Mirko Baggio (Responsabile vendite canale Gdo Italia di Villa Sandi): “La sfida del futuro per le cantine sarà quella di differenziarsi, per andare incontro ai cambiamenti richiesti dal mercato. Villa Sandi ha saputo differenziarsi negli anni costruendo una proposta con marchi diversi e tipologie di prodotto diverse per affrontare una pluralità di mercati: off trade – on trade – on line, sia in Italia che nel mondo”.
    Enrico Gobino rappresentante di Unione Italiana Vini (Marketing Director del Gruppo Mondodelvino Spa) ha invitato a studiare attentamente i comportamenti dei consumatori: “Il modo di consumare si adatta alle limitazioni del momento, l’unica cosa alla quale non ci si può adattare è la diminuzione del potere d’acquisto. Nel nuovo contesto la Gdo può operare come elemento virtuoso nel mercato del vino, creando una catena di valore. Le cantine devono disporre di una distribuzione multicanale: non esistono canali di serie A e di serie B”. LEGGI TUTTO

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    Nasce «Che Vino!», start up dedicata al vino di qualità

    Chi produce un numero limitato di bottiglie, chi vende esclusivamente vini naturali, chi sceglie solo tecniche produttive ecosostenibili. Queste, particolari ed esclusive, sono alcune delle cantine in vendita su «Che Vino!», la start up dedicata al vino di qualità, nata da un’idea di Giuseppe Trisciuoglio, appassionato ed esperto di beverage, dalla sua compagna Federica Piersimoni, tra le più famose travel blogger d’Italia, e da Elio Maria Piersimoni, con competenze e importanti esperienze nel food.
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    Accordo tra Banca MPS e Consorzio del Brunello: al via il pegno rotativo sul vino

    Banca Monte dei Paschi di Siena e Consorzio del Vino Brunello di Montalcino hanno siglato nei giorni scorsi un accordo di collaborazione incentrato sul pegno rotativo, uno strumento finanziario innovativo nel comparto del vino, previsto dal Decreto Cura Italia di marzo e predisposto a fine agosto con l’emanazione del Decreto attuativo del Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) per far fronte alla grave crisi di liquidità delle imprese agricole singole o associate dovuta all’emergenza sanitaria in atto.
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    Quattro Medaglie d’oro per Lantieri

    Affermazione superlativa per la franciacortina Cantina Lantieri di Capriolo che ha conquistato ben quattro medaglie d’oro al The Champagne & Sparkling Wine World Championship 2020 (CSWWC), l’autorevolissimo concorso ideato da Tom Stevenson, massimo esperto mondiale di Champagne and Sparkling Wines ed editore della Word Encyclopedia, la più importante a livello internazionale riguardante i vini mossi. Ad aggiudicarsi l’oro sono stati Lantieri Franciacorta NV Cuvée Brut, Lantieri Franciacorta Brut Arcadia 2015, Lantieri Franciacorta Extra Brut, Lantieri Franciacorta NV Cuvée Brut Magnum. Un risultato che pone la storica azienda di Fabio Lantieri prima fra le cantine della Franciacorta, seconda in Italia e fra le primissime al mondo.
    Oltre ai quattro ori, Lantieri ha conquistato anche due argenti con il Lantieri Franciacorta Riserva Origines 2013 e il Lantieri Franciacorta Brut Rosè Magnum. “Siamo assolutamente orgogliosi di queste medaglie, dato che il World Champion è il premio più importante a livello internazionale per il nostro settore e vi concorrono i migliori Champagne e Sparkling del mondo. Riconoscimenti che condivido con tutta la squadra della nostra cantina, il cui impegno e passione ci ha portati a questi risultati – commenta Fabio Lantieri de Paratico – Ho sempre intrapreso convinto la ricerca dell’assoluta qualità: questi premi sono un ulteriore stimolo ad approfondire ancor più il nostro impegno lungo questa strada.”
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    Per il secondo anno consecutivo Cantina Lantieri è quindi sul podio del CSWWC, dato che l’anno scorso il suo Franciacorta Cuvée Brut NV Magnum è stata proclamato World Champion nella categoria Classic Brut Non-Vintage Blend.  La competizione di spumanti più dura e prestigiosa del mondo quest’anno ha raggiunto il record di superare i 1.000 iscritti da una trentina di paesi. Complessivamente sono state assegnate a 19 Paesi un totale di 128 medaglie d’oro e 237 d’argento. Le premiazioni, quest’anno necessariamente virtuali, si terranno dal 7 all’11 dicembre.
    I Lantieri de Paratico, nobile e antica famiglia bresciana, hanno radici franciacortine che risalgono a più di mille anni or sono. Nell’XI sec. fecero erigere a Paratico un imponente castello, dove la storia narra sia stato ospitato durante il suo esilio Dante Alighieri che, ispirato dal paesaggio, avrebbe scritto alcuni versi della Cantica del Purgatorio. Nel ‘500 la famiglia si trasferì a Capriolo, dove si è perpetuata la tradizione vitivinicola e ha oggi sede l’azienda. I Lantieri si distinguevano per la produzione di vini già dal XVI secolo: erano allora apprezzati fornitori dei Gonzaga, Signori di Mantova, e delle corti di Ferrara e Milano, con il “Rubino di Corte Franca”, antesignano dei vini attuali. La Cantina Lantieri ha oggi sede nel centro storico del borgo medioevale di Capriolo. I 20 ettari di vigneti si estendono in parte intorno alla sede aziendale e in parte alle pendici del Monte Alto. La produzione è di 150.000 bottiglie annue ed è dedicata principalmente a tutta la gamma dei Franciacorta, a cui si affiancano pregiati Curtefranca LEGGI TUTTO