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    Premio Maculan: torna la competizione per i migliori abbinamenti di vini dolci e piatti salati

    Il 2025 vede il ritorno del Premio Maculan – l’ultima edizione, la 2020, era stata annullata a causa del Covid –, iniziativa della storica azienda agricola di Breganze (Vicenza) dedicata alla valorizzazione del miglior abbinamento di una portata salata a un vino dolce.La competizione è rivolta sia a cuochi professionisti che ad appassionati di cucina ed enogastronomia, dai 18 anni in su, che potranno inviare la loro proposta salata inedita, pensata per un vino dolce dell’azienda Maculan, entro il 13 aprile 2025.
    “A partire dagli anni ‘80 abbiamo scelto di studiare e interpretare a modo nostro l’antica arte produttiva dei vini dolci – spiega Fausto Maculan –, una nicchia tanto sfidante quanto affascinante per un vignaiolo, così come per un cuoco. Da sempre ci interroghiamo sul miglior modo di raccontare la nostra selezione, scegliendo sì le parole giuste ma anche accostamenti gusto-olfattivi ed emotivi capaci di spaziare dall’immediatezza della concordanza allo stupore dei contrasti. Ecco che la sfida che lanciamo ai partecipanti è proprio questa: decostruire per costruire insieme il presente e il futuro del vino dolce”. ​
    I partecipanti potranno elaborare la loro ricetta in abbinamento a una delle etichette di Maculan: il Torcolato, primo ambasciatore, inconfondibile per la tecnica di appassimento dei grappoli di vespaiola attorcigliati e appesi in fruttaio; il raffinato Acininobili, prodotto dalla medesima varietà autoctona intaccata dalla muffa nobile; il Dindarello a base di moscato giallo; il Madoro, vino passito rosso prodotto con marzemino e cabernet sauvignon.
    Le proposte potranno essere inviate attraverso il form sulla pagina dedicata presente nel sito aziendale e saranno valutate in prima battuta da un comitato tecnico che selezionerà i quattro finalisti.​​I cuochi saranno protagonisti della serata finale in programma lunedì 19 maggio 2025 in azienda per preparare il loro piatto di fronte a una giuria di qualità che, al termine dell’evento, decreterà il vincitore. Presidente della commissione sarà Daniel Canzian, chef e patron dell’omonimo ristorante nel cuore del quartiere milanese di Brera, che a livello internazionale ricopre il ruolo di Presidente europeo dell’associazione JRE – Jeunes Restaurateurs. Nato a Conegliano (Treviso), da principio lavora in illustri cucine d’Italia e Francia, fino al decisivo incontro con Gualtiero Marchesi che lo nominerà Executive Chef del suo gruppo. La cucina di Canzian si contraddistingue per la proposta gastronomica innovativa, che si fonda su ricerca, semplicità e stagionalità degli ingredienti, capace di attualizzare i piatti della tradizione con una particolare attenzione al patrimonio regionale veneto. Un legame con la terra di origine coltivato nel tempo e che si riflette nel sostegno al Premio Maculan.
    Per info, visitare il sito: www.maculan.net
    Per candidarsi, compilare il modulo al seguente link: https://forms.gle/Bz68jdZUcyZ5iUS88 LEGGI TUTTO

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    Curiosità enologiche dalla Basilicata. Tre vini e un tris di amori ardenti

    Tre etichette, tre cuori, tre passioni ardenti e delicate musiche di un’altra epoca, nella settimana che celebra la canzone italiana: sono i vini della linea Top che Cantina di Venosa dedica a tre personaggi nobili legati alla storia e al passato di questo borgo alle pendici del Vulture, in Basilicata.Sono il principe Gesualdo da Venosa, che fu tra il ‘500 e il ‘600 un grande compositore di madrigali, opere liriche e polifoniche caratteristiche del periodo barocco e rinascimentale; e artista a cui il cantautore Franco Battiato intitolò uno dei suoi testi, nel ’95, dal titolo “Gesualdo da Venosa”.
    Il vino Gesualdo è un Aglianico del Vulture inebriante, profondo e strutturato, che ammalia, dal calice rosso rubino intenso, che unisce delicati sentori di viola e ribes a liquirizia e riverberi minerali. Al palato è asciutto, pieno, intenso e piacevolmente tannico, perfetto per arrosti di carni bianche, primi piatti saporiti e formaggi speziati.
    Il secondo personaggio è la moglie Maria d’Avalos, nobildonna napoletana, a cui Cantina di Venosa dedica il d’Avalos, un bianco paglierino tenue ottenuto da uve Greco in purezza da vigne giovani (10-20 anni). Un vino aromatico, gioviale e avvolgente che si distingue per freschezza e il suo bouquet colmo di fiori e frutta; perfetto con crostacei e piatti di mare, meglio se profumati di erbe aromatiche della cucina mediterranea.
    L’Incòmodo è, infine, il rosato dedicato all’amante della nobildonna, il Duca di Andria, Fabrizio Carafa, che in etichetta appare strabico ma in realtà ha un occhio per la bella Maria e uno vigilante rivolto al marito Gesualdo. Ottenuto da uve Merlot, sembra interpretare alcuni versi che Battiato scrisse proprio nel testo dedicato al Gesualdo madrigalista (… “scocca la sua nota, dolce come rosa…”); non un vino di mezzo, ma un rosato seduttivo, elegante, dai chiari sentori di ciliegia e lampone, di grande equilibrio e da tutto pasto: antipasti di verdure o mare, minestre, zuppe di legumi, risotti, pesce, carni bianche, formaggi freschi.

    Fondata nel 1957 da 27 soci, Cantina di Venosa è una cooperativa di 350 viticoltori (oltre il 50% giovani) e 800 ettari di vigne. Complessivamente produce 2 milioni di bottiglie – su un potenziale di 5 milioni – in 21 le etichette, in maggioranza di Aglianico del Vulture Doc e Superiore Docg. Al prossimo Vinitaly belle novità. LEGGI TUTTO

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    Wine Paris, Sandro Bottega presenta in contemporanea 4 diverse annate di Prosecco

    In occasione di Wine Paris, fiera di riferimento del settore, in programma a Parigi dal 10 al 12 febbraio, Sandro Bottega introduce una novità epocale nel mondo del Prosecco, presentando in contemporanea 4 annate diverse del noto vino spumante. Bottega è la prima cantina di Prosecco a cimentarsi in una sfida di grande spessore nel segno della qualità assoluta, che è risultato di studio e di ricerca, oltre che di lunghe sperimentazioni, a cui per oltre 3 anni si sono dedicati gli agronomi e gli enologi dell’azienda di Bibano di Godega (TV).In questo contesto espositivo parigino vengono infatti lanciate 4 diverse annate: 2021, 2022, 2023 e 2024. L’obiettivo è di cogliere e valorizzare appieno le potenzialità di un vitigno, la Glera, che può esprimere non solo freschezza e aromaticità, ma anche struttura e complessità. Si tratta di vini di grande stoffa con le caratteristiche di una vera e propria Riserva che, già prima che la legge riconosca questa tipologia per il Prosecco, Bottega ha iniziato a produrre con fermentazione di 12 mesi in autoclave. Ne derivano profumi complessi, persistenza al palato e sapidità.
    Queste caratteristiche elettive, unitamente alla longevità, rendono pertanto questi spumanti affini, se non superiori a tanti affermati Champagne. Nel dettaglio sono caratterizzati da peculiarità uniche che ne elevano a 360° la qualità: Selezione di singoli vigneti nelle parcelle più vocate tra le Colline Patrimonio Unesco; Uve Glera coltivate all’insegna della sostenibilità e vendemmiate solo manualmente al momento della loro perfetta maturazione; Criomacerazione prefermentativa, per salvaguardare appieno la carica organolettica dell’uva; Affinamento in nuove autoclavi “orizzontali”, frutto della più avanzata ricerca tecnologica applicata all’enologia di qualità; Lunghi tempi di fermentazione, per ottenere vini con espressioni organolettiche differenti a seconda delle singole annate e dei diversi cru.
    Sono tutti vini spumanti Extra Brut, adatti ad abbinamenti importanti, non solo aperitivo, ma anche primi piatti gustosi e carni bianche o addirittura selvaggina. L’idea, nata alcuni anni fa e perseguita con lungimiranza, si propone di dare al Prosecco una nuova immagine e di costituire uno stimolo alla formazione di nuove generazioni di imprenditori, in grado di produrre anche cru d’eccellenza che verranno richiesti in ogni parte del mondo e serviti nei migliori ristoranti, stellati e tradizionali, ma tutti di alta classe.
    Il top di gamma della linea “Prosecco Premium Vintage Collection Bottega” sarà il Gold Stardust, annata 2021, ancora in fase di maturazione (250 € prezzo retail a bottiglia). Intanto è già pronta da una settimana un’altra release, annata 2021. Si tratta di Black Stardust (119 € prezzo retail a bottiglia). Riguardo al packaging la superficie esterna della bottiglia è arricchita da 3.000 cristalli neri, posizionati a mano per dare un effetto polvere di stelle. Si tratta un’inedita finitura total black impreziosita ulteriormente dall’etichetta e dalla capsula glitterate. In pochi giorni le prime 4.000 bottiglie sono già state vendute. LEGGI TUTTO

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    Coevo 2021 è unione di due terroir: Chianti Classico e Maremma in un’icona senza tempo

    Coevo, il vino icona di Famiglia Cecchi, celebra un nuovo capitolo con l’annata 2021. Questa edizione speciale, prodotta in 3.000 bottiglie, di cui circa 600 grandi formati, rappresenta una contemporanea espressione dell’esperienza vitivinicola in Toscana, un percorso iniziato da Luigi Cecchi nel 1893 con la fondazione dell’azienda a Castellina in Chianti. A diciotto anni dal debutto, Coevo evolve il proprio blend nel rispetto della sua identità originaria, mantenendo il legame con due delle aree più significative per Famiglia Cecchi: il Chianti Classico e la Maremma.Coevo nacque nel 2006 come omaggio a Luigi Cecchi, terza generazione e figura centrale per l’espansione dell’azienda, e inizialmente univa diverse varietà, tra cui Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, per esprimere la ricchezza dei terroir toscani. Con l’annata 2021, la visione di Coevo evolve verso una sintesi più precisa: un blend di uve Sangiovese dal vigneto Ribaldoni, nella tenuta Villa Rosa a Castellina in Chianti, e Merlot da Poggio La Mozza, parte della tenuta Val delle Rose in Maremma.
    “Questo è un vino che ha segnato, per così dire, la mia ‘svolta enologica’, – sostiene Andrea Cecchi – dandomi lo spunto per avvicinarmi al vigneto ed al vino con rinnovata dedizione e con il preciso intento di interpretare ogni annata al massimo della sua espressività. È quindi anche grazie a Coevo che ho compreso con chiarezza il percorso da intraprendere con la nostra azienda”.
    Coevo non è un vino qualunque: nato con l’intento di esprimere il genius loci di questi territori, rappresenta il dialogo tra le due zone produttive di eccellenza. Il risultato è un equilibrio capace di donare finezza, ampiezza e intensità al vino, originato da due cru prestigiosi ed emblematici per Famiglia Cecchi.
    “Coevo si presenta come una fusione di caratteristiche uniche: suoli antichi e complessi quelli del Chianti Classico, da dove provengono le uve di Sangiovese, che si connettono con quel microclima delicato dell’area della Maremma, fortemente influenzato dal mare, dove nascono le uve di Merlot. L’idea è quella di creare un vino che parli al nostro tempo, ma che sia anche capace di raccontare storie oltre il presente, proiettandosi verso nuove prospettive enologiche.” – spiega Miria Bracali, Enologa di Famiglia Cecchi.
    Il nome stesso, Coevo, evoca l’idea di contemporaneità e di connessione tra tempi diversi: è un vino che racchiude l’anima del passato ma che ha anche il potenziale di evolvere nel futuro, tramandando la storia dell’azienda e delle sue radici toscane.
    Annata 2021
    L’annata 2021 si è rivelata particolarmente favorevole, con un andamento climatico ideale per una maturazione lenta delle uve. L’inverno mite e piovoso ha garantito una buona riserva idrica, mentre la primavera fresca ha favorito la regolare fioritura e allegagione. L’estate asciutta e le piogge di fine agosto hanno permesso una maturazione ottimale, seguita da una vendemmia eseguita nelle giornate soleggiate di settembre e ottobre.
    “Coevo 2021 è figlio di una stagione che sembra essere scorsa con ritmi antichi, lenti e pazienti, espressione di un’annata che nel suo complesso potremmo annoverare tra le migliori di sempre.” – commenta l’enologa Miria Bracali.
    Vinificazione
    La raccolta manuale delle uve è stata seguita da una doppia selezione dei grappoli e da una pigiatura soffice. La fermentazione alcolica e la macerazione si sono svolte in acciaio, mentre l’affinamento è stato di 18 mesi in tonneaux di rovere francese, con ulteriori 10 mesi in bottiglia.
    Distribuzione
    Coevo 2021 verrà distribuito nei mercati chiave come l’Italia, gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile e il Giappone, raggiungendo le migliori tavole del mondo.
    Luca Stortolani, Direttore Commerciale Italia di Famiglia Cecchi, commenta “Coevo rappresenta la nostra bandiera, il nostro biglietto da visita per tutti coloro che amano i vini capaci di grandi potenziali espressivi. Fin dalla sua prima annata, la 2006, Coevo ha incarnato il trait d’union tra la nostra azienda e l’alta ristorazione internazionale, che ha riconosciuto in questa etichetta il connubio tra le nostre eccellenze produttive del Chianti Classico e della Maremma. Stante la limitata disponibilità di bottiglie, lavoriamo con assegnazioni contingentate per Paese, dimostrazione dell’apprezzamento e dell’attesa riservate a questa nostra icona enologica.” LEGGI TUTTO

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    Coevo 2021 è unione di due terroir: Chianti Classico e Maremma in un’icona senza tempo

    Coevo, il vino icona di Famiglia Cecchi, celebra un nuovo capitolo con l’annata 2021. Questa edizione speciale, prodotta in 3.000 bottiglie, di cui circa 600 grandi formati, rappresenta una contemporanea espressione dell’esperienza vitivinicola in Toscana, un percorso iniziato da Luigi Cecchi nel 1893 con la fondazione dell’azienda a Castellina in Chianti. A diciotto anni dal debutto, Coevo evolve il proprio blend nel rispetto della sua identità originaria, mantenendo il legame con due delle aree più significative per Famiglia Cecchi: il Chianti Classico e la Maremma.Coevo nacque nel 2006 come omaggio a Luigi Cecchi, terza generazione e figura centrale per l’espansione dell’azienda, e inizialmente univa diverse varietà, tra cui Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, per esprimere la ricchezza dei terroir toscani. Con l’annata 2021, la visione di Coevo evolve verso una sintesi più precisa: un blend di uve Sangiovese dal vigneto Ribaldoni, nella tenuta Villa Rosa a Castellina in Chianti, e Merlot da Poggio La Mozza, parte della tenuta Val delle Rose in Maremma.
    “Questo è un vino che ha segnato, per così dire, la mia ‘svolta enologica’, – sostiene Andrea Cecchi – dandomi lo spunto per avvicinarmi al vigneto ed al vino con rinnovata dedizione e con il preciso intento di interpretare ogni annata al massimo della sua espressività. È quindi anche grazie a Coevo che ho compreso con chiarezza il percorso da intraprendere con la nostra azienda”.
    Coevo non è un vino qualunque: nato con l’intento di esprimere il genius loci di questi territori, rappresenta il dialogo tra le due zone produttive di eccellenza. Il risultato è un equilibrio capace di donare finezza, ampiezza e intensità al vino, originato da due cru prestigiosi ed emblematici per Famiglia Cecchi.
    “Coevo si presenta come una fusione di caratteristiche uniche: suoli antichi e complessi quelli del Chianti Classico, da dove provengono le uve di Sangiovese, che si connettono con quel microclima delicato dell’area della Maremma, fortemente influenzato dal mare, dove nascono le uve di Merlot. L’idea è quella di creare un vino che parli al nostro tempo, ma che sia anche capace di raccontare storie oltre il presente, proiettandosi verso nuove prospettive enologiche.” – spiega Miria Bracali, Enologa di Famiglia Cecchi.
    Il nome stesso, Coevo, evoca l’idea di contemporaneità e di connessione tra tempi diversi: è un vino che racchiude l’anima del passato ma che ha anche il potenziale di evolvere nel futuro, tramandando la storia dell’azienda e delle sue radici toscane.
    Annata 2021
    L’annata 2021 si è rivelata particolarmente favorevole, con un andamento climatico ideale per una maturazione lenta delle uve. L’inverno mite e piovoso ha garantito una buona riserva idrica, mentre la primavera fresca ha favorito la regolare fioritura e allegagione. L’estate asciutta e le piogge di fine agosto hanno permesso una maturazione ottimale, seguita da una vendemmia eseguita nelle giornate soleggiate di settembre e ottobre.
    “Coevo 2021 è figlio di una stagione che sembra essere scorsa con ritmi antichi, lenti e pazienti, espressione di un’annata che nel suo complesso potremmo annoverare tra le migliori di sempre.” – commenta l’enologa Miria Bracali.
    Vinificazione
    La raccolta manuale delle uve è stata seguita da una doppia selezione dei grappoli e da una pigiatura soffice. La fermentazione alcolica e la macerazione si sono svolte in acciaio, mentre l’affinamento è stato di 18 mesi in tonneaux di rovere francese, con ulteriori 10 mesi in bottiglia.
    Distribuzione
    Coevo 2021 verrà distribuito nei mercati chiave come l’Italia, gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile e il Giappone, raggiungendo le migliori tavole del mondo.
    Luca Stortolani, Direttore Commerciale Italia di Famiglia Cecchi, commenta “Coevo rappresenta la nostra bandiera, il nostro biglietto da visita per tutti coloro che amano i vini capaci di grandi potenziali espressivi. Fin dalla sua prima annata, la 2006, Coevo ha incarnato il trait d’union tra la nostra azienda e l’alta ristorazione internazionale, che ha riconosciuto in questa etichetta il connubio tra le nostre eccellenze produttive del Chianti Classico e della Maremma. Stante la limitata disponibilità di bottiglie, lavoriamo con assegnazioni contingentate per Paese, dimostrazione dell’apprezzamento e dell’attesa riservate a questa nostra icona enologica.” LEGGI TUTTO

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    Il Soave vola in Canada

    Prosegue a pieno ritmo l’attività promozionale del Consorzio del Soave all’interno del mercato canadese che si dimostra tonico e particolarmente ricettivo nei confronti del vino bianco scaligero.In collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Canada per il 2025 verranno attivate una serie di attività finalizzate all’incremento delle vendite, al miglioramento della notorietà del brand, all’inserimento di nuove referenze per quanto concerne il Monopolio del Quebec – SAQ (Societé des Alchools du Québec); per quanto concerne invece l’importazione privata si andrà a lavorare per spingere ulteriormente la presenza del Soave nella ristorazione e nell’hotellerie.
    Il Consorzio del Soave è impegnato con misure promozionali sul mercato canadese dal 2020, anno in cui sono state avviate attività di formazione per il mondo della sommelierie. Nei prossimi dodici mesi, forti delle competenze diffuse tra gli operatori in oltre quattro di anni di attività con più di 500 sommelier e addetti alle vendite formati, si andrà così a lavorare su azioni a respiro più commerciale, volte a favorire la presenza del Soave nei wine shop e nelle carte vini dei ristoranti.
    Il Quebec è la prima regione canadese per importazione di vini: qui si registra il consumo di vino pro capite più alto del Canada e si prediligono vini da vitigni autoctoni.
    Nel 2023, le vendite totali di vini listati al Monopolio del Quebec – SAQ hanno registrato una leggera diminuzione sia in quantità (-2,9%) che in valore (-0,2%) rispetto all’anno precedente. In particolare, le vendite totali dei vini italiani presso SAQ sono diminuite del 2% in quantità ma sono aumentate dello 0,8% in valore rispetto al 2022.
    In questo scenario, il trend dei vini bianchi è decisamente migliore. Le vendite totali dei vini bianchi hanno registrato un aumento del 1,1% in quantità e del 3,8% in valore rispetto al 2022. In particolare, i vini bianchi italiani hanno registrato un aumento del 2% in quantità e del 4,5% in valore rispetto all’anno precedente.
    I bianchi della categoria “Italy Veneto” hanno registrato un notevole aumento nel 2023 sia in quantità (+5,6%) che in valore (+8,5%) rispetto all’anno precedente.
    I vini della denominazione Soave sono stati i best performer della categoria avendo registrato nel 2023 +15,2% in quantità e +16,4% in valore rispetto al 2022. (Dati Camera di Commercio Italiana in Canada)
    «Il mercato canadese si sta dimostrando molto attento e ricettivo rispetto al Soave – evidenzia Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio di Tutela –, un vino che oggi è sicuramente in grado di intercettare i gusti e le tendenze contemporanee: un vino cioè fresco, di buona persistenza, elegante e dal moderato contenuto alcolico. Il Canada è mercato molto importante per il Soave e per tale ragione, oltre alle azioni che il Consorzio coordina oltre oceano, abbiamo in programma delle attività su questo mercato anche per il prossimo Vinitaly».
    La denominazione del Soave – 13 comuni dell’Est Veronese appartenenti alla doc, quasi 7000 ettari vitati – produce in media ogni anno 40 milioni di bottiglie. I mercati di riferimento sono principalmente Germania, Gran Bretagna e Nord Europa in genere, seguiti da Giappone e Stati Uniti e Canada. Crescente l’interesse da parte del mercato domestico. LEGGI TUTTO

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    Il Soave vola in Canada

    Prosegue a pieno ritmo l’attività promozionale del Consorzio del Soave all’interno del mercato canadese che si dimostra tonico e particolarmente ricettivo nei confronti del vino bianco scaligero.In collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Canada per il 2025 verranno attivate una serie di attività finalizzate all’incremento delle vendite, al miglioramento della notorietà del brand, all’inserimento di nuove referenze per quanto concerne il Monopolio del Quebec – SAQ (Societé des Alchools du Québec); per quanto concerne invece l’importazione privata si andrà a lavorare per spingere ulteriormente la presenza del Soave nella ristorazione e nell’hotellerie.
    Il Consorzio del Soave è impegnato con misure promozionali sul mercato canadese dal 2020, anno in cui sono state avviate attività di formazione per il mondo della sommelierie. Nei prossimi dodici mesi, forti delle competenze diffuse tra gli operatori in oltre quattro di anni di attività con più di 500 sommelier e addetti alle vendite formati, si andrà così a lavorare su azioni a respiro più commerciale, volte a favorire la presenza del Soave nei wine shop e nelle carte vini dei ristoranti.
    Il Quebec è la prima regione canadese per importazione di vini: qui si registra il consumo di vino pro capite più alto del Canada e si prediligono vini da vitigni autoctoni.
    Nel 2023, le vendite totali di vini listati al Monopolio del Quebec – SAQ hanno registrato una leggera diminuzione sia in quantità (-2,9%) che in valore (-0,2%) rispetto all’anno precedente. In particolare, le vendite totali dei vini italiani presso SAQ sono diminuite del 2% in quantità ma sono aumentate dello 0,8% in valore rispetto al 2022.
    In questo scenario, il trend dei vini bianchi è decisamente migliore. Le vendite totali dei vini bianchi hanno registrato un aumento del 1,1% in quantità e del 3,8% in valore rispetto al 2022. In particolare, i vini bianchi italiani hanno registrato un aumento del 2% in quantità e del 4,5% in valore rispetto all’anno precedente.
    I bianchi della categoria “Italy Veneto” hanno registrato un notevole aumento nel 2023 sia in quantità (+5,6%) che in valore (+8,5%) rispetto all’anno precedente.
    I vini della denominazione Soave sono stati i best performer della categoria avendo registrato nel 2023 +15,2% in quantità e +16,4% in valore rispetto al 2022. (Dati Camera di Commercio Italiana in Canada)
    «Il mercato canadese si sta dimostrando molto attento e ricettivo rispetto al Soave – evidenzia Cristian Ridolfi, Presidente del Consorzio di Tutela –, un vino che oggi è sicuramente in grado di intercettare i gusti e le tendenze contemporanee: un vino cioè fresco, di buona persistenza, elegante e dal moderato contenuto alcolico. Il Canada è mercato molto importante per il Soave e per tale ragione, oltre alle azioni che il Consorzio coordina oltre oceano, abbiamo in programma delle attività su questo mercato anche per il prossimo Vinitaly».
    La denominazione del Soave – 13 comuni dell’Est Veronese appartenenti alla doc, quasi 7000 ettari vitati – produce in media ogni anno 40 milioni di bottiglie. I mercati di riferimento sono principalmente Germania, Gran Bretagna e Nord Europa in genere, seguiti da Giappone e Stati Uniti e Canada. Crescente l’interesse da parte del mercato domestico. LEGGI TUTTO

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    Il Tour di “Barolo, Barbaresco e Roero” a Bologna, Milano, Genova, Firenze e Roma

    L’associazione Go Wine comunica le date del tour in Italia dedicato ai grandi nebbioli di Langa e Roero: Barolo, Barbaresco e Roero è il titolo di un evento che verrà replicato in cinque grandi città italiane, promuovendo cantine e vini del territorio attorno ad Alba, con un focus di attenzione sulle nuove annate.
    Si inizia lunedì prossimo 10 febbraio a Bologna (Hotel Bellaria), per proseguire con l’evento più importante del tour, ovvero la tappa di Milano (Hotel Melià), in programma lunedì 17 febbraio. All’appuntamento milanese partecipano complessivamente oltre 45 cantine.
    Due appuntamenti anche in marzo: martedì 11 marzo a Genova (StarHotel President) e giovedì 27 marzo a Firenze (StarHotel Michelangelo). La conclusione, come da alcuni avviene, sarà a Roma, con un grande evento in programma giovedì 15 maggio.
    In scena l’annata 2021 per il Barolo, il 2022 per il Barbaresco, un’importante presenza anche per il Roero, con i nebbioli della riva sinistra del Tanaro e con altre interessanti cantine che si affiancano al parterre dei protagonisti.
    “Il Piemonte intorno” rappresenta un’altra dell’evento, presentando altre parti del territorio piemontese in una specifica sezione.
    «Sono appuntamenti sempre molto apprezzati – affermano da Go Wine – «e confidiamo che sarà così anche in questo 2025. Ogni evento si suddivide in due parti: una fascia pomeridiana riservata agli operatori di settore e una parte serale riservata ai soci Go Wine ed agli enoappassionati che frequentano ogni mese gli appuntamenti di Go Wine in queste città”. LEGGI TUTTO