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    Cantina Tramin: Nussbaumer si aggiudica il Tre Bicchieri per il ventesimo anno consecutivo

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    Nussbaumer Gewürztraminer 2018 si aggiudica il ventesimo Tre Bicchieri consecutivo a partire dall’annata 1999. Il 18 ottobre a Roma sarà consegnato il riconoscimento durante la serata di degustazione delle etichette premiate dalla guida Vini d’Italia 2021 del Gambero Rosso.
    Il risultato sarà celebrato con una confezione in Edizione Speciale realizzata in soli cinquecento esemplari. Ogni cassetta conterrà un Nussbaumer 2018 con etichetta speciale dedicata all’anniversario e altre due annate secondo diverse combinazioni.Si conferma così il solido legame tra Cantina Tramin e il vitigno aromatico, che in Nussbaumer si traduce nel Gewürztraminer più premiato d’Italia.
    Una sinergia di antica memoria custodita nel nome stesso del vino: il maso Nussbaumer a Termeno, infatti, vanta una tradizione di oltre 700 anni nella coltivazione della vigna. Una storia vitivinicola che si è evoluta nei secoli, fino al cambio di passo cruciale alla fine degli anni ’80 con il protocollo produttivo che trasforma Cantina Tramin in una cooperativa votata all’eccellenza. Nel 1990 nasce la Selezione, linea di vini dal futuro pluripremiato che si pone come la massima espressione dello stile vitivinicolo di Tramin.
    “Nussbaumer fa parte del progetto Selezione fin dalle origini e oggi rappresenta la nostra interpretazione prima di eleganza e aromaticità speziata – spiega Willi Stürz, enologo della Cantina – Fin dal principio abbiamo creduto nella potenzialità della versione secca del vitigno. Con passione e orgoglio ci siamo dedicati a capirne in profondità le esigenze e l’identità, slegandolo dal solo ed esclusivo spettro aromatico dolce”. Così il Gewürztraminer di Cantina Tramin è diventato l’emblema dello stile italiano di Gewürztraminer.

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    Cantina Colli Euganei: i vini di Vo’ vincono il Travel Food Award 2020

    Premio GIST travel food award 2020
    I vini solidali a marchio Vo’ di Cantina Colli Euganei sono il miglior progetto italiano per il rilancio del territorio e dell’enogastronomia. Il progetto dell’azienda, che per ogni bottiglia venduta consegna 10 centesimi al Comune di Vo’, ha conquistato il primo premio al GIST Travel Food Award 2020 come Miglior Rilancio di destinazione enogastronomica, consegnato in occasione della 57esima edizione della fiera TTG Travel Experience di Rimini.
    “Il riconoscimento del GIST non premia solo la cantina, ma tutto il nostro territorio – commenta Lorenzo Bertin, Presidente di Cantina Colli Euganei – Questo traguardo non sarebbe stato possibile senza la collaborazione del Comune di Vo’ e dei grandi marchi della GDO, che fin da subito hanno creduto nella bontà della nostra idea e ci hanno permesso di creare un progetto virtuoso, dal forte legame sociale”.
    Il GIST – Gruppo Italiano Stampa Turistica, che ogni anno riunisce una commissione di esperti del settore per eleggere le migliori iniziative rivolte al turismo enogastronomico, ha scelto di dedicare l’edizione 2020 alle campagne per il rilancio del territorio dopo l’emergenza sanitaria.
    Il Comune di Vo’ è stato il primo in Italia ad essere colpito dall’emergenza Covid-19 e, grazie al progetto di Cantina Colli Euganei, è diventato simbolo della ripartenza, dimostrando come la valorizzazione del proprio territorio sia fondamentale per superare anche i momenti più difficili.
    Dei fondi raccolti grazie alle due bottiglie a marchio VO’, un Serprino Spumante Doc Colli Euganei e un Rosso Doc Colli Euganei, una parte viene consegnata al Comune di Vo’, che li impiegherà per la promozione del territorio collinare dei Colli Euganei, caratterizzato da un’antica tradizione vinicola e gastronomica, l’altra all’Università degli Studi di Padova per la ricerca contro il Covid-19. LEGGI TUTTO

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    Gli eventi del vino a Torino per la prima volta insieme

    I grandi eventi del vino a Torino ripartono insieme: da venerdì 23 ottobre a martedì 24 novembre le celebri rassegne delle eccellenze vitivinicole piemontesi e del territorio torinese “Vendemmia a Torino – Grapes in Town” e “Portici Divini”, che per questa edizione saranno in formato ibrido, sia fisico che on-line, incontrano “Torino Wine Week”, con un mix di appuntamenti digitali ed eventi in presenza in modo da permettere esperienze dal vivo e accessibilità online.
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    18 medaglie d’oro al concorso Müller Thurgau

    Photo Credits: M. Facci
    Si è svolta ieri sera, venerdì 16 ottobre, la premiazione della 17° edizione Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, in concomitanza con la 33° edizione della rassegna Müller Thurgau: Vino di Montagna, organizzata dal Comitato Mostra Valle di Cembra con il supporto di Trentino Marketing, il coordinamento della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino nell’ambito della promozione delle manifestazioni enologiche provinciali denominate #trentinowinefest, e il sostegno di Consorzio Vini del Trentino.
    Presenti alla cerimonia, Mirko Bisesti, Assessore alla Cultura della Provincia di Trento; Michele Passerini, Vicesegretario generale della Camera di Commercio di Trento; Pietro Patton, Presidente del Consorzio Vini del Trentino; e Rosario Pilati, Presidente Comitato Tecnico Territoriale Colline Avisiane, Faedo, Valle di Cembra della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino. Nel corso degli interventi tutti hanno voluto ricordare l’importanza di un evento come questo organizzato, in completa sicurezza, proprio grazie alla caparbietà che contraddistingue le genti di montagna, la stessa che rende possibile la coltivazione sugli arditi pendii della Valle di Cembra.
    È inoltre stato sottolineato come questo cambio necessario di formula, con le degustazioni a Palazzo Roccabruna di Trento, anziché a Cembra, si sia rivelata una bella occasione per uscire fuori dai confini della valle e far conoscere al meglio il prodotto e quello che si nasconde dietro ad esso, come l’impegno di 800 ore lavoro per ettaro che è molto maggiore rispetto a quello di altre zone più meccanizzate anche per i problemi legati al mantenimento dei muretti a secco, patrimonio dell’umanità Unesco. Difficoltà che rendono però il paesaggio unico, come dimostra la recente iscrizione della Valle nel Registro dei Paesaggi Storici Rurali d’Italia.
    Dei 60 vini in gara – di cui 51 italiani, provenienti da Trentino e Alto Adige e 9 stranieri, provenienti da Germania e Ungheria –  ben 18 hanno ottenuto la Medaglia d’Oro grazie ad un punteggio superiore agli 86,4 punti.
    “Una eccezionalità che avevamo registrato solo nel 2018 – ha commentato Renzo Folgheraiter, Presidente del Comitato Mostra Valle di Cembra – che attesta gli elevati standard qualitativi dei vini in concorso. In realtà – ha specificato – avrebbero meritato la medaglia molte più etichette ma per regolamento il numero di premiati non può superare il 30% di quelli partecipanti. Spiace non aver potuto svolgere la consueta degustazione dei vini vincitori – ha concluso – ma possiamo già dirci soddisfatti di essere riusciti a superare le difficoltà del Covid e ad aver raccolto una risposta così importante dalle aziende ritengo premi il lavoro svolto negli ultimi anni”.
    Dei 18 premiati con Medaglia d’Oro, 12 sono vini trentini: San Rocco IGT Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019 di Azienda Agricola Casimiro; San Lorenz DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Bellaveder; Lavis Classici DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cantina La Vis; Cortuta DOC Trentino Müller Thurgau 2018 di Cantina Rotaliana di Mezzolombardo; Casata Monfort DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cantine Monfort; Musivum DOC Trentino Superiore Cembra Müller Thurgau 2017 di Cantine Mezzacorona; IGT Vigneti delle Dolomiti Müller Thurgau 2019 di Cantine Simoni; Bottega Vinai DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Cavit; Vigna delle Forche DOC Trentino Müller Thurgau 2018 di Cembra cantina di montagna; DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Fondazione Mach; DOC Trentino Müller Thurgau 2019 di Gaierhof; Pietramontis DOC Trentino Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau 2018 di Villa Corniole.
    A questi si aggiungono 3 altoatesini, ovvero DOC Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau 2019 di Cantina Bolzano; Graun DOC Alto Adige Müller Thurgau 2018 di Cantina Kurtatsch e DOC Alto Adige Val Venosta 2019 di Castel Juval, e 3 tedeschi, Deutscher Qualitateswein Pfalz Rivaner Trocken Edeshelmer Ordensgut 2019 di Anselmann; Mardorfer Deutscher Müller Thurgau Trocken 2018 di Winzerverein Hagnau; e Deutscher Qualitateswein Rivaner Trocken 2019 di KK-Weine.
    I punteggi sono stati assegnati da una commissione di qualità composta da 18 membri suddivisi in enologi, sommelier – in rappresentanza delle diverse associazioni – e giornalisti della stampa di settore, attraverso degustazioni alla cieca in cui ogni vino è stato analizzato nel suo complesso, prendendo in considerazione vista, olfatto, gusto e gusto-olfatto e calcolando la media dopo aver eliminato i risultati più alto e più basso.
    Al termine della degustazione, si è registrato uno stupore generale per la longevità delle produzioni, ancora più evidente per via dello slittamento della degustazione dalla sua collocazione tradizionale a luglio a quella straordinaria di ottobre. I punteggi ottenuti anche quest’anno da vini del 2018 e del 2017 sono sicuramente una conferma dell’ottimo lavoro svolto dalle cantine nel corso degli anni, ma rappresentano al contempo un interessante opportunità, visti i contraccolpi che ha subito il mercato negli ultimi mesi per via della situazione sanitaria, perché dimostrano come il Müller Thurgau degli areali più vocati siano in grado di esprimere un interessante potenziale di affinamento.
    I vini in concorso potranno essere degustati fino a sabato 17 ottobre nelle sale di Palazzo Roccabruna-Enoteca Provinciale del Trentino, messo a disposizione dalla CCIAA di Trento. LEGGI TUTTO

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    2ENTYW1NE – Il futuro del vino italiano: intervista con Armando Maria Corsi / parte 2

    Per posizionarsi come una nazione all’avanguardia, l’Italia del vino deve investire sui propri punti di forza e lavorare sulla comunicazione e sulla sostenibilità.
    Ne parliamo con Armando Maria Corsi, professore associato di Wine Business all’Università di Adelaide, che dal punto di vista del suo osservatorio sul mercato internazionale, ci parla di quali potrebbero essere i punti di partenza per il settore del vino nel futuro.
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    È nato in-wine, il wine shop che promuove i piccoli vignaioli italiani

    L’idea di in-wine ha preso forma durante le faticose settimane di lockdown della primavera 2020, quando andare a fare le spesa era un problema serio e si viveva segregati in casa. I consumi casalinghi di vino sono ovviamente aumentati considerevolmente, ma molti consumatori si sono accorti che non era poi così facile decidere quale vino comprare, soprattutto se si voleva bere qualche bottiglia al di fuori delle solite etichette.
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    Luca d’Attoma enologo per la cantina di Carlo Cracco

    Photo Credits: Maurizio Gjivovich.
    L’Azienda Agricola Vistamare – nuovo progetto dello Chef Carlo Cracco e della moglie Rosa Fanti – sorge su una collina verde a Santarcangelo di Romagna (Rimini), che è proprio il paese di origine di Rosa. Un piccolo gioiello: circa 16 ettari di cui 4 di uliveto, 6 di frutteto (con alberi di pesche, albicocche, ciliegie, cachi), 1 di orto e 5 ettari di vigneto.
    “Sono molto felice di aver l’occasione per potermi misurare con una persona di grande talento come Carlo Cracco”, racconta l’enologo Luca D’Attoma che aggiunge “ci accomuna l’impegno a creare qualità ed emozione attraverso il nostro lavoro,  Carlo in un settore diverso ma convergente al mio, al quale ho dedicato tutta la mia vita;  ho grandi aspettative per questo progetto che mi vede particolarmente coinvolto, quando ho visitato la Tenuta sono rimasto estremamente colpito dalle viti vecchie – di 50 fino a 80 anni – di vitigni simbolo del territorio della Romagna. In generale l’obbiettivo di questo progetto è proprio quello di creare – con impegno e sensibilità – vini autentici e schietti, volti a valorizzare appieno questo territorio particolarmente vocato alla viticultura”.
    Luca D’Attoma conosce bene l’entroterra romagnolo – collaborando già con altre due realtà come San Valentino e San Patrignano – e sa che si tratta di un territorio ancora poco conosciuto ma con un potenziale enorme dal punto di vista agroalimentare ed enologico.
    “Era da tempo che cercavo un terreno su cui poter poi coltivare e produrre le materie prime che avrei utilizzato nella mia cucina e finalmente sono riuscito a trovarlo qui, tra le colline romagnole, a cui sono molto legato e non solo per motivi affettivi”, spiega invece Carlo Cracco che continua “Parte della materia prima viene utilizzata al ristorante, sia per il menu che per la pasticceria, parte invece viene trasformata per la produzione di succhi di frutta, confetture, olio e naturalmente vino; proprio per il vino, mi sono affidato a Luca D’Attoma, grande professionista e conoscitore di vino, per cui nutro da sempre una profonda stima. Oltre al cibo, il vino è una delle mie grandi passioni, ed era fondamentale per me potermi far affiancare da una persona come Luca che sa condividere la mia stessa visione.” Un aspetto importante per l’Azienda è il tema della circolarità e del recupero: per questo motivo, con gli scarti della frutta si ricava la carta per stampare i menù e per i packaging, oppure con i noccioli di pesche e ciliegie si producono farine utilizzate per le preparazioni di pasticceria.
    Nella Cantina dell’Azienda Agricola Vistamare si sta lavorando a due vini che saranno imbottigliati prima della prossima vendemmia. Un vino rosso per cui è stata recuperata la tecnica dell’uvaggio, ossia una combinazione di uve diverse vinificate in acciaio, che vede Sangiovese in preponderanza, con piccole percentuali di Cabernet Sauvignon, Lambrusco e Trebbiano. L’intento è quello di produrre un rosso conviviale, di facile beva, fresco e profumato, che ben interpreti le caratteristiche del territorio.
    Non manca il bianco composto invece da quattro vitigni: Rebola, Pagadebit, Albana di Romagna e Trebbiano della fiamma. Anche in questo caso è stato creato un uvaggio, con macerazione e fermentazione sulle bucce in grandi anfore ad esaltarne il carattere. Con questo uvaggio si punta ad ottenere un bianco corposo che esalti le caratteristiche del terroir, senza aromi fermentativi e con profumi decisi.
    ***
    LUCA D’ATTOMA
    Enologo e consulente per la produzione vitivinicola.
    Da sempre attratto dalla natura e dal mondo agricolo. Così tanto da sceglierli come compagni di vita. Luca D’Attoma, animato da questa passione, ha orientato i suoi studi verso la viticoltura e l’enologia. Partendo dalle esperienze professionali, ha seguito ciò che il suo istinto di sperimentatore gli consigliava di fare e ha elaborato una tecnica di lavoro e uno stile molto personali, con l’ambizione di creare qualcosa di unico. Qualcosa che sia distintivo e capace di valorizzare al massimo vitigni e territori. La passione per il vino lo spinge ogni giorno ad ampliare le sue conoscenze, cercare nuovi orizzonti e sperimentare tecniche non convenzionali. Determinazione, ricerca della perfezione, umiltà, creatività e intuito sono i cardini della sua vita professionale e dell’approccio che ha nei confronti delle aziende vitivinicole con cui lavora.
    Dal 1999 la W.E.C. – guida da Luca D’Attoma – fornisce consulenza tecnica e strategica alle aziende vitivinicole. Per farlo al meglio, l’impresa segue l’intero percorso dall’impianto del vigneto alla bottiglia. La filosofia aziendale si fonda sulla certezza che ciascun prodotto debba essere centrato, con una sua qualità e specificità: solo così si può davvero parlare di utilità del vino. Qualunque tipo di vino deve lasciare soddisfatto chi lo ha scelto, acquistato e gustato, conquistando sia il consumatore sia l’opinion leader. Per questo, l’obiettivo è di proporre sempre un vino di successo. LEGGI TUTTO