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Nuova Zelanda – esportazioni di vino 2020

Fonte: UN Comtrade

La Nuova Zelanda sarà probabilmente uno dei pochi paesi esportatori di vino a chiudere il 2020 in positivo. Il posizionamento molto forte nel mercato americano, il successo dei suoi vini nel mercato inglese e il recupero in quello australiano sono alla base di una crescita del 4% delle esportazioni in euro a 1.14 miliardi (2 miliardi giusti giusti di dollari locali, +7%). La Nuova Zelanda nel 2020 “arrotonda” anche la sua cifra in volume a 3 milioni di ettolitri giusti giusti. Sono proprio i volumi a guidare la crescita, e in particolare nel 2020 sono i vini sfusi a essere determinanti. Altrimenti, per quanto riguarda i vini in bottiglia siamo di fronte a dati stabili, con qualche segnale di arretramento in Australia. Detto questo passiamo ai numeri.

  • Le esportazioni neozelandesi crescono del 7% in valuta locale a 2 miliardi di dollari, il che corrisponde a 1.14 miliardi dei nostri euro. La valuta locale si è svalutata del 3% rispetto all’euro, dunque la crescita che vediamo noi è del 4%. La sequenza che vedete dai grafici è impressionante: non c’è stato un anno dal 2014 (ma nemmeno prima e nemmeno durante la grande crisi del 2009) che le esportazioni siano state negative. Nell’arco del quinquennio 2015-2020 la crescita annua è stata del 5% in valuta locale e del 3% in Euro.
  • In termini di volumi la Nuova Zelanda raggiunge quota 3 milioni di ettolitri, +6% nel 2020 e +7% annuo negli ultimi 5 anni.
  • Il mix esportato come accennavamo peggiora un po’. Dei 2 miliardi nel 2020, 1.4 miliardi sono di vino in bottiglia e sono stabili, mentre la crescita è tutta sui vini sfusi (circa 550 milioni), che crescono di quasi il 30% rispetto al 2019.
  • I paesi anglosassoni superano l’80% delle esportazioni totali e sono al massimo storico dappertutto. Gli USA sono il 31% e crescono in euro del 5% a 631 milioni di dollari NZ, il 25% sono nel Regno Unito e nel 2020 toccano quota 500 milioni, +14%, mentre nella vicina Australia siamo a circa 400 milioni per un incremento del 10%, da quest’anno nuovamente sopra il precedente picco.
  • Le cose vanno bene anche in molti altri mercati europei Germania +11%, Irlanda +28%, mentre sono con il segno negativo Francia, Cina e Singapore e, curiosamente, anche il saldo di tutti gli altri paesi, il che potrebbe non essere un buon segno negli anni a venire. Vedremo. Per ora vi lascio ai numeri e alle tabelle.
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