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    Lorenzo Biscontin: Tecniche di marketing del vino

    Il mondo del vino necessita di corretti strumenti per il marketing strategico e tattico, che possano essere applicati alle dinamiche delle aziende vitivinicole per impattare direttamente sul business e sulle vendite.
    Lorenzo Biscontin, wine marketing consultant e docente del MIV, ci illustra brevemente come questi argomenti, determinanti per definire strategie efficaci, vengono affrontati nel corso in marketing internazionale del vino di WineJob.
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    James Suckling: Brunello di Montalcino 2015 e 2016 migliori annate di sempre

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    “Un’annata di Brunello di Montalcino impressionante (…) la più grande di sempre se non fosse preceduta dalla stupenda 2015”. È il giudizio sul millesimo 2016 di Brunello di Montalcino secondo James Suckling, tra i più influenti critici enologici al mondo, nell’articolo uscito oggi sul suo sito www.jamessuckling.com. Un responso da parte del guru enoico che arriva dopo le sue recenti degustazioni di 212 etichette della nuova annata, in commercio a partire dal prossimo gennaio. Altissimi i punteggi medi assegnati dal critico (il 50% valutati da 95/100 in su), che sottolinea come “il Brunello sia arrivato a un livello di qualità media incredibile raggiunta sia dai piccoli che dai grandi nomi”.
    Per il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci “Nell’anno del Covid abbiamo avuto la fortuna di trovare nelle annate 2015 e 2016 due grandi alleate della nostra denominazione, che riteniamo essere una sorta di vaccino commerciale alla crisi del settore. La 2015 ci ha permesso sino a ora di tenere a galla un mercato che ha perso antiche certezze; la 2016 significherà, si spera, ripartenza. Purtroppo – ha aggiunto Bindocci – il presente è fatto di chiusure che si infittiscono sempre di più in Italia e all’estero proprio nel periodo commerciale più importante. Novembre e dicembre rappresentano infatti circa il 30% del totale delle vendite annuali”.
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    E tra gli effetti dell’emergenza sanitaria c’è anche quello dello slittamento al periodo primaverile (dal 14 al 21 maggio) delle Anteprime 2021 dei vini toscani, incluso Benvenuto Brunello, evento di debutto del nuovo millesimo in commercio. “Una grande annata come la 2016 merita di essere onorata nel migliore dei modi – ha concluso Bindocci – e stiamo studiando formule alternative per celebrarla anche attraverso un’azione integrata sui canali digitali nazionali e internazionali”.
    L’articolo di James Suckling:

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    Barolo è la prima “Città Italiana del Vino 2021”

    Photo Credits: Massimo Candela
    Il riconoscimento di “Città Italiana del Vino 2021” è stata assegnato ieri, sabato 7 novembre, a Barolo (Cuneo). Insieme al Comune delle Langhe gareggiavano per il titolo i territori di Bianco (Rc), Duino Aurisina (Ts), Montepulciano (Si), Montespertoli (Fi), Taurasi (Av) e Tollo (Ch). A Duino Aurisina e Montepulciano, la commissione ha riconosciuto però una menzione speciale per la validità del progetto culturale che sostenuto le rispettive candidature.
    Il programma vincitore di Barolo, che prevede vari eventi come mostre, seminari, Lectio magistralis, installazioni artistiche e tanto altro, è stato sviluppato dal Comune in collaborazione con la Barolo&Castle Foundation, che è anche il braccio esecutivo del calendario di appuntamenti della Città Italiana del Vino 2021.
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    “Siamo molto contenti che sia stato premiato il nostro dossier e lo sforzo di coinvolgimento del territorio e delle istituzioni locali e regionali, che ci supporteranno nel programma di appuntamenti ed eventi previsti per il 2021 – ha dichiarato Renata Bianco, sindaco di Barolo -. Il 2020 è stato un anno molto difficile e crediamo che questa iniziativa sia un forte messaggio di speranza e ripartenza”.
    “Questo concorso tra i Comuni a vocazione vitivinicola ed enoturistica intende mettere in risalto l’influenza della cultura del vino nella società, nel paesaggio, nella cultura e nell’economia locale – sottolinea il Presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. E’ un’occasione per promuovere modelli virtuosi di gestione del territorio e valori culturali e di sostenibilità che da sempre contraddistinguono la nostra Associazione. Insignire Barolo del titolo di Città Italiana del Vino 2021 è un riconoscimento del lavoro e dell’impegno di un Comune che ha saputo valorizzare il legame del territorio con il vino e l’enoturismo, al centro di un’area, le Langhe, che è anche Patrimonio Unesco”.
    Barolo & Castles Foundation e in particolare il WiMu-Museo del Vino di Barolo (gestito dalla Fondazione) sono gli organi tecnici che supervisioneranno un articolato programma d’iniziative che mette a sistema tanti enti e istituzioni locali: l’Unione dei Comuni “Colline di Langa e del Barolo”, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, la Strada del Barolo e grandi vini di Langa, l’Enoteca Regionale del Barolo, Slow Food, ma anche Artissima, la Film Commission Torino Piemonte, Opera Barolo, l’Associazione Culturale Castello di Perno, la Fondazione Bottari Lattes; il tutto con il sostegno della Regione Piemonte.
    Complessivamente sono previste 24 grandi iniziative nell’ambito del programma di “Barolo Città Italiana del Vino 2021”. Tra queste, per i temi della “memoria” e della “comunità”, la Hall of Fame, cioè la cerimonia d’ingresso nel Museo del Vino delle grandi personalità del vino italiano. Inoltre gemellaggi internazionali tra realtà museali e territori del vino; iniziative di avvicinamento tra campagne e città; la Convention d’Autunno delle Città del Vino; ma anche mostre d’arte contemporanea in alcune cantine del Barolo, in collaborazione con Artissima, la principale fiera italiana di settore.E naturalmente, se la situazione sanitaria lo consentirà, grandi degustazioni di Barolo. Il programma sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito internet ufficiale, in fase di realizzazione.
    “Il tema di fondo della candidatura è un grande viaggio tra tradizione e modernità, che racchiude l’anima stessa del Barolo, un vino dalla storia antica che ha saputo rinnovarsi e aprirsi al mondo – spiega Tiziano Gaia, referente della Fondazione Barolo&Castle e del comitato tecnico scientifico del WiMu Museo del Vino -. Sarà una sorta di viaggio nel tempo attraverso riti e feste tradizionali, stagionalità e recupero della memoria dei personaggi che hanno fatto la storia del vino. In questo lavoro di ricerca e approfondimento saremo accompagnati da antropologi e storici, ma non mancheranno i tributi ai grandi scrittori del territorio, Pavese e Fenoglio su tutti, intorno ai quali costruire un percorso di valorizzazione dei luoghi raccontati nelle loro opere, nelle quali il vino e la cultura contadina avevano un’importanza centrale”.
    “È stato difficile giungere alla scelta finale – conclude il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon – a conferma della validità dei dossier presentati dai sette Comuni. Abbiamo comunque colto gli obiettivi che avevamo con l’avvio di questa prima edizione: mettere in risalto la cultura enologica ed enoturistica di un territorio, la sua influenza nella società e nell’economia locale; inoltre vogliamo promuovere quelle buone pratiche che valorizzano la biodiversità, la tutela dell’ambiente e che possano portare benefici permanenti in termini di servizi, infrastrutture, eventi”.
    Secondo lo spirito per cui è stato ideato dall’Associazione Città del Vino il concorso della “Città Italiana del Vino” tra i progetti e i territori deve fare da stimolo per le comunità locali, incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini, delle categorie sociali ed economiche e del volontariato, con uno sguardo oltre i propri confini, consolidando legami con altri territori vitivinicoli italiani. LEGGI TUTTO

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    Maremma Toscana, PrimAnteprima 2021 in scena il 14 Maggio a Firenze

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    Francesco Mazzei, presidente Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. Photo Credits: Federico Giussani.
    Nuove date per le Anteprime di Toscana che dal 14 al 21 maggio 2021 vedranno il susseguirsi delle presentazioni – da parte dei Consorzi di Tutela delle principali denominazioni di origine della regione – delle nuove annate. Lo ha annunciato oggi la vicepresidente e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi con il sostegno dei Consorzi di Tutela dei Vini Toscani DOCG/DOC/IGT, riuniti nell’associazione AVITO.
    Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana conferma fin da subito, e per il VII anno consecutivo, la sua partecipazione a PrimAnteprima che si terrà nella giornata del 14 maggio e il Presidente del Consorzio – Francesco Mazzei – ribadisce l’importanza strategica di questa vetrina internazionale guardando con ottimismo alle nuove date. “Dobbiamo vivere il cambiamento come un’occasione per crescere e, perché no, migliorare”, spiega Mazzei che aggiunge “è importante dare alle Aziende un segnale concreto di fiducia fissando dei nuovi obiettivi e rassicurandole in merito alla realizzazione di quello che da sempre rappresenta un momento cruciale per tutto il vino toscano; la vendemmia di quest’anno, in Maremma Toscana, registra un calo nella quantità ma promette davvero molto bene sulla qualità,  in primavera avremo dei vini più pronti e i territori della Toscana saranno nel pieno del loro splendore per accogliere i giornalisti e gli addetti ai lavori”.
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    Il Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana – nato nel 2014 – conta oggi quasi 300 aziende associate che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini – per un totale di circa 6 milioni di bottiglie prodotte all’anno. E tra i suoi obiettivi ha proprio quello di promuovere la qualità dei suoi vini; lo scorso anno è stato protagonista a PrimAnteprima con oltre 40 etichette di altrettante Aziende che hanno riscosso un grande interesse da parte del pubblico confermandosi sempre più come quella “Toscana alternativa del vino” che va dai grandi vini Rossi, ormai consolidati nella cultura enologica internazionale, fino ai Vermentini che registrano una crescita esponenziale in quantità e qualità. La DOC Maremma Toscana Doc è ad oggi la terza più grande Doc in Toscana dietro solo a Chianti e Chianti Classico.

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    Alessandro Cellai nuovo Direttore Generale di Vallepicciola in Chianti Classico

    Da gennaio 2021 arriverà nell’azienda Vallepicciola di Castelnuovo Berardenga (Si), articolata realtà in Chianti Classico di 265 ettari di cui 105 vitati e 4,000 ulivi, Alessandro Cellai, enologo di origini toscane che ha lavorato per 25 anni per le aziende del gruppo Castellare come enologo, direttore generale ed amministratore delegato.
    “Sono onorato ed orgoglioso di poter cominciare questa nuova avventura che mi ha colpito per le persone che ne fanno parte, per i vigneti e per la meravigliosa cantina che reputo una delle più funzionali attualmente presenti in Italia. Ringrazio il proprietario Bruno Bolfo e l’Amministratore Delegato Alberto Colombo per avermi dato questa grande opportunità. È stato un immenso piacere lavorare per 25 anni con il Dr. Panerai, proprietario del Gruppo Castellare, con il quale manterrò ora una collaborazione esterna.
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    Vallepicciola, dal 2021, sarà la mia nuova sfida e sono più che certo che riuscirò a svolgere un ottimo lavoro, grazie alla professionalità dello staff che mi affiancherà, alla qualità dei vigneti e della terra che circonda l’azienda, ed alla splendida cantina. Anche in Vallepicciola porterò il mio modo di concepire il vino e mi adopererò al massimo per dare vita a vini che raccontino il territorio, il vitigno e l’anima di chi lo produce, i tre punti cardine della filosofia di Giacomo Tachis, che è stato per me il più grande maestro”.
    Alberto Colombo, AD di Vallepicciola, di proprietà della famiglia Bolfo, commenta: “Siamo molto lieti di dare il benvenuto ad Alessandro come nuovo Direttore Generale. In un momento di grandi cambiamenti per il nostro mercato, la sua visione globale ed una profonda conoscenza del settore saranno molto preziose per continuare lo sviluppo dell’azienda, preservandone la sua unicità e l’eccellenza dei suoi vini. Grazie alla sua profonda esperienza nel Chianti Classico e come grande appassionato e conoscitore di pinot nero, un vitigno sul quale abbiamo investito molto, Alessandro è la persona ideale per le future sfide di Vallepicciola e continuare la ricerca di eccellenza nella produzione dei vini. Termina quindi la collaborazione con il Dr. Riccardo Cotarella che vorrei ringraziare per l’importante ruolo che ha svolto nell’aiutare Vallepicciola ad avviare la propria attività, incluse la costruzione della nuova cantina e l’implementazione di corrette metodologie di lavoro.”
    Per ciò che riguarda la parte tecnica Alessandro Cellai sarà affiancato in cantina da Erasmo Mazzone ed in vigna da Francesco Beni che già da anni lavorano a Vallepicciola. Vallepicciola attualmente produce due bollicine metodo classico, una da pinot nero ed una da chardonnay, un bianco da uve chardonnay, un Rosato da pinot nero, tre Chianti Classico e quattro vini da uve internazionali, oltre a grappa, Vinsanto ed olio.
    La cantina, che ha visto alle spalle un progetto di 6 anni, è una struttura di 6000 mq in piena sinergia con il territorio che la accoglie, costituita da due piani interrati, in cui avvengono tutte le fasi della produzione vinicola, e da un piano fuori terra, in cui legno e corten si fondono insieme creando un ambiente caldo e moderno, dove si trovano l’enoteca, con ampie vetrate sul Chianti, due sale degustazioni, di cui una più ampia adatta anche a meeting, e gli uffici amministrativi.
    Vallepicciola si estende per 265 ettari, tra boschi, viti ed ulivi con cui si produce un olio extravergine toscano da varietà moraiolo, leccino e frantoio. Gli ettari vitati sono 105 e vedono la presenza del re dei vitigni toscani, il sangiovese, e di vitigni internazionali quali pinot nero, merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, petit verdot e chardonnay. LEGGI TUTTO

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    Cantina Terlano: Il Vorberg Riserva dimostra la longevità del Pinot Bianco

    Da anni ormai il Pinot Bianco è diventato un grande protagonista nel panorama vinicolo, soprattutto grazie alla sua versatilità e alle caratteristiche uniche che lo rendono un compagno perfetto per qualsiasi piatto. A livello mondiale l’Alto Adige è uno dei migliori ambasciatori di questa varietà e tra questi spicca il nome di Cantina Terlano. Sin dall’inizio, Cantina Terlano ha intuito l’incredibile potenziale di invecchiamento del Pinot Bianco, grazie ad un archivio storico che risale fino agli anni ’20 e che nel corso degli anni ha permesso di studiare e perfezionare l’affinamento di questa varietà. 
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    2ENTYW1NE – Il futuro del vino italiano: intervista con Massimo Basile

    Come il covid ha impattato sulla necessità di investire sul digitale e sul rapporto diretto con il consumatore? e quale può essere un’opportunità dal punto di vista della fidelizzazione del cliente da sfruttare nel prossimo futuro per il mondo del vino italiano?
    Ne parliamo con Massimo Basile, direttore commerciale e marketing di Tenuta Argentiera, che ci parla della sua esperienza all’interno dell’azienda.
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    Federdoc presenta Din-Doc, il nuovo format che racconta il vino a Denominazione di Origine

    L’appuntamento è per oggi, giovedì 5 novembre quando, a partire dalle 11.00, i vari canali social di Federdoc ospiteranno la prima puntata di Din-Doc un format che prevede 6 puntate di circa 3 minuti ciascuna condotte da Tinto. Il quale si aggirerà, novello Roger Rabbit, tra cartoon ed effetti speciali, accompagnando lo spettatore per mano in un viaggio nell’affascinante mondo dei vini a denominazione di origine. Il tutto con uno stile semplice e divertente, in grado di coinvolgere anche i neofiti, curiosi di approfondire la propria conoscenza su argomenti che spesso risultano di difficile comprensione per i non iniziati.
    “Se c’è una critica che viene di frequente mossa a chi racconta il mondo del vino è quella di usare un linguaggio per addetti ai lavori – commenta Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc – Succede nelle degustazioni, dove alcuni termini risultano spiazzanti. Figuriamoci quando si devono affrontare temi come l’etichettatura, i disciplinari, il sistema dei controlli o la piramide qualitativa. Con Din-Doc abbiamo voluto provare a proporre un approccio più semplice e coinvolgente”.
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    Un’iniziativa originale che desta curiosità, come testimoniano i moltissimi contatti ottenuti dai trailer di presentazione che già da diversi giorni vengono veicolati attraverso i canali social Federdoc (Facebook, Instagram, e il sito dedicato, DinDoc.it); pillole rapide e divertenti, apprezzate anche dal pubblico dei più giovani, che dimostrano come sia possibile proporre argomenti in apparenza complessi, utilizzando un linguaggio in grado di creare immediata empatia. Un mood efficace con una commistione tra persone reali e immagini da cartoon, frutto della creatività e del lavoro di Zowart, agenzia di comunicazione da anni in prima linea nella divulgazione del vino, in Italia e all’estero.
    E con il fondamentale apporto di Nicola Prudente, in arte Tinto, insider del mondo del vino e che già da anni ha adottato uno stile non accademico per raccontare i territori, le etichette e le storie che caratterizzano il comparto. “Sono convinto che la semplicità finisca per essere sempre un valore aggiunto – racconta Tinto – Ed è per questo che ho accolto con grande piacere l’invito di Federdoc a partecipare a questa avventura che ha tutte le caratteristiche per incontrare il gradimento anche di chi non ha con il vino un rapporto quotidiano ma che certamente è curioso di conoscerne le tante sfaccettature”.
    L’operazione, che conta anche sul contributo del Mipaaf, ha inoltre le giuste caratteristiche per poter proseguire anche in futuro con nuove puntate.
    “Prendendo in prestito il linguaggio delle serie televisive diciamo che questi 6 episodi potrebbero costituire una sorta di prima stagione – conclude Ricci Curbastro – Ma i temi da esplorare sono talmente tanti che certamente potremmo decidere di mettere in cantiere nuove puntate già da ora, soprattutto considerato il gradimento che abbiamo riscontrato, soprattutto tra le fasce più giovani, nel corso di alcune “anteprime” che abbiamo utilizzato per testare il format”. LEGGI TUTTO