More stories

  • in

    Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2016 Lungarotti è il miglior vino rosso italiano

    E’ il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2016 di Lungarotti a guidare la classifica 2021 dei 100 migliori rossi italiani stilata dal mensile Gentleman. Il vino di punta della cantina umbra è risultato il migliore vino rosso italiano – ex aequo con il Bolgheri Sassicaia 2017 di Tenuta San Guido – incrociando e sommando i punteggi delle sei guide italiane: Vini d’Italia (Gambero Rosso), I vini di Veronelli, Bibenda (Fondazione italiana sommelier), Vitae (Associazione italiana sommelier), Annuario dei migliori vini italiani (Luca Maroni) e la Guida essenziale ai vini d’Italia (Daniele Cernilli). Un risultato importante per questa etichetta che ha scritto la storia di Lungarotti e dell’enologia italiana diventando uno dei rossi più conosciuti e apprezzati nel mondo.
     “Siamo felici di questo bellissimo traguardo – dichiara Chiara Lungarotti, Amministratore Delegato dell’azienda di famiglia – che premia il nostro lavoro e quello di tutti i nostri collaboratori. Un riconoscimento che ci spinge a guardare con fiducia al futuro nella speranza che possa essere di buon auspicio per una ripartenza del nostro comparto e di tutto il nostro Paese.”
    – Advertisement –
    La prima vendemmia del Rubesco Riserva Vigna Monticchio (Torgiano Rosso Riserva DOCG) risale al 1964 quando Giorgio Lungarotti, fondatore dell’azienda e pioniere della moderna enologia italiana, capì che dalla vigna Monticchio, sulle colline di Torgiano, grazie anche ad una perfetta esposizione, si ottenevano delle uve Sangiovese straordinarie. Innovativo per i tempi, già dalla prima annata, questo Sangiovese in purezza si fa subito notare per la sua personalità netta. Il colore è rubino brillante e i caratteri sono quelli tipici della gente dell’Umbria, riservata ma generosa. Un vino di grande struttura, adatto a un lungo invecchiamento, che sfodera un equilibrio unico tra potenza ed eleganza e che viene prodotto solo nelle migliori annate.
    Chiara Lungarotti, Amministratore Delegato della cantina Lungarotti
    Battezzato così da Maria Grazia Marchetti, moglie di Giorgio Lungarotti, il nome Rubesco deriva dal verbo latino rubescere, arrossire (di gioia) e sull’etichetta mostra un particolare della Fontana Maggiore di Perugia che raffigura la vendemmia.
    “Il Rubesco Riserva Vigna Monticchio è sinonimo di Lungarotti – afferma Chiara Lungarotti – Un vino che negli anni ’60 è stato innovativo: una creatura di mio padre che ne rispecchiava la sua personalità. I vini, infatti, sono espressione di un territorio ma anche di chi li produce, per cui, pur mantenendo la sua identità, anche il Rubesco Riserva Vigna Monticchio ha vissuto un’evoluzione. Si può dire che a partire dall’annata 2005 ha cominciato a riflettere l’impronta della nuova generazione della famiglia Lungarotti e il risultato appena ottenuto ci conferma che stiamo procedendo nella giusta direzione”.
    ***
    Nominata da Wine Spectator-Operawine 2021 tra le 34 migliori cantine d’Italia che “producono vini di livello mondiale; sono leader nelle loro regioni; e testimoniano la diversità, il patrimonio e l’autenticità che sono i tratti distintivi del vino italiano” (cit. Wine Spectator), Lungarotti è un’azienda vinicola storica dell’Umbria, fondata a Torgiano da Giorgio Lungarotti e oggi guidata dalle figlie Chiara e Teresa, coadiuvate dalla madre Maria Grazia e dai nipoti Francesco e Gemma. Oggi conta in tutto 250 ettari di vigneti, dislocati tra la Tenuta di Torgiano (230 ha, certificata VIVA dal 2018) e quella di Montefalco (20 ha, a conduzione biologica dal 2010), dove si pratica una viticoltura attenta alla sostenibilità e alla biodiversità, oltre che alla valorizzazione dei vitigni autoctoni intervallati da qualità internazionali. Le due cantine producono in tutto 29 etichette, tra cui il Rubesco Riserva Vigna Monticchio – Torgiano Rosso Riserva DOCG, tra i migliori vini rossi italiani, e il Rubesco – Rosso di Torgiano DOC, profonda espressione dell’Umbria. LEGGI TUTTO

  • in

    Casa Setaro, nasce il primo Dosaggio Zero da uva Caprettone

    Nasce il primo Dosaggio Zero da uva Caprettone sul Vesuvio: si chiama “Pietrafumante” ed è firmato Casa Setaro. L’azienda vesuviana di Massimo Setaro è stata pioniere della spumantizzazione in Metodo Classico sul vulcano: non era mai stato prodotto uno spumante méthode champenoise 48 mesi sui lieviti con quest’uva a bacca bianca autoctona del Vesuvio, che è stata riconosciuta ufficialmente nel registro nazionale delle varietà della vite come vitigno da vino solo nel 2014. Questo è accaduto anche attraverso il forte impegno profuso da Casa Setaro.
    Già il padre di Massimo, “don Vincenzo”, aveva condotto una viticoltura di salvaguardia del Caprettone, che in passato è stato sempre confuso con il Coda di Volpe e usato perlopiù come uva per tagliare la Falanghina. Un taglio adoperato da molti per dar vita al Lacryma Christi del Vesuvio Doc. Prese le redini dell’azienda nel 2004, la scelta di Massimo Setaro è stata da subito orientata alla vinificazione in purezza di questo vitigno: il suo Munazei bianco Lacryma Christi del Vesuvio Doc come il Pietrafumante Metodo Classico e anche il suo progetto in anfora Aryete Vesuvio Doc prevedono tutti l’utilizzo di questo monovitigno. Un modo per mostrare, nel tempo e con il tempo, il comportamento del Caprettone, raccontarne le sfaccettature e le potenzialità: “è un’uva difficile da lavorare ma una volta capita, regala grandissima soddisfazione – spiega Massimo Setaro al battesimo del primo Dosaggio Zero mai presentato in terra vesuviana -, offrendo sapidità, profondità e verticalità inaspettate”.
    – Advertisement –
    La presentazione si è tenuta lunedì 15 febbraio a Terrazza Calabritto, ristorante partenopeo sito nella centralissima piazza Vittoria e guidato da Enzo Politelli, con un percorso di 4 portate pensate per accompagnare questo esclusivo prodotto. A fare da padrino, il giornalista e critico enogastronomico Luciano Pignataro, che ha ammirato il lavoro svolto negli anni da Massimo Setaro, osservando come abbia raggiunto una maturità enologica con questo “Pietrafumante” Brut Nature millesimato 2016. “Quando parliamo di spumantizzare, la mente volge subito ad altre aree della Penisola – osserva Pignataro in apertura -, e ci sorprendiamo quando un produttore riesce a dimostrare che si può fare un prodotto del genere anche qui, a Sud, sul Vesuvio. Un plauso alla caparbietà di Massimo e alla continua ricerca per migliorarsi”.
    Ad ogni sorso, Pietrafumante Brut Nature ci ricorda di essere nato su un vulcano, ma non solo: le vecchie vigne, a piede franco e molte prefillossera, della famiglia Setaro risalgono i terreni sabbiosi nelle contrade di Bosco del Monaco e Tirone della Guardia, aree già testimoni dell’antica memoria vignaiola del piccolo comune di Trecase. Questo  Dosage Zéro coinvolge l’olfatto con profumi agrumati che ritornano coerentemente al palato per avvolgerlo e invogliarlo a sorseggiare nuovamente. Dalla freschezza verticale con intensi accenti salati, è un piccolo gioiello. Una bollicina unica nel suo genere. L’Edizione zero, come riportato nel suo collarino, è possibile acquistarla in cantina (45€ con cassetta di legno) o attraverso il wine shop Casa Setaro (www.casasetaro.it). LEGGI TUTTO

  • in

    Da 60 anni Santa Margherita firma lo stile del Pinot Grigio italiano

    Sessant’anni fa faceva il suo debutto il Pinot Grigio Santa Margherita: un vino nuovo, elegante e moderno che diede avvio a una vera e propria rivoluzione del gusto e del piacere enologico. In questi primi sessant’anni di storia il Pinot Grigio è diventato il varietale simbolo del vino bianco italiano nel mondo e il Pinot Grigio Santa Margherita continua ad esserne l’emblema: un vino che ha contribuito fortemente allo sviluppo dell’enologia italiana, rivoluzionandone sia il mercato nazionale che internazionale. Ogni giorno, sono più di tremila le bottiglie di Pinot Grigio Santa Margherita stappate nel mondo; una grande storia di successo targato Made in Italy che affonda le sue radici nel secolo scorso.
    Tutto cominciava verso la fine degli anni Cinquanta quando, in anticipo sulle future tendenze, il visionario e lungimirante Conte Gaetano Marzotto si mise alla ricerca di una nuova tipologia di vino che uscisse dal cliché, capace di distinguersi per originalità, peculiarità sensoriali e forte richiamo al binomio vitigno-territorio e capace al contempo di favorire un approccio diverso al vino, diventando vero protagonista del convivio moderno. Le ricerche del connubio perfetto tra terroir e vitigno condussero il Conte e il suo team di enologi in Trentino-Alto Adige: il terroir ideale per la produzione di uve che contenessero in potenza il carattere fresco e fruttato con cui si desiderava caratterizzarne il profilo.
    – Advertisement –
    Fu la sapienza degli enologi a individuare il varietale che potesse esprimere al meglio le caratteristiche pedo-climatiche del territorio, ma la vera rivoluzione fu l’intuizione brillante quanto rivoluzionaria del Conte: la vinificazione in bianco delle delicate uve Pinot Grigio, eliminando ogni contatto tra mosto e bucce, trasformando così un vino dal colore ramato in un vino bianco brillante, elegante ed intenso, unico nel suo genere.
    Correva l’anno 1961 e il Pinot Grigio Santa Margherita faceva il suo debutto sul mercato italiano: il favore del pubblico fu sorprendente quanto immediato. Abituata fino a quel momento a fare una semplice distinzione tra vini bianchi, rossi e rosati, l’Italia apprezzò fin da subito la straordinaria bevibilità e la fragranza di questo vino-novità, che si distingueva per un nuovo modo di interpretare non solo le uve Pinot Grigio ma anche il vino bianco in genere. Grazie al Pinot Grigio Santa Margherita si diede così avvio a un cambiamento radicale nelle abitudini di consumo, dal vino-alimento al vino-piacere.
    Il processo favorì la democratizzazione del vino, permettendo a nuovi consumatori – come le donne – di avvicinarsi a questo mondo, scommettendo su un pubblico che nelle decadi a seguire avrebbe giocato un ruolo sempre più determinante nelle scelte di acquisto. Il Pinot Grigio Santa Margherita è stato il primo, l’originale, l’apripista che ha saputo conquistare il favore dei consumatori, parlando di futuro e innovazione.
    Lo strepitoso successo lasciava intravedere ottime opportunità anche oltre confine, dove venne sapientemente esportato a partire dagli anni ’70: il Pinot Grigio Santa Margherita dimostrò al mondo intero che l’Italia poteva offrire vini sexy, perfettamente coerenti con l’evoluzione delle società e del gusto moderno.
    Il 1979 fu l’anno della grande svolta: con l’incoronazione a ‘vino bianco migliore d’Italia’ in una degustazione alla cieca gli vennero spalancate le porte del grande mercato statunitense dove si affermò nel giro di pochi anni, diventando un vino icona e alimentando una fedeltà al marchio senza precedenti. A conquistare i winelover furono la freschezza, la bevibilità e la sua straordinaria capacità di abbinamento.

    Oltreoceano il Pinot Grigio Santa Margherita è ancora oggi il vino bianco italiano maggiormente importato e apprezzato, anche dalle star. Non è raro infatti trovarlo in compagnia di celebrities del calibro di Rihanna o Kylie Jenner, Jon Bon Jovi o Drake, che gli dedica perfino alcune rime nei testi delle sue canzoni più celebri.
    Il Pinot Grigio Santa Margherita è entrato a pieno titolo nella Hall of fame, presentandosi oggi in tutta la sua moderna duttilità: il colore giallo paglierino, il profumo pulito e intenso, le inaspettate note floreali, i richiami di agrumi e frutta a polpa bianca, la freschezza e la sapidità sempre perfettamente equilibrate, che preludono a un approccio gustativo delicato e stimolante al tempo stesso.
    Grazie alla sua armonia il Pinot Grigio Santa Margherita si rivela un vino di grande carattere, estremamente versatile per abbinamento a cibi e situazioni diverse: dall’aperitivo, al brunch, al tutto-pasto e, in particolare, con tantissimi piatti della tradizione culinaria italiana ed internazionale, di mare ma anche di terra.
    Un sogno, quello del Pinot Grigio, reso grande in primis da best practice adottate sia in vigna che in cantina, come la tutela della biodiversità, la riforestazione e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, nella convinzione che tutto ciò che deriva da un ambiente salubre, condotto con saggia misura nel rispetto dei cicli vitali, porti con sé un valore unico.
    Attenzione particolare è stata rivolta al chilometro zero, che vede oggi la produzione di oltre il 90% delle bottiglie nella vetreria a pochi passi dal cuore della vinificazione e al programma di “carbon neutrality”, che certifica da sette anni l’azzeramento dell’impronta carbonica di quasi 2 milioni di bottiglie di Pinot Grigio prodotte annualmente.
    Coniugare artigianalità, tradizione ed innovazione tecno-enologica ha permesso così a Santa Margherita di valorizzare al meglio il binomio vitigno-territorio e di proporre un Pinot Grigio che eccelle oggi sulle tavole di oltre 90 Paesi in tutto il mondo. Un vino che ha inventato un nuovo approccio al vino, da sempre in grado di stare al passo con i tempi e che, anche nell’anno di celebrazione dei suoi primi sessant’anni di successi, già punta a tracciare nuove rotte del gusto e del piacere enologico. LEGGI TUTTO

  • in

    Il nuovo corso di Monte delle Vigne

    Paolo Pizzarotti, Presidente Monte delle Vigne
    Novità all’orizzonte per Monte delle Vigne, azienda agricola nel cuore della DOC Colli di Parma, che inizia il 2021 con un nuovo Consiglio di Amministrazione e proiettata verso nuovi mercati internazionali, senza però dimenticare il territorio da cui nascono i suoi vini. Un legame profondo quello tra la famiglia Pizzarotti e Monte delle Vigne: Pietro Pizzarotti, padre di Paolo, acquistò nel lontano 1963 un podere di 100 ettari sulle splendide colline di Ozzano Taro, con il sogno di riportare alla viticoltura queste terre che nei secoli passati tanti successi avevano ottenuto.
    Oggi fanno parte del rinnovato Consiglio di Amministrazione, oltre al Presidente Paolo Pizzarotti e al figlio Michele, l’Amministratore Delegato Lorenzo Numanti e Andrea Bonini, sovraintendente alla produzione in campagna e in cantina. Nel 2020 l’azienda è riuscita a tenere bene nonostante l’emergenza in corso: per il 2021 ha in programma un piano di rilancio dell’export, con la volontà di aumentarne sensibilmente la quota attualmente attestata al 15%. Per l’ingresso in nuovi mercati si avvale ora della consulenza di A.C. Marketing&Trade, società specializzata nell’intermediazione commerciale internazionale e nello sviluppo dei marchi del settore vitivinicolo.
    – Advertisement –
    L’obiettivo è quello di potenziare l’attuale distribuzione in alcuni mercati strategici quali Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Nord Europa. Inoltre, per accrescere ulteriormente la qualità dei vini, dal 2018 Monte delle Vigne si avvale della collaborazione dell’enologo e consulente per la produzione vinicola Luca D’Attoma, uno tra i primi in Italia a praticare la viticoltura biologica, riconosciuto tra i massimi esperti in materia e particolarmente apprezzato per il suo approccio rigoroso e innovatore.
    “Guardiamo all’estero ma abbiamo a cuore il luogo dove nasce la nostra storia. Una storia di amore per la natura e per l’ambiente che circonda Monte delle Vigne. In futuro vorremmo sempre di più far conoscere caratteristiche e bellezze di questi luoghi attraverso la qualità dei nostri vini – dichiara Paolo Pizzarotti – Il sogno di mio padre era di riportare queste terre alla viticoltura, questo sogno è diventato realtà”.
    In cantiere anche il restyling della comunicazione aziendale, che comprende etichette e sito, per elevare ulteriormente l’immagine dell’azienda, da sempre riconosciuta come elegante e raffinata ma anche vicina ai wine lovers. LEGGI TUTTO

  • in

    I vini in anfora della Valsugana

    Non cercateli, ancora non sono pronti. Ma lo saranno presto, i vini in anfora dei fratelli Alessio e Simone Fattore, nemmeno 60 anni in due. Con una buona dose di coraggio, tanta determinazione ed entusiasmo da vendere hanno fondato in Valsugana una micro-azienda vinicola: De Fattore. Fin qui, non ci sarebbe nulla di particolarmente nuovo, dato che di nuove aziende nel mondo del vino ne nascono in continuazione. Ciò che contraddistingue questa però è la scelta non solo della localizzazione – una valle del Trentino sud orientale più nota per le sue località turistiche che per i suoi vini – ma anche del cosa e del come. Alessio e Simone hanno infatti deciso di produrre vino esclusivamente in anfora, “recipiente attentamente scelto per una personale convinzione sui prodotti che può generare, unendo tradizione, tecnica enologica e territorio” spiegano gli interessati: “Questo è un progetto nato da noi e da zero. Ovviamente, siamo in fase embrionale: per ora ci appoggiamo ad una cantina esterna, e ci sono lavori in corso per realizzare una nuova piccola struttura”.
    Fin da subito i due ragazzi hanno deciso di scommettere su vitigni resistenti e varietà dimenticate: ad oggi perciò sono la prima ed unica azienda a produrre vini in anfora in Valsugana, fra i quali già spicca uno spumante, un Brut Nature da uve Chardonnay.
    Fra le altre varietà di uva utilizzate, oltre allo Chardonnay, vitigno principe in Valsugana, l’azienda De Fattore sperimenta da tempo varietà resistenti come Solaris e Souvigner Gris, due vitigni Piwi, resistenti alle principali malattie della vite. inoltre stanno cercando di recuperare un altro antico vitigno del luogo: la Pavana, oggi quasi totalmente abbandonato. Una seconda piccola linea di vini, questa volta rossi, nasce invece dalla vicinanza al Veneto, che ha portato i due fratelli a lavorare Cabernet e Merlot da vigneti della zona di Bassano del Grappa. Obiettivo finale? “ Una continua crescita qualitativa – concludono i due neo-produttori – e l’ambizione di poter creare un giorno dei vini che siano un punto di riferimento per qualcuno”. LEGGI TUTTO

  • in

    Vinifera en plain air

    Viviamo giorni di grande incertezza e pianificare eventi è diventato quasi impossibile. Eppure, c’è chi continua a provarci, come Vinifera, la fiera delle produzioni artigianali dell’arco alpino. Una iniziativa a cui ciascuno può dare concretamente una mano, aderendo ad una specifica campagna di crowdfunding.
    Dopo aver annullato l’appuntamento 2020 a causa dell’emergenza sanitaria in atto, l’associazione Centrifuga, organizzatrice dell’evento, riprogramma la manifestazione per l’ultimo week-end di maggio 2021 scegliendo una formula diversa rispetto alle precedenti. Vinifera, infatti, non si svolgerà come consuetudine il primo fine settimana di primavera dentro ai padiglioni della Fiera di Trento, ma si sposta a fine maggio all’esterno dell’area Fiera. Quella del 2021 sarà quindi un’edizione open air che gli organizzatori desiderano fortemente realizzare per continuare il percorso iniziato nel 2018 con l’intento di far conoscere i vignaioli e gli artigiani del cibo provenienti dai territori dell’arco alpino.“Abbiamo voglia e bisogno di incontrarci e confrontarci con i produttori, le loro storie e quelle delle loro tenaci produzioni, e di far sentire la presenza della terra – sottolinea Anna Benazzoli a nome del gruppo organizzatore – Vogliamo che Vinifera sia ancora una volta un luogo democratico, una mostra mercato amicale dove assaggiare idee genuine, incrociare sguardi autentici e affidarsi a cuori appassionati”.A partire da fine aprile è previsto anche il Forum, una ricca proposta itinerante dentro e fuori i confini trentini, improntata alla convivialità e con vari momenti di approfondimento culturale come rappresentazioni teatrali, proiezioni, degustazioni, conferenze tematiche, visite guidate nei vigneti e nelle cantine. “Vinifera 2020 si è arrestata proprio sul più bello quando, dopo averla imbottigliata, non rimaneva che stapparla – conclude Anna Benazzoli – Per realizzare l’iniziativa 2021 abbiamo deciso di chiedere un aiuto a chi vuole mostrare la propria vicinanza alla manifestazione. Per questo abbiamo avviato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma online “produzionidalbasso”. Chi ha piacere può sostenere il progetto su questo sito e ricevere in cambio il biglietto per accedere alla mostra-mercato, un set di calici serigrafati e molti altri premi, oltre al nostro più sentito grazie”.Vinifera è un evento promosso da Associazione Centrifuga, un gruppo di giovani che hanno unito competenze, passioni ed esperienze per realizzare iniziative incentrate sul patrimonio materiale culturale rappresentato dalle produzioni agroalimentari e vitivinicole dei territori alpini.
    Per maggiori informazioni il sito ufficiale si trova qui, la pagina Facebook qui. LEGGI TUTTO

  • in

    Femminile, singolare. La nuova comunicazione della Vernaccia di San Gimignano

    Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà a causa del Coronavirus, tutti  siamo chiamati ad affrontare questa dura prova e a reagire. Il nostro Consorzio fin dal primo lockdown ha voluto credere fermamente nella ripartenza che siamo sicuri arriverà presto. Non ci siamo fermati, abbiamo sfruttato questo ‘tempo sospeso’, lontano dalla routine degli incontri sociali, degli eventi e manifestazioni, per preparare il rilancio della nostra Vernaccia di San Gimignano tramite una nuova e impattante campagna di valorizzazione della Denominazione,  affidata  ad un’agenzia attentamente selezionata, la Giango.
    Il lavoro di revisione della comunicazione si è svolto durante l’estate 2020, quando sono state discusse ed elaborate le basi della nuova identità della Vernaccia di San Gimignano: la sua missione di tornare ad essere un vino di punta, non solo in Toscana ma anche sul panorama nazionale ed internazionale, la sua visione di vino sostenibile, i suoi valori di storicità, di legame con il territorio e di unicità. Da qui è nata la suggestione creativa che punta proprio sull’unicità della Vernaccia, che la rende singolare, ma anche femminile essendo l’unica denominazione in Toscana declinabile in questo modo: Femminile, singolare.
    – Advertisement –

    L’obiettivo della nuova campagna di comunicazione del Consorzio è quello di restituire il giusto valore alla Vernaccia di San Gimignano e di posizionarla al primo posto tra i vini bianchi di qualità puntando su quelle caratteristiche che ne fanno una denominazione unica, nobile e ribelle. Unica per la sua versatilità di bianco abbinabile con piatti anche diversi dal pesce, capace di evolversi e migliorare con il trascorrere degli anni. Nobile per la sua storia plurisecolare che l’ha resa protagonista sulle tavole di papi e di re. Ribelle perché è il bianco che non ti aspetti, che va contro gli stereotipi, che nasce da un territorio integro e che non accetta compromessi. Una vera e propria Regina, che tiene il passo dei suoi più noti vicini di casa, Re rossi toscani dal grande nome e dal grande valore: la Regina Bianca nella terra dei Re Rossi
    La campagna  di comunicazione 2021 del Consorzio punterà soprattutto sui canali social, non solo perché rappresentano lo strumento per eccellenza per raggiungere il pubblico dei millenials, ma anche perché al momento sono gli unici a potere sostituire gli eventi in presenza, resi impossibili dalla pandemia.
    ***
    Giango è un’agenzia di comunicazione con sede a Siena, che sviluppa e realizza progetti di comunicazione per imprese e istituzioni avvalendosi dell’originale “Metodo dei sette passi” che consente di gestire, in un progetto unico e integrato, differenti canali e strumenti di comunicazione, online e offline, per raggiungere obiettivi condivisi con il cliente. Giango, grazie alle competenze e all’esperienza di tutte le sue professionalità, copre i diversi ambiti della comunicazione pubblicitaria: identità, strategia, advertising, below the line, web, social, web marketing e analisi. www.giangocomunicazione.it LEGGI TUTTO

  • in

    Fidenza Village: il 25 febbraio apertura di una cantina con cucina Signorvino

    Fidenza Village, unico Villaggio in Italia di The Bicester Village Shopping Collection di Value Retail, rafforza la sua vocazione culinaria con l’apertura di una cantina con cucina, Signorvino: un nome che è diventato un riferimento per gli amanti del vino italiani e per i curiosi che vogliano familiarizzare con l’enologia italiana di qualità. Al Villaggio, Signorvino aprirà al pubblico giovedì 25 febbraio: per Signorvino si tratta del ventunesimo wine store aperto in Italia.
    E della seconda apertura a Parma: il capoluogo ducale, che anche per il 2021 conserverà il titolo di Capitale Italiana della Cultura, si conferma quindi centrale nelle strategie di sviluppo di Signorvino. Una scelta legata alla vocazione turistica di Parma, ma anche e soprattutto alla sua immagine simbolo dell’eccellenza gastronomica italiana.
    – Advertisement –
    Non a caso, Parma è stata la prima città in Italia ad essere ammessa (dicembre 2015) da UNESCO nell’esclusivo network mondiale delle Città Creative della Gastronomia un valore aggiunto per Signorvino, che ha saputo costruire il suo successo sulla formula dell’enoteca con cucina, dove, oltre al vino, è importante l’offerta di selezionati prodotti gastronomici italiani. A cominciare da formaggi e salumi, che nella cosiddetta Food Valley parmense trovano campioni come il Parmigiano Reggiano DOP, il Prosciutto di Parma DOP, il Culatello di Zibello DOP, oltre a Salame Felino IGP e Coppa di Parma IGP.
    «Nonostante il periodo di incertezza sembri permanere, il nostro percorso di crescita non vuole fermarsi perché crediamo molto in questo progetto. Consolidiamo così, con il ventunesimo store, la nostra presenza in una zona importante e strategica per lo sviluppo di Signorvino – così commenta Federico Veronesi, General Manager Signorvino. – I nostri negozi raccolgono insieme in un unico spazio e in un’atmosfera amichevole, un’ampia selezione di vino dalle cantine di tutta Italia, piatti di qualità, aperitivi e molte possibilità di acquisto take away; questo è un segno di come la nostra offerta continui ad arricchirsi per soddisfare i clienti più esigenti in ricerca di un’esperienza autentica. Desideriamo che Signorvino diventi il punto di riferimento per i cittadini e gli ospiti di Fidenza Village e un nuovo punto d’incontro per tutte le generazioni di giovani, adulti, studenti e professionisti».
    Il connubio tra Fidenza Village e Signorvino renderà il Villaggio una meta imperdibile per tutti gli ospiti che sono alla continua ricerca di esperienze di qualità e nutrono curiosità per il mondo del vino. Al Villaggio, Signorvino si presenterà con il meglio della propria offerta: oltre 2.000 etichette – tra grandi nomi e realtà di nicchia, con una produzione di altissima qualità – rappresentative dei territori italiani a maggior vocazione enoica.
    Oltre a poter acquistare una bottiglia per celebrare un’occasione o fare un regalo a familiari e amici, nella boutique di Signorvino gli ospiti di Fidenza Village potranno regalarsi una pausa gustosa durante lo shopping: ci sarà infatti la possibilità di pranzare o di fare l’aperitivo apprezzando nuovi abbinamenti. E anche di arricchire la propria cultura: verranno infatti organizzate lezioni, tasting session e masterclass, secondo la più tipica filosofia targata Signorvino.
    Come spiega Edoardo Vittucci, Business Director di Fidenza Village, che conta oltre 120 boutique, «Siamo felici di accogliere Signorvino, che ha scelto come propria missione la promozione della cultura del bere bene e del mangiare di qualità, nel segno dell’eccellenza del made-in-Italy. Si tratta di una partnership importante, coerente con la caratterizzazione di Fidenza Village come attore turistico vero e proprio, impegnato – lo testimonia la scelta di diventare partner di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 – nella promozione del territorio, a cominciare dalla sua identità gastronomica. Parma è infatti l’indiscussa capitale della Food Valley italiana».
    Fidenza Village
    Fidenza Village, uno degli 11 Villaggi di The Bicester Village Shopping Collection by Value Retail in Europa e in Cina, collocato a soli 60 minuti da Milano e Bologna e a 20 minuti da Parma, offre un’indimenticabile shopping experience all’aria aperta. A Fidenza Village trovi i migliori marchi della moda e dell’homewear in un unico luogo con una selezione esclusiva di brand italiani e internazionali a prezzi ridotti. Armani, Balmain, Etro, Ermenegildo Zegna, Jil Sander, Jimmy Choo, Kenzo, KARL LAGERFELD, Marni, Sergio Rossi e Vivienne Westwood sono solo alcuni dei brand internazionali presenti.
    I servizi offerti dal Villaggio includono Il servizio di Virtual Shopping in oltre 100 boutique, un Centro Informazioni Turistiche, un servizio ospitalità The Concierge, un servizio spedizioni in tutto il mondo, il servizio di hands free shopping e di personal stylist. Con una selezione di ristoranti, caffè e specialità gastronomiche, Fidenza Village è diventato un “must” per coloro che cercano una shopping experience indimenticabile e una piacevole giornata fuoriporta. Per saperne di più, visitate il sito FidenzaVillage.com.
    Signorvino
    Signorvino è un negozio specializzato in vini italiani, un luogo di convivialità nel quale assaporare il meglio dell’enogastronomia italiana. L’esperienza è incoraggiata da un servizio giovane, professionale ed attento a consigliare il vino perfetto per ogni occasione ed esigenza. Gli store Signorvino sono presenti negli angoli più suggestivi delle principali città italiane e rappresentano una sicurezza per chiunque voglia vivere una Wine Experience completa e suggestiva, alla scoperta dei vini più rappresentativi dei territori a vocazione vinicola italiani.
    L’attenzione ai piatti proposti è maniacale ed il perfetto connubio Vino-Cibo rappresenta il vero obiettivo. Da parte dei Food Specialist c’è un controllo diretto della filiera produttiva ed un rapporto personale con i chi lavora ogni giorno per consegnarci prodotti DOP ed IGP freschi e genuini. I menù, in continua evoluzione, presentano piatti legati alla stagionalità, tipici della tradizione, ma sempre con un taglio innovativo grazie agli studi effettuati direttamente in cucina. LEGGI TUTTO