di Luciano Pavesio
Con la degustazione “en primeur” delle barrique di Barolo 2022 provenienti dalla Vigna Gustava coltivata nella collina del Castello di Grinzane Cavour svoltasi presso il Centro di Consulenza e Ricerca applicata Enosis Meraviglia di Fubine, si sono mossi i primi passi in direzione della terza edizione di “Barolo en primeur”, l’asta solidale internazionale promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC Donare ETS e con il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani per la raccolta di fondi a sostegno di progetti di utilità sociale.
Un’iniziativa in netta e costante crescita come testimoniano le cifre: oltre 660.000 euro nel 2021 e 834.800 lo scorso anno quando, oltre alle quindici barrique oggetto d’asta come nella prima edizione, sono state battute per la prima volta anche una decina di lotti di bottiglie di Barolo e Barbaresco offerte da produttori del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
Ogni barrique corrisponde a una singola parcella del vigneto, vinificate separatamente dallo staff coordinato dall’enologo Donato Lanati per conferire ad ognuna, caratteristiche e personalità uniche, frutto della parcellizzazione della vigna in base all’esposizione, all’altitudine e all’età delle viti.
Sulla falsariga delle due precedenti edizioni, queste botticelle di Barolo 2022 verranno battute all’asta a fine ottobre, quindi circa un anno dopo la vendemmia, ma si dovrà poi attendere ancora più di due anni prima di poter entrare in possesso delle circa 300 bottiglie numerate e contrassegnate da un’etichetta unica realizzata da un artista di fama internazionale e quindi metterle eventualmente in commercio, completando così i 38 mesi di invecchiamento minimi a decorrere dal 1º novembre dell’anno di produzione delle uve, di cui 18 in botti di legno, richiesti dal disciplinare di produzione di questo vino.
A ogni barrique verrà annesso un NFT (Non Fungible Token), certificato di autenticità digitale garantito tramite “blockchain” coniato da Antonio Galloni, critico enologico di fama mondiale e CEO di Vinous, che ogni anno valuta la qualità e le caratteristiche di questo Barolo: per le annate 2020, 2021 e di recente per la 2022, Galloni ha attribuito valori superiori ai 90 punti, a conferma della qualità ed unicità del prodotto.
La Vigna Gustava
La Vigna Gustava sorge di fronte al Castello di Grinzane Cavour, nell’omonimo Comune, con una pendenza media del 35/40 %. Il geologo Francesco Lizio Bruno ha realizzato un’analisi del terreno della vigna, determinandone così le caratteristiche geologico-ambientali. Il terreno è composto da Marne di Sant’Agata Fossili, la formazione più comune e diffusa nella Langa del Barolo e del Barbaresco, che solitamente è composta quasi interamente da strati marnosi con poca sabbia con percentuale importante di sedimenti fini, limo e argilla. Il terreno della Vigna Gustava si è formato nell’età Tortoniana, periodo geologico compreso tra 11.6 e 7.2 milioni di anni fa, ed è caratterizzato marne argilloso-siltose grigie, talora azzurrognole, grigio biancastra in superficie, plastiche ed omogenee.
Geologicamente con il termine marna si intende una roccia sedimentaria, più o meno compatta, talvolta scistosa, costituita da una frazione carbonatica compresa tra il 25% ed il 75% e da una restante frazione di argille. Le marne della Vigna Gustava, e più in generale quelle delle Langhe, derivano dall’antico bacino terziario piemontese, il mare che occupava la zona fino all’Era Quaternaria.
All’interno della Vigna, il geologo ha individuato 6 diversificazioni geopedologiche che suddividono la vigna in altrettante parti. Queste micro-aree si differenziano non solo per la diversa concentrazione degli elementi costitutivi, in cui prevale la presenza l’anima calcarea, a fianco del magnesio, potassio, limo, calcio e argilla, ma anche per la profondità del substrato marnoso, che va dai 70/80 cm fino ai 100/110 cm, un elemento particolarmente rilevante per la coltivazione del Nebbiolo, le cui radici possono raggiungere i sette metri di profondità (importante ricordare che la vite si sviluppa per 80% sottoterra!).
L’analisi svolta conferma quindi la scelta dell’enologo Donato Lanati di parcellizzarla vinificando in maniera separata le barrique in base all’altitudine, all’esposizione e alla presenza di piante giovani o vecchie.
L’annata 2022 nelle Langhe
L’annata 2022 nelle Langhe sarà ricordata come una delle più precoci e sorprendenti in assoluto: nonostante ad inizio ottobre si siano concluse le operazioni di vendemmia a causa del torrido e siccitoso andamento climatico, il Nebbiolo ha dimostrato ancora una volta una capacità di adattamento senza eguali. Fin dalle prime fasi invernali, si è assistito a una carenza di precipitazioni e clima mite.
L’inizio della stagione vegetativa è stato in linea a livello periodico con gli ultimi anni, ma in anticipo di una settimana rispetto all’anno precedente. La mancanza di una riserva idrica nel terreno e una primavera all’insegna del bel tempo hanno contribuito a colmare l’anticipo vegetativo, con germogliamenti nei tempi standard.
Le temperature elevate, unite alle poche precipitazioni, hanno portato a un’accelerazione dell’andamento fisiologico, fino alla fioritura avvenuta prima della metà di giugno, un anticipo rispetto alla media di circa dieci giorni.
Dopo mesi estivi caratterizzati dal bel tempo e temperature alte, il Nebbiolo ha dimostrato ancora una volta il legame unico con il territorio riuscendo sorprendentemente a adattarsi alle condizioni climatiche in modo perfetto.
Attorno al 20 settembre è giunto alla maturazione migliore, dando il via alla vendemmia. Le dimensioni della bacca sono più ridotte rispetto alla media e il rapporto tra la polpa e la buccia pare dunque a favore di quest’ultima. Un fattore che dovrebbe garantire una migliore estrazione delle sostanze tanniche e aromatiche, agevolato anche dall’ottimo tenore alcolico che, in fase di macerazione, ne favorisce il processo. L’annata 2022 ha quindi dato vita a vini corposi con un ottimo potenziale di affinamento a lungo termine.
La degustazione
Nel corso del prologo alla degustazione, condotta con la consueta professionalità e competenza dall’enologo-scienziato Donato Lanati, tra le varie cose è emerso che il Nebbiolo fu scelto dagli agricoltori piemontesi prettamente per le sue caratteristiche resistenti e qualitative, quindi esperienza e quotidianità utilizzate da ogni parte d’Italia per scegliere il vitigno più redditizio per quel territorio, contrariamente alla Francia che ben cinque università hanno studiato per 200 anni per individuare i migliori vitigni da piantare nel miglior territorio possibile.
Lo stesso Lanati ha affermato che il Nebbiolo è dotato di una complessità enorme, sia in pianta sia in bottiglia, ammettendo che solo dopo trenta anni di studi può dire di averlo compreso in gran parte.
E questo è senza dubbio uno dei segreti della complessità e longevità dei vini che derivano da quest’uva, Barolo e Barbaresco in primis.
La dott.ssa Dora Marchi, Direttore Tecnico e Responsabile del Laboratorio Controllo Qualità di Enosis, ha quindi portato l’attenzione al famigerato “Cambiamento climatico” e ai suoi aspetti che si sono già riscontrati nelle Langhe:
- un aumento dei venti e delle ore di sole (fenomeno della evapotraspirazione) e incremento CO2 e gas serra;
- la riduzione del ciclo della vite con germogliamenti e fioriture precoci a causa di inverni miti causa siccità e calore con effetti sul PH nei mosti e nei vini, con valori più elevati che determinano un colore più cupo e meno brillante (il PH medio dei Barolo 2022 è di 3,79!;
- vini pronti prima ma meno longevi
- sensazione di tannini secchi e asciutti, talvolta presenza sensazioni amare
- contenuto di antociani inferiore mentre aumentato quello dei flavonoidi
- sensibile incremento degli zuccheri nelle uve e di conseguenza del grado alcolico dei vini;
- vendemmie anticipate (in Piemonte per il Nebbiolo da Barolo si è passati dal 14 ottobre nel 2014 al 20 settembre del 2022);
A fronte di queste criticità sono quindi state identificati e illustrati degli interventi necessari:
- Valutare modifiche alla tecnica agronomica, come limitare le sfogliature, concimazioni oculate, valutare l’utilizzo di reti per ridurre esposizione raggi ultravioletti
- Messa a punto di analisi rapide per valutare maturità delle uve da utilizzare direttamente in vigna
- Favorire il tempismo della raccolta ovvero non indugiare o prorogare eccessivamente la vendemmia quando l’uva è matura dal punto di vista fenolico
- Attenzione alla gestione e monitoraggio della macerazione del mosto e dell’affinamento del vino evitando eccessi
- Studio chimico fisico dell’acidità dei vini e tecniche di acidificazione
I quattro campioni delle barrique di Barolo 2022 destinate all’asta solidale sono stati suddivisi in base alla collocazione delle piante all’interno della Vigna Gustava: zona alta, centrale e bassa (contraddistinti da un pallino giallo) più un campione destinato alle viti storiche (S).
Il mio giudizio di questa analisi ha espresso in sintesi:
- colore limpido, bella freschezza e sentori di frutta rossa, tannino fine per le Viti storiche
- ricchezza di antociani ma sensazioni ancora scorbutiche con tannino ruvido e deciso date dalle viti giovani presenti nella parte alta della Vigna
- carenza di antociani, esile ed elegante, leggere sensazioni balsamiche per la parte bassa
- molto luminoso, estremamente giovane, quasi allappante, sensazioni mandorlate per la parte centrale
Non pago della mole di informazioni e dettagli, il programma prevedeva inoltre una degustazione di quattro campioni del Barolo 2021 battuto all’asta lo scorso autunno che ha concluso il suo affinamento in botte, mantenendo sempre la suddivisione per zone della Vigna e viti storiche:
- Sentori di frutta rossa ma legno ancora da assimilare, tannini fini e delicati
- Naso ampio, superiore al precedente, note legnose, in bocca già buon equilibrio
- Meno complesso rispetto ai precedenti, beva fresca e piacevole
- Potenza e decisione in primo piano
Infine spazio ai Barolo 2020 oggetto della prima edizione dell’Asta:
- Fine, elegante, persistente
- Sensazioni mandorlate, buona ricchezza e tannino fitto, necessita affinamento in bottiglia per trovare equilibrio
- Note balsamiche e speziate, semplicità che regala una buona beva
- Freschezza e sapidità regalano un bel equilibrio e una beva soddisfacente