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    Natural Born Wines, il fuori salone dei vignaioli naturali

    Villa Boschi
    Da sabato 9 a lunedì 11 aprile 2022 i vini dei vignaioli naturali si incontrano a Villa Boschi, a un passo da Verona: vini ricchi di vita, espressione di straordinari terroir
    Le campagne e le colline d’Italia sono disseminate di meravigliosi terroir, spesso poco conosciuti, dove nascono vini unici e irripetibili. Si tratta spesso di vini prodotti in piccole o piccolissime quantità, nati dalle sapienti mani dei vignaioli naturali che fanno il vino rispettando le caratteristiche del luogo, l’ambiente e le tradizioni.
    L’appuntamento è voluto e organizzato da Sorgentedelvino, lo storico salone emiliano del vino naturale che dal 2009 scandaglia i territori italiani alla ricerca di veri e propri gioielli enologici.
    E’ in costante aumento il numero di persone che in Italia e nel mondo scelgono di portare in tavola vini naturali, non solo per motivi etici, ma soprattutto per l’intensità che questi vini hanno nel bicchiere: a “Natural Born Wines” tutti i vini hanno una forte personalità. Passando da un territorio all’altro, da un’annata all’altra, da un vignaiolo all’altro non si troveranno due vini uguali, un’esperienza sensoriale davvero straordinaria. Un’esperienza da non perdere, sia per quegli appassionati di vino che hanno ancora voglia di essere sorpresi, che per gli operatori che vogliono offrire ai propri clienti nuovi incontri enologici, nuove esperienze sensoriali, il piacere di portare in tavola vini con l’anima.
    La carta dei principi che i vignaioli di Natural Born Wines condividono racconta con semplicità cosa rende davvero speciali questi vini: le uve sono coltivate con metodi biologici o biodinamici, le fermentazioni avvengono solo con lieviti indigeni, in cantina l’uva si trasforma in vino senza additivi e coadiuvanti, si utilizzano solfiti solo quando è necessario e in piccole quantità.
    “In questi giorni Verona diventa il centro del mondo del vino, volevamo portare lì anche i piccoli vignaioli naturali che ci piacciono – raccontano gli organizzatori – e a Villa Boschi abbiamo trovato il luogo ideale. Una villa antica nella campagna veneta a pochi minuti da Verona Fiere, il luogo ideale per gustare i vini in un ambiente tranquillo e rilassato, per parlare con i vignaioli in un’atmosfera piacevole.”
    I visitatori troveranno anche una piccola e molto curata selezione di prodotti tipici proposti da artigiani del cibo che condividono gli stessi principi. Conserve, formaggi, salumi che si abbinano perfettamente ai vini dei vignaioli naturali.
    Tre giornate di lavoro, scoperta e incontri in un ambiente conviviale ed elegante. Gli orari: dalle 10 alle 18 da sabato a lunedì.
    Per informazioni:
    Sito web: www.naturalbornwines.it
    Telefono: 348-7186660
    E-mail: info@naturalbornwines.it

    Tags: Natural Born Wines, sorgente del vino LEGGI TUTTO

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    L’analisi 2021 dell’osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea

    Record storico per il commercio di vino italiano nel mondo. Il 2021 si chiude infatti in crescita del 12,4% in valore, per un corrispettivo di 7,1 miliardi di euro e una bilancia commerciale, tra le più performanti del made in Italy, che segna un attivo di quasi 6,7 miliardi di euro. Lo annuncia l’Osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea, che ha elaborato i dati rilasciati oggi da Istat sull’export nei 12 mesi 2021. Secondo l’analisi, in un anno fortemente condizionato dalla revenge spending (la spesa di rivalsa), il vino tricolore (22,2 milioni di ettolitri esportati, + 7,3%) consolida il ruolo di superpotenza enologica grazie in particolare alle proprie produzioni Dop, che fanno meglio della media generale (+15,8% in valore) con gli spumanti (+25,3%) che grazie all’ennesimo exploit del Prosecco (+32%) doppiano il pur lusinghiero incremento dei vini fermi (+12,3%). Complessivamente le Dop del Belpaese rappresentano oggi i 2/3 delle esportazioni in valore registrate nel 2021. In rialzo, più contenuto, anche le Igp (5,4%) e i vini comuni, a +8,9%.Un anno sicuramente “gonfiato” da una congiuntura favorevole ai consumi di rivalsa post-Covid, ma che – secondo Unione italiana vini, Vinitaly e Ismea – ha accelerato il trend di crescita della domanda di vini di qualità, come dimostra l’ulteriore crescita, +4,7%, del prezzo medio. Un anno, infine, “irripetibile”, anche alla luce di un 2022 che si è aperto con numerose criticità date dai costi delle materie prime, dalla crescita dell’inflazione e, ora, dal conflitto in Ucraina. Conferme importanti arrivano dalle diverse aree della domanda, in particolare dall’extra-Ue (+14,2%), che oggi vale il 61% del mercato. Tra i Paesi, luce verde per tutta la top 10 guidata come al solito dagli Stati Uniti (+18,4%), seguita da Germania e Regno Unito. Segno più anche per Svizzera, Canada, Paesi Bassi, Francia, Svezia, Belgio, e Danimarca. Tra gli emergenti, exploit di Cina (+29,2%) e Corea del Sud (75,5%).
    Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: “Lo scorso anno l’export di vino ha polverizzato tutti i record, con un risultato che, comparato ai trend pre-Covid, si sarebbe raggiunto nell’arco di un lustro. Ora però il quadro è preoccupante, con una serie di fattori che annunciano un anno difficile. La forte erosione dei margini data dall’escalation dei costi delle materie prime del settore, il quasi certo azzeramento del mercato russo – su cui si attendono le contro-sanzioni dopo la recente firma di Putin al decreto di blocco import-export dalla Russia – e soprattutto una guerra che, accompagnata alla spirale inflazionistica, influirà in maniera pesante sulla fiducia e quindi sui consumi globali, sono i principali elementi di criticità che riscontriamo”.
    Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “L’analisi dell’Osservatorio definisce un quadro di mercato 2021 fortemente influenzato su scala globale dal fenomeno di revenge spending. Se nel primo anno di Covid il vino italiano ha mostrato tutta la sua adattabilità alla crisi – grazie al miglior rapporto qualità prezzo e capillarità dei canali di vendita rispetto ai competitor -, nel 2021 il brand tricolore ha confermato tutta la sua forza. L’analisi dei mercati e l’outlook sui consumi caratterizzeranno la propensione sempre più business di un prossimo Vinitaly molto atteso dalla domanda estera”. LEGGI TUTTO

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    L’analisi 2021Dell’osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea

    Record storico per il commercio di vino italiano nel mondo. Il 2021 si chiude infatti in crescita del 12,4% in valore, per un corrispettivo di 7,1 miliardi di euro e una bilancia commerciale, tra le più performanti del made in Italy, che segna un attivo di quasi 6,7 miliardi di euro. Lo annuncia l’Osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea, che ha elaborato i dati rilasciati oggi da Istat sull’export nei 12 mesi 2021. Secondo l’analisi, in un anno fortemente condizionato dalla revenge spending (la spesa di rivalsa), il vino tricolore (22,2 milioni di ettolitri esportati, + 7,3%) consolida il ruolo di superpotenza enologica grazie in particolare alle proprie produzioni Dop, che fanno meglio della media generale (+15,8% in valore) con gli spumanti (+25,3%) che grazie all’ennesimo exploit del Prosecco (+32%) doppiano il pur lusinghiero incremento dei vini fermi (+12,3%). Complessivamente le Dop del Belpaese rappresentano oggi i 2/3 delle esportazioni in valore registrate nel 2021. In rialzo, più contenuto, anche le Igp (5,4%) e i vini comuni, a +8,9%.
    Un anno sicuramente “gonfiato” da una congiuntura favorevole ai consumi di rivalsa post-Covid, ma che – secondo Unione italiana vini, Vinitaly e Ismea – ha accelerato il trend di crescita della domanda di vini di qualità, come dimostra l’ulteriore crescita, +4,7%, del prezzo medio. Un anno, infine, “irripetibile”, anche alla luce di un 2022 che si è aperto con numerose criticità date dai costi delle materie prime, dalla crescita dell’inflazione e, ora, dal conflitto in Ucraina. Conferme importanti arrivano dalle diverse aree della domanda, in particolare dall’extra-Ue (+14,2%), che oggi vale il 61% del mercato. Tra i Paesi, luce verde per tutta la top 10 guidata come al solito dagli Stati Uniti (+18,4%), seguita da Germania e Regno Unito. Segno più anche per Svizzera, Canada, Paesi Bassi, Francia, Svezia, Belgio, e Danimarca. Tra gli emergenti, exploit di Cina (+29,2%) e Corea del Sud (75,5%).
    Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: “Lo scorso anno l’export di vino ha polverizzato tutti i record, con un risultato che, comparato ai trend pre-Covid, si sarebbe raggiunto nell’arco di un lustro. Ora però il quadro è preoccupante, con una serie di fattori che annunciano un anno difficile. La forte erosione dei margini data dall’escalation dei costi delle materie prime del settore, il quasi certo azzeramento del mercato russo – su cui si attendono le contro-sanzioni dopo la recente firma di Putin al decreto di blocco import-export dalla Russia – e soprattutto una guerra che, accompagnata alla spirale inflazionistica, influirà in maniera pesante sulla fiducia e quindi sui consumi globali, sono i principali elementi di criticità che riscontriamo”.
    Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “L’analisi dell’Osservatorio definisce un quadro di mercato 2021 fortemente influenzato su scala globale dal fenomeno di revenge spending. Se nel primo anno di Covid il vino italiano ha mostrato tutta la sua adattabilità alla crisi – grazie al miglior rapporto qualità prezzo e capillarità dei canali di vendita rispetto ai competitor -, nel 2021 il brand tricolore ha confermato tutta la sua forza. L’analisi dei mercati e l’outlook sui consumi caratterizzeranno la propensione sempre più business di un prossimo Vinitaly molto atteso dalla domanda estera”.

    Tags: giovanni mantovani, Osservatorio Uiv-Vinitaly-Ismea, paolo castelletti, Unione italiana vini LEGGI TUTTO

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    Le Vigne di Alice Prosecco Frizzante Valdobbiadene DOCG A Fondo

    Nell’ormai sterminata platea della tipologia Col fondo, dico l’ovvio, possiamo trovare vini mediocri, mediamente buoni, molto buoni ma solo in pochissimi casi possiamo parlare di classe smisurata di una bottiglia. È questo il caso del Col Fondo Metodo Ancestrale “A Fondo” de Le Vigne di Alice di Cinzia Canzian. Ci troviamo a Vittorio Veneto, precisamente a Capersica, la parte più a nordest della denominazione Conegliano Valdobbiadene. Ho scoperto di avere in comune con Cinzia la passione per gli anni 60/70, tempi di gioia e di rivoluzione come cantavano gli Area, di speranza d’innovazione, in una parola sola un’epoca di grande fermento. Sentimenti che Cinzia Canzian mette costantemente nel suo lavoro, non dimenticando mai la leggerezza d’animo che proprio le bollicine, forse più di ogni altro vino sono in grado di regalarci. Per la lavorazione di A Fondo, dopo la prima fermentazione con malolattica viene fatto decantare per togliere le fecce grosse. Rimane sulle fecce nobili per 4 mesi, poi filtrato prima del tiraggio in bottiglia con aggiunta di lieviti e mosto, rifermentazione spontanea in bottiglia. Il naso è estremamente raffinato, prevalgono la mela e la pesca ma è frutta matura in aggiunta a una delicata crosta di pane brioche. In bocca è pieno, delicatamente sapido, ma  è l’eleganza complessiva che stupisce davvero per un sur lie. Lo slogan di Cinzia Canzian è “life is a bubble”, diciamo che è anche il mio.

    Tags: capersica, cinzia canzian, col fondo, le vigne di alice, prosecco LEGGI TUTTO

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    Calonga Sangiovese Superiore di Romagna Il Bruno 2018

    L’azienda Agricola Calonga di Maurizio Bavarelli è collocata in località Castiglione a Forlì, sicuramente una delle zone in assoluto più vocate per il Sangiovese. A testimonianza di ciò basta assaggiare l’opulento Michelangiolo Romagna Sangiovese DOC Superiore Riserva proprio di Calonga, magari avendo la possibilità di scorrere in verticale le annate, per avere conferma di quanto vado dicendo. In realtà il colpo di fulmine è arrivato con “Il Bruno” Sangiovese Superiore di Romagna DOC 2018, un vino che vorrei trovare sempre nel mio desinare quotidiano. Un sangiovese da vigne di oltre quarant’anni con un frutto leggiadro di sottobosco e amarena, poi viola, leggera spezia e tannino finissimo. Un vino leggero, dove leggerezza non è superficialità ma planare sulle cose dall’alto, senza macigni sul cuore, come diceva Italo Calvino.

    Tags: Calonga, il bruno, Maurizio Bavarelli, Michelangiolo, romagna, sangiovese LEGGI TUTTO

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    Anzelin Collio Pinot Bianco 2018

    Gianluca Anzelin è la “prossima grande cosa” del Collio, eppure, in pochi ne narrano le gesta e non me ne capacito. Non l’ho mai incontrato di persona, ma mi basta guardare quelle poche foto che trovi in rete per capire che Gianluca è persona timida e riservata. Sai che novità dirà qualcuno visto che è nato, vive e vinifica a Plessiva, terra di confine ad una manciata di chilometri dalla Slovenia. Di Anzelin ho assaggiato uno strabiliante pinot bianco 2018, a conferma, di quanto vado dicendo da molto tempo, ovvero che il vitigno su cui investire in futuro nel Collio, oltre che all’amato friulano è proprio il pinot bianco. Gianluca ne produce uno dei più espressivi di tutto il Collio ergo della nazione intera. Toccante già dal colore giallo dorato, con profumi intensi di frutta matura (tropicale e agrumi) e fiori bianchi con una deliziosa nota di graffite, mi pare che non si possa più dire minerale. In bocca è pieno ed elegante. Lo scorrere del tempo ne aumenterà il valore.

    Tags: collio, Gianluca Anzelin, pinot bianco, plessiva LEGGI TUTTO