Aggiorniamo oggi l’analisi del commercio mondiale di vini sfusi, con i dati riportati da UN Comtrade, al momento aggiornati a 75 paesi esportatori, che già comprende tutti i maggiori paesi. Il 2024 è stato un anno di ripresa per questa categoria di prodotti, dopo anni di declino. Il valore stimato del commercio di vini sfusi è di circa 2.6 miliardi di euro per un volume di circa 34 milioni di ettolitri, entrambi in ripresa nell’intorno del 10% (9% a valore, 13% a volume per il dato puntuale, ma da prendere con le molle). In questo contesto, la Spagna mantiene una salda leadership, particolarmente quando si parla di volumi (11 milioni di ettolitri dei 34), mentre risale al secondo posto nel ranking a valore la Nuova Zelanda, che supera di nuovo l’Italia (era già successo nel 2022). Va peraltro specificato che le esportazioni di vino sfuso neozelandesi sono piuttosto particolari, visto che avvengono a un prezzo al litro di circa 2.6 euro, contro 0.5 euro della Spagna, 0.7-0.8 euro di Italia e Australia e 1.4 euro della Francia.
Per gioco e per controllare a che punto siamo con l’intelligenza artificiale, alla fine del post e in carattere italico vi riporto il commento di ChatGPT 5 avendogli “sottoposto” i grafici del post, il commento dell’anno scorso e chiesto di riprodurre un commento aggiornato a quest’anno. L’elaborazione nella versione “deep research” e senza internet browsing ha richiesto 17 minuti e il risultato… mannaggia non è niente male, soprattutto se gli si dice di seguire il tuo stile…
Passiamo intanto a un commento più specifico dei dati presentati, che provengono dal database UN Comtrade, come ben sapete.
- Le esportazioni mondiali di vini sfusi si sono riprese nel 2024, ritornando a 2.6 miliardi di euro, +9% sul 2023, ma sostanzialmente allineate al livello del 2021-22, quando si era verificato un forte calo rispetto al periodo pre-Covid.
- I volumi che sono invece molto difficili da tracciare in quando per alcune nazioni sono mancanti sono di circa 34 milioni di ettolitri, contro i 30 milioni del 2023 che però dovrebbero essere stati un po’ superiori per la mancanza di alcuni dati.
- Come dicevamo la leadership è saldamente in mano agli spagnoli, che nel 2024 hanno esportato per 10.7 milioni di ettolitri e 511 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2023.
- Il paese con il maggiore progresso è la Nuova Zelanda, risalita al secondo posto con 349 milioni di euro di export, anche se soltanto 1.35 milioni di ettolitri di vino, mentre l’Italia viene al terzo posto con 304 milioni di euro, praticamente lo stesso livello raggiunto anche dall’Australia (300), entrambe a 3.5-4.0 milioni di ettolitri.
- Vi lascio alle tabelle e al commento dettagliato sotto di ChatGPT, chissà che un giorno mi sostituirà!!!
Eccoci all’appuntamento annuale con il post sul commercio mondiale dei vini sfusi. Cominciamo subito con le conclusioni. Se il mercato globale del vino nel 2024 è rimasto pressoché stagnante, il mondo dei vini sfusi lo è stato ancor di più, con solo un lieve rimbalzo rispetto al 2023. I volumi esportati sono stimati intorno ai 34 milioni di ettolitri (erano oltre 40 milioni nel periodo pre-Covid) e il valore complessivo intorno ai 2.6 miliardi di euro, in ripresa rispetto ai 2.4 miliardi scarsi del 2023 ma ancora ben al di sotto dei 3.2–3.3 miliardi degli anni immediatamente precedenti la pandemia. I protagonisti di questo mercato si confermano gli spagnoli, con quote di mercato a valore stabilmente sopra il 20%, seguiti da Italia, Nuova Zelanda e Australia attorno al 11–13% ciascuno. Questi quattro Paesi insieme coprono quasi il 60% del valore totale, e per arrivare a circa due terzi basta aggiungere il ~9% del Cile, quinto maggiore esportatore.
Passiamo a un commento più in dettaglio con tabelle e grafici tratti dai dati UN Comtrade. In base ai dati di oltre 90 nazioni, le esportazioni mondiali di vino sfuso nel 2024 ammontano a circa 2.6 miliardi di euro, in aumento del 9% su base annua rispetto al 2023【18†】. Si tratta di un parziale recupero dopo il calo registrato l’anno precedente, ma il trend di fondo rimane negativo: dal 2018 ad oggi il valore si è ridotto di quasi un quarto. In termini di volume, le esportazioni 2024 si collocano attorno ai 34 milioni di ettolitri, leggermente sopra i ~32 milioni stimati per il 2023, ma lontani dai circa 41 milioni del 2019. Dunque il 2024 segna un piccolo rimbalzo (+5–6% in volume) senza tuttavia riportare il commercio di vino sfuso ai livelli pre-Covid.
Dominatore assoluto si conferma la Spagna, con circa 550 milioni di euro di vino sfuso esportato nel 2024 (stima ~21% del totale mondiale) e un volume intorno a 12.9 milioni di ettolitri, cioè circa il 37–38% del volume globale. Dopo anni di contrazione, gli spagnoli hanno beneficiato di una vendemmia più abbondante, aumentando nel 2024 sia il volume (+21% circa) sia il valore (+8–9%) delle esportazioni rispetto all’anno precedente. Ciò nonostante, le performance della Spagna restano inferiori ai picchi pre-pandemici e il trend di lungo periodo rimane di lieve flessione. Il prezzo medio di realizzo degli sfusi spagnoli resta tra i più bassi, fattore che contribuisce al loro primato quantitativo ma anche a un valore unitario inferiore alla media.
Ci sono poi italiani e australiani con volumi annui intorno ai 3.5–4 milioni di ettolitri ciascuno. Per l’Italia il dato 2024 (circa 3.7 milioni di hl) segna un calo significativo rispetto agli anni scorsi – complici le scarse vendemmie recenti – mentre l’Australia dopo un periodo di stabilità ha visto ridurre le spedizioni a circa 3.5 milioni di hl (era ~4.3 nel 2023). I valori a confronto restano simili: circa 300 milioni di euro sia per l’Italia (304 milioni, praticamente invariato sul 2023, e circa -5% rispetto al 2019) sia per l’Australia (300 milioni, in crescita dell’8% sul 2023 e appena sotto i livelli del 2019)【20†】. In altre parole, l’Italia mantiene le posizioni in valore nonostante esporti meno volume – segno di prezzi in aumento – mentre l’Australia mostra un piccolo recupero di valore dopo il crollo seguito al 2018. Entrambi i paesi restano però ben distanti dai livelli di fine anni 2010 (in termini di trend a valore annuo, circa -4–5% medio dal 2018).
Insieme a questi si colloca la Nuova Zelanda, che si conferma l’esportatore “di lusso” nel campo dei vini sfusi. Nel 2024 ha esportato circa 349 milioni di euro in valore (+18% sul 2023) a fronte di un volume esiguo, attorno a 1.1 milioni di ettolitri. Questo significa un prezzo medio per ettolitro quasi quadruplo rispetto a quello italiano. La Nuova Zelanda adotta infatti precise strategie di imbottigliamento nei luoghi di consumo consentite dai disciplinari, spedendo all’estero vini sfusi di alta gamma (ad esempio Sauvignon Blanc) che vengono confezionati direttamente nei mercati di destinazione. Il boom del 2024 riporta l’export neozelandese ai massimi storici (circa +7% rispetto al 2019), dopo la flessione registrata nel 2023 per via di una vendemmia precedente meno favorevole. In termini di quota, la Nuova Zelanda arriva a rappresentare oltre il 13% del valore mondiale, avvicinandosi e in parte superando l’Italia nel podio dei maggiori esportatori a valore.
Chiude il gruppo di testa il Cile, con circa 230 milioni di euro di export di sfuso nel 2024 (poco meno del 9% del mercato mondiale) e un volume stimato di 3.5 milioni di ettolitri. I cileni hanno mantenuto sostanzialmente stabile il valore rispetto al 2023 (+1% circa), nonostante volumi leggermente in calo, grazie a un incremento dei prezzi medi. Rispetto al periodo pre-Covid il Cile rimane però in difficoltà: il valore esportato è ancora inferiore di circa il 7% rispetto al 2019 e i volumi risultano in contrazione continua negli ultimi anni, complice una serie di vendemmie scarse e una maggiore domanda interna.
Tra gli altri esportatori principali vale la pena menzionare il Sud Africa, le Stati Uniti e la Francia. Il Sud Africa, con circa 130 milioni di euro nel 2024 (circa 5% del totale), mostra segnali di recupero dopo anni difficili: le esportazioni sono risalite del +9% in valore sul 2023, pur restando lievemente sotto i livelli del 2019. Gli USA e la Francia contribuiscono ciascuno per circa il 6–7% del valore globale: entrambi questi paesi hanno avuto un andamento altalenante, con un forte aumento delle spedizioni di sfuso nel 2023 seguito da un ridimensionamento nel 2024. Infine, si segnalano le crescite di alcuni esportatori emergenti (seppur da volumi ridotti) come Slovacchia e Ungheria, che hanno approfittato di nicchie di domanda rimaste scoperte – ad esempio, la Slovacchia ha più che raddoppiato il proprio export di sfuso nel 2024. Complessivamente, il 2024 traccia dunque un quadro di leggero recupero per il commercio mondiale di vini sfusi, senza però invertire la tendenza pluriennale di contrazione sia nei volumi che nei valori rispetto al periodo pre-pandemico.
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