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    Anteprima Chiaretto di Bardolino, il Lago Garda in una scatola

    Si dice che la pandemia rivoluzionerà il mondo degli eventi del vino, probabilmente in maniera strutturale. Quali saranno le modalità e le implicazioni di questo cambiamento epocale lo scopriremo nei prossimi mesi/anni. Eppure, nonostante la realtà sia ben nota, un filo di ansia mi assale ogni qual volta sento questi discorsi e in cuor mio spero sempre che si tratti di una sorta di millenarismo diffuso. Non posso immaginare, ad esempio, che durante l’Anteprima del Chiaretto a Lazise non potrò più bermi un calice di vino rosa lungolago, scambiando impressioni con i colleghi mentre il sole va giù, in un tramonto mozzafiato di una primavera anticipata. Adesso, almeno per quest’anno, la dodicesima Anteprima è racchiusa tutta in una scatola contenente 50 campioni di Chiaretto di Bardolino ricondizionati da Vignon in bottigliette di vetro del contenuto di 5 cl, più o meno il quantitativo servito nelle degustazioni professionali. Il primo dubbio che potrebbe sorgere, prima di approcciarsi alla degustazione, sta nella tenuta del vino in questo micro-contenitore di vetro. In realtà il Consorzio non ha lasciato nulla al caso. Prima della spedizione dei campioni alla stampa nel formato Vignon, è stato avviato un percorso di sperimentazione iniziato nel mese di settembre 2020. Prove e assaggi incrociati tra i Chiaretto ricondizionati nelle bottigliette e lo stesso vino proveniente dalla bottiglia in formato classico da 0,75 l. Sono stati fatti confronti di assaggio con le bottiglie o LEGGI TUTTO

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    L’Italia dello spumante vale 750 milioni di bottiglie l’anno

    Poco più di 750 milioni di bottiglie di cui 600 milioni a denominazione di origine, con il Prosecco Doc che domina (56% degli imbottigliamenti) ma anche con una varietà infinita di produzioni che superano abbondantemente la tradizionale linea produttiva del Po. È il meraviglioso mondo delle bollicine italiane, inquadrate per la prima volta attraverso le […] LEGGI TUTTO

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    Il Valpolicella Superiore, chiave di lettura contemporanea del territorio

    Con un’estensione di oltre 30mila ettari in provincia di Verona, negli ultimi vent’anni la Valpolicella ha goduto di un successo crescente, imputabile in particolar modo a denominazioni di grande successo nel mondo, quali Amarone e Ripasso. Ciò è evidenziato dalla crescita dei volumi e delle aree vitate: il primo è infatti passato dai 5400 ettari […] LEGGI TUTTO

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    Lungarotti, ripartono le attività del MUVIT e del MOO

    Dopo mesi di attesa, finalmente il Museo del Vino di Torgiano (MUVIT) e il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO) tornano ad accogliere i visitatori. Le attività delle due istituzioni culturali riprenderanno giovedì 6 maggio, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid. Un segnale importante che rimette al centro dell’attenzione la cultura e il connubio tra arte, […] LEGGI TUTTO

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    La Pietra del Cabreo, il nuovo esclusivo relais di charme dentro la vigna

    Sulle colline intorno a Greve in Chianti, tra le vigne dove si produce il Cabreo, nasce un nuovo relais di charme della Ambrogio Folonari Tenute: è La Pietra del Cabreo. Pronto ad accogliere chi desidera immergersi nella campagna toscana e a vivere le più autentiche tradizioni di questi territori, il nuovo resort sarà inaugurato ufficialmente […] LEGGI TUTTO

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    Varvaglione1921 celebra i dieci anni di Papale Oro

    Il 2021 ha un significato simbolico molto forte per la famiglia Varvaglione; l’anno del centenario della storica azienda tarantina coincide con il decimo anniversario dalla messa in commercio della prima bottiglia di Papale Oro, il loro Primitivo di Manduria, un vino amato e conosciuto in tutto il mondo. Papale Oro è parte della storia del […] LEGGI TUTTO

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    Le Zalte di Sincette: torna il vino che ha fatto la storia della Valtènesi

    Sincette presenta sul mercato l’annata 2018 del vino Le Zalte, un taglio bordolese di cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot, che esprime in maniera finalmente compiuta i valori fondanti dell’approccio biodinamico dell’azienda. Un percorso iniziato ormai 25 anni fa, nel lontano 1997, in compagnia del consulente Jacques Mell, un pioniere del biodinamico in Francia, e […] LEGGI TUTTO

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    Il vino perfetto

    …è un ideale. Necessario.Ci sono libri che non dovrebbero mancare nella biblioteca – o sull’e-reader – di ogni appassionato di vino degno di questo nome, ovvero curioso, disposto a sperimentare, ad approfondire, aperto a nuove nozioni e nuove esperienze sensoriali. Uno di questi è “Il vino perfetto” di Jamie Goode, un nome che per i wine lover di tutto il mondo non ha bisogno di presentazioni. Dei molti wine critics in circolazione, Goode è uno dei pochi nei quali la curiosità scientifica prevale spesso e volentieri su altri approcci. Non a caso ha scritto altri libri come “Wine Science” – altro tomo che raccomando a chi condivide il suo pallino per la scienza – “I Tasted Red: The Science of Tasting Wine” e altri ancora. Come scrive il prof. Maurizio Ugliano, già membro dell’Australian Wine Research Institute (AWRI) e attualmente docente di Enologia al corso di laurea Viticoltura ed Enologia dell’Università di Verona, “Di Jamie mi colpirono la curiosità verso la chimica e la biochimica della vinificazione, e l’interesse per la ricerca accademica in ambito enologico, cose rare nella galassia dei comunicatori e divulgatori del vino” *. “Il Vino Perfetto” (titolo originale: “Flawless”) (Ampelos Editore), è un lavoro scientifico con un taglio filosofico. Una lettura non sempre facile per i non addetti ai lavori, e probabilmente poco pop per il rigoroso linguaggio scientifico adottato (ma se le sfumature di fumo e speziato in chimica si chiamano 4-etilguaiacolo, o se i sentori fruttati di pesce mela si chiamano etil 2-metil butirrato non è colpa di Jamie. O di noi wine critics). Il tema che affronta però è di grande interesse per tutti, enologi, produttori, consumatori:  parla infatti dei difetti del vino. Cosa determina la difettosità di un vino? Siamo sicuri che un vino perfetto – cioè assolutamente privo del benché minimo difetto – ci piacerebbe? Il brett, besta nera di enologi e produttori – e di molti consumatori – è sempre il male assoluto? Cos’è, come si sviluppa, e perchè alcuni vini ne sono più afflitti di altri? Si può evitare? E come? “Il brett è un argomento molto interessante – dice Goode – Per quanto si tratti di un difetti, è un elemento accettato in alcuni grandi vini, in particolare in quelli invecchiati. E’ un eccellente esempio del perchè si dovrebbero studiare i difetti del vino con una prospettiva più sfumata, piuttosto che con un atteggiamento binario “difetto o non difetto”. In ogni caso, il brett è qui per restare e gli enologi hanno bisogno di controllarlo”. L’elenco dei difetti del vino è lungo: ossidazione, riduzione, composti solforati, le molte contaminazioni possibili, acidità volatile, “gusto di luce”, geosmina, e altri ancora.Ogni aspetto viene esaminato nel profondo, discusso anche con esperti (nel libro non mancano le interviste a enologi, ricercatori e produttori). L’impressione è che più si sviscera l’argomento, più certe granitiche certezze personali (“buono/non buono”) iniziano a vacillare. Le conclusioni che si possono trarre dalla lettura – e consultazione frequente – di un libro come questo è che fare il vino è un mestiere maledettamente difficile, zeppo di trappole e insidie, e che il vino stesso è un prodotto terribilmente complesso e mutevole. Imparare a conoscere ciò che può affliggerlo – o esaltare – . significa anche scoprire qualcosa in più di noi stessi, di ciò che ci attira o ci respinge. Perchè la degustazione è sempre un’esperienza personale, lo sforzo di ciascuno di noi di oggettivare il soggettivo.O , se preferite, un gioco di (precari) equilibri.*Personalmente condivido gli stessi interessi di J.Goode, per questo seguo sempre con interesse anche il suo online wine magazine. LEGGI TUTTO