in

Mack & Schuhle Italia – risultati 2024

Quando si guarda il grafico qui sopra con l’evoluzione delle vendite, si capisce da subito che Mack & Schuhle Italia è una “mosca bianca” nel panorama vinicolo italiano. La crescita imponente ha origine dal 2016, quando l’imprenditore locale (famiglia Angelillo) cede la metà dell’azienda al distributore tedesco omonimo, che introduce i vini nei mercati della GDO europea e non solo. Dai 12 milioni di fatturato del 2016, M&S Italia oggi un colosso da 206 milioni, +19%, e destinato a un ulteriore passo in avanti nel 2025. Ovviamente tanta crescita in così poco tempo è compatibile con un modello di business molto leggero (un capitale investito di meno di 30 milioni di euro) e un’attività prettamente commerciale e di imbottigliamento. I principali marchi di M&S Italia, per chi non li conoscesse (e devo essere onesto, mi ci metto) sono Novantaceppi, Zardetto, Grapur, Ca’ di Prata, Villa Frattina e Genevitis.

Passiamo a un’analisi più dettagliata dei numeri 2024.

  • Le vendite sono cresciute del 19% a 206 milioni di euro. Secondo il prezioso blog di Anna di Martino (link), sono state vendute 62 milioni di bottiglie, circa il 5% in più del 2023 il che comporterebbe quindi un prezzo medio di 3.3 euro, +13%.
  • Dal punto di vista geografico, M&S Italia ha realizzato un fragoroso +59% in Italia, toccando 61 milioni di fatturato, che ha compensato il calo del 10% in Europa. Sono poi da quest’anno state esplicitate le vendite nel Regno Unito, 31 milioni, il che però rende difficile analizzare la performance degli altri mercati.
  • A fronte di questa crescita molto tumultuosa i margini restano piuttosto limitati, anche se in crescita. Nel 2024, il margine EBITDA è salito dal 3.0% al 3.8%, quindi da 5.3 a 7.8 milioni di euro. Di questo circa lo 0.3% è derivato da un migliore margine sugli acquisti, mentre è stata la minor crescita dei costi per servizi a determinare il miglioramento del margine. Il bilancio chiude con un utile netto di 2.2 milioni di euro, esattamente in linea con quello del 2023 per via di maggiori ammortamenti, oneri finanziari ma soprattutto per la mancanza di alcune plusvalenze che avevano sostenuto il bilancio nel 2023.
  • Nonostante gli ottimi risultati operativi, l’indebitamento sale leggermente, da 24 a 28 milioni di euro, il che corrisponde a 2.4 volte l’EBITDA (comunque meno dei 3.3x del 2023, grazie alla crescita dell’EBITDA appunto). Il tutto è dovuto a un ulteriore assorbimento di capitale circolante di 5 milioni (dopo i 15 del 2023) e nonostante gli investimenti siano stati veramente limitati (circa 0.3 milioni di euro).
Se siete arrivati fin qui…
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco


Fonte: http://feeds.feedburner.com/INumeriDelVino


Tagcloud:

Adamantis 2022: ecco la terza annata del superwhite di Cantina Valle Isarco

Michele Chiarlo: Barolo 2021 da collezione, ma niente cru nel 2024