More stories

  • in

    Verona Christmas Run: con Cantine di Verona si corre per la ricerca

    #CantinediVerona è Gold Sponsor dell’AGSM AIM Verona Christmas Run, corsa solidale che domenica 17 dicembre accenderà la magia del #Natale nel cuore della città scaligera. L’iniziativa benefica, organizzata dall’associazione sportiva dilettantistica #VeronaMarathon in collaborazione con il Comune di #Verona, destinerà parte della quota delle iscrizioni a UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, attiva […] LEGGI TUTTO

  • in

    Fiocco …d’oro in casa Vinix: è nato Beersboard

    Conoscete Vinix? Certo che sì, dopo tutti questi anni non è certo (più) una novità questo social commerce dal basso capace di soddisfare la richiesta di risparmio degli appassionati di vino con l’esigenza di guadagno dei produttori, e senza provocare (eccessive) rivolte da parte degli intermediari di questi ultimi. Il tutto in un clima sufficientemente sciallo di generale amicizia e familiarità (che non guasta mai). Ma la’ fuori non ci sono solo wine lovers, perciò era solo questione di tempo prima che alla piattaforma dedicata ai vini (e a qualche altro prodotto artigianale accuratamente selezionato) se ne accostasse una riservata anche ai beer lovers. Ecco perciò Beersboard, un social commerce nuovo di zecca interamente dedicato alla birra artigianale, costola di Vinix (e integrato esso), ma dotato di vita propria. Beersboard non solo offre la possibilità di poter comprare in gruppo con gli amici con il sistema delle cordate con sconti scalari fino al 51% reale rispetto ai canali tradizionali – recita il comunicato stampa di lancio – ma eredita dalla piattaforma Vinix anche la parte social (pubblicazione di contenuti, amici, reactions, commenti, messaggistica) unendo le classiche funzionalità di un social network con quelle di un e-commerce innovativo, per dare vita al primo vero social commerce italiano della birra.La selezione dei birrifici artigianali parte da un primo zoccolo duro di una ventina di produttori scelti tra i migliori birrifici italiani a cui si aggiungeranno presto nuove realtà: “La selezione avviene con la medesima cura, regole e attenzioni che prestiamo per parte vino” spiega Filippo Ronco, il quarantottenne fondatore del nuovo spinoff, “non prendiamo per ora in considerazione beer-firm, ma solo birrifici dotati di propri impianti di produzione, rigorosamente entro i limiti di classificazione artigiana, scoviamo i migliori produttori di birra in giro per l’Italia e li rendiamo disponibili per l’acquisto in cordata”.Quando si presentò al grande pubblico per la prima volta (con Vinix, appunto), l’acquisto in cordata fu salutato – come spesso accade alle innovazioni – come una genialata (da un lato), un’inutile complicazione (dall’altro), o una moda che non avrebbe retto all’usura del tempo. A distanza di anni, Vinix è ancora qui, in ottima salute, e il fatto di aver addirittura figliato dimostra che quella corretta era la prima impressione: il social commerce dal basso era ed è la risposta a un modo di fare e-commerce che cerca di mettere d’accordo più esigenze anche antitetiche a volte, senza trascurare un ulteriore dettaglio (allora forse non così determinante, ma oggi decisamente vitale): l’attenzione ai costi ambientali. “ Quello dell’acquisto in cordata cè un sistema che è anche amico dell’ambiente: grazie alla collettizzazione infatti, tanti ordini di piccole dimensioni confluiscono in poche grandi spedizioni verso singoli capicordata geolocalizzati, dove poi avviene la distribuzione finale dell’ultimo miglio a cura degli stessi partecipanti. Questo contribuisce a ridurre drasticamente l’impatto da trasporto su gomma. Con questo sistema distributivo – che viaggia quasi esclusivamente su pallet – si azzerano le rotture e si evitano i voluminosi e costosi (anche in termini di riciclo) imballaggi antiurto. Un modello virtuoso che si muove al contrario rispetto ai principali player dell’e-commerce internazionale che ci stanno erroneamente portando a credere che il modello del “tutto e subito” non abbia un consistente costo economico, umano e sociale.”Il nuovo sistema è già operativo: info e contatti qui.

    #block-1e197c05dffaf7794240 {

    } LEGGI TUTTO

  • in

    Poggio Levante, vignaioli ai piedi del Monte Amiata

    Dice Bill Gates che se va a letto non avendo fatto niente di nuovo rispetto a ieri, un giorno è stato sprecato. Sinceramente è difficile dargli torto.

    Per chi ama il vino, per chi ne scrive, è linfa vitale non sprecare i giorni, che concretamente vuol dire assaggiare vini di cui si ignorava l’esistenza, scoprire cantine, conoscere facce nuove tra produttori, soprattutto tra quelli che si sono affacciati da poco nel grande mare magnum del mondo del vino e, proprio per questo motivo, sono animati da grande entusiasmo.

    Vivaddio, non è stato un giorno sprecato incrociare i vini di Poggio Levante.

    La cantina è situata nel cuore della Maremma di Grosseto, ai piedi del Monte Amiata e a circa 40 km dal Mar Tirreno e lavora circa tre ettari di vigneto tra i 300/350 metris.l.m. Titolare è il veneto e giovanissimo Alberto Facco, che alla precisa domanda di cosa ci fa un veneto e perché fa vino in Maremma risponde così: “Io, come la mia famiglia, sono veneto al 100%. Mio padre ha un’azienda dedita alla vendita di trattori e attrezzature agricole. Nel 2002/2003 mio padre vendette una fornitura ad un cliente di origine padovana che si trasferì a Monticello Amiata, un paese poco distante da Cinigiano. Mio padre non rimase indifferente al fascino e alla bellezza delle colline toscane e decise di acquistare un terreno, sul quale poi venne piantato il vigneto qualche anno dopo. Per i primi anni di produzione, cedemmo l’uva in cambio dei lavori agricoli necessari al corretto mantenimento del terreno. Solo dal 2018 siamo partiti con il progetto Poggio Levante, il quale unisce il territorio toscano con l’invettiva veneta per creare vini dai tratti moderni e distintivi.

    Alberto Facco

    “Il nostro obiettivo è una produzione di nicchia, in cui la ricerca della massima qualità ed espressione del binomio vitigno/terroir sia la nostra stella polare. Assieme all’enologo Guido Busatto, che ha una grande esperienza nella viticoltura biologica, Poggio Levante sta lavorando per ottenere un prodotto sempre più distinguibile. Siamo consapevoli che la riconoscibilità di un vino sia un processo lungo, ma ci stiamo impegnando per vincere questa sfida e far sì che un consumatore, quando degusta il nostro Vermentino come il Sangiovese, possa associarli al nome Poggio Levante”.

    Per Poggio Levante il vino è un’esperienza a 360°: per questo anche il packaging ha la sua importanza perché permette di comunicare un messaggio di eccellenza. La scelta di bottiglie più leggere porta a un’impronta carbonica più bassa e l’etichetta esprime personalità in coerenza con la mission aziendale: offrire prodotti nuovi ma mai snaturati dal territorio e dai varietali.

    Il ragazzo ha le idee chiare non c’è che dire, ma alla fine a parlare è sempre la bottiglia, da qui non si scappa.

    Diciamo subito che i vini di Poggio Levante sono una gran bella sorpresa. Attualmente Poggio Levante produce circa 13.000 bottiglie declinate su due tipologie di vini: il Vermentino e il Sangiovese.

    Il vino di punta è Unnè, un Vermentino non convenzionale che prende il nome proprio dall’esclamazione toscana “Unnè”, ovvero “non è quello che sembra”. Quello di Poggio Levante, infatti, vuole essere un Vermentino che sorprende per qualità, proprietà organolettiche e per l’immagine con cui si presenta, in una bottiglia renana con tappo a vite. Immesso in commercio non prima di 3 anni dopo la vendemmia come DOC Maremma Toscana, ho degustato l’annata 2019 che presenta all’olfatto decisamente intenso, di fiori e agrumi, pietra focaia, al palato è sapido e cangiante, entra di diritto nella top ten dei bianchi degustati nel 2023.

    Poi c’è Il Sangiovese Ovvìa che nasce da un vigneto situato all’interno della Denominazione Montecucco e viene imbottigliato come DOC Maremma Toscana. Il terreno è marnoso e galestroso con una buona componente argillosa. Il vigneto, gestito in regime biologico, ha un’età di 10 anni con orientamento a nord, con circa 4500 piante per ettaro e resa 50 q.li per ettaro. Ovvìa è un vino che matura in botti ovali di rovere francese da 15 hl e in vasche di cemento non vetrificato da 20 hl. Qui l’affinamento dura circa 18 mesi, più un’ulteriore sosta di minimo 5 mesi in bottiglia. La prima annata prodotta, 2018, mentre io degustato quella attualmente è in commercio ovvero l’annata 2019. Nitido e intrigante l’olfatto con note di frutta rossa, ciliegia e una delicata speziatura. Al palato è dotato di notevole balsamicità e profondità, mi tocca usa il termine “di grande bevibilità” ma non saprei come altro definirlo.

    Completa la gamma aziendale una piccola chicca, il Vermut artigianale Sergio. Il Vermut Sergio, dedicato al nonno di Alberto, porta con sé l’idea di valorizzare la qualità del Sangiovese, vino usato come base, per creare un prodotto autentico, con una forte identità territoriale. La lavorazione delle botaniche rispetta fedelmente  le caratteristiche delle piante usate, estraendo le loro note aromatiche tipiche. Tra le estrazioni alcoliche utilizzate ci sono infusi e tinture a diverse gradazioni.

    Di Poggio Levante ne sentiremo parlare, eccome se ne sentiremo parlare. LEGGI TUTTO

  • in

    IGM – Nomisma Wine Monitor: posizionamento e prospettive dei fine wines italiani nell’Estremo Oriente

    Si è svolto a Roma, mercoledì 13 dicembre, il consueto appuntamento di fine anno che Istituto Grandi Marchi dedica all’approfondimento della situazione #finewines sui mercati internazionali. Dopo le ricerche dedicate alla Germania, al mercato UK dopo la Brexit e alla situazione globale nel post pandemia, sono stati Giappone e Corea del Sud i Paesi protagonisti […] LEGGI TUTTO

  • in

    Bilancio 2023: record di imbottigliamenti per le Doc Colli Berici e Vicenza

    Il Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza registra per l’anno 2023 la miglior performance in termini di imbottigliamento degli ultimi 6 anni per i vini dei #ColliBerici e degli ultimi 9 anni per quelli del territorio di Vicenza. Per la #DocColliBerici, si contano ad oggi 1.640.000 bottiglie, segnando un importante aumento del 12% rispetto […] LEGGI TUTTO

  • in

    Roma, dal 15 al 17 dicembre arriva “Different Wine Festival”

    Una location nascosta che apre al pubblico per la prima volta, #vitigniautoctoni a rischio estinzione, storie di aziende che si tramandano l’arte della produzione enologica, formazione e inclusione per raccontare il vino in maniera differente. È tutto pronto nella Capitale per la prima edizione di #DifferentWineFestival, evento dedicato al panorama enologico nascosto d’Italia, dal 15 […] LEGGI TUTTO

  • in

    Terre Cevico cresce in doppia cifra

    Sessant’anni di storia con lo sguardo rivolto al futuro. Sono quelli di #TerreCevico che ha chiuso l’esercizio di bilancio 2022/2023 (01.08.2022 – 31.07.2023) con una crescita di fatturato aggregato (+14,5%) ed export (+18%), confermando il gruppo cooperativo romagnolo tra i principali player del vino italiani. La presentazione del bilancio è avvenuta al Teatro Goldoni di […] LEGGI TUTTO