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    Giampiero Bertolini: L’importanza del brand e dei modelli distributivi

    L’azienda vitivinicola, per impostare correttamente il proprio business e orientarlo verso il successo deve partire dall’analisi e dalla definizione del proprio modello distributivo e investire sulla costruzione della marca da diversi punti di vista.
    Giampiero Bertolini, Amministratore Delegato di Biondi Santi e docente del MIV, approfondisce questi due aspetti centrali nella gestione dell’azienda vitivinicola e ci spiega come questo argomento è stato affrontato nelle sue lezioni del corso in marketing internazionale del vino di WineJob.
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    Tenuta Valle delle Ferle aprirà il Merano Wine Festival Digital

    Il Cerasuolo di Vittoria, unica Docg siciliana, aprirà il prestigioso Merano Wine Festival Digital  sulla piattaforma Winehunterhub.com  il prossimo giovedì 6 novembre 2020 con Tenuta Valle delle Ferle, la giovane azienda di Caltagirone premiata con il “The WineHunter Award Rosso” per il Cerasuolo di Vittoria Docg 2107 ed il Nero d’Avola Doc Vittoria 2017.
    La 29^ edizione di Merano WineFestival sarà Digital, la manifestazione simbolo del panorama wine&food di eccellenza che dal 6 al 10 novembre celebra i migliori vini e prodotti gastronomici selezionati da Helmuth Köcher, The WineHunter e patron dell’evento.
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    Tenuta Valle delle Ferle, l’azienda di Claudia Sciacca e Andrea Annino, il 6 novembre dalle ore 13:00, rappresenterà la Sicilia, insieme ad altre prestigiose aziende italiane, con un filmato, una sorta di vera e propria visita nei vigneti ed in cantina, e con la degustazione delle annate 2017.
    Il giorno seguente venerdì 7 novembre, sulla stessa piattaforma alle 12:30, ci sarà lo show cooking nel quale il Cerasuolo di Vittoria Valle delle Ferle 2017 incontrerà la cucina stellata del ristorante Coria di Caltagirone (CT), degli chef Domenico Colonnetta e Francesco Patti che proporranno l’abbinamento con un loro piatto: il “Manzo speziato, liquirizia, chiodi di garofano e carruba, con zucca in agrodolce e crema di porro”.
    Una grande visibilità per la denominazione di origine siciliana e per una fetta di territorio che si distingue, oltre che per la qualità dei suoi prodotti, per la dinamicità e l’unicità delle sue proposizioni.
    Operatori del settore, stampa e winelovers potranno partecipare a The WineHunter Hub da venerdì 6 a martedì 10 novembre 2020 registrandosi al seguente link  https://www.winehunterhub.com/
    Il programma completo è disponibile al seguente link https://meranowinefestival.com/ LEGGI TUTTO

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    Wine Explorer-ER è la nuova piattaforma digitale integrata di Enoteca Regionale

    Promuovere il territorio dell’Emilia-Romagna attraverso un’esperienza totale e integrata che celebra sapori, cultura e turismo della Regione, trasformando i wine lovers in wine explorers, alla scoperta della vera anima del territorio emiliano-romagnolo. Questo l’obiettivo di Wine Exporer-ER, nuovo progetto di sviluppo digitale di Enoteca Regionale Emilia Romagna, che va oltre la semplice promozione dei vini per trasmettere l’universo di bellezze del territorio e tutto ciò che può offrire: storia, arte, cultura, prodotti, paesaggi, tradizioni, esperienze, attraverso un sistema integrato e virtuoso.
    Partendo dalla creazione di tre “mondi” intersecati – il sito web istituzionale e due piattaforme e-commerce, una per il vino e una per i pacchetti enoturistici – Enoteca Regionale Emilia Romagna integra in un’unica esperienza digitale enogastronomia e turismo, offrendo tanti spunti per scoprire, assaporare, condividere e vivere questa regione.
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    Coniugando la promozione delle eccellenze enologiche regionali con un’offerta turistica legata al territorio e alle sue aziende vitivinicole, il progetto Wine Exporer-ER rappresenta il punto d’incontro tra chi propone esperienze di enoturismo e chi è alla ricerca di modi autentici per scoprire e vivere l’Emilia-Romagna.
    Il sito istituzionale www.enotecaemiliaromagna.it è stato completamente riprogettato e rifatto nella grafica e nei contenuti. Storie, persone, fatti, segreti per troppi anni rimasti nascosti in qualche anfratto, in qualche osteria o nel cuore di qualche avventore. Il sito racconta tutto il meglio della Regione, attraverso un emblematico elemento di congiunzione, il vino, simbolo di convivialità, qualità e allegria che rende questa regione unica al mondo.
    La valorizzazione di ogni azienda vitivinicola e dei suoi prodotti è il cuore dell’e-commerce www.roccadelvino.com. Gli enogastronauti potranno sperimentare un’esperienza d’acquisto semplice e coinvolgente anche direttamente dal sito della cantina, attraverso un widget che collega il sito alla piattaforma di e-commerce.
    Dall’enogastronomia alle bellezze storiche, dall’arte agli itinerari d’autore, sono tanti i modi in cui è possibile sperimentare l’Emilia- Romagna. L’e-commerce www.enoturismoemiliaromagna.it propone itinerari ed esperienze a misura di ciascuno per vivere tutte le sfumature e preziosità del territorio.
    In tutto questo non potevano ovviamente mancare i social (Facebook e Instagram). Contenuti, itinerari, approfondimenti, sono gli elementi di una content strategy pensata per far conoscere la cultura enogastronomica emiliano-romagnola, attraverso contributi che racconteranno l’Emilia-Romagna style, con le sue tradizioni e peculiarità storico-artistiche, culturali, paesaggistiche, artigianali e ovviamente enogastronomiche.
    Giordano Zinzani, Presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna: «Enoteca Regionale aveva già intrapreso questa strada, ma il recente lock down e le tante, ma necessarie, restrizioni volte al contenimento del Covid-19, hanno sicuramente accelerato tutte le nostre attività legate al web. Essere presenti online è quindi oramai imprescindibile, con l’obiettivo poi di “tramutare” i tanti internauti che ci seguono “da remoto” in consumatori dei nostri vini e in eno-turisti appassionati della nostra terra». LEGGI TUTTO

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    Gardini Notes: 94/100 al Sontium 2017 I Feudi di Romans

    Sontium 2017 continua a riscuotere il favore della critica e incassa un nuovo e prestigioso riconoscimento. Recentemente Luca Gardini, conosciuto come il Wine Killer, già detentore del titolo di Miglior Sommelier del Mondo 2010, oggi talentuoso wine expert e influente palato italiano a livello internazionale, ha premiato nel suo Gardini Notes, con 94 punti su 100, Sontium 2017, etichetta di punta e orgoglio della cantina Lorenzon.
    Così lo descrive Davide Lorenzon, enologo e responsabile di produzione dell’azienda vitivinicola isontina e del brand I Feudi di Romans: «Alla vista si spazia da un giallo paglierino ad un giallo dorato, l’olfatto rapisce in un tripudio di frutta matura e un soffio di note speziate, al palato si rivela una carezza suadente che avvolge e persiste regalando molteplici sapori, mineralità ed eleganza. Tutto questo è “Sontium” 2017 I Feudi di Romans, una vera esperienza sensoriale».
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    Sontium è un vino figlio di un Friuli di confine: protetto dal Carso, cullato dal fiume Isonzo e aperto al mondo. E Sontium, infatti, è interazione e scambio. Una cuvée in grado di esprimere e sintetizzare il meglio delle uve di Pinot Bianco, Friulano, Malvasia e Traminer Aromatico.
    «Sontium 2017 – spiega Davide Lorenzon – è frutto dell’ottimo risultato di Sontium 2016 e da una maggiore consapevolezza delle potenzialità del vino. Un anno in più ci ha permesso di scegliere con accuratezza il periodo di raccolta delle uve, gestire al meglio la fermentazione del mosto e migliorare la maturazione del vino in botte e in bottiglia. Siamo riusciti a partire da un ottimo vino per arrivare, con l’esperienza, a migliorarlo ed è questo che facciamo anno dopo anno, studiamo ed analizziamo le proprietà organolettiche dell’uva, del mosto e del vino per portare, in bottiglia e poi in calice, il meglio di questo blend».
    Hanno ottenuto buoni risultati anche il Sauvignon Blanc e la Ribolla Gialla 2019 (tra i 100 migliori vini d’Italia secondo Il Corriere della Sera) con 93 punti su 100, il Friulano 2019 e il Cabernet Franc 2018 con 92 punti su 100. Prodotti che si distinguono per piacevolezza di beva e complessità, insieme ad un buon rapporto qualità-prezzo.
    Infine una novità. Sontium e le altre etichette del brand I Feudi di Romans, divise in linea classica, spumanti e linea speciale, sono disponibili anche nel nuovo wine shop on line: https://www.shopifeudidiromans.it/it/. Finalmente, con un semplice click, i clienti da oggi possono ricevere direttamente a casa i vini della cantina isontina.
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    L’Azienda Agricola Lorenzon Srl si trova nel comune di San Canzian d’Isonzo (GO), nel cuore della DOC Friuli Isonzo, a 100 chilometri ad est di Venezia, alla stessa latitudine del sud della Borgogna, del Cognac e dell’Oregon, una posizione di grande pregio vitivinicolo che beneficia degli influssi del microclima mediterraneo. La cantina, a conduzione familiare, è stata fondata nel 1974 ed è gestita da Enzo Lorenzon, insieme ai figli Davide, enologo e responsabile di produzione, e Nicola, direttore commerciale e marketing. L’azienda distribuisce ogni anno 520 mila bottiglie in Italia e nei più importanti Paesi esteri. LEGGI TUTTO

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    Cerealto 2018: il bianco resistente che nasce a 700 metri di quota

    Cerealto nasce ai piedi delle Piccole Dolomiti da PIWI, “pilzwiderstandsfähig” in tedesco, le viti resistenti alle malattie funginee. Un bianco fermo IGT da blend di uve johanniter (60%) e bronner (40%) coltivate a 700 metri di altitudine dall’azienda Terre di Cerealto, tra le prime realtà in Veneto a credere e a piantare solo resistenti.Prodotto per la prima volta nel 2017, Cerealto oggi è disponibile nell’annata 2018.
    “La seconda annata di un vino è sempre la più difficile – spiega Massimo Reniero, fondatore di Terre di Cerealto assieme a Silvestro Cracco – soprattutto quando la precedente è andata bene come nel caso del Cerealto 2017. Nel millesimo 2018 le condizioni climatiche sono state estremamente favorevoli e la perfetta maturazione delle uve ha esaltato le loro peculiarità: carattere e personalità per lo johanniter e finezza ed eleganza per il bronner. I mosti sono stati generosi e i nuovi vini hanno dimostrato da subito grande struttura. L’elevage sulle fecce fini ci ha permesso di preservarne la freschezza e di aumentare la complessità”.
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    L’etica di Terre di Cerealto si è sempre rivolta al pieno rispetto del fragile ecosistema pedemontano e, al momento della selezione dei vitigni da allevare in questo terreno d’altura, la scelta è spontaneamente ricaduta sui PIWI. Grazie all’elevata tolleranza dei vigneti resistenti alle malattie, la maggior parte dei trattamenti fitosanitari è stata eliminata mentre vengono utilizzati solamente principi attivi di origine naturale, estratti vegetali, microrganismi o insetti utili, che favoriscono la sostenibilità ambientale.

    Le uve, raccolte a mano in cassetta, vengono vinificate separatamente per ogni singolo appezzamento, mentre l’affinamento consiste in sette mesi sulle fecce fini e sei mesi in bottiglia prima della messa in commercio. Il risultato è un vino aromatico e dall’acidità vibrante, equilibrato e perfetto da aperitivo o in abbinamento a piatti a base di pesce, in particolare crudo, e verdure fresche. L’avvolgenza al palato data dal parziale affinamento in barrique permette anche l’accostamento con piatti più strutturati come carni bianche e torte salate.
    Lo johanniter è un vitigno a bacca bianca ottenuto nel 1968 in Germania da un incrocio di diversi Riesling. La vendemmia è precoce e le viti si caratterizzano per una produzione elevata e per grappoli di medie dimensioni, che nel momento di piena maturazione assumono un colore giallo-verde con piccoli punti neri sulla buccia. I sentori sono intensi, fruttati e bilanciati da una nota di acidità. In bocca ricorda pinot grigio e riesling grazie alle note di mela cotogna, pera e mandarino, mentre il retrogusto può essere leggermente speziato.
    Il bronner invece è nato in Germania nel 1975 dall’incrocio del vitigno merzling con il sankt laurent. Uva a bacca bianca vigorosa, particolarmente resistente alla peronospora e all’oidio, in grado di donare vini di buona struttura e di media acidità. Al naso presenta sentori fruttati, di limone e frutti esotici, ma anche di miele, mentre in bocca ha una buona nota minerale e si caratterizza per una lunga persistenza. LEGGI TUTTO

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    Marche: vendemmia 2020 nel segno della qualità, produzione a +5%

    Produzione in crescita del 5% rispetto al 2019 e qualità buona con punte di eccellenza. Il vino marchigiano rialza la testa dopo mesi in trincea, grazie a una vendemmia 2020 che raggiunge quota 857mila ettolitri contro gli 816mila dell’anno passato e un mercato che nonostante tutto si muove. Particolarmente positivo l’andamento meteo stagionale, che ha permesso una raccolta senza complicazioni e favorito in generale uno sviluppo della pianta senza l’azione di parassiti o agenti patogeni. Un’annata la 2020, che dal punto di vista enologico rappresenta una garanzia, ma che pone ancora molte sfide sul fronte dei mercati a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
    “La nuova chiusura dell’horeca preoccupa, ma il sistema vino, Verdicchio in primis, pur nelle difficoltà ha retto e la macchina è ripartita – ha detto Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) -. Adesso, pur nell’incertezza, registriamo comunque segnali positivi come il calo delle scorte di vino nelle cantine della denominazione Castelli di Jesi, che rispetto allo scorso anno sono diminuite del 9,5% (dati al 30 settembre). Anche la quantità è quella giusta – aggiunge Mazzoni -, si temeva un’annata sovrabbondante a +15-20%, ma alla fine la natura ha compensato e abbiamo chiuso a +5% nel rispetto della qualità”.
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    A influire sulle rese, è stato soprattutto il caldo di agosto e delle prime due settimane di settembre, che ha favorito una buona accelerazione della maturazione, incidendo però negativamente sulla quantità. Il calo più significativo riguarda le uve a bacca rossa, come Lacrima di Morro d’Alba e Montepulciano, mentre gli altri rientrano nella media. In particolare, tra i bianchi registra un +7% sul 2019 la produzione di Verdicchio dei Castelli di Jesi che, salvo qualche grandinata, è giunto alla raccolta in anticipo rispetto alla media e con uve ottime, regalando vini di grande freschezza, gradazioni medio-alte e ottima struttura. Caratteristiche che ricordano molto quelle delle annate 2015 e 2016. Buone le previsioni anche per tutte le altre denominazioni tutelate.
    Per quanto riguarda il mercato, secondo Istat le Marche del vino hanno subito una contrazione nel primo semestre del 2,2%, circa la metà rispetto alla media export nazionale (-4,2%). Tengono le vendite verso l’Unione europea (+4%) con il Covid-19 che ha invece fatto maggiori danni tra i buyer extra-Ue (-4,6%). Andando a scomporre i dati per provincia, l’export delle bevande marchigiane (dove il vino incide per l’80% del valore), è segnalato ancora in crescita ad Ancona. La terra del Verdicchio dei Castelli di Jesi segna infatti un confortante +6,4%, con i 2/3 delle vendite totali regionali (circa 30 milioni di euro nel semestre). Complessivamente, secondo le elaborazioni di Imt, rispetto al pari periodo di 3 anni fa, il mercato del vino anconetano è cresciuto di quasi il 30%. Bene anche la provincia di Macerata. Tra i Paesi, in ulteriore crescita i top 3 buyer Stati Uniti, Germania e Giappone, mentre calano in doppia cifra Regno Unito, Canada, Svizzera e soprattutto la Cina (-37,5%). LEGGI TUTTO

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    Un giovane ingegnere scommette sui vitigni autoctoni a Montespertoli

    Un’azienda agricola a gestione familiare, un giovane ingegnere che decide di cambiare strada per seguire una passione e la volontà di produrre vini riscoprendo vitigni autoctoni del territorio. Questi gli elementi che riassumono la storia del 25enne Giulio Tinacci e dell’azienda di famiglia, l’Azienda Agricola Montalbino di Montespertoli, in provincia di Firenze.
    L’Azienda Agricola Montalbino si trova nella campagna montespertolese, immersa nelle colline del Chianti.
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    Mandrarossa arriva a Pantelleria e presenta una nuova etichetta delle Storie Ritrovate

    Una nuova avventura aldilà del mare che guarda alla Tunisia, nuovi vigneti e una nuova etichetta per Mandrarossa. Il Passito di Pantelleria DOC Serapias ha ufficialmente debuttato sul mercato nel mese di ottobre 2020 con l’annata 2019. Un vino che va a collocarsi, insieme ai due vini a denominazione Etna DOC di Mandrarossa Sentiero delle Gerle e ai menfitani Vini di Contrada, nella linea Storie Ritrovate, il progetto di Mandrarossa nato con l’obiettivo di produrre vini da uve autoctone siciliane in purezza, che raccontino la vera essenza dei territori in cui nascono
    L’etichetta è frutto della rinnovata collaborazione con Nancy Rossit, già autrice delle altre quattro etichette facenti parte della linea Storie Ritrovate, e riprende l’immagine dell‘orchidea autoctona chiamata Serapias Cossyrensis o Orchidea Pantesca. Un fiore raro e delicatissimo che cresce solo in un’area limitata dell’isola di Pantelleria.
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    I vigneti e la viticoltura pantesca
    Le uve di zibibbo destinate alla produzione del Passito di Pantelleria DOC Serapias crescono su una superficie di 2 ettari, che si estende su tre contrade isolane: Bukkuram, Monastero e Piana di Ghirlanda. I vigneti si ritrovano su terrazzamenti che poggiano su suoli di origine vulcanica a grande prevalenza sabbiosa, caratterizzati da una presenza massiccia di scheletro e da affioramenti rocciosi frequenti e consistenti. Sono suoli poveri di sostanza organica a causa delle elevate temperature estive, poveri di azoto, di fosforo e di calcio, ma molto ricchi di potassio.
    Per ovviare al clima secco e ventoso, secondo la tradizione, le viti vengono allevate con il sistema dell’“alberello pantesco”. Questo antico metodo di coltivazione, Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO fin da 2014, prevede che le viti abbiano una forma a cespuglio, per permettere alla rugiada della mattina di accumularsi sul terreno ed essere protetta dalle foglie, e che vengano allevate all’interno di profonde conche, per proteggerle dai venti.
    Un’altra peculiarità della viticoltura pantesca sta nell’altitudine variabile dei terrazzamenti che va da pochi metri sul livello del mare nelle zone costiere a 200/300 metri sul livello del mare nelle zone collinari interne. Per questo motivo i tempi di maturazione e vendemmia delle uve sono molto variabili, con uno scarto temporale sulla raccolta che può arrivare ad oltre un mese tra una contrada e l’altra.
    La vinificazione e il vino
    Le uve sono state raccolte a mano nella quarta settimana di agosto e riposte in piccole cassette. Una parte è stata posta ad appassire per circa 20/22 giorni, successivamente l’uva passa è stata aggiunta al mosto in fermentazione proveniente dalle uve fresche. La fermentazione è avvenuta in serbatoi di acciaio ad una temperatura compresa tra i 16 e i 18 gradi centigradi.
    Il vino è stato poi fatto affinare per circa 10 mesi in silos di acciaio, e per tre mesi circa in bottiglia. Prodotto da uve 100% zibibbo, in un numero limitato di 6.000 bottiglie, il Passito di Pantelleria DOC Serapias presenta una buona gradazione alcolica e una decisa mineralità, che deriva dalle origini vulcaniche dei terreni panteschi. Ha colore giallo dorato intenso con profumi fortemente caratterizzati da note di agrumi, gelsomino e uva passa. Al gusto ha un’impronta di pietra focaia. Il finale è lungo ed estremamente persistente.
    La Storia Ritrovata
    Pantelleria, un paradiso terrestre sospeso tra la Sicilia e la Tunisia, una terra meravigliosa dalle bellezze naturali e dalle atmosfere suggestive: natura selvaggia e dirompente. Generata dall’eruzione di un vulcano sottomarino, venne chiamata Cossyra dai Greci. Scogliere di pietra lavica a picco sul mare, faraglioni, muri a secco, dammusi, fichi d’india, coltivazioni di capperi dall’aroma intenso e non ultimo l’alberello pantesco, patrimonio UNESCO: le uve di Zibibbo ricavate da questi vigneti, unici al mondo, rappresentano la materia prima per la vinificazione del pregiato Passito di Pantelleria DOC. 
    L’isola si trova a sei ore di navigazione dalla costa sud occidentale Siciliana, dove i vigneti di Mandrarossa si estendono lussureggianti su colline che guardano il mare. Da queste colline, grazie ad un suggestivo fenomeno di rifrazione della luce, nelle giornate di cielo terso le tre punte di Pantelleria compaiono quasi magicamente all’orizzonte. Quasi un richiamo per Mandrarossa ad attraversare il mare e sperimentare nuovi progetti in questa isola sospesa nel tempo.
    Nelle Contrade Piana della Ghirlanda, Monastero e Bukkuram, sul versante interno dell’isola esposto a nord-est, una posizione perfetta grazie ai venti freschi che nel periodo estivo contribuiscono ad alleviare dalla calura delle giornate più afose, sono stati selezionati due ettari di questo vitigno. Qui nasce un vino seducente, profumato ed intenso, interpretazione contemporanea di quell’ “oro giallo di Pantelleria” che incantò i Cartaginesi nel al loro arrivo nell’isola nel 200 a.c. LEGGI TUTTO